06 agosto 2007

Innocente per definizione

"Un tempo i musulmani venivano a depredare le nostre città, oggi tra loro c'è una nuova parola d'ordine: sposare le donne cattoliche per convertirle. Bisogna cercare di bloccare questo germe, tra un po' saranno il 10, 15 per cento, metteranno a rischio la purezza dei nostri valori...".
don Pierino Gelmini


Quello su riportato è un pensiero profondo del prete al centro delle chiacchiere balneari di questa estate. Le accuse sono le solite ormai per i preti: abusi sessuali. Ovviamente non sappiamo se sono vere o meno e nè se gli abusi sessuali rientrano nella purezza dei suoi valori. Quello che sappiamo sono le debordanti dichiarazioni del Pierino.

Ormai furoreggia da tutti i mezzi di comunicazione a farci sapere la verità:
- i suoi accusatori sono degli avanzi di galera
- sono, ovviamente, dei drogati e dei ladri
- hanno tentato di ricattarlo per estorcegli del denaro.
E passi. La cosa non ci sorprenderebbe più di tanto.

Ma il nostro Pierino non si è fermato qui. Ha iniziato ad ipotizzare un complotto contro Sacra Romana Chiesa da parte di lobby ebraiche statunitensi e di combriccole politiche tese a distruggere la Casa del Signore. Che le accuse di pedofilia ai preti sono delle fandonie. Che la Chiesa non avrebbe dovuto pagarle.

E non basta. Lui ha una fiducia condizionata nella magistratura. Cioè, esiste quella buona e quella cattiva. Immagino che quella buona sia quella che lo scagiona e quella cattiva sia quella che l'accusa. Realizzando così uno dei tanti famosi sillogismi del marketing cattolico: la verità data e inconfutabile è che lui è innocente, e questo atto di fede viene utilizzato per giudicare la bontà o meno della magistratura. Fantastico.

Certo, che a leggere di chi ha subito preso le difese del Pierino c'è da rabbrividire: Maurizio Gasparri, Pier Ferdinando Casini, ovviamente Silvio (che gli ha già dato 300 miliardi), il generale Speciale (che hanno entrambi studiato dai salesiani), l'invasato Luca Volontè, Cossiga, Che mente Mastella, Gigi D'Alessio (che gli aveva devoluto gli incassi di un suo pezzo sanremese) e Amedeo Minghi. Non sappiamo come si sono espressi Heidi, Cappuccetto Rosso e la Vispa Teresa.

"Innocente per definizione" Compilation

PURO SICCOME UN ANGELO [da La Traviata] - Giuseppe Verdi
LA GUERRA DI PIERO - Fabrizio De Andrè
BAD RELIGION - R.E.M.
E MARIUOLE NUN VANNO NGALERA - Wanda Montanelli
NESSUNO MI PUO' GIUDICARE - Caterina Caselli
LA BALLATA D'INNOCENZA - Bruno Lauzi
INNOCENTE TU - Mino Reitano
INNOCENTI EVASIONI - Lucio Battisti
AN INNOCENT MAN - Billy Joel
NON E' COLPA TUA - Velvet
NON HO COLPA [da Idomeneo Re di Creta] - W.A. Mozart

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah beh, allora è sicuramente colpevole. Invece se avessero preso le sue difese Fassino, Cossutta, Lucia Annunziata, la Dandini, Dario Fo, Fossati e i 99posse sarebbe stato sicuramente innocente. Bravo, bravo.

Pensa che la magistratura italiana funziona davvero così... guarda il colore e giudica, sic. Un po' come fai tu.

Anonimo ha detto...

Questo è un articolo da "La Stampa" per Marcello:

Francesco Grignetti per La Stampa

C’è stato un altro don Pierino prima di don Pierino. Un prete che ha sempre sfidato le convenzioni, ma che di guai con la giustizia ne ha avuti tanti, ed è pure finito in carcere un paio di volte. A un certo punto è stato anche sospeso «a divinis», salvo poi essere perdonato da Santa Romana Chiesa.

E’ il don Gelmini che non figura nelle biografie ufficiali. I fatti accadono tra il 1969 e il 1977, quando don Pierino era ancora considerato un «fratello di». Una figura minore che viveva di luce riflessa rispetto al più esuberante padre Eligio, confessore di calciatori, amico di Gianni Rivera, frequentatore di feste, fondatore delle comunità antidroga «Mondo X» e del Telefono Amico.

Anni che furono in salita per don Pierino e che non vengono mai citati nelle pubblicazioni di Comunità Incontro. Per forza. Era il 13 novembre 1969 quando i carabinieri lo arrestarono per la prima volta, nella sua villa all’Infernetto, zona Casal Palocco, alla periferia di Roma. E già all’epoca fece scalpore che questo sacerdote avesse una Jaguar in giardino.

Lui, don Pierino, nella sua autobiografia scrive che lì, nella villa dell’Infernetto, dopo un primissimo incontro-choc con un drogato, tale Alfredo, nel 1963, cominciò a interessarsi agli eroinomani. In tanti bussavano alla sua porta. «Ed è là che, ospitando, ancora senza tempi o criteri precisi, ragazzi che si rivolgono a lui, curando la loro assistenza legale e visitandoli in carcere, mette progressivamente a punto uno stile di vita e delle regole che costituiranno l’ossatura della Comunità Incontro».

All’epoca, Gelmini aveva un certo ruolo nella Curia. Segretario di un cardinale, Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires. Ma aveva scoperto la nuova vocazione. «Rinunciai alla carriera per salire su una corriera di balordi», la sua battuta preferita.

I freddi resoconti di giustizia dicono in verità che fu inquisito per bancarotta fraudolenta, emissione di assegni a vuoto, e truffa. Lo accusarono di avere sfruttato l’incarico di segretario del cardinale per organizzare un’ambigua ditta di import-export con l’America Latina. E restò impigliato in una storia poco chiara legata a una cooperativa edilizia collegata con le Acli che dovrebbe costruire palazzine all’Eur. La cooperativa fallì mentre lui rispondeva della cassa. Il giudice fallimentare fu quasi costretto a spiccare un mandato di cattura.

Don Pierino, che amava farsi chiamare «monsignore», e per questo motivo si era beccato anche una diffida della Curia, sparì dalla circolazione. Si saprà poi che era finito nel cattolicissimo Vietnam del Sud dove era entrato in contatto con l’arcivescovo della cittadina di Hué. Ma la storia finì di nuovo male: sua eminenza Dihn-Thuc, e anche la signora Nhu, vedova del Presidente Diem, lo denunciarono per appropriazione indebita. Ci fecero i titoloni sui giornali: «Chi è il monsignore che raggirò la vedova di Presidente vietnamita».

Dovette rientrare in Italia. Però l’aspettavano al varco. Si legge su un ingiallito ritaglio del Messaggero: «Gli danno quattro anni di carcere, nel luglio del ‘71. Li sconta tutti. Come detenuto, non è esattamente un modello e spesso costringe il direttore a isolarlo per evitare “promiscuità” con gli altri reclusi». Cattiverie.

Fatto sta che le biografie ufficiali sorvolano su questi episodi. Non così i giornali dell’epoca. Anche perché nel 1976, quando queste vicende sembravano ormai morte e sepolte, e don Pierino aveva scontato la sua condanna, nonché trascorso un periodo di purgatorio ecclesiale in Maremma, lo arrestarono di nuovo.

Questa volta finì in carcere assieme al fratello, ad Alessandria, per un giro di presunte bustarelle legate all’importazione clandestina di latte e di burro destinati all’Africa. Si vide poi che era un’accusa infondata. Ma nel frattempo, nessuna testata aveva rinunciato a raccontare le spericolate vite parallele dei due Gelmini. Ci fu anche chi esagerò. Sul conto di padre Eligio, si scrisse che non aveva rinunciato al lusso neppure in cella.

Passata quest’ennesima bufera, comunque, don Pierino tornò all’Infernetto. Sulla Stampa la descrivevano così: «Due piani, mattoni rossi, largo muro di cinta con ringhiera di ferro battuto, giardino, piscina e due cani: un pastore maremmano e un lupo. A servirlo sono in tre: un autista, una cuoca di colore e una cameriera».

Tre anni dopo, nel 1979, sbarcava con un pugno di seguaci, e alcuni tossicodipendenti che stravedevano per lui, ad Amelia, nel cuore di un’Umbria che nel frattempo si è spopolata. Adocchiò un rudere in una valletta che lì chiamavano delle Streghe, e lo ottenne dal Comune in concessione quarantennale. Era un casale diroccato. Diventerà il Mulino Silla, casa-madre di un movimento impetuoso di comunità.

Gli riesce insomma quello che non era riuscito al fratello, che aveva anche lui ottenuto in concessione (dal proprietario, il conte Ludovico Gallarati Scotti, nel 1974) un rudere, il castello di Cozzo Lomellina, e l’aveva trasformato, grazie al lavoro duro di tanti volontari e tossicodipendenti, in uno splendido maniero. Ma ormai la parabola di padre Eligio era discendente. Don Pierino, invece, stava diventando don Pierino.

Anonimo ha detto...

dai parlateci un pò di UNIPOL, basta sentire questi cattivoni dei pretacci sempre cattivi maestri, mentre i parassiti politici, soprattuttona sinistra si stanno mangiando il paese. Parlateci di Don Vitaliano il prete finocchio di Avellino

Alex_Vr ha detto...

@ Anonimo: io non capisco. E' come quando si parla dei morti dell'Olocausto. Subito quelli di destra replicano: "pensate alle foibe", come se fosse una partita di calcio e si dovesse pareggiare un gol. O, peggio ancora, come se si sentissero causa delle morti dell'Olocausto. Allora:
a) si parla di morti. Non di calcio.
b) non è colpa vostra: fatevene una ragione.
Quanto a Don Gelmini e Unipol e Previti e...(possiamo andare avanti per secoli, a destra e a sinistra):
a) si parla di una persona di non specchiata moralità come i nostri politici (destra e sinistra):
b) facciamocene una ragione: non è nostra colpa. Lo diventa se giustifichiamo le malefatte degli uni con le malefatte degli altri...
Svegliamoci per favore.

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

non ho capito perchè bisogna accettare passivamente delle analisi prive di qualsiasi senso critico.da uno poi che scrive di canzonette.non capisco.è dittatura come sempre da parte della sinistra più sbiadita possibile.

chartitalia ha detto...

@anonimo delle 16.28:
che non capisci si vede a vista d'occhio...

ti apro la mente: la frequenza di questo sito non è obbligatoria: la rete è sconfinata, sicuramente vi saranno siti che incontrano il tuo gusto

aiuta a migliorare la qualità dei visitatori del sito: non visitarlo

Gregorio ha detto...

@chartitalia

Caro il mio CI (visto che ancora non hai un nome ti ribattezzo con un acronimo..),
sono ancora io, quello che non capisce perchè sporcare un bel sito musicale con insulsaggini politiche (che siano di sinistra per me è un'aggravante, ma metà degli italiani purtroppo non la pensa come me); nel tuo intervento precedente scrivi:

"ti apro la mente: la frequenza di questo sito non è obbligatoria: la rete è sconfinata, sicuramente vi saranno siti che incontrano il tuo gusto"

Appunto!! Vedo che hai azzeccatto, involontariamente, il senso della mia "polemica". HPI è un sito bellissimo, completissimo, aggiornato, tratta di musica e classifiche, e checchè tu ne dica non è un sito di propaganda bolscevica.

Il mio invito è sempre quello: le tue indignazioni insulse, le tue riflessioni da girotondino fallite pubblicale da qualche altra parte, lamusica non centra niente.

Perchè non aprire un bel sito, che so www.soldellavvenire.com, e lasciare che qui si parli solo di canzonette, come l'URL di HPI farebbe pensare?

Poi il padrone di casa sei te, il mio rimane un consiglio

chartitalia ha detto...

@gregorio:
visto che vuoi che qui tutto sia musica, te lo dico in musica:
"ancora tu, ma non dovevamo vederci più?"

ok, ci hai (ri)fatto conoscere il tuo pensiero molto acuto, speriamo per l'ultima volta

chi si fa il culo a permetterti di fruire di un patrimonio informativo immenso è lo staff di hitparadeitalia: lo progettiamo, l'affiniamo, l'arricchiamo, ci riflettiamo su; saranno pure cazzi nostri cosa scrivere?

qui il lavoro da fare è tanto: se hai voglia di dare una mano sei il benvenuto; se vieni qui a sputare sentenze su come dovrebbe o onon dovrebbe essere il sito senza muovere un dito per dare uno straccio di contributo, per favore, gira alla larga: non è sito per gente così. grazie

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

soltanto la censura può fare la tua felicità.w berlusconi.

Anonimo ha detto...
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