In questi giorni la band britannica Massive Attack è impegnata in un tour italiano (PalaSharp di Milano e Zoppas Arena di Conegliano). E come hanno deciso di aprire i loro concerti? Con una proiezione delle notizie sull'attualità italiana. Prima tra tutte, la vergognosa morte in carcere di Stefano Cucchi, pestato a sangue dalle forze dell'ordine. Queste sono alcune delle cose che gli spettatori hanno potuto leggere mentre scorrevano sullo schermo del palco.
"Stefano Cucchi: verità e giustizia"
"Mille telecamere a circuito chiuso per risolvere un solo caso ammette la polizia"
"Respingimenti e discriminazioni: il caso Italia sotto esame all'ONU"
"Corruzione: corsi di onestà per politici e funzionari pubblici"
"Il Parlamento attende verità 10 domande"
"Tensioni al corteo per Cucchi, polizia contestata, Basta vite spezzate"
"David Mills fu corrotto per salvare il premier"
"Migranti: il CSM contro il pacchetto sicurezza"
E cose così.
Cosa c'entrano quelle notizie nettamente politiche che scorrevano sullo schermo in un concerto musicale? Già, cosa c'entrano. E cosa c'entrano con un gruppo anglosassone? Già, cosa c'entrano?
I Massive Attack sono uno dei gruppi più d'avanguardia della scena rock. E compito dell'avanguardia è captare i segnali di un'epoca prima degli altri. E non hanno impiegato granchè a captare la drammatica situazione in cui questo paese è precipitato. Uno stato di polizia. Persone massacrate dalle forze dell'ordine. Razzismo verso i più derelitti. Corruzione tra politici e funzionari pubblici. L'informazione ridotta a lacchè di regime. Testimoni pagati per scagionare il primo ministro. Leggi che distruggono le basi del vivere civile e scagionano decine di migliaia di criminali pur di salvarne uno in particolare (indovinate chi).
E non hanno paura di questa commistione tra politica e musica: utilizzano l'una per dare valore all'altra. E viceversa.
Ma quello che ha dell'incredibile è che deve venire una band britannica a ricordare lo status comatosa della democrazia in Italia. Mentre i nostri maggiori "artisti" tacciono alla grande. A parte Franco Battiato che nella recente Inneres Auge si è lanciato sugli "extra dei rincoglioniti", nessun altro ha detto una parola sullo sfacelo italiano.
Non il miticoLiga, alle prese con "ah ma quanto erano belli gli anni della nostra adolescenza", non il miticoVasco alle prese con la sua insulsaggine, non il fighetto De Gregori che programmaticamente vuole scrivere solo canzoni d'amore (solo che ormai le scrive male), non il buon Fossati che ci ha anche provato ma troppo pavido anche lui, non l'"impegnato" Jovanotti sempre attento a non rovinare la sua carriera inimcandosi qualcuno.
Per non parlare degli Zero, dei Ramazzotti, degli Antonacci e miagolatori vari che proprio sono costituzionalmente incompatibili con qualsiasi presa di posizione. Delle "signore" non ne parliamo proprio: che siano stagionate o meno.
Insomma, un panorama mediocre sia musicalmente che moralmente. Personaggi meschini e piccini che vivono nel loro cantuccio completamente avulsi dalla realtà che pure dovrebbero elaborare e raccontare, perfettamente speculari alla casta di lestofanti che ci ritroviamo come classe politica e dirigente.
E non è davvero un caso che la musica italiana attuale è la più insulsa, vecchia e reazionaria al mondo. Mentre quella britannica è la più interessante, fresca ed innovativa che vi sia in giro. Così, tocca ai Massive Attack invocare verità e giustizia per un giovane massacrato in carcere e ricordarci in quale paese fascista ci tocca vivere.
13 commenti:
Amen!
purtroppo in questo post non c'è niente da migliorare
quello che è scritto corrisponde
alla realtà
una infinita tristezza
loris
un post -ahimé- impeccabile...
Più guardo il panorama socio-politico italiano è più incomincio a capire perchè Charles Bukowski diceva "'Umanità,mi stai sul c*zzo'.Questo è il mio motto".
Ahimé, ricordo quando nell'era immediatamente post-Tangentopoli il buon Bennato sfornò "Se son rose fioriranno"... Quanta nostalgia. :'(
Il fatto è che i cantanti italiani non sono artisti, ma insulsi professionisti del canto. E più che a fare arte, tengono a vendere dischi.
Ho appena finito di rileggere MACNO di Andrea De Carlo. Un libro che parla delle vicende di un fantomatico semi-dittatore con super potere mediatico in un'Italia (mai citata nel libro, ma i riferimenti al nostro paese e a Roma sono palesi) con tutti i suoi vizi sociali e le sue brutture politiche che emergono bene nel romanzo.
Ah, data di pubblicazione di MACNO: 1984... 25 anni fa.
Non c'è nulla di nuovo nella politica in Italia.
Il problema è complementare a quello della mancanza di coraggio anche da un punto di vista prettamente musicale. Nessuno (o quasi) vuole più rischiare mettendosi in gioco. Probabilmente anche per la crisi di mercato (ma non è una giustificazione). La cosa preoccupante è che il pubblico di solito premia la mancanza di coraggio. E questo conferma l’ipotesi che la musica italiana sia il degno specchio del vuoto culturale e civile di un paese incapace di guardare avanti. Che sia per questo che son esterofilo?
All'estero non saran tutte rose e fiori, ma i contrasti dell'America dell'era Bush sono perfettamente documentabili in musica.
Bel post! Complimenti! (quando ci vogliono, ci vogliono);)
@Marcello:
beh, mi sembra che di nuovo qualcosa ci sia: quella del 1984 era una profezia, quella del 2009 è una realtà
come ti senti ad aver contribuito all'avverarsi della profezia di De Carlo?
@ilgmk:
già, nessuno vuole rischiare mettendosi in gioco, ed i pochi che lo fanno rischiano di perdere qualche amico...
forse questa volta sono riuscito ad esemplificarti quello che centinaia di righe, in altri contesti, non sono riusciti a fare
Chartitalia, tu accentri l'attenzione sul protagonista di Macno (che peraltro è nel romanzo un personaggio semi-positivo), ma De Carlo parlava già nel 1984 di tutti i mali della politica (corruzione, marciume, favoritismi, parole inutili e a vanvera, immobilismo, ecc. --> da cui emerse la figura di Macno per dare un cambiamento al Paese) e penso che questi mali raccontati si possano indirizzare a tutto l'ambiente e su ogni corrente, senza indirizzarsi in particolar modo su Chi Sai Tu come hai voluto fare nel tuo messaggio di risposta. Ciao!
@marcello:
eh no, caro, troppo facile:
- chi è che sta cercando da decenni di cambiarsi le leggi per non farsi processare?
- chi è che si è fatto un lodo alfano?
- chi è che sta distruggendo decine di migliaia di processi, lasciando impuniti una pletora di lestofanti pur di non farsi processare?
- chi è che controlla, oltre all'intero parlamento (li ha nominati lui uno per uno), tutta la televisione pubblica, buona parte di giornali e settimanali, è proprietario di banche e assicurazioni?
- chi è stato beccato a corrompere a destra e a manca?
mischiare un rischio potenziale ed astratto come quello denunciato in un romanzo di SF (se è per questo, 1984 è del 1948) con fatti che ormai si vanno concretizzando mi sembra voler davvero fare confusione
e poi non ho capito, il semi-dittatore lo trovi positivo? è per questo che fai il tifo per il cioccolataio brianzolo?
no, eh, perchè ciò cambia tutto ed è esattamente il contrario di quanto stiamo dicendo da queste parti
così, per capire
Chartitalia, sai che ultimamente non faccio più il tifo per nessuno.
Quello che ho commentato è semplicemente un romanzo, nella quale un uomo carismatico assume il potere del Paese a furor di popolo cercando (ma fallendo) di sistemare tutti i mali che una sciagurata classe politica ha lasciato e sta lasciando in eredità.
Per questo la figura di Macno è (secondo me) "semipositiva", buone intenzioni di base di cambiare le cose in meglio.
Ora è chiaro che tu rovesci tutti i mali su S.B., ma la situazione scritta da De Carlo (simile a quella dell'intro del tuo post) non mi sembra totalmente frutto di fantasia ma è scritta ai tempi in cui S.B. stava iniziando l'epoca del biscione, abbastanza lontano dalla politica. Quindi molte cose che non andavano c'erano già...
Tutto qua, senza prendere le parti di nessuno per non turbarti! :-)
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