16 maggio 2011

Eurovision Song Contest: La Finale

European Song Contest 2011: Ell & Nikki portano il festival in Azerbaijan.
Cala il sipario su Düsseldorf e viene archiviata questa 56° edizione dell'Eurovision Song Contest. La vittoria è andata all'Azerbaijan rappresentato dal duo Ell & Nikki con Running scared, brano piuttosto melodico e di presa immediata che, oramai, sappiamo quanto sia importante per affermarsi in concorsi come questi che si basano sul giudizio d'impulso e su un solo ascolto (lo dicevamo nel post precedente che era un tormentone-che-entra-dritto-in-testa...).

A quanti storcono il naso pensando "ma che razza di festival è questo, dove vince una canzone nientmeno che dell'Azerqualcosa?", chiariamo subito che l'Azerbaijan, esattamente al contrario dell'Italia, stava da anni cercando pervicacemente di vincere l'ESC, investendoci un bel pò di soldoni; il brano vincitore è di sapore assolutamente occidentale, non ha nulla della tradizione di quel paese e non sfigurerebbe in nessuna playlist radiofonica, accanto alle solite hit da classifica. Infatti il brano è stato completamente "confezionato" in Svezia dalle mani di sapienti produttori...

L'anno prossimo, pertanto, l'Eurovision Song Contest si svolgerà a Baku, capitale dell'Azerbaijan... Se siete del tipo: "Papà, 'ndo stà l'Azerbaijan?" - "E che ne so, è tu madre che mette a posto la roba", andatevi a vedere dov'è sulla cartina.

Per il resto, considerazioni in libertà senza grosse strutturazioni.

1- Il brano italiano di Raphael Gualazzi si è piazzato al secondo posto! Da una parte si tratta di un risultato a sorpresa, visto che l'Italia mancava da 13 anni e che premia un artista un pò lontano dagli stereotipi del personaggio/brano festivaliero che a detta di tutti ha grande classe e talento. Evidentemente l'atmosfera jazz del ragazzo pesarese deve essere piaciuta agli europei, se non altro per l'originalità. Partito in sordina nelle votazioni, a 3/4 deve aver fatto venire il coccolone ai funzionari RAI: Gualazzi stava rischiando di vincere e a noi l'anno prossimo ci toccava organizzare... Esattamente quello che si paventava ed il motivo per cui ce ne siamo andati dall'ESC... Meschini!

2- La qualità dei brani - I brani presentati all'ESC provengono da selezioni popolari che vengono fatte nei rispettivi paesi. E' ovvio che ne scaturisce uno spettacolo pop, e così deve essere considerato. Oltre la metà dei brani potrebbero tranquillamente essere trasmessi dalle nostre radio in quanto perfettamente intercambiabili con brani più blasonati che ci sfracellano i maroni in airplay. Ma un briciolo d'orgoglio e d'iniziativa da parte delle radio a variare un pò, no eh? Se così fosse, mi aspetterei di vedere programmate sin da domani "Čaroban" di Nina, "New Tomorrow" degli A Friend In London e "What about my dreams?" di Kati Wolf...

3- I superfavoriti - non lo sono stati affatto: i Blue per l'UK hanno fatto una figuraccia barbina; evidentemente non basta un nome (che in verità non ricorda più nessuno) e un bel faccino se poi porti un brano banalotto... Il tenoretto francese Amaury Vassili non se l'è filato nessuno... La Danimarca ha pagato lo scotto di aver plagiato il brano... L'Estonia che piaceva tanto ai bookmakers è finita ultima! L'unico che ha confermato di essere così... "Popular" è stato lo svedese Eric Saade che ha chiuso 3° alle spalle di Gualazzi.

4- Lo spettacolo - è stato come al solito molto bello e godibile: la Fortuna Arena di Düsseldorf (uno stadio di calcio riadattato in una arena al chiuso IN SOLE 6 SETTIMANE!!!!) è stata un'orgia di luci e colori con una regia ad orologeria! Bravi.

5- La Rai - per non smentirsi, ha dato l'ennesima prova del provincialismo snob da cui siamo affetti... L'ESC è il più grande spettacolo musicale trasmesso in Europa: lo scorso anno 100 milioni di persone lo hanno seguito nei rispettivi paesi, ognuno guardando le medesime immagini dell'Eurovisione mandate in onda pari pari dalle tv nazionali. E cosa ti fa la Rai? Pone all'Eurovisione la condizione che per rientrare nella manifestazione deve poter "personalizzare" la trasmissione delle immagini, facendo un "programma nel programma" con la Carrà in studio ed i commenti degli ospiti, neanche fosse "Quelli che il calcio"... E siccome siamo una emittente a cui tengono (siamo i terzi contribuenti...), hanno acconsentito al mediocre spettacolo di ieri sera. Possibile che solo noi italiani non siamo in grado di assistere ad un evento tal quale, così come viene goduto da 100 mioloni di persone? Ci serve per forza il commento? Per la prossima volta mi aspetto una rissa tra opposte fazioni, che fa un sacco di ascolto!

6- I voti distribuiti dall'Italia - 1 punto alla Francia, 2 alla Grecia, 3 alla Serbia, 4 a Bosnia&Herzegovina, 5 all'Islanda, 6 alla Germania, 7 all'Ucraina, 8 alla Moldavia, 10 a UK, 12 alla Romania. Solo noi e la Moldavia (per buon vicinato) abbiamo dato il massimo alla Romania. Mi fa piacere pensare che le tante preferenze arrivate per quel paese siano state date proprio dai tanti connazionali che vivono e lavorano da noi.

Bene, sia che lo abbiate seguito, sia che abbiate fatto altro, sia che l'abbiate amato, sia che l'abbiate odiato, lascateci pure le vostre impressioni.
Feel your heart beat!

By ForestOne

Qualche nota aggiunta dal tenutario del blog. M'ero ripromesso quest'anno di seguire anch'io almeno la finale dell'Eurofestival (come lo si chiamava una volta). Ma congiunzioni astrali sfavorevoli mi hanno consentito di collegarmi solo per la parte finale, quella delle votazioni.

Beh, tanto di cappello agli organizzatori. Sono riusciti a trasformare la fase delle votazioni in un vero e proprio spettacolo molto intrigante, nonostante la RAI abbia fatto di tutto per rovinarla, con i commenti spesso idioti del pubblico di commentatori che spesso coprivano le votazioni con i loro commenti idioti. Da noi (a Sanremo, intendo) la fase delle votazioni la tengono nascosta e nell'attesa dei risultati ci ammanniscono numeri di una noia e lungaggine mortale quando hanno tra le mani l'aspetto più divertente della competizione.

A votare erano 43 paesi e questa fase è durata un'oretta buona ma era uno spettacolo osservare la classifica che si componeva e veniva rivoluzionata ad ogni votazione. Il tutto con una organizzazione pressochè perfetta, senza alcuna sbavatura, collegamenti con le varie sedi snelli ed incalzanti. Ed era uno spettacolo osservare come il buon Gualazzi, ultimo nelle prime votazioni, ha iniziato ad inanellare voti su voti, sino a sfiorare la vittoria.

Una lezione da imparare a memoria su come si riesce a far spettacolo anche per la composizione della classifica finale. Insomma, un evento da studiare e ristudiare per gli incartapecoriti autori nostrani della sagra sanremese.

Ma la cosa più sconvolgente sono i risultati dell'Auditel. In Germania l'ESC ha fatto più del 50% di share, con punte superiori al 60% per la fase delle votazioni. In Italia l'ESC ha racimolato poco più del 6%, e RAI 2 che lo trasmetteva è risultata la rete meno vista delle 6 nazionali.

30 anni di Mediaset hanno distrutto sinanche il gusto dello spettacolo televisivo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

una SCHIFEZZA del GENERE non và neanche guardata


PADANIA LIBERA (anche da questa robaccia)

Francesco ha detto...

ignoratelo pure l'anonimo sopra di me, ragazzi...

ottimo articolo, come tutti gli altri.
Ed è ammirevole il tentativo della Carrà - salvo qualche piccola ingenuità da parte sua - di far piacere questa manifestazione che unisce un continente che rischia sempre più di dividersi per colpa di pochi...
Io ho visto la manifestazione in TV e anche se molte canzoni erano mediocri - e malgrado il tipico meccanismo scontato dei voti - ce ne erano di altre interessanti. E sono contento per il nostro secondo posto. :)

Francesco ha detto...

ah domanda...

ma chi era quel trippone nella giuria che non faceva altro che criticare l'Azerbaijan??

aerdna ha detto...

Io ho avuto il piacere di seguire lo spettacolo dal vivo nello stadio di Düsseldorf ed è stata un'esperienza straordinaria. E i commentatori italiani che si permettono di sparare a palle incatenate sul livello delle canzoni dell'ESC (perché di brutte ce n'erano, ricordo fra tutte la trucidissima "I love Belarus", giustamente eliminata in semifinale) andrebbero sottoposti all'ascolto forzato in loop di "Italia amore mio", canzone quasi vincitrice del penultimo Sanremo ;-)

Anonimo ha detto...

EUROFESTIVAL? no: Euro-RUMENTA

ilgmk ha detto...

Vista la finale in compagnia, devo dire che mi ha divertito, anche se ho notato un certo appiattimento del gusto. I brani “etnici” presenti fino a poco tempo fa ormai son stati sostituiti da composizioni levigate e omologate fatte per piacere a ogni latitudine. D’altra parte se la Romania è diventata un paese esportatore di musica dance che riesce a sfondare anche presso mercati difficili come il britannico (e pure gli USA), vuol dire che qualcosa si è mosso. Con il risultato che se mi avessero detto che il duo vincitore era americano non avrei battuto ciglio (anche perché ormai tutti i pezzi pop americani son confezionati dagli svedesi…). Direi che la formula introdotta dalla vittoria russa di tre anni fa, con un pezzo di chiara produzione Timbaland, ha ormai attecchito in pieno. S’è sentito esattamente quello che passa per radio: ovvero pezzi ben lontani dal capolavoro e fortemente mirati agli anni ’80-‘90. Son mancati i brani particolarmente caciaroni, quelli “europop” tanto drammaticamente kitsch ma tanto divertenti. Certo, alcune cose inquietanti si son – per fortuna – viste. Come il balletto e il costume da “peripatetica corazzata” della slovena. O l’inquietante look della cantante degli Evanescence fuori tempo massimo che si son esibiti per ultimi (non ricordo al momento, mi pare fossero georgiani). Ma ci son state molte cose carine. Per esempio i divertenti moldavi (Red Hot Chili Peppers circensi in salsa balcanica), l’ottima Lena (già mi era piaciuta “Satellites” l’anno scorso, questa era meno immediata ma decisamente funziona – anche se la ragazza ha decisamente cambiato l’immagine che è passata da acqua e sapone a chili di stucco), la serba optical-motowneggainte (che i nostri ineffabili commentatori hanno subito criticato schifati come “retrò”, dimenticando che il gioco citazionista funziona proprio perché esplicito – da Duffy alla Zilli). Gli svedesi potevano proporre qualcosa di un po’ meglio del tormentone presentato, visto anche che son assoluti padroni delle formule pop contemporanee. I britannici non son finiti neppure tra i primi dieci: così imparano a riaprire sarcofaghi del passato che dovrebbero rimanere sigillati. Da Oscar la presenza in studio di uno scazzatissimo – ai limiti della disperazione - Bob Sinclar (d’altra parte doveva prima o poi essere punito per la musica che produce) e gli scleri della Raffa che a un certo punto, esauriti i “favoloso” e “stupendo” sparsi a piene mani, ha iniziato a sparare cazzate in libertà. A proposito di cazzate: ma era proprio necessario inondare lo spettatore di simili fregnacce durante le votazioni? La cosa bella del festival è proprio il gioco dei voti e in parte è stato tagliato! Significa non aver capito nulla di quella trasmissione. Fastidiosi poi i commenti nazional-snobistici, quasi come se il buon Gualazzi fosse l’unico decente (opinione che, posso confermare, non è stata assolutamente condivisa sui siti musicali britannici che mi trovo a frequentare – per smorzare eventuali polemiche, han massacrato anche il pezzo dei “loro” Blue). Bella comunque la sua rimonta, che avrà fatto venire un mezzo infarto ai funzionari Rai…

euroale ha detto...

Io ero a Düsseldorf a vederlo dal vivo, è stata un'emozione incredibile, complimenti per l'articolo, uno dei pochi chiari ed equilibrati che si trovano in italiano

Luca Ferrato ha detto...

Bellissimo articolo!
Si vede che è stato scritto da una persona che lo ha seguito e si è informata sui fatti!
Complimenti!

Emanuele Lombardini ha detto...

Carissimi autori del blog, complimenti per l'articolo. Sono Emanuele, uno degli amministratori di Eurofestival News, il primo newsblog italiano sull'Esc. Vi ho anche mandato una mail in privato ma ne approfitto per metterlo anche qui davanti a tutti. L'Italia è l'unico paese in cui la EMI non ha distribuito nei negozi la compilation che in tutta Europa è uscita un mese prima schizzando in vetta alle charts. Da noi si compra solo la versione su ITunes. Chi volesse il cd fisico deve rivolgersi all'UNICO grossista cui la EMI ha consegnato le copie, ovvero discotecalaziale. Con tutto questo, la compilation ha toccato l'ottavo posto da noi...

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