03 maggio 2006

Il club degli avidi/ Bono degli U2

Lui si chiamerebbe Paul Hewson ma tutti lo conoscono come Bono, leader "carismatico" degli U2, il gruppo più sopravvalutato dell'intera storia del rock. Dove sicuramente eccelle è nel marketing di se stesso che l'ha portato ad interloquire con gli uomini più potenti contemporanei: Bill Clinton, Papa Wojtyla, Kofi Annan.

Tutto ciò, prima ancora che per meriti musicali, per il suo impegno sociale che l'ha portato a sostenere programmi quali Jubilee 2000, avente come scopo l'azzeramento del debito dei Paesi del Terzo Mondo. Ma tutta la carriera del nostro eroe è costellata di ammiccamenti all'impegno civile: dalla celeberrima "Sunday Bloody Sunday", nata dalla rabbia per i fatti di sangue irlandesi del 1983, alla "Pride" dedicata a Martin Luther King, alle iniziative per i concerti benefici contro l'apartheid e la povertà nel terzo mondo.

Il personaggio Bono non ci ha mai entusiasmato e convinto sino in fondo ma riteniamo che all'epoca i suoi convincimenti potessero essere sinanche sinceri. Comunque, a partire dagli anni '90 sospettiamo che il fanciullo si sia trasformato in un bieco business man abilissimo a sfruttare la sua immagine di rock-star impegnata. Impegnata in che? Intanto a moltiplicare il suo conto in banca, con lunghissimi mega-tour mondiali all'insegna del puro kitsch (ZooTv-Zooropa e PopMart). Nel frattempo è diventato un professionista della solidarietà e lo vediamo continuamente alle prese con nobili imprese: l'ultima al concerto del Live8 per aiutare i paesi poveri.

Come abbiamo ricordato più volte, i paesi poveri sono poveri sopratutto a causa delle politiche di organismi sovranazionali quali Banca Mondiale, WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), e simili. Chi comanda in tali organismi? Una lobby potentissima legata ad interessi di grandi aziende private. Il meccanismo perverso è che tale lobby non è eletta da nessuno, non rappresenta nessuno se non gli interessi delle grandi aziende multinazionali. Ora succede che, una volta approvato qualcosa all'interno di tali organismi, le decisioni prese devono essere applicate obbligatoriamente da tutti i paesi che vi aderiscono.

Un esempio per tutti è rappresentato dalle decisioni che disciplinano le proprietà intelletuali. All'interno dell'ONU vi è un'organismo chiamato WIPO che sta per World Intellectual Property Organization. Tale organismo detta le regole cui tutte le legislazioni nazionali devono adeguarsi su materie quali: diritto d'autore, brevetti, marchi ed altre cosette, immateriali sì, ma da cui dipende ormai la ricchezza e la possibilità di sviluppo di qualsiasi nazione.

Vi è un gruppo di paesi in via di sviluppo (quelli che vuole aiutare il nostro eroe Bono) che ha messo a punto la "Dichiarazione di Ginevra sul Futuro della Proprietà Intellettuale" per chiedere una revisione dei trattati internazionali che disciplinano le proprietà intellettuali, primo tra tutti l'infame trattato TRIPs, imposto dalle lobby del WTO. Citiamo solo un paio di passaggi da tale documento:

- Le misure tecnologiche dirette ad imporre l'applicazione i diritti di proprietà intellettuale negli ambienti digitali minacciano le eccezioni di base alle leggi sul copyright per le persone
disabili, le biblioteche, gli educatori, gli autori e i consumatori, e minano alla base la privacy e la libertà;

- I meccanismi di base per ricompensare e sostenere gli individui e le comunità creative sono ingiusti sia nei confronti delle persone creative che dei consumatori;

- Interessi privati accapparrano beni sociali e pubblici e incatenano il pubblico dominio.

In altri termini, una rappresentanza dei paesi in via di sviluppo sta chiedendo ai detentori dei diritti sulla proprietà intellettuale, sulla conoscenza e sulla cultura, di allentare la morsa sulla protezione spasmodica di brevetti e copyright perchè costituiscono uno dei princiapali freni al loro sviluppo. E lo stanno chiedendo a industrie farmaceutiche, editori e aziende che producono tecnologia e software. Sì, certo, lo stanno chiedendo alle grandi industrie multinazionali ma anche a figure "carismatiche" quali Bono.

Ma l'altro giorno abbiamo avuto la prova della perfetta malafede (o idiozia, a scelta) del personaggio Bono. Insieme ad altri musicisti britannici, figura tra i firmatari di una petizione per l'estensione della durata del copyright per assicurare a sè stesso (ed alle case di produzione) maggiori introiti e diritti.

Le case discografiche, cinematografiche e di software sono le principali affossatrici di qualsiasi tentativo di allentare la morsa sulle proprietà intellettuali: brevetti o copyright che siano. E per difendere i loro meschini interessi, incatenano ed ostacolano qualsiasi tipo di condivisione libera di proprietà intellettuali: scoperte, invenzioni, libri, film, canzonette o P2P che siano. E la petizione firmata dal Bono è un esempio della tecnica che usano: per difendere gli ancora ricchi proventi derivanti dallo sfruttamento di opere di 50 anni fa, vogliono estendere la durata dei diritti portandola a circa un secolo. Incuranti che tale estensione si applicherà a qualsiasi opera dell'ingegno, anche a quelle che potrebbero essere utilizzate per abbattere le barriere di conoscenza e tecnologiche tra ricchi e poveri.

Bravo Bono, tu sì che hai capito tutto.

Il club degli avidi/ Bono Compilation
  1. Jovanotti: CANCELLA IL DEBITO
  2. Angela Luce: IPOCRISIA
  3. Anonimo del '400: SIMMO LI POVERE POVERE
  4. Barrett Strong: MONEY (THAT'S WHAT I WANT)
  5. RICCHI E POVERI: Povera bimba
  6. Nada: RE DI DENARI
  7. Liza Minnelli: MONEY MONEY
  8. Hollywood Beyond: WHAT IS THE COLOUR OF MONEY

Articolo precedente della serie: Il club degli avidi: Laura Pausini

36 commenti:

Anonimo ha detto...

oh!!!!!ma come vi permettete di insultare così una persona che si da tanto da fare per gli altri...come vi permettete di dire che è falso dopo tutti questi anni?
fatevi un esame di coscienza e poi fatemi sapere!

Anonimo ha detto...

Inanzitutto, mi piacerebbe che ogni tua dichiarazione venga motivata in maniera più profonda e veritiera, sminuire i lavori di una persona mi sembra una faccenda poco democratica, oltretutto infangando senza nemmeno citare molti buoni propositi e risultati ottentuti dalle campagne promosse dal personaggio in questione;
in più, tralasciando ciò che riguarda politica, marketing e povertà, vogliamo citare i tuoi passaggi in merito a fantomatici kitch tours e sopravvalutazione della più grande rock band del mondo?
Allora: prima di dire che i tour delgi U2 da te citati sono kitch, studia e informati, non puoi giudicare chi, a quanto pare, dimostri di non conoscere affatto, quei tour avevano uno scopo ben preciso, operazioni mediatiche fantasmagoriche....ci sono stati ragazzi che hanno esposto la tesi di laurea in merito a quei tour, e sicuramente non erano dei pazzi e tantomeno lo erano i loro relatori,quindi qui chi è mal informato sei solo tu.
Oltretutto per quel che concerne la band "sopravvalutata" (mi vergogno solo a scriverlo), bè allora i milioni di fans appassionati che li amano e li seguono ovunque, le migliaia di radio che li trasmettono elogiandoli, i professionisti che li stimano, sono tutti impazziti???Sono tutti scemi?? O forse sei tu che stai sbagliando qualcosa?

Spero che tu sia una persona democratica anche se in questa lettera non lo hai dimostrato, e spero che tu abbia il buon senso civile di pubblicare anche le lettere che criticano apertamente la tua blasfemia, facile pubblicare solo ciò che ci fa pubblicità positiva...e poi critichi Bono in merito alla sua ipocrisia?

p.s. Non è certo "sfruttando" il Terzo Mondo che Bono si è arricchito

Anonimo ha detto...

ragazzo mio..ne hai di problemi..di solito prima di criticare qualcuno ci si informa, si studiano i vari aspetti che caratterizzano una persona. tu parli per partito preso senza avere nemmeno un briciolo di informazione. i tour degli u2 non sono kitch..sono storia della musica:leggi recensioni, libri di stimati profesionisti e allora ti rendereai conto delle enormi cavolate che hai scritto.
ah mi raccomando posta tutti i commenti...visto che critichi tanto le persone che giudichi "ipocrite" cerca di essere democratico.

Anonimo ha detto...

Pev una volta vovvei...ops-....vorrei concordare con chartitalia...gli U2 (come i beatles) sono sopravvalutati...a stare larghi hanno pubblicato soltanto un paio di album che meritino di essere ricordati: Boy e War + il live Under A Blood Red Sky. Dopodichè è stato buon POP. Ai santoni stile Bono non ho mai creduto, ma meglio lui che il Papa; le finanze Vaticane potrebbero sfamare migliaia di disperati...invece...Ambrosiano docet.

Anonimo ha detto...

L'unico vero Maestro mondiale della musica è l'immenso Claudio Baglioni !!!!! :-)
Però pure lui (sob) era caduto nelle grinfie di chartitalia che lo aveva clamorosamente criticato qualche tempo fa... Che spudoratezza, Claudio NON si può mai discutere !!!!!

Anonimo ha detto...

tutte quello che hai scritto rappresentano solo falsità...
questo è l'unico termine che si addice al tuo pensiero

Anonimo ha detto...

Mi par chiaro che chi abbia scritto questo post si si informato su tutto tranne che su Bono stesso. Nel 1992 rischiò moltissimo, sbarcando sulla spiaggia contaminata di Sellafield, in Inghilterra presso una centrale nucleare, riuscendo ad ottenere l'annullamento di un nuovo progetto nucleare. La campagna Drop the debt ha già ottenuto l'annullamento di un terzo del debito dei paesi poveri. A Bono è stata conferita la laure honoris causa in Economia all'Università di Harvard ed è stato fra i principali candidati alla successione alla presidenza della Banca Mondiale nei mesi scorsi.
E' stato anche inserito tra gli uomini del 2005 nella copertina del Times. Tutte cose che, considerando anche i classici pregiudizi (che tu stai ben rappresentando) sugli artisti, non avvengono per caso.

chartitalia ha detto...

uhmm... trovo piuttosto curioso che i fan (che mi sembra un vezzeggiativo di "fanatic") accusino chi non idolatra il proprio idolo di faziosità...

ok, ho posto un problema: perchè Bono si sta battendo per aumentare i già spropositati privilegi riservati ai detentori delle proprietà intellettuali, in modo opposto alle battaglie che stanno facendo i paesi in via di sviluppo che invece chiedono una riduzione di tali privilegi?

Anonimo ha detto...

dunque..a chi dice che gli u2 hanno fatto solo 2 buoni album direi di ascoltarsi boy, war, the joshua tree, achtung baby, pop, the unforgettable fire e how to dismantle an atomic bomb tanto per cominciare..e chiedersi come mai abbiano venduto milioni di copie e vinto un sacco di grammy quest'anno e non solo..
seconda cosa sarebbe bene informarsi su quello che bono ha fatto e sta facendo in questi anni per i paesi in via di sviluppo. in fin dei conti poteva fare come molti altri: ha i suoi soldi, poteva farsi i fatti suoi. e invece si dedica a questa causa che molti tralasciano..informati su tutto ciò che ha fatto prima di parlare.

Anonimo ha detto...

per l'ultimo dei tanti anonimi che stanno infastando questo post:

1. l'articolista ha espresso un suo parere sul personaggio, argomentando perchè non gli piace: ha peccato di lesa maestà solo per questo? e chi è Bono che non può essere criticato?

2. mi sembra che l'articolo non sottaccia l'impegno sociale di Bono; quello che viene messa in dubbio è la sua coerenza tra le sue azioni: da un lato si batte per i paesi poveri; dall'altro contribuisce a rafforzare il sistema che fa sì che i paesi poveri siano sempre più poveri

3. Bono è certamente tra i firmatari della petizione, insieme a cariatidi come Tom Jones o Cliff Richard, con cui si chiede al governo britanicco di estendere ancora di più i privilegi per i già straricchi artisti

perchè nessuno dei tanti fanatici sostenitori di Bono interviene su questa questione? se credete che non sia vero basta che vi informiate seguendo il link indicato nell'articolo stesso: su internet ci sono comunque tutte le informazioni che volete

Anonimo ha detto...

e chiamalo scemo!
lo farei pure io anche 200 volte!!
certo alla prima queste cose che hai scritto mi fanno incazzare come una iena,ma d'altra parte,che vuoi farci...menomale che abbiamo gusti diversi..
e quindi io rispetto la tua opinione
"quotando"la cosa che hai scritto più sotto:
uhmm... trovo piuttosto curioso che i fan (che mi sembra un vezzeggiativo di "fanatic") accusino chi non idolatra il proprio idolo di faziosità...
è normale...

Anonimo ha detto...

Non discuto sui commenti riguardo il Bono-rockstar e la band: malgrado non condivida, arrivo a rispettare il tuo parere, com'è giusto che debba essere.
Ma sei proprio sicuro dei meccanismi di formazione e funzionamento di World Bank e WTO? sei sicuro che si svolga tutto come hai detto (e non spiegato)?
Se ti va se ne potrebbe riparlare dopo un'attenta e puntuale lettura di qualche testo di economia che descrive in modo preciso, analitico e dettagliato tutta la storia di questi organismi, i rounds (sai cosa sono?), le decisioni prese, i vari protocolli d'intesa stipulati, le modalità di decisione e di discussione ecc.. ecc.. ecc..
Che dici, ti potrebbe interessare la cosa? o preferisci rimanere della tua opinione, pur tacendo(e spero non ignarando) tutte queste cose del tutto oggettive?
Spero che questo mio pacatissimo commento sia pubblicato, perchè il confronto, quando educato e volto all'ampliamento della conoscenza personale e collettiva, può far solo bene.

chartitalia ha detto...

Cara Stefania,
intanto grazie per il tuo intervento: finalmente una "bonista" non accecata dall'amore per il suo idolo.

Nessun problema per la "puntuale lettura" di qualche buon testo di economia. Ho paura però che dovresti essere un po' più precisa: ti stai riferendo a testi specialistici di come funzionano gli organismi sovranazionali?

Se non ho capito male il tuo sillogismo mi sembra di capire che stai dicendo che, prima di poter esprimere un giudizio generale sui meccanismi di potere che si stanno dispiegando in quest'epoca di globalizzazione occorre essere iscritto ad economia e commercio, indirizzo di macro economia, specializzazione commercio internazionale?

Tesi interessante: probabilmente pensi anche per poter dire: ho mal di denti occorre essere laureati in Medicina, con specializzazione in Odontoiatria.

In ogni caso non c'è nessun problema: aspetto la tua bibliografia sui testi da te indicati, con particolare riferimento al meccanismo di funzionamento del WIPO. Visto che tu conosci a memoria tale funzionamento, ci potresti fare una sintesi su:
- chi nomina i componenti di tale organismo;
- quale livello di rappresentatività hanno tali organismi;
- quali sono i vincoli per gli stati che aderiscono a tale organizzazione.

E visto che ci siamo, perchè non ci racconti del DMCA? E sopratutto di come Clinton riuscì a superare la resistenza del Congresso solo facendolo prima approvare dal WIPO, cosa molto più facile da fare rispetto a farlo approvare ai parlamentari nazionali.

Nell'attesa della tua bibliografia, cotraccambio il suggerimento per una buona lettura invitando a leggere la Dichiarazione di Ginevra sul Futuro dell'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, che era l'organismo su cui ponevo il focus nell'articolo. Si tratta di pochissime pagine, scritte in modo molto semplice, che tutti possono comprendere: per te, abituata a divorare tomi e tomi macro-economici, sarà come bere un bicchier d'acqua. Ah, l'articolo riportava il link a tale dichiarazione; se te lo fossi persa te lo reindico in chiaro:
http://www.cptech.org/ip/wipo/genevadeclaration-italian.html

Attendo con vivo interesse il tuo parere su tale dichiarazione.

Dopodichè so benissimo che c'è una certa distanza tra l'aumento dei priviligi per i ricchi artisti sottoscritto da Bono (in particolare, ampliamento dei diritti connessi al diritto d'autore) e questioni quali brevetti industriali. Ma il tema che pone la Dichiarazione di Ginevra è relativo all'intera questione della Proprietà Intellettuale, e di coloro che la stanno blindando a favore di pochi (ti cito solo questo punto della dichiarazione: "I meccanismi di base per ricompensare e sostenere gli individui e le comunità creative sono ingiusti sia nei confronti delle persone creative che dei consumatori".

L'accusa che rivolgo a Bono è quella di aver "nobilitato" con la sua firma della petizione la causa meschina dei discografici che stanno cercando di estendere biecamente i loro già ricchi privilegi. In misura esattamente contraria ai principi della Dichiarazione di Ginevra. Una mente acuta come Bono dovrebbe aver colto una tale enorme contraddizione? O no?

Cordialità.

Anonimo ha detto...

Ti cito testualmente: "Ho paura però che dovresti essere un po' più precisa: ti stai riferendo a testi specialistici di come funzionano gli organismi sovranazionali?

Se non ho capito male il tuo sillogismo mi sembra di capire che stai dicendo che, prima di poter esprimere un giudizio generale sui meccanismi di potere che si stanno dispiegando in quest'epoca di globalizzazione occorre essere iscritto ad economia e commercio, indirizzo di macro economia, specializzazione commercio internazionale?"

Incredibile ma vero: non studio economia!!! Non penso affatto che i "profani" debbano tenersi la propria idea, solo perchè hanno avuto la "sventura" di non essersi iscritti ad una facoltà economica. Per cui, tue supposizioni (errate) a parte, mi piace parlare tra persone che vivono su questa terra e che hanno avuto la fortuna di nascere dalla parte ricca del mondo.

Ho letto il documento che mi hai suggerito e le tue considerazioni, vorrei poter risponderti con calma, perchè il w.e. chiama e io rispondo.
Ho voluto lasciare questo commento solo per dirti che mi piacerebbe volentieri dare il mio punto di vista (che ovviamente non è Vangelo) in merito alle questioni poste, ma stasera, sorry!, non posso proprio.
A presto

Anonimo ha detto...

come sempre quando leggo certe affermazioni non mi applico più di tanto e la domanda che mi pongo è, ma come mai certa gente rosica così tanto? e poi mi ricordo di mio nonno che mi diceva:" meglio fare invidia che pietà" ... cmq le tue e le mie energie dovrebbero e potrebbero essere impegnate per combattere e criticare i personaggi che ci danneggiano realmente, e la lista è davvero lunga. un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Posto un sunto riguardo il WTO, con l'unica premessa che quello che scrivo è una semplificazione necessariamente limitata ma del tutto neutrale: non do il mio parere, perchè ognuno, con le proprie convinzioni, la propria formazione e la propria fede politica, ne possa trarre le proprie considerazioni.

Per quanto piccolo, il WTO è un'organizzazione complessa, composta da oltre 140 membri, per la quasi totalità Stati sovrani, con la partecipazione anche di territori doganali indipendenti (es: Taiwan e Honk Kong). E' basato sulla regola del consenso e ciò rende difficile e lunga la presa delle decisioni, eppure i Paesi fanno la fila per entrarvi, poiché farne parte rappresenta per gli investitori esteri avere un'economia in buona salute o quanto meno economia in grande ascesa.
L'accessione più importante degli ultimi anni è stata sicuramente quella della Cina, ma molti sono i Paesi che ne stanno facendo richiesta (es: ex repubbliche sovietiche, Arabia Saudita..).

X immaginare il funzionamento del WTO, si può paragonarlo ad una matrioska, ogni “bambola” è un'accordo, sottolineando però che ogni accordo ha la stessa importanza, dunque ogni “bambola” ha la stessa grandezza!
1°bambola: Accordo Gatt 1994 (regola gli scambi internazionali)
2°bambola: Accordo Gats (regola il commercio internazionale di servizi)
3°bambola: Accordo Trips (regola vari aspetti della protezione dei diritti di proprietà intellettuale)
4°bambola: Accordo Tprm (prevede che le politiche commerciali dei simgoli membri siano regolarmente esaminate e discusse dagli altri membri).
5°bambola: Accordo x la risoluzione delle dispute commerciali che possono insorgere tra i membri(è una sorta di tribunale).

I membri del WTO devono applicare tutti gli accordi, nonché la riduzione dei dazi e delle barriere alla prestazione di servizi.

La partecipazione è sempre aperta a tutti i membri, e occorre sottolineare che fino ad oggi non si è mai ricorsi al voto (nel caso, ciascun membro ha diritto ad un singolo voto, indipendentemente quindi dal “peso” economico di ciascun Paese); essendo un'organizzazione basata sul consenso, si è preferito sempre dilatare i negoziati.
Importante ricordare che il consenso non è la formale approvazione da parte di tutti i membri, quanto piuttosto la non-opposizione alla decisione stessa.
Il consenso si forma attraverso attraverso frequenti negoziati, e la riunione vera e propria diventa nei fatti l'occasione per ratificare formalmente una decisione.
Le riunioni di tipo “informale” sono dettate dal fatto che non tutte le questioni sono di interesse per tutti i membri; questi ultimi dunque tendono in questi casi ad assistere passivamente, per semplice coerenza del sistema. Il consenso, dunque, si forma attraverso riunioni formali ed informali.

Le posizioni dei singoli paesi sono elaborate nelle singole capitali da parte dei ministeri competenti ed espresse a Ginevra (sede del WTO) dal corpo diplomatico.
Questa regola si apllica con modalità particolari a UE e USA, per via dell'unitarietà della rappresentanza internazionale: entrambe agiscono come un'unica entità.
Per l'UE le posizioni da assumere in seno al WTO vengono decise collegialmente a Bruxelles in sede di Commissione; per gli USA, invece, la Costituzione affida il compito al Congresso, il quale può delegare tale potere all'esecutivo, cioè al Presidente.

Per quanto riguarda la questione da te posta in materia di proprietà intellettuale, a me risulta che siano punti sui quali si sta ancora discutendo (infatti sono espressamente previsti nell'agenda di Doha) e mi risulta, inoltre, che l'attuale round non sia stato ancora concluso.

In linee generali tale questione va inquadrata nei principi generali dell'accordo Trips, il quale stabilisce l'obbligo per i membri del WTO di formare una disciplina che protegga la proprietà intellettuale. A tal fine prevede dei standard minimi di protezione di una serie di diritti specifici e l'obbligo di assicurarne un'adeguata tutela giudiziaria.
Gli standard minimi si riferiscono alla disciplina su: diritti d'autore, brevetti, marchi, indicazioni geografiche, design industriale.
Senza entrare nel dettagli delle singole disposizioni, mi preme far notare che l'accordo prende in esame alcune situazioni specifiche, per esempio:
in materia di brevetti si lascia agli stati la libertà di escludere dalla protezione molte invenzioni che possono essere necessarie per proteggere la vita umana e , in caso di situazioni di emergenza, consente l'uso di un'invenzione pur senza il consenso del detentore del brevetto!!!

A mio parere, quindi (e finalmente arrivo alla conclusione) la volontà dei molti artisti di veder protetti i proprio diritti d'autore su beni (musica.. arte in genere..) che purtroppo non entrano nella vita di chi in Africa muore di fame, di sete o per una stupidissima infezione, secondo me non lede per nulla il diritto all'accesso a brevetti utili alla salute pubblica.

Bono chiede dal 1985 l'annullamento del debito dei paesi che ne hanno fatto richiesta, chiede il rispetto degli accordi, chiede che anche le ONG abbiano diritto di parola e di voto nel WTO (cosa che oggi non accade, poiché, lo ricordo ne fanno parte solo Stati sovrani e territori doganali, quindi non ne fanno parte organizzazioni non governative e/o multinazionali), chiede ancora l'accesso alle cure mediche a prezzo onesto per questi popoli dilaniati dall'AIDS, ma anche semplicemente dalla dissenteria.
Mi pare inutile rimarcare che, con tutte le buone intenzioni e malgrado ne studi tanto e ne capisca pure, Bono Vox non è un'economista, dunque è logico che alle sue spalle ci siano fior fiore di esperti economisti, politologi, antropologi, sociologi che indirizzano e promuovo iniziative e campagne per aiutare a far crescere l'Africa, non semplicemente a nutrirla per carità cristiana.

D'altronde, e come biasimarlo?, Bono chiede comunque di continuare a fare il suo mestiere, anche proteggendo le proprie opere, per il benessere suo e dei suoi eredi.

Finisco con un esempio terra-terra: 4 anni fa ho lavorato in un bar; a fine giornata il titolare portava le vivande invendute ad una mensa per i senzatetto. Se lui avesse passato la giornata solo a far panini per questi sfortunati senza occuparsi più del bar, bè, non avrebbe più potuto guadagnare e, quindi, non avrebbe più potuto far beneficenza.

Ripeto che non ho inserito il mio punto di vista, dico solo che così come funziona oggi manca di temi importanti: la salvaguardia di diritti del lavoro che in certe zone del mondo non esistono neppure in forma minima; manca la considerazione che la ricetta neoliberista non può, a mio modesto avviso, essere applicata tout court a tutti i Paesi; manca anche la possibilità per la società civile di prendere parte alle decisioni, essendo appunto escluse dal WTO le ONG.

Spero di aver espresso questa semplificazione in termini per “profani”, visto che anche io lo sono.
Non aggiungerò un'altra riga perchè siamo tutti grandi e formati abbastanza per decidere come pensarla, visto che per sorte abbiamo avuto la fortuna di nascere nella parte “giusta” del mondo (giusta nel senso che abbiamo da mangiare, possiamo studiare.. e il fatto che siamo qui a parlarne dimostra che le nostre condizioni non sono di indigenza).

Saluti e buona riflessione a tutti coloro che avranno avuto la pazienza e l'interesse di leggere fin qui.

Anonimo ha detto...

Carissimo "critico musicale" , già altri hanno sottolineato che il gusto in campi artistici sono puramente oggettivi, quindi non sono certo io che ti devo convincere che gli U2 o BONO siano dei grandissimi sopravvalutati o meno, è chiaro che non è giusto.
Parliamo invece di quello che tu dici riguardo alle altre critiche...è pure vero che viviamo in un periodo storico molto povero di grandi personalità, di grandi uomini che hanno fatto o che possono riscrivere la storia, siamo di fronte a burocrati freddi, guerrafondai ecc.ecc....ma da qui a scagliarsi "molto criticamente nonchè gratuitamente" verso un personaggio che di male sinceramente non fà niente, anzi, che "cerca" di essere sempre un tramite tra la povera gente e chi ci governa (bene o male lascio a te giudicare) mi sembra molto propagandistico e semplicistico. Non sò se tu hai in mente come vanno precisamente tutte le dinamiche di "potere", sicuramente io non le conosco...come posso fare a saperlo d'altronde e trovo molto improbabile la stessa cosa anche per te (poi magari mi spieghi come fai a conoscerle eventualmente). Detto questo non mi trovo assolutamente d'accordo con te, non perchè io sono un fan degli U2 e tu no, ma proprio perchè ormai ci si trova quotidianamente di fronte a persone che sono pronte a glorificare chiunque per poi annientarle il giorno dopo, in nome di che cosa poi? Ti faccio una domanda, se davvero Bono è così "avido" e così "contraddittorio" fammi il nome di qualcuno che invece stà lavorando davvero per cambiare le cose. Tu pensi che ci sia? Tu pensi che davvero tutto quello che fà questo "irlandese" sia solo di facciata? Forse ne ho fatte troppe di domande... Bono (secondo me eh) è quel qualcuno che ha dedicato parte della sua carriera per poter cercare di smuovere le coscenze, e ti ricordo, visto che forse non lo sai, che proprio per questo suo impegno il signor Paul più volte ha rischiato di mandare in frantumi la "macchina crea soldi" chiamata U2(come alla fine la definisci tu), forse perchè gli altri 3 sono ancora + avidi di lui? E' troppo realistico quello che dico, sono di parte, dimmi tu adesso.
Guarda, sono contento di essere tra i MILIONI di fans "stupidi" che continuano a regalargli soldi in cambio di emozioni...uno del club degli avidi

Anonimo ha detto...

Intervenire ora, a giorni di distanza dall'inizio della discussione, è abbastanza facile e potrei approfittarne per tacere... potrei, ma non voglio sottrarmi al gioco (peraltro simpatico) della iscrizione nelle schiere dei sostenitori o in quelle dei detrattori degli U2. Vorrei, poi, dir qualcosa di attinente con il tema introdotto da Chartitalia (che non riguarda la musica degli U2, anche se molti non sembra che l'abbiano afferrato).

Allora... fino a The Joshua Tree ero convinto che gli U2 fossero una grande band. Forse i più grandi rockers esistenti in quel momento (e probabilmente, per un breve periodo, sono stati davvero una micidiale live band). Poi, le mie convinzioni hanno cominciato a mutare. L'acquisto e l'ascolto (attento) di Achtung baby, unito agli osanna della critica e del pubblico – soprattutto in relazione a One – mi hanno fatto cambiare idea (e non perché Achtung bay non mi piaccia, anzi): gli U2 sono una grande band, Bono è un grande interprete con una gran voce, The Edge è un chitarrista attento alle sonorità... ma, nel complesso, la musica che ne esce fuori è piuttosto scontata. Ciò non significa che le canzoni non siano piacevoli (oddio... non sempre), ma troppo spesso si tratta di cantilene di poco spessore musicale, basate su un buon groove e su qualche sonorità ad effetto (una su tutti: Zoo station). Tanto per tornare a One: un brano armonicamente costruito, sostanzialmente, sul giro di do (e, fin qui, non ci sarebbe nulla di male, visto che alcune tra le migliori canzoni pop sono nate sul giro di do: da “Sarà perché ti amo” a “Felicità”, passando per “Laudato sii”). :-) Il limite di One – che me la rende una canzone piacevole, ma non particolarmente emozionante – è tecnico: il brano risulta piatto, ripetitivo, noioso, scontato nel (non riuscito) crescendo. Insomma, l'esatto contratio, a mio avviso, di With or without you... anche qui quattro banalissimi accordi, ma grandi atmosfere di rarefazione iniziale, un'esplosione centrale ed un ritorno alla serenità nel finale (anche qui la registrazione è ignobile... spero che sia una scelta lo-fi).

Il problema degli U2, a mio modestissimo avviso, è tecnico e non artistico: i quattro non vanno oltre il semplice strimpellamento di basso, chitarra e batteria. Il che poteva andar benissimo nel 1980, all'indomani della furia iconoclasta del punk... non va più bene oggi. A ciò si aggiunga una punta di velleitarismo nel voler ad ogni costo suonare loro (senza saperlo compiutamente fare). Un chiarimento a questo punto è d'obbligo: non sono un “malato” della tecnica funambolica ad ogni costo – per carità – ma è innegabile che se uno dallo strumento non tira fuori più di tre note, non si può avventurare a farne quattro. E, a pensarci, le combinazioni possibili con tre note sono davvero poche. Per questo, forse, gli U2 – invece di rinnovare il repertorio rimanendo riconoscibili nelle sonorità – preferiscono ripetere fino alla noia le loro tiritere, cambiando le sonorità. L'effettistica disponibile sul mercato ed i suoni producibili con i sintetizzatori regalano a chiunque una tavolozza pressoché infinita di possibilità. Il problema è che quella degli U2 non è musica di sperimentazione sonora (anche perché la qualità della registrazione non consente di capire un fico secco di quel che hanno sperimentato), sono canzoni rock di quelle che dovrebbero essere suonate con una semplice chitarra. Provare per credere: nessun brivido, strutture armoniche tutte uguali o, come avrebbe detto Jannacci... “i soliti accordi”. Un po' poco per essere una grande fenomeno artistico, oltre che di costume. Anche Madonna è un fenomeno commerciale e di costume; anche Madonna ha deciso di dire la sua sull'amministrazione guerrafondaia del presidente Bush... ma a nessuno verrebbe in mente di dire che Madonna è una grande musicista (anche se i suoi dischi non sono, poi, così male).

Giova anche sottolineare che la macchina produttiva che c'è dietro e l'investimento su ogni singolo progetto non sono mai riuscite a fruttare (come accennavo prima) una sola registrazione qualitativamente degna di suonare su un impianto stereo di qualità (provare per credere). Mi verrebbe da dire che gli U2 confezionano i propri dischi affinchè suonino al meglio in radio, in automobile o su impianti da supermarket. Che senso ha girare i migliori studi di registrazione di mezzo mondo, se poi il risultato fa letteralmente schifo?

Insomma, senza esagerare in un senso o nell'altro, mi limito a dire – mutuando le parole di un celebre brano di Bennato – che quelle degli U2 sono solo canzonette, che possono regalare grandi emozioni o lasciare perfettamente indifferenti.

Concordo, insomma, con la valutazione di Chartitalia sulla sopravvalutazione artistica degli U2, che sono – a ben guardare – musicisti mediocri, compositori di inni orecchiabili e ruffiani, ma grandi intrattenitori (i loro concerti sono sempre un evento) capaci di comunicare molto bene quel poco che hanno (musicalmente) da dire e di vendere molto bene il prodotto (mal) confezionato dai loro produttori di studio (di volta in volta, Steve Lillywhite, Brian Eno, Daniel Lanois).

Concordo meno con la bocciatura di Bono come promotore di battaglie utili per la sensibilizzazione del “popolo bue” su certi temi. Non dubito che potrebbe esserci un ritorno pubblicitario, una speculazione bieca da parte della casa discografia (la quale lucra, evidentemente, sulla popolarità di Bono... non importa in che modo tale popolarità sia stata acquistata). Ma, in realtà, si deve riconoscere che il messaggio di Bono è un buon messaggio e che – al di là delle contraddizioni in cui chiunque può cadere – se Bono sfrutta commercialmente l'impegno civile, il messaggio ha la possibilità di essere divulgato a milioni di persone grazie alla popolarità di Bono. Insomma, in una specie di corto circuito logico gli U2 sfruttano l'impegno civile di Bono, ma i contenuti di tale impegno sfruttano la popolarità degli U2 e di Bono per arrivare al maggior numero di destinatari possibile.

Quanto, infine, al WTO comincerei a ringraziare Stefania per i chiarimenti – sempre utili a tutti –, ma è opinione diffusa (non solo negli ambienti dei no global) che il WTO non sia propriamente un'organizzazione che opera con metodi democratici.

Come ci informa la stessa Stefania, il WTO si basa sulla regola del consenso. Non hanno però diritto di cittadinanza nel WTO né la società civile, nè i loro rappresentanti. In altre parole, il WTO è una riunione di burocrati espressione dei rispettivi governi di ogni singolo paese membro, i quali – consensualmente – si accordano su come disciplinare certe materie.

A questo punto la valutazione del WTO è – e può solo essere – ideologica, giacché il metodo democratico e la prassi della rappresentanza politica sono ideologie oggi dominanti nel mondo occidentale. Ecco, se accettiamo l'ideologia della democrazia (qualcuno fa finta di crederci a tal punto da pretendere di esportarla con la guerra anche presso quei popoli che non la praticano), ci dobbiamo chiedere se il WTO è in linea con tale ideologia.

Io credo di no, per alcune semplici ragioni.

I primi due elementi, quelli fondativi, della democrazia sono la libertà e l'eguaglianza (quanto meno dinanzi alla legge) di ogni individuo. Sicché, senza troppi giri di parole, potremmo aggiungere subito un terzo elemento – un prerequisito – necessario alla democrazia: l'individualismo (attenzione: non l'egoismo). Ogni individuo ha un valore eguale a quello degli altri e deve godere di uno spazio di libertà (intesa, quanto meno, come non interferenza nei suoi affari da parte di altri e, in particolare, da parte dei pubblici poteri).

Accidentalmente, anche un regime non democratico potrebbe attribuire agli individui una sfera di libertà e trattarli paritariamente. Ma in un regime non democratico, l'individuo non avrebbe alcuna garanzia sulla propria condizione futura: un desposta, per quanto illuminato, può sempre mutare idea e revocare gli spazi di libertà. Un despota, per definizione, è ...più uguale degli altri (giacché ha il potere di dare disposizioni che gli altri si limitano a subire).

In democrazia (in un modello astratto, chiaramente) tutti i cittadini partecipano paritariamente e liberamente alla formazione delle regole cui volontariamente si assoggettano (Cicerone, mi pare, dicesse “servi legum sumus ut liberi esse possimus”) e la garanzia che le regole non saranno aribitrariamente mutate nel futuro è costituita dall'alternanza nell'esercizio del potere legislativo e nel diretto controllo che l'intera cittadinanza ha sull'organo legislativo.

Cosa accade nel WTO?

a) Ad essere rappresentati non sono gli individui, ma i governi (già questo determina un significativo scarto di rappresentatività, visto che i governi – finanche negli USA, dove è eletto il presidente, ma non i singoli “ministri” – non sono mai espressione diretta del voto dei cittadini di uno stato).

b) L'assemblea del WTO non è soggetta ad alcun controllo da parte dei cittadini degli stati membri.

c) Le deliberazioni vengono assunte consensualmente, ma non trasparentemente. Il metodo è quello privatistico-contrattuale e non quello pubblicistico-legislativo. Gli accordi, infatti, assumono la natura di patti contrattuali tra i paesi partecipanti al round.

d) L'efficacia di questi patti vincola i parlamenti degli stati membri, i quali debbono necessariamente conformarsi ad essi, eliminando ogni possibilità di sindacato democratico del contenuto delle regole deliberate in sede di WTO.

e) Le leggi di adeguamento ai patti formalizzati in sede di WTO, adottate dai singoli parlamenti nazionali, incidono – talvolta anche molto pesantemente – sulla libertà e sulle condizioni di benessere dei cittadini (i quali, però, sono espropriati da ogni possibilità di controllo o di critica politica).

Insomma, si è in presenza di una limitazione di sovranità a favore di un “demiurgo” non democratico, in cui si applicano regole contrattuali (e non c'è bisogno di essere degli esperti per comprendere che le condizioni di un contratto vengono dettate dal contraente più forte e che agli non rimane che accettarle o rifiutarle in blocco). Gli effetti collaterali di questo meccanismo sono:
1) l'irresponsabilità politica dei governi e dei parlamenti nazionali, che giustificheranno – con i cittadini – le proprie politiche interne adducendo l'ossequio del trattato internazionale, alla cui osservanza non ci si poteva sottrarre;
2) l'insindacabilità democratica del patti sottoscritti, giacché sottratti al controllo sia preventivo, sia successivo dei parlamenti;
3) l'irrobustimento – ai danni della Politica – dei burocrati, con il conseguente transito dalla democrazia alla tecnocrazia.

Quanto, poi, alla partecipazione dell'Unione Europea al WTO, essa è ancora più intricata, giacché il rappresentante dell'Unione è espressione di un organo (la Commissione europea) formato da persone designate dai singoli governi nazionali. Se, perciò, la Commissione ha scarsa rappresentatività politica, che rappresentatività politica avrà il suo delegato?

Anonimo ha detto...

Intervenire ora, a giorni di distanza dall'inizio della discussione, è abbastanza facile e potrei approfittarne per tacere... potrei, ma non voglio sottrarmi al gioco (peraltro simpatico) della iscrizione nelle schiere dei sostenitori o in quelle dei detrattori degli U2. Vorrei, poi, dir qualcosa di attinente con il tema introdotto da Chartitalia (che non riguarda la musica degli U2, anche se molti non sembra che l'abbiano afferrato).

Allora... fino a The Joshua Tree ero convinto che gli U2 fossero una grande band. Forse i più grandi rockers esistenti in quel momento (e probabilmente, per un breve periodo, sono stati davvero una micidiale live band). Poi, le mie convinzioni hanno cominciato a mutare. L'acquisto e l'ascolto (attento) di Achtung baby, unito agli osanna della critica e del pubblico – soprattutto in relazione a One – mi hanno fatto cambiare idea (e non perché Achtung bay non mi piaccia, anzi): gli U2 sono una grande band, Bono è un grande interprete con una gran voce, The Edge è un chitarrista attento alle sonorità... ma, nel complesso, la musica che ne esce fuori è piuttosto scontata. Ciò non significa che le canzoni non siano piacevoli (oddio... non sempre), ma troppo spesso si tratta di cantilene di poco spessore musicale, basate su un buon groove e su qualche sonorità ad effetto (una su tutti: Zoo station). Tanto per tornare a One: un brano armonicamente costruito, sostanzialmente, sul giro di do (e, fin qui, non ci sarebbe nulla di male, visto che alcune tra le migliori canzoni pop sono nate sul giro di do: da “Sarà perché ti amo” a “Felicità”, passando per “Laudato sii”). :-) Il limite di One – che me la rende una canzone piacevole, ma non particolarmente emozionante – è tecnico: il brano risulta piatto, ripetitivo, noioso, scontato nel (non riuscito) crescendo. Insomma, l'esatto contratio, a mio avviso, di With or without you... anche qui quattro banalissimi accordi, ma grandi atmosfere di rarefazione iniziale, un'esplosione centrale ed un ritorno alla serenità nel finale (anche qui la registrazione è ignobile... spero che sia una scelta lo-fi).

Il problema degli U2, a mio modestissimo avviso, è tecnico e non artistico: i quattro non vanno oltre il semplice strimpellamento di basso, chitarra e batteria. Il che poteva andar benissimo nel 1980, all'indomani della furia iconoclasta del punk... non va più bene oggi. A ciò si aggiunga una punta di velleitarismo nel voler ad ogni costo suonare loro (senza saperlo compiutamente fare). Un chiarimento a questo punto è d'obbligo: non sono un “malato” della tecnica funambolica ad ogni costo – per carità – ma è innegabile che se uno dallo strumento non tira fuori più di tre note, non si può avventurare a farne quattro. E, a pensarci, le combinazioni possibili con tre note sono davvero poche. Per questo, forse, gli U2 – invece di rinnovare il repertorio rimanendo riconoscibili nelle sonorità – preferiscono ripetere fino alla noia le loro tiritere, cambiando le sonorità. L'effettistica disponibile sul mercato ed i suoni producibili con i sintetizzatori regalano a chiunque una tavolozza pressoché infinita di possibilità. Il problema è che quella degli U2 non è musica di sperimentazione sonora (anche perché la qualità della registrazione non consente di capire un fico secco di quel che hanno sperimentato), sono canzoni rock di quelle che dovrebbero essere suonate con una semplice chitarra. Provare per credere: nessun brivido, strutture armoniche tutte uguali o, come avrebbe detto Jannacci... “i soliti accordi”. Un po' poco per essere una grande fenomeno artistico, oltre che di costume. Anche Madonna è un fenomeno commerciale e di costume; anche Madonna ha deciso di dire la sua sull'amministrazione guerrafondaia del presidente Bush... ma a nessuno verrebbe in mente di dire che Madonna è una grande musicista (anche se i suoi dischi non sono, poi, così male).

Giova anche sottolineare che la macchina produttiva che c'è dietro e l'investimento su ogni singolo progetto non sono mai riuscite a fruttare (come accennavo prima) una sola registrazione qualitativamente degna di suonare su un impianto stereo di qualità (provare per credere). Mi verrebbe da dire che gli U2 confezionano i propri dischi affinchè suonino al meglio in radio, in automobile o su impianti da supermarket. Che senso ha girare i migliori studi di registrazione di mezzo mondo, se poi il risultato fa letteralmente schifo?

Insomma, senza esagerare in un senso o nell'altro, mi limito a dire – mutuando le parole di un celebre brano di Bennato – che quelle degli U2 sono solo canzonette, che possono regalare grandi emozioni o lasciare perfettamente indifferenti.

Concordo, insomma, con la valutazione di Chartitalia sulla sopravvalutazione artistica degli U2, che sono – a ben guardare – musicisti mediocri, compositori di inni orecchiabili e ruffiani, ma grandi intrattenitori (i loro concerti sono sempre un evento) capaci di comunicare molto bene quel poco che hanno (musicalmente) da dire e di vendere molto bene il prodotto (mal) confezionato dai loro produttori di studio (di volta in volta, Steve Lillywhite, Brian Eno, Daniel Lanois).

Concordo meno con la bocciatura di Bono come promotore di battaglie utili per la sensibilizzazione del “popolo bue” su certi temi. Non dubito che potrebbe esserci un ritorno pubblicitario, una speculazione bieca da parte della casa discografia (la quale lucra, evidentemente, sulla popolarità di Bono... non importa in che modo tale popolarità sia stata acquistata). Ma, in realtà, si deve riconoscere che il messaggio di Bono è un buon messaggio e che – al di là delle contraddizioni in cui chiunque può cadere – se Bono sfrutta commercialmente l'impegno civile, il messaggio ha la possibilità di essere divulgato a milioni di persone grazie alla popolarità di Bono. Insomma, in una specie di corto circuito logico gli U2 sfruttano l'impegno civile di Bono, ma i contenuti di tale impegno sfruttano la popolarità degli U2 e di Bono per arrivare al maggior numero di destinatari possibile.

Quanto, infine, al WTO comincerei a ringraziare Stefania per i chiarimenti – sempre utili a tutti –, ma è opinione diffusa (non solo negli ambienti dei no global) che il WTO non sia propriamente un'organizzazione che opera con metodi democratici.

Come ci informa la stessa Stefania, il WTO si basa sulla regola del consenso. Non hanno però diritto di cittadinanza nel WTO né la società civile, nè i loro rappresentanti. In altre parole, il WTO è una riunione di burocrati espressione dei rispettivi governi di ogni singolo paese membro, i quali – consensualmente – si accordano su come disciplinare certe materie.

A questo punto la valutazione del WTO è – e può solo essere – ideologica, giacché il metodo democratico e la prassi della rappresentanza politica sono ideologie oggi dominanti nel mondo occidentale. Ecco, se accettiamo l'ideologia della democrazia (qualcuno fa finta di crederci a tal punto da pretendere di esportarla con la guerra anche presso quei popoli che non la praticano), ci dobbiamo chiedere se il WTO è in linea con tale ideologia.

Io credo di no, per alcune semplici ragioni.

I primi due elementi, quelli fondativi, della democrazia sono la libertà e l'eguaglianza (quanto meno dinanzi alla legge) di ogni individuo. Sicché, senza troppi giri di parole, potremmo aggiungere subito un terzo elemento – un prerequisito – necessario alla democrazia: l'individualismo (attenzione: non l'egoismo). Ogni individuo ha un valore eguale a quello degli altri e deve godere di uno spazio di libertà (intesa, quanto meno, come non interferenza nei suoi affari da parte di altri e, in particolare, da parte dei pubblici poteri).

Accidentalmente, anche un regime non democratico potrebbe attribuire agli individui una sfera di libertà e trattarli paritariamente. Ma in un regime non democratico, l'individuo non avrebbe alcuna garanzia sulla propria condizione futura: un desposta, per quanto illuminato, può sempre mutare idea e revocare gli spazi di libertà. Un despota, per definizione, è ...più uguale degli altri (giacché ha il potere di dare disposizioni che gli altri si limitano a subire).

In democrazia (in un modello astratto, chiaramente) tutti i cittadini partecipano paritariamente e liberamente alla formazione delle regole cui volontariamente si assoggettano (Cicerone, mi pare, dicesse “servi legum sumus ut liberi esse possimus”) e la garanzia che le regole non saranno aribitrariamente mutate nel futuro è costituita dall'alternanza nell'esercizio del potere legislativo e nel diretto controllo che l'intera cittadinanza ha sull'organo legislativo.

Cosa accade nel WTO?

a) Ad essere rappresentati non sono gli individui, ma i governi (già questo determina un significativo scarto di rappresentatività, visto che i governi – finanche negli USA, dove è eletto il presidente, ma non i singoli “ministri” – non sono mai espressione diretta del voto dei cittadini di uno stato).

b) L'assemblea del WTO non è soggetta ad alcun controllo da parte dei cittadini degli stati membri.

c) Le deliberazioni vengono assunte consensualmente, ma non trasparentemente. Il metodo è quello privatistico-contrattuale e non quello pubblicistico-legislativo. Gli accordi, infatti, assumono la natura di patti contrattuali tra i paesi partecipanti al round.

d) L'efficacia di questi patti vincola i parlamenti degli stati membri, i quali debbono necessariamente conformarsi ad essi, eliminando ogni possibilità di sindacato democratico del contenuto delle regole deliberate in sede di WTO.

e) Le leggi di adeguamento ai patti formalizzati in sede di WTO, adottate dai singoli parlamenti nazionali, incidono – talvolta anche molto pesantemente – sulla libertà e sulle condizioni di benessere dei cittadini (i quali, però, sono espropriati da ogni possibilità di controllo o di critica politica).

Insomma, si è in presenza di una limitazione di sovranità a favore di un “demiurgo” non democratico, in cui si applicano regole contrattuali (e non c'è bisogno di essere degli esperti per comprendere che le condizioni di un contratto vengono dettate dal contraente più forte e che agli non rimane che accettarle o rifiutarle in blocco). Gli effetti collaterali di questo meccanismo sono:
1) l'irresponsabilità politica dei governi e dei parlamenti nazionali, che giustificheranno – con i cittadini – le proprie politiche interne adducendo l'ossequio del trattato internazionale, alla cui osservanza non ci si poteva sottrarre;
2) l'insindacabilità democratica del patti sottoscritti, giacché sottratti al controllo sia preventivo, sia successivo dei parlamenti;
3) l'irrobustimento – ai danni della Politica – dei burocrati, con il conseguente transito dalla democrazia alla tecnocrazia.

Quanto, poi, alla partecipazione dell'Unione Europea al WTO, essa è ancora più intricata, giacché il rappresentante dell'Unione è espressione di un organo (la Commissione europea) formato da persone designate dai singoli governi nazionali. Se, perciò, la Commissione ha scarsa rappresentatività politica, che rappresentatività politica avrà il suo delegato?

Anonimo ha detto...

ma 6 al corrente del fatto che BONO VOX è da anni candidato premio nobel per la pace?!? ti giuro la tua ignoranza mi fa molta pena...hai scritto tante di quelle inesattezze che nn saprei da dove cominciare...sul BONO rocker mi limito a risponderti invitandoti a vedere qualche dvd o a sentire album come The Joshua Three o Achtung Baby, nn sai che ti perdi ed evita di dire queste stupidagini su una persona al quale dovresti portare come minimo moooolto rispetto per ciò che fa coi fatti e nn con le parole, al contrario di molta gente che magari ti sta + a genio! saluti...

Anonimo ha detto...

Se gli U2 sono i più sopravvalutati della storia cosa sono i Rolling Stones? E' come affermare che Napoleone era un generale sopravvalutato:può essere vero ma è colpa di chi lo valuta e comunque è in testa con distacco e se il 10 è esagerato è da 9 e gli altri generali bravi a 7. Dacci tu la scala giusta.

Anonimo ha detto...

...inizierei col dire che una persona che si permette di fare un'accusa come questa senza aver dato una profonda e accurata motivazione a ciò che dice lasciando intendere bene di non sapere nulla(e non solo) dà già a tutti l'idea di che persona possa essere(scusate il gioco di parole, sto soltanto cercando di essere il più educato possibile) ed in particolar modo, quando quelle parole si riferiscono ad una "star" davvero speciale, meravigliosa come è Bono fa comprendere chiaramente che non ha capito davvero niente della vita e che ha soltanto manie di protagonismo…!ti voglio dare un consiglio: cerca di fare nella vita qualcosa che ti possa far sentir realizzato/a in modo tale da non rivolgerti più , in quei modi , alle persone che fanno tanto per gli altri, chi più chi meno, nei limiti delle possibilità, cercando di denigrarle per metterti in evidenza…

Anonimo ha detto...

Allora...premettendo che sono una fan sfegatata degli u2, cercherò comunque di giudicare il tuo articolo in maniera razionale. Innanzitutto, posso capire che non apprezzi particolarmente la musica degli u2, è un fatto soggetivo e non posso dirti nulla al riguardo. Non potrai comunque negare che il significato delle loro canzoni è, nella maggior parte dei casi, piuttosto profondo, e che canzoni come Bad o Sunday Bloody Sunday difficilmente si sentono in radio proprio perchè, al contrario di ciò che affermi, proprio perchè impegnate politicalmernte o moralmente parlando. Tuttavia, personalmente, preferisco ascoltare canzoni del genere piuttosto che brani sull'ormai eccessivamente usata storiella d'amore ed affini. Nell'ambito della beneficienza, penso che siano comunque meglio persone come Bono, che immersi nelle loro ricchezze, scelgono comunque di aiutare il terzo mondo, che "VIP" che si chiudono nelle loro ville a Los Angeles usando il loro patrimonio sostanzioso per droghe, bordelli ed affiliati!!!
Tutto il mio rispetto, Ili.

chartitalia ha detto...

Cara fan sfegatata degli U2, grazie per la compostezza del tuo messaggio, sinanche condivisibile.
Certo, eteticamente è meglio un Bono che ostenta il suo impegno sociale rispetto ad un Michael Jackson che ostenta i suoi stravizi.
Qualcun altro comunque potrebbe obiettare di preferire il secondo che almeno non è ipocrita ed ostenta i suoi privilegi, rispetto al primo che ostenta il suo impegno senza riuscire ad incidere sulle cose ma continuando ad incrementare il suo conto in banca.
1 abbraccio

Antonio ha detto...

Secondo me colui che pubblica quest'articolo potrebbe gergalmente essere definito "paraculo"..ovvero colui che non prende posizione per essere pronto a criticare tutto e tutti. Informati sui tour degli u2..erano volutamente tamarri. Per quanto riguarda Bono, non dico che sia un santo ma se uno dei più importanti scopi della musica è quello di portare un messaggio allora ben venga Bono..e ce ne siano altri cento come lui. Mi spiego...chi va su un palco deve conquistare il suo pubblico...può farlo ostentando richezza, ostentando che si droga..o portando un messaggio socialmente utile...Ho saputo più cose sui problemi dell'Africa tramite Bono e la sua band che dalla nostra tv che puntualmente ci propina puttantate in stile "Grande Fratello"..o grande bordello che dir si voglia...Sono sicuro che il suo impegno sia sincero..ma anche qualora non lo fosse al 100% il messaggio rimane...ed è sicuramente un messaggio molto più positivo di molti altri.

Anonimo ha detto...

a

Anonimo ha detto...

Ok... sono una grande fan degli u2, o meglio, della loro musica, perchè non posso certo dire di conoscere la loro personalità. Infatti, è un dato di fatto che praticamente tutte le persone che sono a contatto continuo con i media mostrino comportamenti e personalità completamente differenti e modellate a perfezine rispetto alle proprie, involontariamente o per motivi commerciali (nella stragande maggioranza dei casi). Sicuramente ciò è accaduto anche per gli u2, è in particolare per Bono. Non si può negare che si sia e si stia comportando da ipocrita, ma non credo che ciò debba andare a discapito della sua musica e della sua splendida voce, che anche se è più roca e bassa rispetto a quand' era più giovane continua sempre ad emozionare. Se così non fosse sicuramente gli u2 nonj venderebbero così tanti dischi. Insomma, se sono ormai miliardari per caerti versi se lo meritano, perchè li preferisco a tanti altri che non sanno fare neanche quello che dovrebbe essere il loro "lavoro" (se così si può chiamare). Penso poi che affermando che gli u2 vendono così tanto anche e soprattutto per il loro tanto annunciato impegno sociale, tu abbia fortemente offeso i fan che seguono gli u2. io non compro i loro dischi perchè Bono si adopera (almeno in teoria) nel sociale, e non smettero certo di comprarli perchè ho scoperto che Bono è ipocrita. tutte le "star" che si occupano del sociale lo sono. E non vi sono eccezioni. Bacioni, mi piacerebbe sapere che pensi di ciò che ho scritto. Giusy.

Anonimo ha detto...

ognuno ha i propri pareri,i propri gusti,solo chi ama realmente gli u2 può sognare con la loro meravigliosa musica e può capire la profondità dei loro testi.Bono ha sempre fatto tanto x gli altri ha scritto anche tante canzoni per denunciare questa condizione,è anche vero che ciò gli porta popolarità,denaro e via dicendo ma rimane il fatto che al contrario di tanti lui si sta impegnando,ha risolto alcune cose,nn ha percepito denaro e popolarità senza fare niente.Ci fa sognare..e poi se la loro musica "fossero solo delle canzonette"oggi nn si parlerebbe di loro non avrebbero quasi 30 anni di carriera alle spalle,nn avrebbero venduto milioni di copie,nn avrebbero miliardi di fan.poi ognuno suona come vuole l'importante che ci credi.loro ci hanno creduto e noi li amiamo.w gli U2!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Solo il fatto che hai perso 15 minuti della tua vita per scrivere quello che hai scritto, credo sia un segnale inequivocabile che hai bisogno di un bravo psicologo. Per il resto ho notato una certa abitudine di rispondere ai post solo dove ti e' piu' comodo

Anonimo ha detto...

chi si offende ragiona solo da fan,
all inizio cariera forse era un buon cantante e credeva in quello che faceva....da dopo il90 produce solo spazzatura pop come elevation e va in giro credendosi la reincarnazione di cristo a dare lezioni di umiltà a tutti...che la faccia finita quell ipocrita politicante,nessuno ha bisogno delle sue chiacchere.....venne in italia e dopo essersi fatto spedire un cappello con un jet disse che dovevamo fare tutti di piu.....
nel mentre il fenomeno evade il fisco irlandese e sputa cacca sui paesi come gli usa e l inghilterra dove ogni giorno vende dischi

che bel fenomeno almeno stia zitto e si goda i suoi soldi.
daltronde il detto è quello se ne vanno i migliori e restano le cacche.
freddie mercury verra ricordato forever per la sua stupenda voce e musica...bono per la sua politica ipocrita.

mafiosello irlandese

Anonimo ha detto...

i tour degli u2 sono grandi solo per la grandezza del palco,delle luci e degli effetti.
salvando giusto one e poche altre canzoni gli u2 girano per il mondo da 30 anni con il solito giro di chitarra ed un bono che si pavoneggia sul palco impestando la testa dei fan con ipocrite trovate politiche.
a me sembrano la versione anglosassone di ligabue e non mi stupisco se fanno 200 000 persone in un concerto,le fa anche ligabue.
i record li infrangono adesso,perchè sono rimasti soltanto loro sesantenni sulla scena.


inoltre chi parla di miglioni di album venduti sappia che i take that ne hanno vendutti pressappoco come gli u2.


il vero nocciolo della questione però è che non mi piace bono(pur rispettando i gusti altrui)ma non tanto per la sua musica ma perchè lui è stato uno dei principali artefici della distruzione del rock.......
vi chiederete...ma perche?

perchè ha invaso un mondo che dovrebbe comprendere solo 5 righe di un pentagramma con una parola che seppur importante li non doveva entrare: la politica


un buon musicista scrive musica e basta,se si va oltre o la coperta è stretta per la propria avidità o evidentemente non si riesce più a far parlare di se per quelle 5 righe.


bono per me adesso vale cristicchi.
poi se deve fare delle performance come quella del pavarotti and fr. è meglio che vada in pensione.

un ex fan degli u2

Anonimo ha detto...

riguardo romina vorrei sapere chi sono i proffessionisti che stimano o elogiano gli u2,sicuramente loro leccapiedi e non gente che capisce di musica...igrandi del rock non vogliono sentir parlare degli u2 sono il massimo esempio di sopravvalutazione e commercializzazione di un gruppo rock

Anonimo ha detto...

che dire...per essere dei grandi bisogna pure essere odiati!!!!
bono l'ho visto di persona ed è un cagacazz...non ti fila per niente e fa lo sbruffone...ha ville in tutto il mondo ed è ricco sfondato...ma x me è un grande così!!!se fosse stato diverso a molti non sarebbe piaciuto...o meglio sarebbe piaciuto ad altri...
GRANDE PAUL!!!CONTINUA COSI'!!!!

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Per me puoi dire quello ke vuoi sulla vita privata e sui comportamenti di Bono,ma mi fa incazzare sentirmi dire ke gli u2 sono la band più sopravvalutata del rock.Si vede ke nn hai ascoltato una canzone degli u2 o letto almeno un testo anche della canzone più banale.E viste le classifiche ke voi avete stilato posso dirvi ke nn capite proprio nulla di musica!!!Penso sia il caso per voi di cambiare mestiere!!!

BrianFerry ha detto...

Il tuo articolo è pungente, preciso, perfetto. Smitizzati gli U2 (band davvero mediocre qualitativamente) e anche Bono Vox, il gran ruffiano del globo. Una bolla di marketing incredibile

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