24 novembre 2008

Decreto "salvablog"?

Questo qui a sinistra è una nuova specie di animale che sta venendo fuori dalla mandria del PdL. Si chiama Roberto Cassinelli, è un deputato eletto in quel di Genova ed ha capito che può farsi facile pubblicità infilandosi tra i tanti vuoti e le tante idiozie sciorinate dal centro-sinistra. Il nostro amico si sta facendo paladino della libertà dei blogger avendo presentato una proposta di legge che, furbescamente, ha chiamato "salvablog", in contrapposizione a quella, infausta, pesentata da uno dei tanti cretini del centro-sinistra, denominata "ammazzablog" (sconfessata ormai anche dal suo estensore che ha stralciato l'intero capitolo dedicato a internet).

Cosa fa il Cassinelli? Propone un testo di legge altrettanto turpe rispetto a quello proposto dal centro-sinistra, però lo condisce con tanta buona disponibilità a discuterla con il "popolo della rete", per migliorarla, dice. Ben sapendo che chi ha l'ultima parola è l'attuale Parlamento che si sta dimostrando tra i più liberticidi dai tempi del Fascio.

Ci ritroveremo quindi con l'ennesima legge liberticida e con il suo autore assurto a paladino dei blogger. Il solito capolavoro di presa per il culo del PdL. Ed il solito autogol del PD che passerà per l'ispiratore della legge ammazzablog.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Che cos'ha la proposta Cassinelli di turpe? Fermo restando che, trattandosi di proposta di legge, è ad uno stadio chiamramente embrionale, quali delle sue proposte ritieni sbagliate? E perché?
Che conseguenze turpi abrevvero?
Leggo sul sito che tu stesso linki: "Lo scopo di tale proposta è quello di cancellare definitivamente ogni obbligo di registrazione per tutti i blog, le comunità virtuali ed in generale per i siti amatoriali. L'obbligo, invece, non è cancellato per i giornali on-line gestiti in modo professionale".
Ripeto, dimmi dove sta la turpitudine perché io non ce la vedo.

K

chartitalia ha detto...

Karo,
la turpitudine è nel testo della legge che non elimina alcuno dei rischi della precedente formulazione, anzi.

Cito dal testo di legge:"Il prodotto editoriale pubblicato sulla rete internet è
sottoposto agli obblighi previsti dall’articolo 5 della
legge 8 febbraio 1948, n. 47, se ha per scopo la pubblicazione
o la diffusione di notizie di attualità, cronaca,
economia, costume o politica, e se sussiste almeno una
delle seguenti fattispecie: a) il gestore o gli autori delle
pagine sono riconducibili a testate per le quali si applicano
le disposizioni di cui all’articolo 5 della legge 8
febbraio 1948, n. 47, o sono legati ad una di esse da
vincoli professionali; b) il gestore o gli autori delle pagine
ne traggono profitto; c) le pagine hanno titolo riconducibile
a testate per le quali si applicano le disposizioni
di cui all’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948,
n. 47; d) l’intestazione delle pagine riporta diciture che
le rendano analoghe o simili a prodotti editoriali sviluppati
su supporto cartaceo per i quali si applicano le
disposizioni di cui all’articolo 5 della legge 8 febbraio
1948, n. 47, (“quotidiano”, “periodico”, “settimanale”,
“mensile”, “rivista”, “giornale” ed altre diciture che, nel
linguaggio comune, abbiano simile significato; e) il gestore
o gli autori delle pagine sono iscritti nell’elenco
dei giornalisti professionisti; f) il gestore o gli autori
delle pagine percepiscono compensi periodici o saltuari
per la propria attività di gestione o redazione delle
Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI – DOCUMENTI
stesse; g) il gestore o gli autori delle pagine vendono
direttamente, o comunque percepiscono compensi correlati
alla vendita di inserzioni pubblicitarie all’interno
delle pagine medesime."

Il punto "b) il gestore o gli autori delle pagine ne traggono profitto" è così generico che può applicarsi alla totalità delle pagine web in quanto il concetto di "profitto" va anche oltre il mero guadagno economico; in ogni caso, basta che sia presente qualche annuncio AdSense per ricadere nell'obbligo della registrazione al ROC.

In pratica, non risolve alcuno delle problematiche del DDL Levi e in più c'è la beffa che assurge a paladino dei blogger. Patetico.

Anonimo ha detto...

Per eliminare le tue perplessità (che non sono peregrine) basterebbe sostituire il termine "profitto" con "lucro".
Posto che "lo scopo di tale proposta è quello di cancellare definitivamente ogni obbligo di registrazione per tutti i blog", e posto ancora che il suo creatore si dichiara disposto ad accettare proposte e suggerimenti migliorativi, perché non gli scrivi direttamente?

K

chartitalia ha detto...

@K:
non si tratta solo del punto b) ma dell'intero impianto; in estrema sintesi:
1. il testo proposto non semplifica né snellisce la precedente normativa ma, anzi, sotto più aspetti ne aumenta la complessità interpretativa.
2. lascia sostanzialmente invariati i rischi prospettati dal ddl levi: un blog personale che pubblica notizie corredate da qualche annuncio AdSense rischia i reati di stampa. E aggiunge nell'elenco degli a rischio anche qualsiasi giornalista che pubblicasse notizie (e non opinioni) in indipendenza.
3. è poco armonizzato col diritto internazionale e non risolve la necessità di un testo unico aggiornato in base all'evoluzione tecnologica.

Ripeto: il Cassinelli è a caccia di gonzi e, dopo tanta bella discussione in rete con tutti i blogger, la cosa rimarrà lettera morta. Scommettiamo?

Anonimo ha detto...

@chartitalia

Mi spiace ma non condivido del tutto.

> il testo proposto non semplifica
> né snellisce la precedente
> normativa ma, anzi, sotto più
> aspetti ne aumenta la complessità
> interpretativa

Non mi pare affatto più complessa da interpretare rispetto a diverse altre disposizioni. Detto ciò, la complessità interpretativa (che, ripeto, qui non mi pare sussistere) non è necessariamente sinonimo di cattiva legge, e viceversa vi sono leggi semplicissime che sono ingiuste.
Direi che questa critica mi sembra debole.

> lascia sostanzialmente invariati
> i rischi prospettati dal ddl levi

Non direi proprio. Nelle intenzioni e nel testo (che comunque è provvisorio) si esclude l'obbligo di registrazione dei blog A MENO CHE questo non abbia "per scopo la pubblicazione
o la diffusione di notizie di attualità, cronaca,
economia, costume o politica, e se sussiste almeno una
delle seguenti fattispecie" (segue l'elenco).
Noto da subito come l'obbligo di registrazione sussista solo se il blog ha scopi di diffusione di notizie. Non solo. A tale scopo si devono aggiungere almeno una delle condizioni indicate dalle successive lettere a-g. Tali condizioni prevedono (in sintesi estrema) che il blog non sia riconducibile (anche occultamente) ad una testata giornalistica esistente, ovvero che i suoi curatori non ricevano compensi (anche attraverso pubblicità).

> un blog personale che pubblica
> notizie corredate da qualche
> annuncio AdSense rischia i reati
> di stampa

No, non è così: se è un blog personale che pubblica occasionalmente delle notizie non rischia nulla perché non "ha per scopo la pubblicazione o la diffusione di notizie". Se invece è un blog che le pubblica di continuo allora non è un blog personale, ma un modo per pubblicare notizie in barba alla legge.

> aggiunge nell'elenco degli a
> rischio anche qualsiasi
> giornalista che pubblicasse
> notizie (e non opinioni) in
> indipendenza

Qui invece ti do ragione. Anche io sono un po' perplesso di fronte al contenuto della lettera "e" delle condizioni (come per la lettera "b", quella del profitto, ma ne abbiamo già parlato).
In effetti, dal tenore della norma, avviene quello che dici tu: un giornalista che pubblica notizie indipendentemente (cioè le scova, le scrive, le pubblica sul blog) sarebbe soggetto all'obbligo di registrazione.
Però qui il discorso credo sia più ampio: se accettiamo come giusto che vi siano delle leggi sulla stampa, che impongano determinati obblighi per chi diffonde notizie, allora credo che anche il giornalista indipendente che si pubblica le notizie sul suo blog non possa sfuggirvi.
Diverso è il caso del ragazzino o del comune cittadino che in via del tutto occasionale pubblica una notizia sul suo blog personale, da quello del (o dei) giornalisti (iscritti all'albo) che per il mezzo del proprio blog potrebbero di fatto dare vita ad una vera e propria testata.
È un'opinione personale, ma penso che il problema comunque sussista e sia giusto affrontarlo.

> è poco armonizzato col diritto
> internazionale e non risolve la
> necessità di un testo unico
> aggiornato in base
> all'evoluzione tecnologica

Questa è una critica di lana caprina. Al di là che vorrei capire cosa intendi con "poco armonizzato con il diritto internazionale", se volessimo eliminare dall'ordinamento le leggi italiane che non sono in armonia con il diritto anche solo dell'UE, faremmo un'ecatombe.
Semmai capirei una critica diversa: "è una proposta che è in distonia con le legislazioni di altri paesi europei sulla medesima materia". Ma dovresti anche dirci cosa prevedono le legislazioni di questi altri paesi. Io confesso di non saperlo.
In ogni caso questa pecca (ammesso che esista), come pure quella di non risolvere la necessità di un testo unico in materia, è una critica di tipo sistematico e non ha nulla a che vedere con il contenuto, in sé, della norma.

K

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