Con circa un decennio di ritardo, i detentori dei diritti iniziano a capire che è da coglioni continuare a fare la guerra ai propri clienti. Ed iniziano a fare accordi con un minimo di buonsenso. E se è arrivato a capirlo sinanche la SIAE vuol proprio dire che ormai la cosa è divenuta oltremodo scontata.
E' di ieri l'accordo tra la SIAE e la piattaforma di condivisione di video YouTube. I diritti sui brani ascoltati online su YouTube saranno pagati da YouTube in proporzione al numero di accessi di utenti italiani alle pagine contenenti opere tutelate dalla SIAE.
Così, anzichè passare il tempo a far rimuovere questo o quel video, ora il gioco è a far caricare il maggior numero di video della propria opera direttamente dagli utenti che sino a ieri erano criminalizzati. Facilitando quello che qualsiasi sano di mente avrebbe dovuto capire da tempo: sfruttare il lavoro degli appassionati per promuovere e diffondere le proprie opere.
I proventi, naturalmente, sono quelli derivanti dalle inserzioni pubblicitarie presenti sulle pagine sulla piattaforma video di proprietà di Google. Più saranno i clic sulle pubblicità visualizzate e più gli artisti incasseranno. Google assicura la presenza di sofisticati sistemi antifrode che neutralizzano clic "artificiali", quelli eseguiti solo per gonfiare gli accessi.
Beh,l'accordo avrebbe anche, teoricamente, del "rivoluzionario" in quanto non è riservato alle opere protette dalle case discografiche ma è sufficiente che siano protette dalla SIAE. Quindi, sempre teoricamente, aperto anche a brani autoprodotti da artisti indipendenti, senza che siano scritturati con questa o quella etichetta.
Si va così realizzando il sogno del juke-box universale, da cui scegliere qualsiasi brano si abbia in mente. Cosa che già la prodigiosa piattaforma di Google ha praticamente realizzato, al costo però di una estrema volatilità (un brano magari lo si trova un giorno, ma se si prova a memorizzarne il link, non è detto che lo si trovi il giorno dopo sotto quello stesso link). Ecco, ora magari sarà possibile puntare ad un determinato brano con una buona probabilità di ritrovarlo anche a distanza di mesi ed anni.
Certo, non tutti gli ostacoli sono rimossi in quanto la giungla dei diritti è molto folta (questioni geografiche, diritti connessi, veti incrociati anche di singoli detentori), però direi che è un bel passo in avanti. Stiamo a vedere.
30 luglio 2010
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2 commenti:
Bene! :-DD
Un attimo, stiamo parlando davvero della SIAE che tutti conosciamo, no?
Youtube ha dato un dito, in SIAE pretenderanno di spolpare l'intero braccio. Questione di giorni.
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