- Smooth - Santana feat. Rob Thomas
Successo intergalattico dei Santana che, a distanza di 30 anni dal loro periodo d'oro, realizzano il loro maggior singolo di successo, surclassando "Black Magic Woman" che sino ad ora era stato il singolo che aveva venduto di più. Il brano resta per 12 settiman al nr. 1 della Billboard Hot 100 tra la fine del 1999 e l'inizio del 2000, contribuendo significativamente al successo dell'album SUPERNATURAL da cui è tratto. Scritto originariamente dal compositore Itaal Shur, il pezzo fu rielaborato dal cantante dei Matchbox Twenty, Rob Thomas, che voleva farlo interpretare a George Michael. Ma poi lo intepretò lui stesso come demo per Santana che, dopo averlo sentito, lo volle inserire nel suo nuovo album e decise che doveva essere Thomas stesso a cantarlo. "Smooth" vinse tre grammy award nel 1999: disco dell'anno, canzone dell'anno e migliore collaborazione. - Corazon espinado - Santana feat. Manà
Santana spopola all'interno del nostro team e conquista anche il secondo posto di questa nostra classifica di gradimento. Anche questo è scritto da un componente di un altro gruppo, Fher Olivera dei Manà, ed è ospitato all'interno del fortunatissimo album SUPERNATURAL del 1999. Come il precedente, spopola ai Grammy Awards, questa volta nella sezione Latin del 2000. - Porcelain - Moby
Ennesimo (sesto!) estratto da un altro fortunatissimo album del 1999, PLAY dell'artista techno Moby, rilasciato a giugno 2000 in UK e ad agosto negli States, Porcelain costituisce forse la vera perla dell'album. - Mambo craze - De-Phazz feat. Pat Appleton
Delizioso brano di una leggerezza e di una godibilità praticamente perfette. E tutto questo da una produzione tedesca! La cosa sa di miracoloso. Altrettando delizioso il videoclip, con le immagini stilizzate ispirate ai giochi d'ombra cinesi. - Sex Bomb - Tom Jones feat. Mousse T
Altra resurrezione di una star anni '60-70 dopo quella di Santana, ancora con un album, RELOAD, uscito nel 1999 ma con i relativi singoli estratti ripetutamente in classifica durante il 2000. Così come nell'album di Santana, la formula è quella di farsi accompagnare da diversi artisti contemporanei. Nel caso del brano in questione, con il DJ tedesco (ancora!) Mousse T. - Desert rose - Sting feat. Cheb Mami
I duetti si sprecano quest'anno (o meglio, il precedente, visto che anche questo è stato pubblicato nel 1999 con successo ottenuto prevalentemente nel 2000). Si tratta di una collaborazione tra il cantante inglese ed il cantante algerino Cheb Mami, ed entrambi si esibiscono in versi in lingua araba. Nel video originale compare Sting su una Jaguar, cosa ch è poi stata utilizzata dalla casa automobilistica per una serie di spot commerciali. - If I could turn back the hands of time
R. Kelly è spesso salutato come l'erede della grande tradizione soul americana, sulla scia di Marvin Gaye, Al Green o Stevie Wonder. Forse un po' più "costruito" e meno originale dei precedenti, comunque il suo repertorio annovera pezzi di tutto rispetto, come questa ottima ballata (tratta dall'album del 1998, R.) dove il protagonista sogna di volare indietro nel tempo. - Man! I feel like a woman
E addirittura da un album del 1997, è tratto questo spiritoso brano della cantante country (country!) Shania Twain: COME ON OVER, che detiene il primato di album country più venduto di tutti i tempi. Si tratta del settimo singolo estratto da quest'album e forse quello internazionalmente più noto, grazie ad un video di chiara ispirazione femminista, dove viene rifatto il verso al video di "Addicted to love" di Robert Palmer. - Rose rouge - St. Germain
Splendido pezzo che fonde jazz e musica house in una sintesi praticamente perfetta, dove svetta un sax strepitoso. Il nome St. Germain è l'ennesimo alias utilizzato dal musicista elettronico Ludovic Navarre, dopo quelli di Sub System, Deepside, LN's, Modus Vivendi, Nuages e Soofle. Il pezzo è tratto dallo straordinario album TOURIST, da godere per intero.
Per non essere tacciati di esterofilia a tutti i costi, iniziamo la carrellata con un paio di pezzi italiana di ottima qualità, e addirittura con un pezzo dei canzonettisti Matia Bazar, orfani di Antonella Ruggiero, che a Sanremo di quell'anno presentarono una godibilissima Brivido caldo, con la nuova cantante Silvia Mezzanotte. Anche l'altro brano che segnaliamo proviene dal Sanremo di quell'anno, e non dal Club Tenco, ma proprio dalla manifestazione principale. Anzi, è quella che addirittura vinse quell'anno: Sentimento della Piccola Orchestra Avion Travel, grazie ad un colpo di mano della giuria di qualità che toglie la vittoria a Gerardina Trovato che aveva spopolato nel televoto con "Gechi e vampiri". Nel tempo sono caduti nel dimenticatoio sia il pezzo della Trovato che quello degli Avion Travel, nonostante il testo di "Sentimento" sia uno dei più belli mai presentati sul palcoscenico sanremese.
E giusto per liquidare la produzione italiana, segnaliamo la definitiva affermazione di uno dei pochi talenti emersi nell'ultimo decennio (pochi non perchè non ve ne siano, ma perchè non emergono), Carmen Consoli, di cui ricordiamo almeno tre pezzi di tutto rispetto: L'ultimo bacio dalla soundtrack dell'omonimo fortunato film di Muccino, In bianco e nero e Parole di burro. Curiosamente altre due segnalazioni italiane provengono ancora da Sanremo: La tua ragazza sempre, calssificatasi addirittura seconda, grazie alla mitica giuria di cui sopra. E Tutti i miei sbagli ad opera del gruppo più interessante del periodo, quei Subsonica scomparsi quasi nel nulla negli ultimi anni. Ah, tra l'altro anche la citata "In bianco e nero" proveniva da quel Sanremo, gestione Fabio Fazio: probabilmente musicalmente il migliore dell'ultimo decennio. E giusto per non smentirci, segnaliamo ancora un pezzo da quel Sanremo: Noel dei Lythium dalla sezione giovani, omaggiato del premio della critica. Infine: un pezzo degli (all'epoca) alfieri dell'hip-hop nostrano, gli Articolo 31 con la spassosa Guapa Loca ed un curiosissimo pezzo (Per una poma) in dialetto lumbard, lariano per la precisione, da parte di un curioso cantautore che si fa chiamare Davide Van Desfroos, al secolo Davide Bernasconi.
E prima di immergerci nella solita copiosa produzione anglofona, una doverosa segnalazione per l'originale cantautore spagnolo innamorato della musica italiana, che ha preso in prestito il cognome da Renato Carosone ed il look da Fred Buscaglione. Tonino Carotone coglie in estate un inatteso successo con la sua Me cago en el amor, contenente i versi ormai divenuti cult: "E' un mondo diffizile e vita intensa felicità a momenti e futuro incerto". Di tutt'altro genere, ma sempre in lingua spagnola, lo spensierato pezzo tipicamente estivo dei Negrocan con la loro Cada Vez.
Ma, al solito, la parte del leone la fa la produzione anglofona. Iniziamo con il tema principale del 19° film su 007, interpretato questa volta dai Garbage: The World Is Not Enough con la splendida performance della voce solsita Shirley Manson. Un'altra voce femminile, l'irlandese Enya, è la protagonista di Only Time, bel pezzo bizzarramente spesso utilizzato in associazione con le immagini dell'attacco terroristico dell'11 settembre. Ancora una splendida figura femminile ad interpretare In These Shoes?, la sfortunata Kirsty MacColl tragicamente scomparsa lo stesso anno, con un pezzo inserito poi nella colonna sonora di "Sex and the City" in una cover di Bette Midler. E sempre una voce femminile, quella di Roisin Murphy dell'ottima band di dance elettronica, i Moloko, per l'accattivante Pure Pleasure Seeker.
Qualche veloce citazione per alcuni pezzi di interpreti "mainstream" che però non sono affatto disprezzabili: a partire dal Robbie Williams con una indovinata She's The One, proseguendo con gli U2 di Beautiful Day, passando dalla ballata Rise di Gabrielle, e sinanche dalla cover di American Pie da parte di Madonna. E visto che siamo sul pop andante, mettiamoci pure una insolitamente efficace Jennifer Lopez con una ottima Let's Get Loud, e addirittura Life Is A Rollercoaster di Ronan Keating. Ancora: la Maria Maria del redivivo Santana (accompagnato questa volta da The Product G&B), la Stars dei Roxette, la By Your Side della fascinosa Sade ed un paio di pezzi dell'ottimo Moby: Why Does My Heart Feel So Bad? e Find My Baby.
Sempre per il genere "easy listening" alcuni pezzi piuttosto godibili. Ad iniziare dal tormentone "ladidada" di My Heart Goes Boom dei franco-tedeschi French Affair capitanati dalla graziosa solista Barbara Alcinor, per proseguire con quello della ottima Rome Wasn't Built In A Day dei Morcheeba, che fanno il bis con Be Yourself, si continua con l'altro tormentone di Lady (Hear Me Tonight) di Modjo e terminiamo con il godibile pezzo dei Sonique It feels so good. E a proposito di tormentoni, non possiamo non segnalare uno tra i più curiosi, un furbesco brano strumentale intitolato Busindre reel di tale Hevia che ha imperversato per diversi mesi con la sua cornamusa in versione pop.
Anche il rock più o meno duro ha le sue perle nell'annata. Da segnalare certamente la Original Prankster degli Offspring, la eccellente Warning degli ottimi Green Day, la delicata ballata Through Her Eyes dei Dream Theater e, naturalmente, i Limp Bizkit con Take A Look Around.
Altri ottimi pezzi, in ordine sparso: la splendida The Great Beyond dei R.E.M., scritta appositamente per la colonna sonora de "Man on the moon" con l'insopportabile Jim Carrey; molto belle anche due pezzi di "black soul" quali la Carmen Queasy, nobilitata da un featuring di Skin degli Skunk Anansie per l'album di Maxim del gruppo The Prodigy e la I Try della voce rauca di Macy Gray.
Infine, una manciata di interpreti poco noti dalle nostre parti ma che hanno presentati dei pezzi niente affatto male nel corso del 2000. Iniziamo con il gruppo (inglese, ovviamente, visto che la musica statunitense è ancora in pieno coma hip-hop) dei Goldfrapp con il loro singolo di esordio, Lovely Head; proseguiamo con un altro gruppo inglese, Chicane, di cui segnaliamo una coppia di pezzi: No Ordinary Morning e Autumn Tactis. Una splendida Sophie Ellis-Bextor fa trovare l'america in UK al dj italiota Spiller, prestandogli la voce (e reinventandolo) ad un pezzo strumentale denominato Groovejet. Una menzione anche per due pezzi completamente diversi: uno "acid house" di Adamski, In The City, ed uno che più "pop" non si può: She's so high del canadese Tal Bachman.
Articolo precedente della serie: Hit Anno per Anno: 1952
2 commenti:
nel 2002 non c'è non mollare mai
di gigi d'alessio
nel 2002 non c'è non mollare mai
di gigi d'alessio
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