04 giugno 2007

Un Grande Vecchio # 2

Pur non andando a messa, anch'io mi sorbisco la mia dose domenicale di omelie. Solo che anzichè pervenirmi da un megafono del Vaticano, mi perviene dalla penna di un grande, grande vecchio: Eugenio Scalfari. I suoi editoriali domenicali hanno insieme i rari doni della sintesi e della chiarezza ed i 10 minuti investiti nella lettura sono quelli meglio spesi per capire cosa sta avvenendo nel troiaio che è la politica italiana.


L'editoriale di ieri era dedicato alla (incredibile) vicenda tra il vice minsitro Visco ed il comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale e consiglio caldamento a tutti di leggerlo per intero. Qui ci limitiamo a riassumere i punti essenziali della questione, così come li ha magistralmente sintetizzati il nostro grande vecchio.

1. Speciale presenta a Visco qualche mese fa un piano di avvicendamenti comprendenti l'intero quadro di comando della G. d. F. Motivazione: è prassi che ogni tre anni gli incarichi siano avvicendati per ragioni di funzionalità.

2. Visco esamina il piano e vede che l'avvicendamento riguarda tutti i comandi salvo quelli di Milano e della Lombardia. Ne chiede ragione. Speciale, in ottemperanza, si impegna a riformulare il piano includendovi i comandi della Lombardia.

3. Visco sa benissimo il motivo dell'esclusione dei generali e dei colonnelli che hanno incarichi dirigenti a Milano: si è formato da anni in quella provincia un gruppo di potere collegato con il comando generale di Roma. Risulta a Visco che quegli ufficiali abbiano "chiuso gli occhi" su gravissime irregolarità verificatesi nel sistema delle intercettazioni telefoniche, avvenute nel corso di scalate finanziarie a banche e a giornali.

Alcuni di quei documenti sono stati trafugati e consegnati a giornali di parte per la pubblicazione. In alcuni casi le intercettazioni non sono neppure arrivate all'ufficio del Pubblico Ministero ma trafugate prima e consegnate ai giornali senza che la magistratura inquirente ne avesse preso visione.

4. Passano i giorni e le settimane ma Speciale non consegna il nuovo piano di avvicendamento.

5. Nel frattempo lo stesso Speciale avvisa, all'insaputa di Visco, il procuratore della Repubblica di Milano che i comandi della G. d. F. milanese stanno per essere sostituiti. Il procuratore si preoccupa per i nuclei di polizia giudiziaria che operano ai suoi ordini effettuando inchieste delicate e importanti. Speciale lo invita a mettere per iscritto quelle preoccupazioni. Arriva la lettera del procuratore. Speciale la mostra a Visco.

6. Visco, dopo aver riesaminato la pratica, telefona a Speciale per manifestare la sua sorpresa e il suo malcontento. Speciale mette in vivavoce la telefonata alla presenza di due alti ufficiali che ascoltano la conversazione.

7. Il tribunale di Milano, richiesto di verificare lo stato dei fatti in via di accertamento, esclude che esista alcuna indebita interferenza da parte di Visco.

8. Speciale rende pubblico il conflitto in atto presentandolo come un'interferenza di Visco sull'autonomia della G. d. F.

Di qui i seguiti politici che conosciamo e che portano all'autosospensione di Visco dalla delega sulla G. d. F. e alla rimozione di Speciale dal comando generale per rottura del rapporto fiduciario tra lui e il governo.
Dove sia in questa arruffata vicenda l'attentato alla Costituzione e alla democrazia denunciato con voce stentorea da Berlusconi e da tutti i suoi alleati, Casini compreso, è un mistero.

Certo, Visco è altrettanto piacevole di un dentista che sta per cavarti un dente, ma è incredibile che sia l'unico esponente di governo a pagare l'impopolarità del risanamento dei conti pubblici, deciso e sostenuto da larghi strati dei soliti potentati, Confindustria inclusa, quella che si lamenta delle troppe tasse da pagare, dopo che sono stati gli unici beneficiari della riduzione del "cuneo fiscale".

Ma la cosa più incredibile è che una parte di questa maggioranza, l'Italia dei Valori di Di Pietro (mea culpa, mea maxima culpa), non si è lasciata scappare l'occasione per unirsi alla opposizione più becera per affossare una delle poche persone capaci dell'attuale governo, uno che è riuscito a far diminuire l'evasione fiscale solo con la sua faccia truce.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto l'editoriale. Mi sembrano in larga parte considerazioni condivisibili, eccetto la ricostruzione su cui è incentrato il post, Perchè espone troppi fondati sospetti che la rendono verosimile, ma poche prove.

Anonimo ha detto...

beato te chartitalia.con la tua testa si vive felici.

Anonimo ha detto...

Per la serie "due campane suonano meglio di una"...

sono l'anonimo delle 11 e 49.
Come ho scritto, la ricostruzione dei fatti mi pareva verosimile ma priva di riscontri.
Ad esempio, citare addirittura la messa in funzione del vivavoce, suppone che Scalfari debba essere stato informato da uno dei tre che hanno assistito alla telefonata, oppure egli stesso si sarebbe dovuto trovare all'interno di quella stanza.
Escludendo entrambe le circostanze non resta che la ricostruzione faziosa.
Sono andato sul blog Di Di pietro (collega di Visco, ministro della medesima maggioranza) e quel che viene fuori è un quadro totalmente diverso da quello dipinto dal grande vecchio Eugenio.

Chi avesse la bontà di vedere e ascoltare questo filmato, potrebbe rendersene conto:

http://www.youtube.com/watch?v=5rxULRVs69Q

Ne riporto un brano.
"L'anno scorso a pochi giorni dall'insediamento del Governo, il viceministro Visco, con un appunto manoscritto, dice al Comando Generale della Guardia di Finanza, al Comandante Speciale, "devi trasferire immediatamente il Comandante del Nucleo Regionale della GdF di Milano, il Comandante del Nucleo Regionale della Polizia Tributaria della GdF, il Comandante della Compagnia della GdF, il Comandante del Nucleo di Polizia Giudiziaria della GdF". La testa pensante dell'organizzazione investigativa della Finanza a Milano.
Cosa stavano facendo, queste persone? Stavano collaborando così a fondo con la Procura di Milano su delicate indagini da aver ricevuto, quindici giorni prima, un encomio. Stavano facendo indagini sull'Unipol, su Banca Antonveneta, sulla scalata al Corriere e così via: le indagini più delicate in materia finanziaria e bancaria.
Perchè vengono richiesti questi trasferimenti? "La richiesta è immotivata", così dice il Comando Generale al Procuratore Generale della Repubblica di Milano, a verbale.
Rispetto a questo fatto, bisogna capire perchè è stato mandato il Presidente del Consiglio in Parlamento a dire che era un normale avvicendamento. Non lo era. Il normale avvicendamento avviene col consenso delle parti, eventualmente dopo una serie di proposte tra gli amministratori e gli interessati. Questi si voleva fossero mandati via dalla sera alla mattina. Il Comando Generale, però, dimostrando la sua autonomia dalla politica aveva risposto: "spiegami perchè, altrimenti non lo faccio" e così è avvenuto. E' intervenuto il Procuratore Generale della Repubblica di Milano e non se n'è fatto niente.
Dopo un anno, sotto elezioni, la vicenda è stata tirata fuori in maniera strumentale, ma il problema che si pone è del tutto politico: al Presidente del Consiglio è stata passata l'informazione che quello era un normale avvicendamento. Quanto meno è stato un errore di valutazione ma certamente normale non è.
Rispetto a tutto questo mi sono permesso di dire che la strumentalizzazione c'è e la conosciamo, ma bisogna capire perchè si volevano spostare quelle persone. Questo è il quesito che ho sottoposto e per questo sono stato messo sotto processo ancora una volta. Questa è l'Italia."

chartitalia ha detto...

è un po' di tempo che considero Di Pietro dalla parte del problema piuttosto che della soluzione; guarda caso la sua versione coincide perfettamente con quella della destra, quindi altrettanto faziosa

link, per link, oggi c'è un ulteriore articolo sul tema che forse aggiunge elementi di "verosimiglianza", anche questo molto interessante da leggere

comuqnue mercoledì ne dovremmo sapere qualcosa di più visto che è prevista una relazione in parlamento della vicenda

Anonimo ha detto...

Mah...le relazioni in parlamento fatte da questa gente lasciano il tempo che trovano.
ieri sera guardavo la puntata di Report.
Ad altre latitudini, in qualche maniera sono riusciti a liberarsi dei cialtroni che li governavano. Qui nonostante tutto, sono sempre gli stessi. mah.

Anonimo ha detto...

Bellissimo, veramente un grande vecchio. Lui e il suo giornalaccio sono i maggiori responsabili storici di come è la sinistra adesso e della schifezza che è diventata.

gloucester ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
gloucester ha detto...

Anche per me la lettura degli editoriali domenicali di Scalfari è diventata negli ultimi tempi un’ancora provvisoria di galleggiamento in mari-problemi di arduissima comprensione; segnatamente, negli ultimi tempi, l'affare Telecom, il risiko bancario e appunto la questione-Visco, la cui ricostruzione si è dimostrata comunque corretta, ancorché non completa (cfr. articoli di Giuseppe D'Avanzo del 4 e 5 giugno).
I "riepiloghi" domenicali di Scalfari sono un'area di esercizio della ragione, dell'intelligenza che, nello sgretolamento di senso che sembra coinvolgere qualunque aspetto della vita politica italiana, rappresentano vere e proprie fonti di razionale lucidità, a cui si rende quasi necessario abbeverarsi settimanalmente. E dire che fino a qualche tempo fa non lo sopportavo granché; ricordo, per esempio, tanti anni fa, per le elezioni politiche del 1987, una vera e propria campagna a favore di De Mita, che me lo aveva reso a lungo totalmente infrequentabile.
Eccellente la citazione che chiude l'ottimo articolo di D'Avanzo di martedì, in cui riferendosi al sistema politico italiano attuale prende in prestito le parole pronunciate da Giosué Carducci nel 1883, in occasione del quinto ministero Depretis, "dove uomini e partiti non hanno idee, o per idee si spacciano affocamenti di piccole passioni, urti di piccoli interessi, barbagli di piccoli vantaggi: dove si baratta per genio l'abilità e per abilità qualcosa di peggio".
Non mi è ben chiaro il post di Anthony: per quale ragione un quotidiano sarebbe responsabile delle derive attuali della sinistra? Mi pare che sia vero esattamente il contrario: sembra quasi che Repubblica, ma anche il Manifesto, si siano assunti l'improbo, spesso imbarazzante e quasi penitente onere di attutire e rendere meno appariscente l'orrore e la profondissima vacuità dell'attuale banda che sta al governo e che fino all'anno scorso è stata all'opposizione.
Nella peggiore delle ipotesi, eventualmente, non ha fatto altro che rappresentarla e darne conto.

Anonimo ha detto...

perchè volevano piazzare un delinquente inetto come Speciale alla corte dei conti però, ancora riesce a spiegarlo nessuno. per quale motivo il direttore dell'ansa è stato rimosso per aver diffuso la notizia altrettanto. ci illumini scalfari

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