26 settembre 2006

La truffa della laurea triennale

Un recente rapporto dell'OCSE sullo stato dell'educazione scolastica nei 30 paesi aderenti colloca l'Italia al penultimo posto per numero di laureati, seguita dalla sola Turchia, ma preceduta da paesi come Cile e Messico.

Per ovviare a questa situazione piuttosto scandalosa (corsi di laurea che mediamente duravano 7,5 anni, a fronte dei nominali 4 o 5), il primo governo di centro-sinistra introdusse la laurea triennale, che avrebbe consentito di sfornare un maggior numero di laureati e, sopratutto, equiparare il numero di anni di studi in Italia a quello degli altri paesi occidentali, dove ci si laurea a 22 anni e si accede all'università a 18 anni piuttosto che a 19 anni come da noi. Tale orientamento è stato confermato anche dal governo del centro-destra che ha rafforzato il sistema delle lauree triennali, rendendone obbligatoria l'adozione per la stragrande maggioranza degli atenei italiani (escluso, mi sembra, la sola laurea in Medicina, ferma a 6 anni).

Bene, cosa ha escogitato la gattopardesca natura italiota per sabotare questa giusta intenzione del governo? La dequalificazione della laurea triennale, of course. Intanto negando il titolo di "dottore" ai laureati triennali, per la qual cosa sembra che si sia scomodata persino la Corte dei Conti, oltre che i parrucconi del mondo accademico (spassosa questa precisazione di un funzionario del Ministero).

E poi facendo insorgere i vari Ordini Professionali (che speriamo Bersani riesca a far sparire definitivamente) che hanno iniziato a non accettare i laureati triennali tra i loro iscritti, non consentendo ai laureati triennali un pieno dispiegamento della professione (es; non poter firmare progetti o avviare una causa legale). E' ovvio che a questo punto il conseguire una laurea di 5 anni (3 + 2) diventa pressochè obbligatorio.

Morale della favola? La durata della laurea si è allungata, passando per molte facoltà (Economia, Giurisprundenza, discipline scientifiche) da 4 del vecchio ordinamento ai cinque del nuovo: 3 di quella (dequalificata) triennale + 2 di quella specialistica. Con il risultato che l'Italia potrà finalmente raggiungere l'ultimo posto della classifica OCSE, surclassando anche la Turchia.

Una vera e propria truffa all'italiana.


"La truffa della laurea triennale" Compilation

Lucio Battisti: NO DOTTORE
Claudia Mori: BUONASERA DOTTORE
Litfiba: DOTTOR M
Ray Charles: I DON'T NEED NO DOCTOR
Thompson Twins: DON'T MESS WITH DOCTOR DREAM
Doobie Brothers: THE DOCTOR
Simone Cristicchi: STUDENTESSA UNIVERSITARIA
Antonello Venditti: COMPAGNO DI SCUOLA
Chuck Berry: SCHOOL DAY

13 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti alcune di queste cose non sono del tutto insensate. Ad esempio che un laureato di tre anni possa prendersi la responsabilità del progetto di una casa non mi sembra tanto strano. La laurea di tre anni non nasce per fare prima. La laurea di tre anni serve per tutte quelle persone che si laureano, che so, in ingegneria e poi vanno a svolgere un ruolo amministrativo. Non per chi deve prendere la laurea per fare proprio quel mestiere, almano ad un certo livello.

Il problema (e la soluzione) secondo me è un altro. Perché a chi va a svolgere un ruolo amministrativo è richiesta una laurea in ingegneria? Perché ci sono concorsi in cui è richiesta una QUALUNQUE laurea? Questo è privo di senso. Ogni laurea mi dà certe competenze. Dal fatto che abbia una qualunque laurea non si può dedurre che io abbia alcuna competenza.

Questa cattiva abitudine incentiva ad iscriversi ad un corso di laurea anche le persone che non hanno voglia o interesse a farlo. Il risultato per la comunità è forza lavoro sprecata per anni.

Secondo me si dovrebbe (si sarebbe dovuto molti anni fa, ormai è difficilmente fattibile) disincentivare questa cattiva abitudine di richiedere una laurea ai concorsi. Si dovrebbe perdere l'abitudine di sottovalutare chi non è laureato. Di conseguenza si dovrebbe iscrivere all'università solo chi ha veramente un interesse nello studio di un certo argomento. Tanto non possiamo essere tutti avvocati, dottori e ingegneri. Il numero di laureati all'anno in Italia dovrebbe calare, non crescere, ma il tempo che ci si mette dovrebbe diminuire. Diminuire non perché si accorcia il percorso di studio, ma perché la gente che è dentro studia. E infine si dovrebbero togliere tutte le facoltà ridicole create negli ultimi anni, istituite dalle università allo scopo di attirare più studenti (= più finanziamenti).

Anonimo ha detto...

La riforma ha avuto un unico effetto: aumentare il numero dei professori.
Nella facoltà di Ingegneria a Roma tutti quelli che prima erano assistenti si sono ritrovati da un giorno all'altro professori.

Anonimo ha detto...

La laurea triennale non ha nulla a che vedere con quella "completa"!
Corsi accelerati, dimezzati e semplificati!!"! 12-14 esami all'anno! Ma a chi vogliamo prendere in giro? Dovremmo affidare la costruzione a minilaureati. Il dottore, colui che studia per superare esami che necessitano tempo per l'assimilazione di concetti alquanto complessi, non possono essere equiparati a chi studia 300 concetti al mese all'acqua di rosa (necessariamente per mancanza di tempo)! L'Italia peggiora vertiginosamente nella qualità dei professionisti...il problema è nella mancanza di lavoro...qualunque mansione viene affidata ad ingegneri o laureati in economia! Perche?
Cominciamo a fare ordine ed a dare lavoro a chi sacrifica tempo e denaro per una professione, basta con i luoghi comuni!
Come scritto da un anonimo:
"La laurea di tre anni non nasce per fare prima".
I soliti rimedi all'italiana, aumentiamo i corsi di laurea ed i laureati...poi il lavoro si vede!!!
La facoltà di Medicina non può fare uno stesso discorso perchè con una diagnosi sbagliata si può ammazzare direttamente qualcuno! Un edificio a due piani può essere costruito anche da chi sa molto meno di un vero ingegnere...tanto i palazzi crollano dopo 10 anni!

Anonimo ha detto...

Premetto sono un (mi schifo pure a dirlo) laureato triennale.
In effetti il titolo di dottore per legge c'è ma credo che non valga più del "tutto bene dotto'?"dei ristoranti negli anni 50.
Sono dottore in Inegneria ma dove? Grasso che cola se posso leccare per terra dove passano i laureati del vecchio ordinamento.
Niente feste ,nulla di nulla i laureati triennali si dovrebbero vergognare nel definirsi dottori (tanti addirittura mettono il titolo sul biglietto da visita)ed è assurdo che abbiano creato un ordine professionale apposito.Siamo capre con l'aggravante del titolo di studio è questo il fatto.Prendiamo coscienza di questo e aspettiamo che man mano che i veri dottori competenti andranno in pensione tutto andrà a rotoli.

Anonimo ha detto...

Chi commenta generalizzando senza sapere dovrebbe vergognarsi!
Faccio un breve esempio: università la sapienza di roma, prima della riforma la Laurea in informatica (5 anni) si raggiungeva in media dopo 7.6 anni (dati almalaurea e non chiacchere!)
ora per prendere la "triennale" occorrono NELLA REALTà 4.8 anni!! (risulta poco meno del vecchio corso di laurea) la "specialistica" in 3.4 anni! (dovrebbero essere 2).
PER ESPERIENZA: la laurea di primo livello è equivalente (quasi equivalente) alla vecchia! la specializzazione da poco in più ma fa perdere anni, andando a fare esami semplicemente non scelti nel primo corso!
Complimenti al modo di adottare la riforma 3+2 e a chi getta fango su chi si è trovato in questa situazione vergognosa! RIPETO: dipende dalla facoltà e dall'ateneo.

Anonimo ha detto...

la riforma è stata applicata malissimo.
io studio economia a tor vergata(laurea triennale);da me per conseguire la triennale mediamente servono 5 anni;questo per il semplice fatto che i programmi non sono stati dimezzati per niente e il programma mio è identico a quelli del vecchio ordinamento(salvo qualche esame del terzo anno in cui tolgono 20 pagine...ma io venti pagine le faccio in un giorno).Ci sono rari casi da me di laureati in 3 o 4 anni.La maggior parte ne impiega da 5 a 6.Mettici la biennale,e dopo 8 anni finisci tutto...benvenuti in italia

Anonimo ha detto...

Ma ridurre cosa? se la matematica non è un opinione, la durata legale di un corso quadriennale è inferiore alla durata di un 3+2!!!
e questo soltanto per quanto riguarda l'aspetto logico!!! per non parlare del fatto che i programmi della triennale sono rimasti uguali a quelli EFFETTIVI dei vecchi corsi, che non comportavano un costante stress da prova intermedia ogni 15 giorni!!!
inoltre, dato l'impegno quotidiano è difficilissimo lavorare durante gli studi, con il risultato che chi non ha la disponibilità economica del padre non può studiare!! ed è stata soltanto questa possibilità ad essere stata ridotta,dai due nobel, firmatari della riforma!

kaio

Anonimo ha detto...

nel mio caso, corso di laurea triennale in chimica a Padova, il programma di studi è PRESSOCHE' uguale (salvo alcuni corsi che sono stati accorpati in 1..ossia prendi 1 esame e studi per 2) al programma della laurea vecchio ordinamento, salvo il periodo di internato in tesi che si aveva al 5 anno. I professori DOVREBBERO accorciare il programma, ma non sapendo mai dove/cosa tagliare lo rifanno pari pari a quello del vecchio ordinamento, salvo saltare qualche pagina. Questo è il risultato, siamo in Italia non mi stupisco più di nulla ormai.

IlConservationScientist ha detto...

con il 3+2 l'età del laureato quinquennale -magistrale si è alzata altro che abbassata....tra mille corsi e in più la tesi triennali che per le lauree scientifiche è sempre un tirocinio di 6 mesi. bel pasticcio che hanno fatto.

Anonimo ha detto...

mi rivolgo a colui che ha scritto che i laureati triennali si dovrebbero vergognare nel definirsi dottori....c'è laurea e laurea...io mi sono laureata in informatica e mi sono fatta i miei bei esami da 10 12 crediti che richiedono non meno di 5/6 mesi di studio, e gli esami più piccoli da 6 crediti sono sempre accompagnati da progetti che richiedono minimo un mese di lavoro (più lo studio ovviamente)...se poi c'è gente che si laurea in materie umanistiche del tutto inutili o in facoltà dove la laurea viene regalata gratis o grazie a "bonifici universitari" peggio per loro...quando si troveranno ad affrontare problemi al lavoro saranno i primi ad entrare in crisi....non facciamo generalizzazioni inutili e controproducenti e valorizziamo invece il lavoro di persone che si sono impegnate al massimo per raggiungere i propri obiettivi. Se ti vergogni e ti fai schifo da solo probabilmente sei tu che non hai fatto il tuo dovere a sufficienza.

Anonimo ha detto...

Premettendo che sono un laureato con la "triennale" in statistica e sto per concludere il biennio in scienze attuariali e finanziarie, vorrei qui porre un quesito: se i laureati del vecchio ord. sono (giustamente) appellati come dottori e il loro titolo "vale" di più dei laureati con la triennale, allora il titolo dei laureati del nuovo ord. (3+2) "vale" di più del titolo dei dottori del vecchio ord? Concorderete che se prima un corso di laurea durava 4 anni e ora dura 5, in quel lasso di tempo, necessariamente, uno studente apprenderà più cose e quindi avrà + conoscenze. Io accetto la "discrminazione" fra triennalisti e laureati old style, ma rivendico anche di essere laureato con un titolo, a mio parere, superiore (se nn altro per numero di tematiche affrontatate)

chartitalia ha detto...

@anonimo (l'ultimo):
caro, nel vecchio ordinamento c'erano lauree quadirennali (es: Matematica) e lauree quinquennali (es: Ingegneria); applicando il tuo ragionamento, gli ingegneri avrebbero dovuto rivendicare di essere superiori ai matematici (se non altro per numero di tematiche affrontate). O no?

Anonimo ha detto...

Vedo che ci sono molti commenti di persone che insultano i laureati triennali e elogiano le lauree formalmente quinquiennali ma di fatto decennali del vecchio ordinamento.

Lasciate che vi spieghi una cosa: In paesi sicuramente più avanzati e produttivi del nostro questa divisione esiste da tempi immemorabili. A Gennaio 2008 ho preso la laurea triennale in Economia e Finanza in Italia con massimi voti. (ci ho messo 4 anni e mezzo e credetemi, mi sono rotto il culo). Avendo un'ottima conoscenza dell'inglese ho pensato di proseguire i miei studi all'estero. Ho contattato diverse università inglesi e irlandesi e, con stupore ed orrore allo stesso tempo, mi sono reso conto che in Inghilterra la "prima" laurea in economia dura 3 anni (a volte 4 per programmi particolari) e dopo di questa si accede direttamente a programmi che si chiamano "Master of Science" che durano un anno e mezzo compreso mezzo anno di intership in un'azienda.

I tre anni inglese però sono veramente tre.

Ho fatto domanda a 6 università di cui 4 mi hanno ammesso. Ora ho appena iniziato un Master of Science in Finance alla Lancaster University e i ragazzi nel mio corso sono in media un anno più giovani di me (ho 23 anni).

Morale della favola? Un ragazzo medio inglese finisce il liceo a 18 anni, a 21 si prende un Bachelor's degree, dopo si iscrive ad un Master of Science program dove oltre a studiare fa anche esperienza lavorativa, a 22/23 max finisce e inizia la carriera.

Un ragazzo italiano ci mette 4 anni e mezzo o più per prendere la triennale. Poi si deve fare 2 anni (che diventano 3 di specialistica) e poi, come se non bastasse, se vuole avere delle buone opportunità di lavoro deve farsi un Master post-laurea. Se gli va bene finisce a 26-27 anni senza aver visto un ufficio vero neanche dal cannochiale.

Per concludere, a tutti quelli che criticano la riforma... Per farore andate a c****e! Almeno la laurea triennale nostra (paradossalmente) all'estero viene considerata (più di quanto la consideriamo noi italioti) e se c'hai buoni voti puoi farti una specializzazione in un anno e mezzo/due effettivi e poi a lavorare senza aspettare di diventare trentenne.

E poi ci sorprendiamo che siamo il fanalino di coda in Europa. Qui c'hanno ragazzi ventiduenni laureati, specializzati e che contribuiscono alla crescita economica. Noi fino a 27 anni siamo più che altro un peso per la crescita.

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