Grazie alla (geniale) iniziativa di Marco Cappato, deputato europeo radicale, la precedente affermazione non è più solo teorica: il ministro Urbani è stato denunciato per palese violazione della sua stessa legge...
Non abbiamo molta stima del partito in cui Cappato milita: troppo ambigua la sua politica, sempre appiattita sulle posizioni governative americane, da cui derivano la gran parte delle enormità contro cui i radicali lottano. Compresa la legge Urbani, voluta dalle multinazionali americane dello spettacolo. Però una buona idea è una buona idea, quindi un plauso a Marco Cappato.
E' l'uovo di Colombo. Era lì, sotto gli occhi di tutti e nessuno che ne traesse le dirette conseguenze: far auto-implodere la legge Urbani semplicemente applicandola, e non utilizzarla come spada di Damocle sulla testa di TUTTI i 50 e passa milioni di italiani. Tant'è che anche Urbani, come tutti, potrebbe esserne vittima. Mi auguro che il tutto non sia solo una trovata pre-elettorale (così come altre di cui si ha notizia in queste ore) e che la denuncia faccia il suo regolare corso. O che venga bloccato a causa della abolizione dell'intero, mostruoso, Articolo 1.
Comunque questa è la notizia che qui riportiamo. Chi volesse leggerla integralmente può trovarla facendo clic qui:
Marco Cappato, deputato europeo radicale e candidato alle elezioni europee per la "Lista Emma Bonino", ha reso noto di aver presentato oggi, grazie alla collaborazione di Fabrizio Veutro, avvocato esperto in materia informatica, ed Emmanuele Somma, Direttore di Linux Magazine - un esposto alla Polizia amministrativa e postale nei confronti degli autori e responsabili del sito web del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per violazione del comma 1 dell'art. 1 del Decreto Legge 22 marzo 2004, n. 72, convertito in legge con modificazioni dalla Legge 21 maggio 2004, n. 128, detta Legge Urbani.
Il sito del Ministero, infatti, immette in rete numerose opere dell'ingegno prive dell'idoneo avviso prescritto dalla legge.
La legge Urbani impone a tutti coloro che immettono in rete materiale coperto da copyright di aggiungervi un "idoneo avviso circa l'avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi". L'avviso dev'essere di adeguata visibilità e deve contenere l'indicazione delle sanzioni previste dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni. Le specifiche tecniche dell'avviso saranno definite da un futuro Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in accordo con la SIAE, ma già oggi l'avviso deve avere comunque "caratteristiche tali da consentirne l'immediata visualizzazione".
Il valore, enorme, dell'iniziativa è ovviamente quasi esclusivamente politico, a dimostrazione della mostruosità delle norme volute dalla SIAE, che colgono in flagranza di reato lo stesso ministro che dà il nome alla legge...
E sarebbe interessante se questa iniziativa desse il via ad un profluvio di denunce nei confronti degli stessi fautori della legge, in quanto nessuno dei loro siti è in regola con la legge da loro stessi voluta: SIAE, FIMI, AFI, AGIS, ANICA, e... completate voi la lista.
Un appello/suggerimento per associazioni/movimenti con adeguato supporto tecnico giuridico: è possibile rivolgersi a voi per esporre denunce nei confronti dei suddetti soggetti per violazione della legge Urbani?
Al riguardo, segnalerei almeno un altro paio di aspetti della legge che rendono "illegali" la gran parte dei siti, se non il semplice navigare:
1) Link a materiali coperti da copyright
Come sostenuto direttamente dalla FIMI, anche un semplice link a materiali coperti da copyright potrebbe costituire violazione del diritto d'autore.
PROPOSTA: individuiamo qualsiasi link nel sito dei Beni Culturali, di FIMI, di SIAE & company, che punti a siti dove sono contenute opere dell'ingegno coperte da copyright, e denunciamoli.
2) Documenti nella cache del computer
La legge sul diritto d'autore proibisce qualsiasi copia digitale di qualsiasi opera di cui non si possegga l'originale. Ora, semplicemente navigando sul web, si visualizzano quintalate di materiali coperti da copyright che, a tutti gli effetti, vengono copiati nella cache del proprio computer, senza averne diritto in quanto non si possiedono gli originali, e configurandosi così un possibile reato.
PROPOSTA: presentiamo un esposto alla polizia amministrativa e postale in cui si denuncia la presenza nella cache dei computer dei suddetti soggetti (ministero Urbani, SIAE, ecc.) di copie illegali dei materiali coperti da diritto d'autore. Ah, la legge prevede in questi casi che vi sia una confisca di computer e di supporti in attesa del completamento dell'indagine.
E così via. Non dovrebbe essere difficile individuare altri possibili reati derivanti da una legge che, anzichè limitarsi a solo alcune cose, ne consente solo alcune, rendendo automaticamente illegale tutto il resto.
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