No, non si tratta di un errore di digitazione del celebre motto latino. Vogliamo proprio riferirci ad una cosa misteriosa denominata ACTA, solito (orribile) acronimo che starebbe ad indicare l'Anti-Counterfeiting Trade Agreement che una manciata di paesi sta cucinando e che rischia di cambiare pesantemente, ed irreversibilmente, la nostra quotidianetà. Quali sono questi paesi e cosa si sta negoziando?
I paesi che stanno cucinando questo ACTA sono i maggiori detentori di diritti su proprietà intellettuale: Stati Uniti, Unione Europea, Svizzera, Giappone e simili. Cosa si sta negoziando è un accordo che, trasformato in legge dai vari Stati aderente, dovrebbe sbaragliare la pirateria in ogni sua forma.
Beh, parlare di "paesi" che stanno negozianso è un po' un eufemismo. In realtà, il gruppo di lavoro che sta mettendo a punto le future regole che comanderanno, e sanzioneranno, i nostri futuri comportamenti non sono propriamente i nostri rappresentanti più o meno liberamente eletti, bensì un manipoli di rappresentanti dell'industria dei contenuti e di detentori di diritti di proprietà intellettuale. Insomma, una lobby molto ristretta di privati con precisi e circoscritti interessi, cui viene delegato il potere di decidere sulla quotidianità di miliardi di cittadini di tutto il mondo.
Punto Informatico elenca sinteticamente quello che questa lobby ci sta regalando: ennesimo inasprimento delle pene per i contraffattori che agissero con o senza l'intento di trarne guadagno, l'organizzazione di una task force transnazionale composta di personale proveniente dalle forze dell'ordine e da rappresentanti dell'industria, nuove procedure per esaminare dispositivi e contenuti che varcassero le frontiere, un ruolo attivo per i provider trasformati in cani da guardia su quanto i propri clienti svolgono in rete.
Insomma, i peggiori incubi possibili ed immaginabili che da anni l'industria culturale sta tentando di realizzare riuniti in questa tetra sigla: ACTA. E tutto ciò senza che le associazioni di cittadini possano partecipare o anche solo esaminare i documenti che stanno mettendo a punto sulle nostre teste. Tanto, basterà che uno di questi organismi sovranazionali quale il WIPO o il WTO emetta una direttiva per obbligare poi tutti gli Stati aderenti a recepirla e a trasformarla in legge nazionale.
E così i nostri comportamente quotidiani stanno per essere decisi al di fuori di qualsiasi processo decisionale che ci coinvolga: rivoluzione del ruolo dei provider di connettività, criminalizzazione del P2P, ridimensionamento del fair use, blindatura dell'economia dei farmaci. E, ciliegina sulla torta, obbligo per gli Stati a foraggiare campagne e rappresaglie contro coloro che attentano alla proprietà intellettuale. Oltre alla beffa, ovviamente non ci risparmiano neanche il danno.
Ma sì. Continuiamo pure a discutere dell'appassionante dibattito se il male assoluto fosse il fascismo del ventennio nero o solo le leggi razziali frutto di quel regime. Scusate l'interruzione.
17 settembre 2008
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