16 marzo 2014

Classifiche Annuali Single: Anni 2011, 2012 e 2013

Sì lo sappiamo, eravamo in ritardo cronico nonchè vergognoso. Non trovavamo mai il tempo di aggiornare le nostre mitiche classifiche di fine anno sul sito principale di hitparadeitalia.it. Alla fine ci siamo riusciti ed abbiamo aggiunto le classifiche di fine anno dei singoli dal 2011 al 2013, e pesantemente aggiornato quella del 2010 che non aveva ancora recepito il "ciclo di vita" dei brani usciti verso la fine dell'anno.

Ai più pignoli tra voi ricordiamo che mentre le classifiche settimanali che pubblichiamo su questo blog (chartitalia.blogspot.com) sono dedicate ai brani di maggior successo (includendo quindi anche classifiche non propriamente di vendita quali airplay o di ascolto quali Spotify), le classifiche pubblicate sul sito (www.hitparadeitalia.it) sono dedicate a quelle "puramente" di vendita, classifiche che ovviamente negli ultimi anni includono per i single quasi esclusivamente vendite digitali.

Ciò detto il brano vincitore dell'annata 2011 risulta Someone Like You di Adele che risulta anche la trionfatrice totale, piazzando 3 brani tra i primi 10 single più venduti dell'intera annata. A seguire un mezzo orrore (Mr. Saxobeat di Alexandra Stan) ed un orrore totale (Danza Kuduro di Don Omar). Già, sono anni difficili...

I due suddetti brani rischiano di essere dei pezzi artistici in confronto al brano trionfatore dell'annata 2012: Ai se eu te pego! del cretinetti di turno Michel Telò. Ottimo invece il brano al 2° posto, Somebody That I Used To Know dell'outsider Gotye accompagnato dalla squillante voce di Kimbra. Chiude il podio il tormentone internazionale dell'anno: la coreana Gangnam Style del bizzarro PSY.

L'annata 2013 vede (almeno sino ai primi mesi del 2014: sempre ai più pignoli ricordiamo che le nostre classifiche non si limitano all'anno solare ma consdierano l'intero cicla di vita dei brani a cavallo di più anni) vede il trionfo di Wake Me Up del fenomeno Avicii con il vocal di Aloe Blacc (tra l'altro ancora in classifica la scorsa settimana). Seguono Scream and Shout della (strana) coppia Will.I.Am e Britney Spears ed al 3° posto Try di Pink.

Bene, il resto delle Top100 annuali potete vederlo direttamente sul sito ai link segnalati. Come vedete, vari e di diversa qualità e genere sono i brani che hanno trionfato nelle annate suddette. Ma c'è una sola costante che accomuna trasversalmente tutti i brani nelle prime tre posizioni che abbiamo citato. Quale? Prenditi un po' di tempo per rifletterci.
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Fatto? Beh, nessuno di questi è italiano. Ennesima conferma che ormai siamo ridotti a colonia anglo-americana, francese, svedese, sinanche rumena o coreana. Perchè? Ho il vago sospetto che l'euro centri...



5 commenti:

ForestOne ha detto...

Io invece credo che l'Euro non c'entri proprio nulla con la scarsa presenza di brani italiani in classifica.
Sì è vero, viviamo in tempi di crisi economica, ma perchè la minore disponibilità di spesa dovrebbe penalizzare più i brani italiani rispetto a quelli stranieri?
Se non ho soldi da spendere, non compro musica e basta, non è che compro solo straniero... mica la musica italiana costa di più!
Il principio del discount tedesco o l'emporio cinese, con prodotti più economici degli equivalenti italiani, non regge dal momento che il prezzo dei brani è lo stesso e l'unica scelta la si esercita in base ai propri gusti.
Proprio quest'ultimo aspetto è secondo me il vero responsabile: i GUSTI.
Il "gusto" musicale ha senz'altro una componente innata, ma conta moltissimo anche l'ABITUDINE e l'educazione.
In questo hanno una responsabilità immensa i mezzi di comunicazione di massa tradizionali: radio, tv, pubblicità.
Se in questi media vige la prassi criminale di passare solo i brani mainstream decisi dalle major discografiche e di italiano giusto quei quattro "senatori" o i brani graditi ai bimbiminkia usciti dall'ultimo demenzial-talent... Beh, il risultato è esattamente quello che abbiamo sotto gli occhi.
A parte qualche raro momento di programmazione di nicchia, non ci sono programmi che promuovano come si deve la musica italiana CONTEMPORANEA e i siti web dedicati sono troppo settari per raggiungere il grande pubblico.
La conferma a quanto suppongo è data dal fatto che sempre più spesso i brani che arrivano al successo "a sorpresa" (anche datati) sono stati utilizzati in qualche spot pubblicitario o in qualche sigla tv: REPETITIA IUVANT!!! Eccome se iuvant!!! E se i media "repetitiano" solo Pitbull, Michel Telò, PSY o Don Omar, sò ca..i amari per tutti noi!
RADIO, FUORI LE PALLE!!! Programmate ciò che vi piace, non solo ciò per cui vi pagano le major! Oltre a differenziarvi (finalmente) ve ne sarà grato tutto il settore dello spettacolo musicale italiano.

chartitalia ha detto...

uhmm... Forestone... intanto grazie per la tua riflessione

ma la domanda è giusto perchè i media mandano in onda solo quei brani stranieri e non i nostri? perchè sono sporchi e cattivi? o solo per i gusti degli ascoltatori? quando sappiamo che in quel campo è l'offerta che crea la domanda...

insomma, credi che il potere economico non inlfuenzi queste cose? e non si tratta di non avere qualche centesimo (e nel caso dell'airplay ciò è esattamente vero: gli ascoltatori non "acquistano" niente) ma chi ha il potere di imporre certe scelte

questo potere l'abbiamo totalmente perso come nazione, così come abbiamo perso potere industriale, conseguenza della perdita del potere economico e finanziario

per dirla in altri modi, una volta avevamo influenti case discografiche che potevano investire sul mercato nazionale, se non altro perchè potevano guadagnarci di più; c'erano le CGD, le Fonit, le Carosello, la Ri.Fi, la Ricordo e la potentissima RCA Italiana

ma sopratutto, c'erano delle caratterizzazioni nazionali non c'era questo livellamento del gusto e questa internazionalizzazione massificata che vuole livellare tutti allo stesso gusto in modo che un hit possa essere smerciato negli States come in Corea, in Germania come in Romania, e l'Italia è solo una colonietta in cui, tra l'altro, nessuno compra più niente

intendevo questo quando dicevo l'euro centra? cioè centra con la dissoluzione della identità italiana così come la conoscevamo? poi ad alcuni questa dissoluzione può piacere, ad altri no, ma mi chiedevo se centrava

Miriade ha detto...

salve a tutti, volevo sapere perché nella classifica top annuali album dell'anno 2006 non è presente anna oxa col live "la musica è niente se tu non hai vissuto" visto che Wikipedia scrive a proposito di questo album che ha avuto buone vendite raggiungendo il disco d'oro?? forse non vengono contemplati gli album live nelle classifiche top annuali album? o devo pensare che Wikipedia pubblica notizie false come questa? grazie a chi mi aiuterà a chiarire i miei dubbi

Unknown ha detto...

@Chartitalia: io sono più d'accordo, invece, con l'analisi di ForestOne.
Credo, in parte, all'internazionalizzazione del sound generale del pop (basti pensare all'ultimo album di Noemi che ha tutt'altro che un suono cantautorale all'italiana...ah, tra l'altro, mi è piaciuto abbastanza). Però il problema è l'educazione dei nuovi arrivati, come anche dal punto di vista politico: le persone un pochino avanti con l'età mi hanno sempre detto: 'noi non ti informiamo, tocca a te farlo'. Ma i novizi devono essere introdotti in qualche modo all'ascolto e se tu li introduci come fanno le radio attualmente, svendendosi alle major italiane o straniere (anche se qualche hit, tipo "Somebody That I Used To Know" o "Royals", si distingue dalla massa), quei novizi ascolteranno quel tipo di musica perchè, semplicemente, non ne hanno ascoltato altra. Io devo ringraziare che fin da poco più che infante ho trovato riferimenti che mi hanno aiutato nel panorama musicale (ora sono io che me li vado a cercare, ma questo blog e le classifiche di Radio2 mi hanno dato una gran mano), ma non tutti sono appassionati di musica fino al midollo come me.

portraits inessowi ha detto...

un ottimo lavoro come sempre, questo blog non delude mai.
Grazie!!

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