14 settembre 2007

Libera Condivisione in libero Stato

"Se due persone fumano sotto ad un cartello con su scritto "Vietato Fumare" gli si ordina di smettere e gli si fa la multa; se trenta persone fumano sotto allo stesso cartello li si invita ad andare a fumare altrove. Se trecento persone fumano, si toglie il cartello". Quello riportato è un celebre pensiero di Winston Churchill che riflette splendidamente la sua filosofia di legislatore. Pare che finalmente qualcuno in Parlamento ci sia arrivato: dopo anni di leggi assurde sul diritto d'autore, quale la m(ef)itica legge Urbani, sembra che finalmente si stia lavorando ad un progetto di legge che renda pienamente legale la condivisione di file senza fini di lucro.

Beh, uno dei motivi per cui ho dato il mio appoggio alla coalizione di centro-sinistra è perchè mi aspettavo innovazioni come quella di cui stiamo parlando. A distanza di 1 anno e mezzo dal suo insediamento, questa maggioranza fa pervenire in commissione Cultura della Camera, una proposta legislativa che, se approvata, posizionerebbe l'Italia all'avanguardia mondiale in materia di diritto d'autore, adeguando la normativa alla frenetica evoluzione tecnologica di questi anni. Insomma, si apprestano a "togliere il cartello" di Churchill.

Il punto chiave è nel "se approvata". Sinora si tratta di una proposta avanzata dallo sparuto gruppo parlamentare della Rosa Nel Pugno, in particolare dal parlamentare Marco Beltrandi che ha stilato la proposta legislativa, e dal presidente della suddetta commissione Cultura, il diessino Pietro Folena, forse rinsavito dai tempi della Urbani quando si era astenuto.

Considerando le forze reazionarie e legate alle lobby delle industrie dell'intrattenimento presenti anche nello schieramento di centro-sinistra, non mi sorprenderebbe più di tanto che la proposta si arenasse e non arrivasse mai ad essere votata dal Parlamento, o che fosse impallinata da qualche cecchino al Senato, considerando la nota precaria maggioranza disponibile al Senato: figuriamoci se non vi siedono rappresentati delle varie lobby discografiche e cinematografiche in entrambi gli schieramenti.

Schieramenti che sinora sono stati supinamente ed imbecillamente accodati alle tesi dell'industria dell spettacolo che frignava che le violazioni del copyright tagliavano posti di lavoro, quando un autorevole studio recente ha dimostrato che le eccezioni alle limitazioni del diritto d'autore hanno generato un valore aggiunto del 70% superiore rispetto a quanto prodotto dal carrozzone del copyright.


"Libera Condivisione in libero Stato" Compilation

SHARE - Barry White
SHARE IT WITH ME - All About Eve
WE SHARE - The Soul Searchers
MY FAIR SHARE - Seals and Croft
SHARE WHAT YOU GOT - William Bell
SHARE THE LAND - The Guess Who
SO HARD TO SHARE - John Mayall
THIS THING WE SHARE - Charlie Elgart
SHARE MY LIFE - The Manhattans
SHARE THE END - Carly Simon
SHARE MY WORLD - DeBarge
GOT TO SHARE - Yazz
SHARE A DREAM - Cliff Richard

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sarebbe un segnale di apertura all'era del digitale che saluta il mondo dei dinosauri.

Ma non cantiamo vittoria, l'elefante in agonia è duro a scomparire.

Nel Paese dove tutti scaricano quando tutti sanno che una leggina assurda lo vieta, non ci sarebbe da meravigliarsi di qualche subdola retromarcia del deputato di turno che dica no alla riforma.

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