04 marzo 2007

Sanremo: Il Festival della Televisione Italiana

Una canzone dura mediamente 3 minuti. Quest'anno in gara ve ne erano 34 (20 Big + 14 Giovani). Per presentarle tutte almeno 3 volte nelle 5 serate di durata del Festival sarebbero stati sufficienti: 3 x 34 x 3 = 306 minuti, pari a circa 5 ore. Il totale della programmazione televisiva del 57° Festival di Sanremo è stata di oltre 25 ore, quindi circa il 20% del tempo totale. Questi banali calcoli da soli dimostrerebbero la marginalità della canzone nell'evento Sanremo che è, totalmente, un evento televisivo.

Ma, ovviamente, non si tratta solo di questo. Pensate all'ossessione dei dati dell'Auditel. Se andate a vedere una partita, il fatto primario che si commenta è chi ha vinto o chi ha perso, mica quanti spettatori erano presenti allo stadio. Se andate a vedere un film, il fatto primario che si commenta è se era bello o era brutto, mica se la sala era piena o meno. Viceversa, per Sanremo il fatto primario che si commenta non è chi ha vinto o chi ha perso nè se le canzoni erano belle o brutte ma qual è stato lo share e quanti spettatori ha certificato l'Auditel (tra l'altro, con metodologie piuttosto tarocche).

Ancora: se anche si discute di qualità, più che di quella delle canzoni si discute della qualità dello spettacolo. Tant'è che le risorse economiche non sono mica indirizzate verso chi la musica la fa (autori, cantanti ed orchestrali) ma verso i presentatori e verso le ospitate. La musica con Sanremo c'entra quindi solo relativamente, mentre c'entra esclusivamente lo spettacolo televisivo.

LO SPETTACOLO TELEVISIVO

E lo spettacolo televisivo è stato mediocre. Dopo quasi un lustro in cui Sanremo l'avevo evitato come la peste, sono tornato a cercare di vederlo, ma con scarsi risultati. Morfeo mi ha accolto invariabilmente nelle sue braccia dopo 20 minuti la prima serata, 15 la seconda, 30 la quarta. Ormai è una sorta di riflesso condizionato: appena sono davanti ad uno schermo televisivo, le palpebre si fanno pesanti. Tant'è che sono in preda a colpi di sonno anche solo passando accanto ad un negozio di televisori con gli apparecchi accesi...

Lo spettacolo dicevamo, di una mediocrità assoluta. Noioso, prevedibile, insulso. Come la coppia di presentatori, di una volgarità devastante, soprattutto quella di "pippa" Baudo: un mix di umorismo da nonno di campagna rimbambito, un machismo da dopolavoro ferroviario, un'arroganza cialtrona condita da una pelosità stomachevole. L'episodio ricordato da Christian nel suo post sull'ipocrita omaggio a Giuni Russo è da iscrivere in una ideale Enciclopedia dell'Ipocrisia.

La mediocrità, che è la cifra stilistica di Baudo, tutto devasta e sommerge. Tant'è che anche un eccellente autore quale Sergio Bardotti, incluso nel team di autori dei testi del Festival (non delle canzoni, ma dei patetici siparietti tra una canzone ed un'altra), viene trascinato nella mediocrità generale. Per la stima che abbiamo di questo grandissimo paroliere, gli concediamo il beneficio del dubbio in quanto non sappiamo quale sia stato il suo peso relativo, considerando che nel team vi erano altri 5 autori che mi sembra equo indicare: Furio Andreotti, Giulio Calcinari, Riccardo Cassini, Claudio Fasulo ed Enrico Magrelli.

La volgarità della vispa michelle è invece cosa ordinaria al cospetto dei quella del pippone nazionale. Il successo della Hunziker è uno dei tanti misteri nazionali: ha la grazia di una marionetta stile totò-a-colori, ride istericamente (per lo più a sproposito), ha un umorismo da asilo mariuccia, ha una voce stridula sgradevolissima, non sa ballare, non sa cantare. In compenso ha l'avvenenza di una cozza. E per assicurarsi simili qualità i geni della tv di stato hanno sborsato qualcosa tipo 1 milione di euro. Non sono scandalizzato per la cifra, ma solo dalla dabbenaggine della dirigenza Rai che avrebbe potuto scegliere tra centinaia di altre conduttrici che avessero almeno 1 difetto in meno rispetto ai tanti della vispa michelle, ad un decimo del costo.

LO SPETTACOLO MUSICALE

Per giudicare le canzoni, ancora una volta, non possiamo prescindere da Baudo. Occorre ricordare che il nostro eroe era anche il direttore "artistico" del Festival. Tradotto, è stato lui a scegliere tutte le canzoni in gara, predefinendo e distribuendo i vari ruoli necessari per l'implementazione di uno spettacolo nazional-popolare, cioè baudista: i cantautori "impegnati" alla Simone Cristicchi e Fabrizio Moro su temi "sociali" quali un'antimafia di maniera o le sofferenze di un malato di mente suicida; la tradizione tenorile all'italiana vecchia (Al Bano) e nuova (Piero Mazzocchetti), la "classe" di interpreti d'annata (Johnny Dorelli, Nada, Milva, Antonella Ruggiero) e non (Amalia Grè, Tosca), un contentino per i "giovani d'oggi" (Zero Assoluto, Paolo Meneguzzi, Velvet), un colpetto a destra (la famiglia Bella e quella Facchinetti ) ed uno a sinistra (Paolo Rossi, Daniele Silvestri), e così via. Si sa, il baudismo è al di sopra delle parti.

E figuriamoci se il baudismo poteva esimersi nel predefinire vincitori e perdenti secondo gli opportunismi del momento, tifando spudoratamente per questo o per quello ed influenzando pesantamente il voto "popolare". Gli arbitri venduti alla Ditta Moggi erano dei campioni di neutralità al riguardo. Basta pensare alla tirata a Cristicchi, incoronato vincitore già alla prima esecuzione del suo brano, così come il sermone retorico antimafia in occasione della performance di Moro.

Certo, anche nei Sanremo dell'epoca d'oro i risultati erano ampiamente manipolati, ma era fatto in qualche maniera dall'interno dell'industria discografica, diretta da discografici di razza che sapevano fare il loro mestiere e sapevano cogliere ed anticipare le tendenze. Ora l'industria discografica è in mano a manager mediocri, privi di qualsiasi passione -e competenza- musicale, tant'è che puntano su personaggi quali Paolo Meneguzzi o Gigi D'Alessio. Mentre i vincitori vengono predefiniti da un guitto teso a massimizzare e a ribadire il suo potere personale (eminentemente televisivo) piuttosto che a massimizzare gli interessi dell'industria musicale.

Ah, un'altra cosa. Almeno una volta si preoccupavano di non palesare il fatto che le votazioni erano manipolate. Ora neanche questo. Avete visto il "notaio" che ha comunicato i risultati finali? E sopratutto, avete visto il suo taglio di capelli? E' lo stesso di Danilo Coppola, il bancarottiere arrestato in questi giorni. Ma come è possibile fidarsi di un notaio con un taglio di capelli del genere?

LE CANZONI

Ok, dopo questo doveroso pippone (giusto per restare in tema) sull'evento Festival in generale, la ribalta sanremese alla fin fine ruota, seppur marginalmente, intorno alle canzoni, ed in qualche modo occorre parlarne. Lo facciamo alla nostra maniera, tramite classifiche. Quelle ufficiali le conoscete già, o comunque, potete trovarle facilmente (vi consiglio una visita al più bel sito in rete dedicato a Sanremo: festivaldisanremo.com).

Ve ne proponiamo una inusuale ma che rappresenta una forma di rilevazione diretta dei gusti del pubblico (nonostante l'ambiguità che tale espressione riveste, considerando che alla fin fine si cerca quello che già si conosce): la hit parade dei video di Sanremo maggiormente visualizzati su YouTube, senza neanche distinguere tra Big e Giovani.
  1. La paranza - Daniele Silvestri - 52.510
  2. Appena prima di partire - Zero Assoluto - 28.575
  3. Pensa - Fabrizio Moro - 23.939
  4. Ti regalerò una rosa - Simone Cristicchi - 22.951
  5. Vivere normale - Francesco e Roby Facchinetti - 21.932
  6. Il senso della vita - Elsa Lila - 13.751
  7. Malinconiche sere - Piquadro - 11.739
  8. Musica - Paolo Meneguzzi - 11.633
  9. Ninna nanna - Mariangela - 8.483
  10. In Italia si sta male (si sta bene anzi che no) - Paolo Rossi - 6.768
  11. The show must go on - Milva - 5.094
  12. Schiavo d'amore - Piero Mazzocchetti - 4.936
  13. Senza me ti perderai - Leda Battisti - 4.753
  14. Canzone fra le guerre - Antonella Ruggiero - 4.654
  15. Guardami - Stadio - 4.018
  16. Ama - Romina Falconi - 3.954
  17. Luna in piena - Nada - 3.923
  18. Il terzo fuochista - Tosca - 3.823
  19. Bivio - Stefano Centomo - 3.247
  20. Tutto da rifare - Velvet - 2.787
  21. Amarsi per sempre - Amalia Grè - 2.682
  22. Forever Per Sempre - Marcella & Gianni Bella - 1.950
  23. Oltre il giardino - Fabio Concato - 1.512
  24. Non piangere - FSC - 1.025
  25. Peccati di gola - Patrizio Bau - 805
  26. Nel perdono - Al Bano - 611
  27. Meglio così - Johnny Dorelli - 546
  28. Chissà se nevica - Mango - 334
  29. Non ho tempo - Pier Cortese - 158
  30. Amore ritrovato - Sara Galimberti - 0
  31. La vita subito - Jasmine - 0
  32. L'immagine che ho di te Marco Baroni - 0
Nessuna presenza risulta disponibile su YouTube per i soli 2 brani: La ballata di Gino dei Khorakanè e Napoleone azzurro dei Grandi Animali Marini , tra l'altro due delle proposte più interessanti tra i Giovani.

Daniele Silvestri quindi stravince tra il popolo della rete che, pur non rappresentando la totalità dei consumatori di musica, senza ombra di dubbio è costituito da gente che la musica l'ascolta e rappresenta quindi un campione molto significativo per avere un'idea di quali saranno i brani più di successo del festival. La paranza, quindi, ma anche Appena prima di partire degli Zero Assoluto e le due vincitrici: Pensa di Fabrizio Moro e Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi. Da notare l'ottimo piazzamento di Mariangela che, brutalmente sbattuta fuori la prima sera, risulta al 9° posto nella classifica dei video. Beh, è uno dei pochi brani che sono riuscito ad ascoltare la prima sera e tutto sommato non mi sembrava malaccio. Bah, forse è stata ritenuta troppo hot per la fantasmatica e bacchettona giuria di questo festival della prostata.

Infine, pur con tutte le approssimazioni e la casualità degli ascolti, vorrei stilare la personale classifica dei brani di mio maggior gradimento.

BIG
  1. La paranza - Daniele Silvestri
  2. Il terzo fuochista - Tosca
  3. Amarsi per sempre - Amalia Grè
  4. Canzone fra le guerre - Antonella Ruggiero
  5. Luna in piena - Nada
GIOVANI
  1. Amore ritrovato - Sara Galimberti
  2. La ballata di Gino - Khorakanè
  3. Ninna nanna - Mariangela
Che dire. Un grande passo per la televisione ed un piccolo passo per la canzone italiana.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

In questo straziante Festival dell'Unità ehm... pardon, di Sanremo, vince solo la Gialappa su Radiodue. Almeno mi hanno fatto divertire per un po' di sere !

Anonimo ha detto...

concordo quasi su tutto con quello che hai scritto. Fasulo lo conosco benissimo avendoci lavorato per ben 4 anni. E' un "cugino" di Fabrizio Frizzi, simpatico quanto vuoi, bolognese affabulatore ma non un vero autore. La sua carriera alla Rai è stata la seguente: "cugino" di Frizzi, l'anno dopo promosso a "segretario personale". Il terzo anno era diventato autore. Meritocrazia sul campo?

Non concordo solo su alcuni personaggi che tu metti tra i primi 5:

Khorakanè : non mi piacciono proprio. Non mi piace la sonorità della loro musica, non mi piace quello che rappresentano, non mi piace che copino un gruppo che disprezzo come i Modena City Rambles, non mi piacciono le canzoni di "riferimento".

Cristicchi: già ho detto tutto quello che dovevo dire sull'argomento. Le ruffianate e i raccomandati di ferro non mi sono mai stati molto simpatici. Questo non toglie che Cristicchi abbia sicuramente frecce al suo arco (che non contemplano questa canzone)

A.Ruggiero: classe, stile e glamour. Ma che palle..! Chi se la sente una canzone così? Si può dire "che bella" quando l'ascolti in tv ma di certo non metti il cd nel lettore. Sarà per questo che la Ruggiero è sempre ben recensita ma assolutamente mai "comprata"?

La mia top 8 è la seguente - ma non in ordine di preferenza. Perchè sono generi troppo diversi tra loro che mi è impossibile fare delle preferenze assolute
Nada - per il suo (VERO) anticonformismo e la sua voglia di fregarsene di quello che la gente penserà al di là del video.
Tosca - perchè mi ha stupito e mi ha fatto ricredere sul suo personaggio fino a questo momento assolutamente anonimo
D.Silvestri - perchè mi è sempre piaciuto e perchè lo trovo il più intelligente in assoluto
J.Dorelli - perchè l'Italia ha finalmente un Tony Bennett di riferimento e perchè ha dimostrato una gran classe e capacità di emozionarmi
Marcella Bella - perchè è sempre stata una mia passione da quando ero piccolo ed anche se non ha una grande canzone mi ha fatto piacere averla rivista a Sanremo con una canzone meno "burina" di quell'UOMO BASTARDO che portò un paio di anni fa

Tra i giovani Sara Galimberti, I Grandi Animali Marini, Bau e Mariangela.

chartitalia ha detto...

ERRATA CORRIGE: oops, tra le mie preferite avevo saltato il pezzo di Amalia Grè, tra l'altro impreziosito oltre che da un eccellente arrangiamento, da una divertentissima mimica dell'ectoplasma Grè.
Cuntè, Christian: così Cristicchi passa al 6° posto e quindi non rientra tra le nomination...

Anonimo ha detto...

Eppure basterebbe eliminare il concetto di gara, per elevare il tasso qualitativo della manifestazione.

Farei notare due aspetti di questo Festival: l'incontrastabile ego di cui Baudo è dotato,lo ha spesso portato a sovrapporre la voce a quella della Hunziker; che diverse volte è rimasta senza nulla da dire. Praticamente ogni parola della soubrette svizzera è costata alla Rai quanto un barile di greggio.
Speriamo serva ad abbassare il prezzo della benzina.

Personalmente trovo meno indecente la vittoria di Cristicchi che la performance di Paolo Rossi.
Certi personaggi (Gaetano) andrebbero lasciati riposare in pace ma se proprio si vuole rievocarli, stento a credere che non esista qualcuno più capace di questo cencioso pseudo-comico

gloucester ha detto...

E' tornato l'impegno. Evviva. Che palle! C'è qualcuno in grado di spiegare alla gggente e anche a Baudo che il problema non è l'impegno ma l'intelligenza? che se ascolto una canzone non mi aspetto di leggere la cronaca di Napoli o un saggio sulla povertà, perche se volessi approfondire questi argomenti comprerei un quotidiano ed entrerei in una libreria? E' così anarchica come tesi che su nessun quotidiano o notiziario televisivo ha trovato spazio? Che il novanta per cento delle più belle canzoni mai scritte non ha niente a che vedere con la trattazione di temi sociali o politici, etc. bensì con l'intelligenza, buon gusto di chi scrive musica e testo e dell'interpretazione che, a sua volta, ha a che con cose che si chiamano TALENTO, SENSIBILITA', PERSONALITA' etc. etc.
I WANT TO HOLD YOUR HAND, per dire la prima che mi viene in mente, è quasi la canzone pop perfetta. L'impatto che ebbe quando uscì non è nemmeno da ricordare - diede inizio alla Beatlemania negli States, etc.; ebbene, il testo non dice molto di più di quanto il titolo faccia intendere. Non era decisamente, sulla base di alcuno standard, una canzone impegnata. Credo, tuttavia, che persone molto colte, molto intellettuali e soprattutto molto intelligenti avrebbero voluto avere il talento, la fortuna, l'"occasione" di scriverla al posto di Lennon-McCartney.
"Il nostro amore era l’invidia di chi è solo la mia ricchezza la tua allegria", "Quei giorni trascorsi a rincorrere il vento a chiedere un bacio e volerne altri cento" sono versi di canzoni da favola, con status di classici, ma le direste "impegnate"? Considererete Azzurro meno fantasticamente perfetta quando qualcuno vi dirà che non è una canzone impegnata? Anche gli stessi cantautori, quelli con la c maiuscola, quelli "impegnati" degli anni settanta, facciamo De Gregori e Guccini: non sono canzoni d'amore Alice, Rimmel Atlantide Renoir o Incontro, Canzone quasi d'amore, Eskimo? Molto ben scritte, al punto da fissare standard difficilmente superabili, ma nient'altro che canzoni d'amore.
Detto questo e tralasciando la responsabilità di Rimmel-album, non canzone, nell'aver distrutto non solo il mercato dei singoli in Italia, lasciandolo preda delle canzoni per bambini, sigle tv e di: cuginidicampagna, santocalifornia, homosapiens giardino dei semplici, etc. etc.; ma soprattutto di aver creato uno spartiacque che in pochi anni ha cancellato l'artigianato pop che fino a qualche anno prima (fino al 1973?) era in grado di produrre qualità e buon gusto, a dei livelli totalmente impensabili da anni a questa parte; costringendo le case discografiche a cercare nuovi De Gregori, nuovi Venditti, nuovi Vecchioni, senza capire che non erano così facilmente riproducibili (ricordo gli sforzi di promozione della Rca per Pigro di Ivan Graziani).
Detto questo, dicevo qualche riga fa, le due canzoni vincitrici non sono neanche malissimo e Cristicchi è molto molto bravo, a prescindere da tutto.
Ho trovato totalmente insopportabile e fastidioso il coté "macho" di Baudo: i continui riferimenti sessuali, ammiccare ma anche toccare abbracciare, invadere: con Joss Stone, o con la Battisti, per esempio, l'ho trovato proprio imbarazzante

gloucester ha detto...

Ah dimenticavo: spiace chiamarlo in causa per così poco ma Monsieur Proust, tra le tante cose sagge di cui ha infarcito il suo interminabile opus, disse:
"un'opera in cui siano contenute teorie (politiche, sociali) è come un regalo a cui abbiamo lasciato attaccato il cartellino del prezzo".
... mutatis mutandis ...

Anonimo ha detto...

bellissima citazione, gloucester...sono totalmente d'accordo!

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