07 febbraio 2006

La miopia di Pecoraro Scanio

Moretti l'aveva profetizzato qualche anno fa: "con questa classe dirigente, siamo destinati a perdere per i prossimi 20 anni". Certo, si riferiva alla dirigenza DS ma l'invettiva trova la sua estensione naturale tra diversi leader dell'Unione. E tra questi, il leader dei Verdi, Pecoraro Scanio, merita certamente il "Martello d'Oro" per le martellate che si sta procurando su quella nota parte anatomica.

E' ciò che ho pensato quando ho letto la notizia che si sta rapidamente diffondendo in rete: Fiorello Cortiana, attuale senatore del gruppo dei Verdi, e l'unico politico fortemente competente sulle cose che riguardano la rete (internet, diritto d'autore, proprietà intellettuali ed eccellente Ministro dell'Innovazione in fieri di un ipotetico governo del centro sinistra) è sicuro non essere rieletto, e forse neanche candidato nelle liste dei Verdi.

Ciò a causa dei tanti guasti del berlusconismo, di cui Pecoraro si dimostra succube, utilizzando i meccanismi di una legge elettorale infame che farebbe eleggere anche un manico di scopa, purchè candidato nel posto giusto. Insomma, viene tutto deciso a tavolino dalla burocrazia di partito. E se questa è miope, danneggia l'intera coalizione.

Per intenderci, Cortiana è l'unico parlamentare che si è opposto tenacemente all'approvazione dell'infame decreto Urbani, presentando 800 emendamenti scritti collettivamente in rete dagli oppositori alla criminalizzazione degli utenti di internet. E' stato colui che ha strappato in Parlamento, dalla bocca dello stesso Ministro, la promessa di modificare i punti più forcaioli del decreto. E' stato colui che ha ottenuto l'istituzione di una Commissione che avrebbe dovuto ristrutturare il sistema del diritto d'autore nell'era delle reti.

Cortiana è stato anche uno dei più grandi oppositori alla approvazione della direttiva della Unione Europea sulla brevettabilità del software. E' stato colui che ha presentato delle proposte concrete per il superamento del conflitto tra produttori e consumatori proponendo l'attivazione di una tariffa flat, sullo stile della proposta di Gilberto Gil fatta in Brasile, per compensare gli autori e lasciar scaricare qualsiasi opera protetta disponibile in rete.

Insomma, Cortiana è uno dei pochi parlamentari ad essere stimato da un vasto pubblico, anche non schierato politicamente, capace di raccogliere consenso tra milioni di potenziali elettori che operano nel mondo della conoscenza e della tecnologia: informatici, power user, bloggers, wikipedisti, semplici navigatori e fruitori di sistemi P2P. Ed anche molto stimato dalla comunità "open source" e dalle tante aziende che operano in tale settore.

Cortiana è anche il principale ispiratore della sezione di programma elettorale dell'Unione riguardo alle politiche di Innovazione, contenente proposizioni estremamente condivisibili su diritto d'autore, privacy e dintorni. In estrema sintesi: una eccellente risorsa ed un punto di riferimento per una larga fetta del "popolo di internet".

E cosa fa "occhio di lince" Pecoraro? Spreca questo enorme potenziale non candidandolo o, peggio, relegandolo in un posto dove è praticamente impossibile che venga eletto. E' proprio vero che gli dei rendono ciechi coloro che vogliono perdere.

Causando una emorragia di voti per i Verdi: personalmente conosco centinaia di persone che hanno votato, e che avrebbero votato Verdi, solo per stima nei confronti di Cortiana. Una miopia assoluta.

Ah, sembra che Cortiana sia stato sacrificato per assicurare una candidatura sicura ad un tizio di nome Roberto Poletti, che non ha niente a che vedere con i Verdi nè con la loro cultura. Però fa il conduttore di una trasmissione televisiva. Ma si può essere più miopi di così? Ancora una volta, il non-rappresentato pubblico della rete viene ignorato a favore del pubblico televisivo, che ha già centinaia di distratti pseudo-rappresentanti. La scelta politica del fanciullo Pecoraro è inequivocabile: privilegiare la demagogia degli arruffapopoli alla progettualità di persone competenti (vi ricorda niente?).

Invitiamo il Pecoraro Scanio, se è capace di usare la rete (chiedere di farsi aiutare da Cortiana potrebbe essere inopportuno), di effettuare due semplici ricerche con Google. La prima inserendo come parola chiave: "roberto poletti" e segnandosi il numero che compare in alto a destra: 769 occorrenze trovate. La seconda inserendo come parola chiave "fiorello cortiana" e segnandosi ancora il numero in alto a destra: 129.000 occorrenze trovate. Se Pecoraro non capisce ciò che questo significa, è del tutto inutile che cerchi di spiegarglielo.

Ah, ma a parte gli aspetti quantitativi, provi anche a dare uno sguardo ai contenuti associati alle due ricerche. Per Cortiana: futuro della gestione internazionale di Internet, Cortian lancia l'allarme sul rischio monopolio, Innovazione con i produttori di conoscenza, La Rete sconosciuta ed imbavagliata, Cosa c'è da aspettarsi dalle modifiche alla legge Urbani, et similia.

E le tematiche associate a Poletti? Eccole: Antenna 3, Carta straccia: il programma di Roberto Poletti, Aria Pulita su Antenna 3, La Talpa Roberto Poletti, Bagnacavallo: riconoscimento importante per Roberto Poletti, Orario continuato condotto in studio da Roberto Poletti, et similia.

Ed è per questo che io mi onoro di consegnarle il Martello d'Oro...

12 commenti:

Anonimo ha detto...

qualche link di riferimento a questa notizia?

Anonimo ha detto...

Ma l'avete letta la nuova riforma elettorale? Lo sapete che il sistema elettorale è stato riformato in senso proporzionale? Lo sapete che i collegi uninominali non esistono più?
Quello che scrivete non ha praticamente alcun senso: non ci sono più collegi uninominali, ma solo liste bloccate.
Per essere eletti oggi conta piuttosto essere nelle prime posizioni delle liste bloccate. I collegi blindati non esistono più.
Va bene l'appello pro Cortiana; ma come al solito commettete i soliti strafalcioni appena vi avventurate a parlare di leggi. Non ci si può improvvisare "giuristi per caso". Quando scrivete di musica siete apprezzabili; ma su questi altri argomenti proprio no.

Vi riporto i punti chiave del testo della L.270/2005, a monito per futuri errori:

All’articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni [..] al primo comma, le parole: «candidature nei collegi uninominali o» e: «le candidature nei collegi uninominali o» sono soppresse.
[...]
Ogni lista, all’atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato ordine.[..]

Collegi uninominali sono rimasti solo in Trentino ed in Valle d'Aosta: e proprio non è il caso di Cortiana.

Anonimo ha detto...

Ultima cosa: mi domando come si possa definire "infame" una legge che nemmeno si conosce.
Non ha alcun senso dire "che farebbe eleggere anche un manico di scopa, purchè candidato nel posto giusto".

Questo era vero con la precedente legge, col maggioritario, cioè. Qualsiasi manico di scopa, per essere eletto, doveva essere candidato in un collegio blindato.
Oggi, affinché il "manico di scopa" sia eletto, basta la posizione nella lista; ma, nei fatti, non cambia molto. Il candidato è sempre "deciso a tavolino dalla burocrazia di partito": e lo era sia ieri, con la legge elettorale di prima che oggi, con quella attuale.

chartitalia ha detto...

Caro Massimo,
dove che abbiamo parlato di collegi uninominali e tutto il meraviglioso resto che citi?

Abbiamo utilizzato il termine "posto giusto" nel senso di giusta posizione nella lista.

A parte ciò, mai sentito parlare di quell'apologo tra la luna e il dito? Ecco, abbiamo l'impressione che diversi frequentatori di queste pagine siano molto concentrati sul dito piuttosto che guardare la luna indicata.

Non siamo dei giuristi e nè vogliamo diventarlo: ciò che ci interessa è il senso ultimo di una legge; e che questa legge elettorale sia una chiavica ed ACCENTUA il potere delle burocrazie di partito lo ammetti anche tu. Punto.

Cordialità.

Anonimo ha detto...

Dei collegi uninominali che io cito ne avete parlato scrivendo "relegandolo (Cortiana) in un collegio dove è praticamente impossibile che venga eletto."
I collegi (uninominali) in Italia non esistono più. Ora esistono le posizioni nella lista. Questo è tutto.

Critico solo la coerenza del vostro discorso. Maggioritario e proporzionale sono la stessa cosa: con entrambi si possono fare gli stessi "magheggi". Con l'ultimo forse meno: vi farà piacere sapere che le prime elezioni politiche dopo la convocazione dell'assemblea costituente si tennero col proporzionale. È di certo un modo più diretto perché l'elettore possa esprimere la sua preferenza: la coalizione che ha ottenuto più voti vince, a differenza che col proporzionale: guardate cosa è accaduto nel '96, o in USA con Bush vs Al Gore (quest'ultimo con più voti ma con meno grandi elettori).

Dunque, posto che non conoscete la legge e non potete quindi giudicarla "una chiavica", oppure "infame", o anche solo "peggiore" di quella di prima, il vostro discorso non tiene.
Cosa c'entra il proporzionale con le possibilità di vittoria di Cortiana? Niente. Non c'è una connessione logica. Il vostro sillogismo non tiene. Che cosa porta a non votare più i verdi le "centinaia di persone che personalmente conosci"? Il tuo sillogismo dice che è colpa del proporzionale "guasto del berlusconismo" e di Pecoraro.
Io dico che la colpa è esclusivamente di Pecoraro. Che forse c'è qualche differenza a far candidare Cortiana nella posizione 101 della lista, oppure metterlo in un colleggio blindato (per la destra) a Canicattì o a Treviso? Se Pecoraro vuole Cortiana al parlamento, Cortiana ci sarà, tanto col proporzionale che col maggioritario.
I "guasti del berlusconismo" non c'entrano un fico secco.
Se Pecoraro voleva far eleggere Cortiana col maggioritario, lo doveva mettere nel collegio di Livorno. Se lo vuol far eleggere col proporzionale, lo dovrebbe mettere per numero 2, oppure 3, 4, 5, 6 nella lista. La legge elettorale non c'entra. Non lo ha fatto; la colpa è sua.

Eravate voi che dovevate guardare verso la luna. Il ragionamento da fare era semplicemente questo: Pecoraro non vuole Cortiana, Cortiana non sarà eletto
. Il proporzionale è una contingenza ininfluente in questo discorso. Poi possiamo anche dire che "i guasti del berlusconismo" hanno portato cattivo tempo in Italia, o che hanno fatto morire il Papa, o che han fatto piangere il bambino a cui la mamma non ha comprato il giocattolo. Perché è dello stesso tipo la connessione che c'è fra proporzionale e Cortiana.

chartitalia ha detto...

Ri-caro Massimo,
tutta quella filippica per collegio=posto? Ok, abbiamo corretto l'errore di stampa, come ce ne sono diversi quando si scrive di getto.

I guasti del berlusconismo erano intesi sopratutto per la candidatura del Poletti, eroe televisivo. E questa legge, nefasta, elettorale ACCENTUA il potere delle segreterie. Il perchè è evidente anche ad uno accecato dal tifo per il berlusca. Se non lo vedi, è inutile che tenti di spiegartelo.

Il giudizio di nefasta per questa legge è dovuto, prima ancora che alla diatriba maggioritario-proporzionale al fatto che renderà il paese meno governabile rispetto alla precedente e che questo governo, che non rappresenta neanche più se stesso, se l'è fatta addosso...

Dopodichè la tua polemica è pretestuosa. Ti faccio una domanda facile facile: secondo te i parlamentari che votano le leggi, le hanno lette per sapere se devono votare a favore o contro?

Anonimo ha detto...

Guraderò il dito, e non la luna; ma quando si studia una vita e poi si vede gente che vuol fare informazione giuridica, che sbaglia e poi pretende pure di avere ragione, ci si arrabbia un po'.

Se volete correggere un altro errore di stampa, sappiate che non è mai esistita una "direttiva CEE sulla brevettazione del software".
A parte che la direttiva era sulla brevettabilità, non sulla brevettazione (come se si fosse voluto IL software tot court); poi la direttiva era della UE (Unione europea) e non della CEE (comunità economica europea). Evidentemente sono solo altri due "errori di stampa", come dite voi...
Come vedete fra il dire e l'intendere c'è di mezzo il mare. Sbagliando i due oggetti della proposizione, avete creato un non-senso giuridico.

Tutti i parlamentari leggono le leggi? È impossibile, e non ce n'è bisogno. Basta che le legga chi è veramente esperto; cosa cofeermata dalla Costituzione. Oggi in Parlamento si svolge un lavoro minimo di deliberazione. Oggigiorno si govrena con D.lgs, oppure con la commissione in sede deliberante. Son pochissime, rispetto alla prodzione legislativa, le leggi che hal parlamento è richiesto di votare. Forse solo leggi-delega e qualche conversione di DL si votano con riserva d'assemblea; ma questo solo perché è espressamente previsto in costituzione.

Anonimo ha detto...

naturalmente il post sopra era il mio.

chartitalia ha detto...

Caro Massimo,
ti ringrazio della tua precisione di linguaggio ed abbiamo provveduto a correggere le infelici espressioni; dunque CEE=Unione Europea; brevettazione=brevettabilità.

La tua tecnica di attacco a questi articoli è ormai chiara: su 100 parole scritte di getto, in tono piuttosto colloquiale, vai a cercare la singola parola formalmente imprecisa e da qui fai derivare la non sostenibilità di quanto asserito nelle altre 99. E' una tecnica come un'altra. Ti suggerisco un bel librettino di Adorno (mi sembra di ricordare) che elencava una lunga serie di tecniche di cunfutazione di tesi altrui, magari i tuoi interventi diventano più vari...

Scusami ma non riesco ad arrabbiarmi con te. Mi sembri totalmente in buona fede, anche se hai una evidente tesi politica da sostenere.
E qui c'è forse una grossa differenza tra noi. A dispetto delle apparenze, qui non abbiamo alcuna preferenza politica, o meglio, partitica. Non ce ne siamo mai occupati. Però, come dicevano quei tali, la politica si è occupata di noi (vedi legge Urbani e dintorni) e siamo stati quindi costretti ad occuparcene.

E' evidente che non siamo dei professionisti della politica nè dei giuristi, e ci esprimiamo secondo la nostra (scarsa) proprietà di linguaggio. Non so quale lavoro tu faccia ed immagino che tu sia molto preciso nel tuo campo: ti è richiesta. Questo non è un blog di politica nè di giurisprudenza. Vogliamo esprimere il nostro punto di vista su alcune cose che ci toccano quotidianamente. Se i nostri articoli suscitano il tuo interesse ne siamo lieti. Se no, il web è davvero sconfinato (fortunatamente) e sicuramente potrai trovare posti dove gli articolisti sono meno approssimativi rispetto a noi.

Cordialmente.

Anonimo ha detto...

Intervengo per rispondere, su due questioni, a chi ha studiato una vita (e suppongo che l'oggetto - sottinteso - degli studi sia la giurisprudenza; o forse si voleva - non troppo velatamente - alludere al fatto che gli altri sono tutti poveri ignoranti?).

Prima questione.

La nuova legge elettorale ha indubbiamente soppresso i collegi uninominali e non parla di collegi (se non nel caso della Valle d'Aosta e del Trentino Alto Adige).

Giova però ricordare - innanzi tutto a me stesso - che la stessa Costituzione (artt. 56, ult. comma, e 57, comma 1, come modificati con l. cost. n. 1/2001) prescrive che l'elezione di deputati e senatori avvenga per circoscrizioni territoriali.
Di conseguenza, al fine di rispettare il dettato costituzionale, la l. 270/2005 ha modificato l'art. 1 del T.U. della legge elettorale per la Camera nel seguente modo:
"1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attribuito a liste di candidati concorrenti.
2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella tabella A allegata al presente testo unico. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, la ripartizione dei seggi è effettuata in ragione proporzionale, con l’eventuale attribuzione di un premio di maggioranza, a norma degli articoli 77, 83 e 84, e si effettua in sede di Ufficio centrale nazionale".
La stessa l. 270/2005 ha altresì modificato la legge elettorale per il Senato, disponendo che "Il Senato della Repubblica è eletto su base regionale. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, i seggi sono ripartiti tra le regioni a norma dell’articolo 57 della Costituzione sulla base dei risultati dell’ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell’Istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare, su proposta del Ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, contemporaneamente al decreto di convocazione dei comizi".

Come è possibile vedere, pur avendo soppresso i collegi, non sono state soppresse le circoscrizioni territoriali (che, al loro interno, funzionano approssimativamente come i collegi).

Ora, se è vero che res non sunt consequentia nominis, mi pare che nella sostanza - sul tema dei collegi/circoscrizioni - la posizione di Chartitalia non sia poi così lontana dal vero.

E veniamo alla seconda questione.

Scrive il nostro cultore delle scienze giuridiche: "Il ragionamento da fare era semplicemente questo: Pecoraro non vuole Cortiana, Cortiana non sarà eletto. Il proporzionale è una contingenza ininfluente in questo discorso".

Benché degno di monsieur Lapalisse, il primo tratto del discorso non fa una piega: Pecoraro Scanio non vuole Cortiana! Ritengo sommessamente che il seguito del discorso sconti un vizio di scarsa pertinenza logica. Il mio paziente e colto interlocutore, infatti, saprà certamente che non esiste un solo modello elettorale (sia esso maggioritario, sia proporzionale); e saprà anche che tra i vari modelli proporzionali quello prescelto dalla l. 270/2005 non è certo l'unico o il migliore possibile (ammesso e non concesso che ve ne sia uno migliore).

Chi scrive - sia detto per estrema chiarezza - non fa professione di marxismo (ché anzi si professa antimarxista) ed è da sempre diffidente verso i sistemi elettorali maggioritari (i cui effetti distorsivi non starò qui a spiegare). Ma al contempo il sottoscritto diffida delle soluzioni troppo facili.

La cosiddetta "prima Repubblica" è stata - ex multis - caratterizzata dalla costante presenza di una legge elettorale proporzionale. Inutile ricordare che proprio in tale disciplina una larghissima maggioranza di costituzionalisti e politologi (certamente ben più autorevoli di me) individuava la causa dell'instabilità degli esecutivi e, in ultimo, della ingovernabilità del Paese. Ed in effetti, cambiata la legge (nell'estate del 1993, se non ricordo male) la situazione è andata migliorando: non più governi "balneari", ma di lunga durata.

Oggi, però, dire che si ritorna al proporzionale è un errore gravissimo: la l. 270/2005 non ha affatto ripristinato la previgente disciplina elettorale, ma ne ha introdotta una completamente nuova. E la novità di maggior peso - almeno nella mia ottica - è costituita dalla eliminazione della cosiddetta "preferenza". Tutti ricordiamo - chi per memoria di un'esperienza diretta, chi per aver lungamente studiato la problematica - che fino al 1992 si poteva non solo esprimere semplicemente un voto di lista, ma anche corredare il detto voto (la croce sul simbolo) con l'indicazione esplicita del candidato di lista che avremmo gradito fosse risultato eletto.

Ecco: questa possibilità, nella nuova legge, non esiste più. Gli elettori voteranno per la lista - che so - del Pinzimonio, ma non potranno esprimere la propria preferenza per il candidato n. 25 della medesima lista. In tal modo il candidato n. 25 della lista non sarà mai eletto, se non allorché il partito abbia raggranellato tanti voti da consentire l'elezione dei 24 candidati che lo sopravanzavano nella lista elettorale. E questo sarà più facile nelle circoscrizioni elettorali (o, come imropriamente le ha definite Chartitalia, nei collegi) in cui il partito raccoglie maggior consenso elettorale, prescindendo totalmente dal gradimento che il candidato n. 25 del nostro esempio può personalmente suscitare tra gli elettori.

Tutto ciò per cercare - spero persuasivamente - di illustrare per quale motivo non ritengo vero che non vi sia differenza (ai fini dell'elezione del candidato n. 25 della lista... che potrebbe essere Cortiana o chiunque altro) tra maggioritario o proporzionale e, a fortiori, tra il nuovo ed il vecchio sistema proporzionale.

Un'ultima osservazione, se è lecito, la vorrei spendere per evidenziare che se, generalmente, un sistema elettorale proporzionale è più democratico di uno maggioritario, un sistema maggioritario garantisce maggioranze più stabili. La l. 270/2005 cerca la quadratura del cerchio - democraticità e stabilità - in modo piuttosto originale: vulnerando la democraticità del sistema proporzionale per almeno due ragioni.

In primo luogo, il risultato del voto - in termini di seggi assegnati - non rappresenta fedelmente il paese: da un lato il partito che ottiene la maggioranza relativa di voti si aggiudica la maggioranza assoluta dei seggi; dall'altro, la presenza di soglie di sbarramento (differenziate, a seconda della presenza o del difetto di vincoli di coalizione con altre formazioni politiche) determina l'estromissione dei partiti che non superano certe percentuali di gradimento.

In secondo luogo, l'impossibilità di esprimere una preferenza a favore di questo o di quel candidato di lista limita il diritto di voto dei cittadini, che non solo non possono eleggere chi ritengono più idoneo, ma non possono neppure far valere la responsabilità politica di chi - già eletto in passato - li abbia delusi. Per ripetere le parole di Chartitialia, messo a capo della lista un manico di scopa, se la lista raccoglie un sufficiente numero di voti verrà eletto il manico di scopa.

E, per concludere, vorrei sollevare un piccolo dubbio più che di illegittimità, si inopportunità costituzionale della nuova legge, che - a mio modestissimo avviso - si pone in conflitto con la logica del divieto di mandato imperativo (art. 67 Cost.). Non è chi non veda, infatti, che il sistema varato con la l. 270/2005 attribuisce alle segreterie di partito un potere immenso sulle candidature (con conseguente svuotamente del peso specifico del voto degli elettori). Potere che limiterà (ancor più di oggi) la libertà dei singoli eletti, la cui dote principale dovrà essere la sudditanza ai diktat dei vertici del partito. finanche la pratica dei franchi tiratori diverrà pericolosa, giacché basterà il sospetto di aver votato contro le direttive del partito per portare all'estromissione di un deputato o di un senatore dalle liste elettorali. E questo prescindendo totalmente dal consenso popolare che - in ipotesi - la condotta del tale parlamentare avrebbe potuto convogliare sul proprio partito.

Mi fermo qui, anche se potrei andare avanti a lungo.

Spero di aver meritato la promozione. :-)

Anonimo ha detto...

Non capisco perchè debba essere sempre colpa del berlusconismo. Se esiste una legge elettorale, comunque essa sia, quella si applica. E poi, è proprio questa legge elettorale che permette ad un partito di far eleggere Chi vuole (purtroppo, io sarei per il maggioritario secco all'inglese ...). Quindi, la miopia (o la stupidità) non risiede nella legge, ma in chi ha altri interessi...
E piantatela di essere sempre "contro" senza sapere di cosa parlate. Bye.

chartitalia ha detto...

Caro anonymous che non capisci perchè debba essere sempre colpa del berlusconismo, ti rileverò un segreto: questa legge elettorale è stata voluta proprio da "colui che non si può nominare. Eh già, quella esiste e quella applicheremo: solo che se è così di merda, di chi è la colpa, di chi non l'ha volta o di chi l'ha voluta? Ci sorprende tale commento da uno che, a differenza di noi, sa quello di cui si sta parlando.

Ah, però prima di commentare un articolo, ti consiglio anche di leggere. Se l'avessi fatto, ti saresti accorto che noi ce l'avevamo esattamente con il pecoraro, prima ancora della legge. Questa ha solo messo in mano ad occhio-di-lince pecoraro lo strumento per far fuori Cortiana. E dov'è che hai letto che noi accusiamo la legge di essere miope? L'accusa di miopia era proprio per il responsabile dei Verdi?

Mi sa che sei un po' confuso o che hai qualche problema di messa a fuoco. Fa niente: argomentare con un minimo di coerenza non è obbligatorio per legge.

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