06 maggio 2008

Elogio di Visco

Sarà una questione onomatopeica, con quel cognome che si ritrova. Sarà perchè sarà predestinato. Sarà quel che sarà, ma fatto sta che Vincenzo Visco, attuale (ancora per qualche giorno) vice-ministro dell'Economia, è tra le persone più odiate e vilipese d'Italia. E come non potrebbe esserlo, visto che è quello che deve far pagare le tasse agli italiani. Impresa titanica, cui si è dedicato con tutte le sue forze. E impresa in cui è stato lasciato pressochè da solo. E che ha pagato, e continuerà a pagare, con attacchi di tutti i generi: da quello di quel galantuomo dell'ex-generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, neo-deputato del Predellino della Libertà, a quello di cui è oggetto in questi giorni a causa della pubblicazione on-line delle dicharazioni dei redditi degli italiani.

Beh, qualcuno deve pur farlo: grazie Visco.
Visco è una delle persone più serie e rigorose di questa nazione di quaquaraquà. E' uno che nel 1993, nominato per la prima volta Ministro delle Finanze durante il governo Ciampi, si dimise dopo 1 solo giorno per protesta contro il voto contrario della Camera sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi. E' uno che ha recuperato alla comunità miliardi e miliardi di tasse evase. Ed è anche uno che ha preferito non ricandidarsi nell'attuale legislatura, preferendosi farsi dignitosamente da parte per favorire un (necessario) ricambio generazionale.

Viceversa, il comportamento della inetta dirigenza della sinistra italiana ha qualcosa di profondamente vergognoso ed immorale. Visco è stato lasciato solo a reggere le invettive di una canea delirante, evidentemente spaventata dalla forza devastante della pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi. Qualcuno ha sentito dire una qualche parola a difesa dell'operato di Visco da parte del capo del suo partito, Uolter Veltroni? O dal capo del suo governo, Romano Prodi? O dal lider Maximo baffetto D'Alema? O anche dal titolare del dicastero dell'Economia, Padoa Schioppa (il maggiore artefice dei trionfi berlusconiani)?

Da queste parti è molto gettonata la profezia scagliata da Nanni Moretti in quel di Piazza Navona 7 anni fa: "Ci vorranno 2 o 3 generazioni prima che si vinca di nuovo, con questi dirigenti non vinceremo mai". Diciamo che una mezza generazione è già passata: non ci resta che aspettare che passino le altre. Considerando che le penultime elezioni in realtà erano state pareggiate, più che vinte. E che le ultime sono state una sorta di caporetto.

Ieri Visco, ed il suo collaboratore nonchè direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, Massimo Romano, si sono ritrovati soli a fronteggiare gli attacchi ipocriti e deliranti da parte dell'ente più inutile di questo sciamannato paese: il Garante per la Privacy. Garante che non ha detto una parola una rispetto alle sciagurate norme Pisanu che consentono la schedatura di tutte le comunicazioni effettuate da tutti i cittadini italiani da parte delle società telefoniche, che non dice una sola parola sul fatto che tutti noi, quotidianamente, veniamo ripresi decine di volte da telecamere installate dappertutto, e cose così. Ma che è scattato immediatamente a bloccare uno dei provvedimenti più potenzialmente rivoluzionari degli ultimi decenni: consentire a tutti di conoscere quello che ognuno di noi paga per contribuire alle spese necessarie per mandare avanti questo paese.

Ed è questa miopia congenita nella sinistra che sgomenta: hanno dovuto aspettare gli ultimi giorni di vita del loro governo per varare il provvedimento più popolare dell'intera legislatura ormai terminata, almeno a giudicare dal livello di consenso che tutti i sondaggi online stanno evidenziando.

A dispetto della campagna di denigrazione scatenata da quasi tutti i mezzi di comunicazione, per cercare di convincerci che la pubblicazione online dei redditi degli italiani è la più grande iattura che ci potesse capitare. Con effetti che rasentano la comicità più totale. Ad esempio quello de Il Sole 24 ore, organo ufficiale della Confindustria. Provate per credere: da un lato ospita un articolo di un leguleio teso a convincerci che tale pubblicazione è illegale.

Citiamo letteralmente: "In conclusione, occorre fare attenzione che se, come si ritiene, la pubblicazione on-line dei redditi dei contribuenti è avvenuta in violazione delle norme e principi sopra richiamati, dovrà considerarsi illegale qualsiasi ulteriore loro pubblicazione via internet per finalità non riconducibili alla libertà di informazione, fermi i limiti del diritto di cronaca. In tal senso, le autorità preposte dovrebbero attivarsi già da subito per bloccare gli eventuali siti dove continuano ad essere resi disponibili gli elenchi (esclusi, purtroppo, quelli gestiti all'estero su cui non vi è giurisdizione) e i cittadini-contribuenti che troveranno in giro sulla rete i propri dati reddituali potranno attivare le opportune azioni per il risarcimento di eventuali danni anche morali, come prevede il Codice della privacy."

Orbene, come ci fa notare un nostro lettore, Ciccio, in un commento a questo post, lo stesso giornale pubblica l'elenco completo delle liste dei redditi 2005 trovate in rete. Fantastico: prendete sul serio quanto consigliato dal consulente de Il Sole 24 Ore: attivate azioni per il risarcimento di danni a Il Sole 24 Ore!

PS: per gli idioti che sbraitano che nessun paese al mondo pubblica on-line i dati sul reddito dei propri cittadino, prego dare uno sguardo a questo database americano.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie chart e grazie Visco.

ma insomma nessuno si schifa, consultando queste dichiarazioni, di quanto dichiarano i liberi professionisti, gli artigiani, gli industriali,i bottegai di cui ognuno di noi conosce lo stile di vita? E che, tra l'altro, si lamentano perché tartassati dalle tasse...da non crederci.

Tutti a guardare il dito e non la LUNA

Esa

Anonimo ha detto...

Dimentichi un paio di cosette però:
a) l'Italia non è l'America, nè la Scozia e tantomeno la Danimarca o qualsiasi altra evoluta democrazia Scandinava. Non penso di dover ricordare il perchè.
b) in un paese di omertosi e cacasotto, dubito che la cognizione di quanto dichiarato dal proprio dirimpettaio, porti il curiosone di turno a denunciare eventuali anomalie, sulle quali è comunque la commissione tributaria a dover indagare. Perciò voyeur, pettegoli, invidiosi e malintenzionati a parte, non vedo altri possibili beneficiari di una simile pubblicazione.
c) sull'integrità e la rispettabilità di Visco si potrebbe anche discutere. Già condannato dalla Cassazione per un reato "minore", la sua posizione nei casi Magistro e Unipol è stata alquanto nebulosa, nonostante le richieste di archiviazione, che per i potenti inquisiti in Italia sono una vera tradizione.

Anonimo ha detto...

Più sono briganti e più ti piacciono... chissà cosa pensi allora di Stalin, sarà il tuo idolo.

gloucester ha detto...

...e dire che mi ero quasi arreso:... e cercare di convincere amici e parenti della sinistra arrogante-presuntuosa-snob, che ha ragione la gggente, che è giusto il loro voto, etc.
Ma a leggere l'ultimo commento pubblicato, più di un dubbio sento riaffiorare: quale fuzzy logic spingerà un essere umano ad associare il nome di Stalin a Visco?
Il titolo qual è, SINISTRA GIUSTIZIALISTA? Ma non sono gli stessi che hanno fatto uscire tutti di prigione, che lasciano in giro clandestini e zingari a rubare, saccheggiare...
D'accordo con Esa: ma proprio nemmeno una parola sullo scandalo che si è squadernato così teatralmente nei monitor di tanti italiani?
E nessuno a chiedersi come sarà mai possibile che in una città di 600.000 abitanti come Genova, sia sufficiente un imponibile di poco superiore ai centomila euro per entrare nei primi 300 contribuenti della città!!!!

Anonimo ha detto...

Gloucester, ho semplicemente pensato ad uno dei peggiori esseri che la sinistra ha prodotto nella storia per scrivere un'ironia nei confronti di Chartitalia. Tutto qua.

Comunque questo processo contro "il ricco", contro "quello lì che ha i soldi ma non paga le tasse" in atto da giorni su questo sito è sconfortante. Sembra che avere soldi sia sinonimo di Satana. Traspare un non so che (invidia?, odio classista? boh) verso le classi più abbienti che è davvero deprimente.

Ovviamente non sono in quella fascia (nè mi avvicino, nè lo farò mai, per intenderci, in confronto ai redditi di Chartitalia io faccio la fame e comunque pago le tasse fino all'ultimo centesimo), ma se uno ha tanti soldi a me non frega nulla, sono contento per lui, se paga le tasse è meglio per tutti, se non le paga mi dispiace (ma la coscienza è sua e sono affari suoi), ma se chi critica perdesse meno tempo a vedere i redditi altrui e lavorasse di più, cercando di migliorarsi, magari salirebbe anche il suo stipendio o la sua posizione. (E' una frase "forzata" per rendere il concetto, lo dico prima così evito di sentirmi dire che è un'idiozia dai soliti bacchettoni di turno).

Ma l'Italia è fatta così, si critica tutti ma non ci si rimbocca mai le maniche e poi dopo si dice che non va bene. Basta leggere i commenti su questo blog, tanto per dire. Per fortuna pare che ora siano di più in Italia quelli che preferiscono la cultura del lavoro e non dei pettegolezzi da comari.

Anonimo ha detto...

Marcello, applicando il tuo ragionamento: lavori davvero poco se sei pagato così poco
invece di perdere tempo a leggere i blog ti conviene lavorare di più e magari guadagnerai di più

Anonimo ha detto...

Beh, proprio apprezzare l'operato di Visco... Sono un direttore amministrativo che quotidianamente si scontra con il fisco. Credo che una normativa tanto nebulosa, controversa e contradditoria, difficilissima da interpretare e da applicare quale quella messa in campo negli ultimi due anni io non l'ho mai vista in 30 anni di professione. Un esempio su tutti: l'iva sulle automobili. Ha richiesto settimane intere di studio da parte di tutti i professionisti solo per capire come districarsi. Non parliamo poi della fiscalità sugli immobili. Roba da PHD negli Stati Uniti. L'elenco potrebbe proseguire. Ma il mio scopo è portare a conoscenza della poca professionalità della persona che di fatto costituiva il "commercialista" del Governo. Per quanto riguarda le entrate, è vero: grazie a lui sono aumentate notevolmente. Ma lo ha fatto nel modo sbagliato, creando un clima di sfiducia e di oppressione fiscale che di fatto ha portato in recessione l'economia, con conseguenze che vedremo negli anni a venire. La sua quindi è una vittoria di Pirro, che comprometterà a mio modo di vedere gli esercizi futuri. Vediamo cosa sarà in grado di fare il Berlusca.

Anonimo ha detto...

Ma ho scritto che faccio la fame "rispetto a Chartitalia"... non a livello generale! :-)

Cmq penso sia consentito scrivere un post alle 23.53 di sera, che ne dite? A quell'ora solitamente non lavoro :-D

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