31 gennaio 2008

Carta canta

In Italia abbiamo l'Agenzia delle Entrate più creativa dell'Universo. Del genere, "vieni avanti creativa". E' l'unica che è riuscita a stabilire che la email è un documento analogico e non elettronico, fregandosene altamente che la "e" che compare davanti a "mail" sta giusto per electronic. Ma la cosa non finisce qui. L'ultima (o la penultima, vista la facilità con cui l'Agenzia diffonde circolari e comunicati) aberrazione interpretativa da parte di questa ineffabile Agenzia, riguarda la fatturazione elettronica. In estrema sintesi: la legge consentirebbe di evitare qualsiasi utilizzo della carta per tutte le fasi del ciclo di vita della fattura: dalla emissione, alla trasmissione sino alla conservazione, grazie all'utilizzo della firma digitale. Ma per i buontemponi della Agenzia delle Entrate la cosa si può fare solo se la fattura viene dapprima stampata e poi scannerizzata.

Probabilmente non avrete mai avuto a che fare con una fattura, ma non ci vuole molto a capire più o meno come avviene il processo. Una fattura viene, ormai universalmente, prodotta digitalmente tramite appositi programmi gestionali. Dopodichè viene usualmente stampata su carta in duplice copia: una va al cliente e l'altra viene mantenuta dal fornitore che l'ha emessa. Dopodichè entrambi devono conservarla per 10 anni.

Ora, da diversi anni è stata asserita dal legislatore la perfetta equivalenza tra documento analogico (quello su carta) e documento digitale (quello che esiste solo sui computer) e che le fatture possono essere tranquillamente gestite a livello digitale, senza quindi necessità di passare attraverso la carta in tutte le sue fasi del ciclo di vita. In particolare, è possibile sia evitare la stampa della propria copia, ma anche quella da inviare al cliente, così come la spedizione via posta tradizionale (quella consegnata dai postini). E va da sè che poi, quello che verrebbe conservato per 10 anni sarebbe un file e non un pezzo di carta. Con ovvi benefici per tutti in termini di tempo, di velocità, di trasparenza, e di ...alberi.

Il tutto viene reso possibile da apposite norme (emanate dal CNIPA) che, grazie alla firma digitale ed alla marca temporale, rendono immodificabile e certo il documento digitale (insomma, i taroccamenti tipo Parmalat, in cui fotocopiavano il logo di aziende per contraffare i documenti, non dovrebbero essere più possibili).

E questa è la legge. Ma cosa fa sapere la nostra "creativa" Agenzia delle Entrate. Sì, certo, puoi conservare la fattura per 10 anni in formato digitale, ma ciò non toglie l'obbligo di stamparla in duplice copia! Cioè, secondo la sfrenata fantasia dei nostri esattori delle tasse, dopo averla prodotta digitalmente, la fattura va stampata su carta in duplice copia di cui una inviata al cliente che ne fa quello che vuole. Se si intende conservare digitalmente la propria copia, questa va poi passata su uno scanner (in pratica ne viene fatta una fotografia) e solo dopo questa può essere conservata digitalmente.

La follia. Sfido qualunque responsabile informatico (sano di mente, ovviamente) di qualsiasi azienda ad adottare un processo del genere, in cui si sommano tutti gli svantaggi del processo tradizionale più gli svantaggi del processo digitale, non avendo in compenso alcun beneficio.

Ma la cosa ancora più divertente è che nella Legge Finanziaria di quest'anno sono state introdotte delle norme (i commi dal 209 al 214 del primo articolo) che impongono ai fornitori delle amministrazioni pubbliche di adottare la forma elettronica per la gestione di tutto il ciclo di vita delle fatture emesse nei loro confronti. Ma non si capisce come questo possa avvenire in presenza della suddetta interpretazione da parte della Agenzia delle Entrate.

Insomma, la solita schizofrenia tra le diverse anime della Amministrazione dello Stato, con la solita invadenza in campi altrui da parte di questo o quel corpo. Nel caso specifico, non si comprende perchè la suddetta Agenzia, anzichè limitarsi ad applicare quello che è scritto nella legge, debba lanciarsi nelle interpretazione più "esotiche" che sono diametralmente opposte allo spirito della legge stessa. Che è quello di favorire l'adozione generalizzata del documento informatico e svincolarsi dai supporti fisici (leggasi: carta).


"Carta canta" Compilation

VOLTA LA CARTA - Fabrizio De Andrè
DIGITAL BLUES - J.J. Cale
PROPOSITI DI CARTA - Luciano Rossi
CASTELLI DI CARTA - Sergio Turra
IL FOGLIO DI CARTA - Jairzinho
PEZZI DI CARTA - Nilla Pizzi
DIGITAL JUMPING - Alberto Baldan Bembo
LA CARTA SOTTO - Enrico Ruggeri
UOMO DI CARTA - Gianni Nazzaro
LA CARTA VINCENTE - Gino Paoli
DIETRO UNA PORTA DI CARTA - Michele Zarrillo
DIGITAL WORLD - Kelis
CARTA STRACCIA - Alberto Radius

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tipicamente italiano.

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