15 aprile 2006

Cosa sto ascoltando: Battisti in Jazz

Passata la sbornia elettorale, direi che possiamo ritornare ad occuparci anche di altro, e non solo dei deliri demenziali di tu sai chi. Di musica per esempio, e di cosa sto ascoltando in questi giorni, un album tanto insolito quanto straordinario: Battisti in Jazz.

Nella tradizione del jazz americano è normale che vengano utilizzate delle canzonette come pretesto per variazioni jazzistiche di alta classe (un esempio su tutti: My Favorite Things di John Coltrane). Beh, "canzonette" per modo di dire, visto che la gran parte sono "standard" dovuti ad autori di gran classe quali George Gershwin, Cole Porter, Irving Berlin, Hoagy Carmichael, e via elencando. Qualcosa di simile è stato tentato in Italia con l'album in questione che raccoglie una dozzina di celebri pezzi del Lucio nazionale reinterpretati dal gotha della nuova generazione di jazzisti italiani.

Uscito nelle edicole il 5 marzo 2004 (giorno del 61° anniversario della nascita) all'onestissimo prezzo di 10 euro da parte dell'etichetta Sconfini, è un ottimo esempio di come sia possibile fare musica di qualità al di fuori dei circuiti un po' beoti delle major. Era associato ad un libro, Non sarà un'avventura di Francesca Bellino, che mi sembra viceversa piuttosto convenzionale.

Narra la leggenda che Battisti non abbia mai amato il jazz tant'è che ad un concerto di Charles Mingus del 1964 a Milano, già con il primo brano volesse andar via perchè non gradiva le sonorità del jazz. Paradossalmente si ritrova invece al centro di uno strepitoso omaggio rivoltogli dai più famosi jazzisti italiani che hanno assunto la sua opera come materiale primario per le loro interpretazioni.

L'avvicinamento del jazz italiano ai pezzi di Battisti parte da lontano, dal 1972, quando Giorgio Gaslini inserì Mi ritorni in mente nel suo LP "Una cosa nuova", storica ed introvabile versione qui inclusa come ultima traccia.

La svolta avvenne tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli 80, quando il jazz italiano trovò la via dell'emancipazione dal repertorio statunitense, passando dalla condizione di 'colonia' a quella di 'stato sovrano'. Svolta portata a compimento nel 1993 quando uscirono "L'opera va" di Enrico Rava e "Tiziana Ghiglioni canta Luigi Tenco".

La gran parte delle tracce dell'album sono tratte principalmente da Ci ritorni in mente, il doppio disco-tributo a Lucio Battisti, edito nel 1990 dalla INC o da progetti personali dei singoli musicisti: All’improvviso (MBO Music, 2001) di Massimo Moriconi, Per Lucio Battisti (Philology, 2000) di Renato Sellani, A Lucio Battisti, (Philology, 2000), Secondo album, dopo Battisti! (Philology, 1997), di Tiziana Ghiglioni dedicato al cantautore reatino. Due canzoni dell’album, 29 settembre di Pieranunzi-Johnson e Umanamente uomo: il sogno, interpretata al piano da Rita Marcotulli, erano invece inediti.

Come naturale, l'album non ripropone una ripetizione ossequiosa dei brani di Battisti, ma viene proposta una reinterpretazione molto personale di alcuni tra i successi più o meno grandi di Battisti. Un ottimo esempio al riguardo è la versione di Paolo Fresu e Sergio Cossu, rispettivamente tromba harmonizer e waldorf microwave, de Le cose che pensano, forse il più bel pezzo dell'album, nonostante preso dal Battisti dell'ultimo periodo.

Molto belle anche le versioni di E penso a te, con la splendida tromba di Enrico Rava ed una strepitosa interpretazioni di Pensieri e parole da parte di Mia Martini, accompagnata da Maurizio Giammarco ed Enrico Santacatterina.

Altra presenza sorprendente nell'ambiente jazz è quella di Mango, che qui reinterpreta Non è Francesca, insieme alla Mario Raja Big Band. Non sorprende invece la presenza di Tiziana Ghiglioni, alle prese con Emozioni.

Uno splendido album che evidenzia la straordinaria vitalità del jazz italiano, dove stanno succedendo le cose più interessanti della musica italiana di questi anni.

Chiudiamo, al solito, con la mia personale classifica di gradimento dei brani inclusi in questo splendido album. In realtà, tutti i brani sono di elevatissimo livello e testimoniano la straordinaria vitalità del jazz italiano, dove stanno avvenendo le cose più interessanti della musica italiana di questi anni. Tra parentesi, il numero di traccia sul disco.
  1. Le cose che pensano - Sergio Cossu & Paolo Fresu (05)
  2. E penso a te - Enrico Rava, Riccardo Bianchi, Marco Micheli & Roberto Gatto (02)
  3. Amarsi un po' - Alessandro Di Puccio, Alessandro Fabbri, Maurizio Lazzaro, Lello
  4. Pensieri e parole - Mia Martini, Maurizio Giammarco & Enrico Santacatterina (04)
  5. I giardini di Marzo - Massimo Moriconi, Danilo Rea, Eric Marienthal & Ellade Bandini (07)
  6. Emozioni - Tiziana Ghiglioni (09)
  7. Mi ritorni in mente - Giorgio Gaslini (12)
  8. Non è Francesca - Mango & Mario Raja Big Band (01)
  9. Un'avventura - Renato Sellani, Massimo Moriconi & Massimo Manzi (08)
  10. Umanamente uomo: Il sogno - Rita Marcotulli (11)
  11. Don Giovanni - Roberto Gatto, Danilo Rea, Massimo Bottini & Battista Lena (03)
  12. Pareti & Stefano Cantini (06)
  13. 29 Settembre - Enrico Pieranunzi & Mark Johnson (10)

Voto: 9/10

Articolo precedente della serie: L'Arcangelo di Ivano Fossati

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo:si tratta di grande musica.
Ho entrambi i dischi:sia quello del 90 che quello del 2004,nonostante le poche differenze ho preso anche il secondo disco.
Il mio pezzo preferito continua ad essere "Non è Francesca".Lo trovo sorprendente,nettamente più bello ed intenso dell'originale,con un Mango mai così ispirato.

Michele-Venezia

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