03 marzo 2008

Perchè Sanremo è Sanremo?

Come saprete quest'anno abbiamo voluto seguire con particolare attenzione la (infelice) saga sanremese. Perchè, per noi che ci divertiamo con le canzonette, Sanremo è uno snodo essenziale, nel bene (raramente) e nel male (spesso). Perchè almeno per una settimana all'anno, la musica è (o dovrebbe essere) al centro del chiacchiericcio generale. Ovviamente, il parlarne non vuol dire che necessariamente dovremmo parlarne bene, come infatti non abbiamo fatto. A conclusione di questa saga, vorremmo spostare i riflettori sull'operato della commissione selezionatrice dei brani che hanno partecipato a Sanremo. Commissione che l'anno scorso è stata capace di bocciare il brano di maggior successo dell'annata, l'eccellente Bruci la città di Irene Grandi, e che quest'anno è riuscita a fare di molto peggio, così come vedrete nel prosieguo dell'articolo dovuto alla penna di Pop! A leggere i nomi esclusi c'è da pensare con rammarcio al Sanremo che poteva essere e che non è stato. Ma forse è meglio così: certamente la presenza di chicchessìa non avrebbe potuto fermare l'emorragia di spettatori e, facilmente, la colpa sarebbe stata gettata addosso ai partecipanti, bloccando le necessarie innovazioni chissà per quanto tempo ancora. Meglio così.
Chartitalia

Tra le tante polemiche che circondano questa travagliata edizione del Festival, si parla poco dell'effettivo valore musicale e dello scarso contributo che Sanremo oggi realisticamente dà nel rappresentare quelle che invece sono le eccellenze della scena musicale italiana odierna. Non voglio qui soffermarmi molto sull'eterna assenza di generi o sottogeneri vivacissimi nel panorama nazionale, e che praticamente non trovano mai spazio nell'evento musicale principe della stagione televisiva italiana (e che comunque viene tuttora ritenuto tale da buona parte della nostra industria discografica), ma è certo che il vasto panorama della musica dance -tra le maggiori voci d'esportazione della musica italiana in toto, dai tempi della italo-disco ai più recenti casi di dj/produttori come Alex Gaudino-, il sottobosco del rock di area "indipendente", persino il metal (che non rientra nei miei gusti, ma ha pure una sua dignità artistica e varie sfumature da cui si potrebbe cogliere qualche aspetto più appetibile per il "grande pubblico") e molti altri generi di presunta "nicchia" sfuggono da sempre alla logica festivaliera.

A leggere poi l'elenco dei nomi esclusi dalla commissione selezionatrice (ma che ci faceva uno come Marino Bartoletti?) prima della comunicazione ufficiale dei partecipanti all'edizione 2008, viene da pensare che -strumentali polemiche del duo Povia/Baccini a parte- quest'anno si sarebbe davvero potuto fare un altro Festival: Cristina Donà, Roy Paci, Giuliamo Palma & Bluebeaters, Pacifico, Patrizia Laquidara, Chiara Civello, il duo Magoni-Spinetti, persino i Baustelle oggi in classifica sarebbero tra gli artisti bocciati dal listone dei 20 che si sono esibiti in questi giorni. I nomi sono stati riportati da giornali e siti nelle settimane precedenti all'annuncio ufficiale, e le mie personali verifiche presso artisti e amici che lavorano in case discografiche hanno dato parecchie conferme.

Come la penso su chi era in gara lo saprete già, dai miei commenti alle prime due serate: penso che solo 5 canzoni fossero davvero all'altezza della situazione, mentre altre 2 o 3 meritano una sufficienza risicata, mentre invece molti nomi sono stati inseriti nel cast non per meriti artistici ma per una fallimentare strategia rivolta a mantenere alta un'audience che invece pare aver tradito come mai prima d'ora l'"evento" festivaliero.

E' noto che per esempio nel 2007 la "strategia baudesca" portò a bocciare una canzone come "Bruci la città" di Irene Grandi: l'unica spiegazione che se ne può dare è che il testo fosse ritenuto "poco adatto al pubblico di Raiuno", peccato che questo presunto target si stia disfacendo e che il mercato discografico stia andando in altra direzione.

Ne ho già accennato alcuni giorni fa: ritengo l'edizione 2000 di Sanremo, la seconda condotta da Fazio, con un cast apparentemente più debole ma che in realtà portò al grande pubblico artisti che tuttora costituiscono parte principale dell'ossatura dell'attuale musica italiana "di qualità" (da Carmen Consoli ai Subsonica a Samuele Bersani) la migliore degli ultimi 20 anni. Forse quella strada, frettolosamente abbandonata per ragioni misteriose -nonostante il suo risultato di audience fosse persino superiore alla tanto celebrata edizione di Bonolis "a eliminazione"- andrebbe ripresa, e con convinzione.

by Pop!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Pop ti leggo sempre volentieri e anche per Sanremo il tuo contributo è stato preziosissimo. In quanto a Marino Bartoletti, mi ricordo che nella sua mitica trasmissione sportiva "quelli che il calcio", più volte era emerso la sua passione e conoscenza dei cantanti e canzoni, non so se questo basti per far parte della giuria di San Remo. A proposito di quella trasmissione, allora partecipava Everardo della Noce, che non vedeva mai un gol, ma era un grandissimo collezionista di vinile. Tutto ciò se non ricordo male.
Un abbraccio Esa

Anonimo ha detto...

ops,
Everardo Dalla Noce, ho riletto il commento solo dopo averlo pubblicato
Esa

Anonimo ha detto...

Scusate, magari avró torto, ma una cosa la voglio dire: alla fine ho piú rispetto per gente come Minghi, Cammariere perfino Meneguzzi e Grignani che almeno a Sanremo vengono per partecipare, che non di Jovanotti, Giorgia e Fiorella Mannoia che fanno i superiori perché loro sono troppo "su" per Sanremo, ma non disdegnano la "vetrina" e l'audience di milioni (anche in annate "flop").
Secondo me i "superospiti" italiani non ci dovrebbero essere. Chi viene o partecipa alla gara o va a promuovere i suoi dischi da un'altra parte.
Allora magari avremmo dei veri "big" in gara, invece di un pesce sott'olio e l'Esmeralda argentina, e la musica italiana sarebbe meglio rappresentata.

Un'ultima cosa: da almeno vent'anni a questa parte Sanremo ha smesso di essere il festival della musica italiana. Come dice bene la sigletta, "Sanremo é Sanremo" ed é rappresentativo solo di se stesso.

Un saluto

Michela

Anonimo ha detto...

Per me una novità potrebbe essere quella di farlo presentare a un cantante di professione (nè Morandi e nemmeno Celentano).
Inoltre ai duetti con Michael Bolton e i Neri per caso, sostituirei le jame session...in cui ogni artista potrebbe improvvisare un mix dei suoi maggiori successi, magari condito da un classico sanremese; per poi in una successiva serata presentare un pezzo nuovo...

Anonimo ha detto...

jam*

Anonimo ha detto...

qualsiasi brano si presenti ad una trasmissione che termina alle due di notte, risulta indigesto.
per quanto riguarda gli esclusi si dovrebbe sapere quali brani avevano presentato.

Anonimo ha detto...

Sei ghidipallico.

Anonimo ha detto...
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