Lamberto Dini, il bell'uomo qui a sinistra (ribattezzato Ranocchio dalla stampa di Destra ai bei tempi delle carnevalate della Commissione Telecom Serbia), è uno di quei personaggi che confermano tutto il male possibile che solitamente si pensa della classe politica. E anche di più. Ci sentiamo in dovere di richiamare un suo brevissimo resumé.
La sua prima esperienza lavorativa la fa entrando nel Fondo Monetario Internazionale (FMI), quella benemerita istituzione di beneficenza che si prodiga per far sì che vi siano sempre dei popoli derelitti verso cui poter fare della beneficenza. Vi effettua una carriera strepitosa divenendo responsabile per l'Italia, Grecia, Portogallo e Malta dal 1976 al 1979. Ma sopratutto, sposa Donatella Pasquali, vedova di un miliardario bergamasco che ha ereditato vaste proprietà in Costarica. Ah, per inciso, la tuttora consorte di Dini, è stata condannata poche settimane fa a 2 anni e 4 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta per un crack da 40 miliardi del 2002.
Comunque, nel 1979 l'allora Presidente del Consiglio, Francesco Cossiga, lo nomina Direttore Generale della Banca d'Italia dove resta sino al 1994. Si dimette per diventare Ministro del Tesoro chiamato direttamente da Berlusconi che stava formando il suo primo governo. Si ritrova quindi al governo senza che nessun elettore gli abbia mai dato un voto. E mica finisce qua. Nel gennaio del 1995 si ritrova Capo del Governo del Ribaltone che mise fine alla prima esperienza di governo di Berlusconi, che l'aveva imbarcato solo pochi mesi prima.
La cosa "divertente" è che la sua esperienza a capo del governo fu resa possbile dalla sinistra radicale, da cui si staccarono i Comunisti Italiani che appoggiarono il governo sino al 1996. Con le elezioni di quell'anno, aderì all'Ulivo di Prodi che vinse le elezioni e si ritrovò a ricoprire il posto di Ministro degli Esteri per l'intera legislatura.
Nelle scorse elezioni fu eletto grazie ai voti dell'Ulivo quando fu nominato senatore in un posto sicuro grazie alle liste bloccate conseguenti alla porcata di legge elettorale attuale. Quindi Dini si ritrova in Parlamento non ad opera del suo (scarso, se non nullo) peso elettorale ma grazie ai voti della lista dell'Ulivo.
Orbene, questo figuro, che a malapena rappresenta se stesso, forte di ben 4 parlamentari (3 senatori ed 1 deputato) sta ricattando l'intera coalizione dicendo che o accettano il "suo" programma nella sua interezza o lui non vota la fiducia. Cioè, sta dicendo che i suoi 4 parlamentari, devono imporre il loro programma al resto degli oltre 400 parlamentari, dopo che si era condiviso il programma, anche con la sinistra radicale.
E quale sarebbe questo fantastico programma che, a detta del marito della condannata per bancarotta fraudolenta, dovrebbe essere accettato nella sua interezza? Fondamentalmente: risanamento del debito pubblico e tagli delle tasse alle imprese. Bene. Esattamente quanto il governo Prodi ha già fatto in questo anno e mezzo. Il debito ha avuto una drastica riduzione ed il cuneo fiscale è stato tagliato interamente dal lato imprese.
Ovviamente, la cosa è del tutto pretestuosa e questo professionista del voltar gabbana ne sta preparando l'ennesima, apprestandosi a ritornare nelle braccia di coloro che l'hanno accusato di aver preso tangenti nell'affaire Telecom Serbia.
Comunque, il senatore Dini, se avesse un minimo di coerenza avrebbe un modo semplicissimo per manifestare il suo dissenso: rimetta il suo mandato nelle mani di chi glielo ha conferito. Che è stata una segreteria di partito e non i cittadini che NON l'hanno eletto. Detta in altri termini: si dimetta da parlamentare. Insomma, si tolga dai coglioni.
30 dicembre 2007
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5 commenti:
Sottoscrivo in pieno tutto quello che hai scritto. Chi sei? Posso entrare in contatto con te? Scrivi da qualche parte? Un abbraccio, Alessandro
beh, il mio contatto email puoi trovarlo in alto a destra nella pagina
Complimenti per l'analisi, purtroppo è tutto vero! Se l'italia va male è colpa di questi soggetti qua Dini, De Gregorio,Bordon, Binetti...
In un paese normale europeo democratico un politico con una moglie condannata per bancarotta se ne dovrebbe andare e non farsi più vedere dalla vergogna, questo invece insieme a tre senatori pretende di decidere le sorti del paese.. perchè il partito dei liberaldemocratici non l' ha formato prima delle elezioni.. speriamo in un colpo secco!!
anc'io sono d'accordo con l'anonimo che ha fatto l'analisi dell'esperienza di Lamerto Dini, tranne l'ultimo vocabolo ovviamente. Io avrei detto, solamente si tolga.... Ho voluto fare una battuta ma certi onorevoli e non solo Dini di onorevole hanno poco. Quando pensano di far cadere il governo solo per le loro scaramucce, dimostrano che dell'Italia e di come andrà a finire non glie ne importa proprio niente. Dovrebbero dimostrare più senso del dovere e rispetto verso gli italiani che rappresentano.
ma veramente volevate tenere in piedi questo governo pietoso?
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