In questo periodo tutti hanno espresso la loro posizione: politici, ministri, discografici, cinematografari, docenti universitari, lobbies ed associazioni varie. E sopratutto i destinatari delle vessazioni dei decreti-capestro: gli utenti finali, quelli che comprano i dischi ed i dvd, quelli che vanno a cinema e contribuiscono a tenere in piedi il carrozzone dello spettacolo. Insomma, quelli che danno da mangiare (e non solo) agli editori, ai discografici ed ai cinematografari. Ed agli Autori, che sono i beneficiari ufficiali delle norme di "tutela" contenute nel famoso Articolo 1 della legge Urbani.
Per "tutelare" i mitici "Autori" non si è esitato a prevedere pene più dure di quelle riservate a criminali incalliti e a prevedere metodi di prevenzione in stile Gestapo. Ma qualcuno di voi che legge questa pagina ha sentito una qualsiasi opinione sul decreto Urbani da parte dei suddetti "tutelati"?
Qualcuno di voi ha sentito una qualsiasi voce sollevarsi da parte degli iperprotetti "Autori" contro le vessazioni cui vanno incontro i loro fan? Alzi la mano chi ha sentito dichiarare da qualcuno di tali "Artisti" cose del tipo: "E' una vergogna che qualcuno vada in galera a causa mia; semplicemente per avere voluto ascoltare via internet un mio brano o per aver voluto vedere un mio film. Da parte mia non consentirò mai una simile infamità."?
Ciò che il decreto Urbani ha fatto è quello di assecondare gli Editori nella loro smania di criminalizzare i loro clienti: il pubblico che compra i loro prodotti. Giustificando il tutto con i diritti degli Autori, ma calpestando i diritti più elementari della gran massa dei cittadini.
Insomma, pecco di lesa maestà se chiedo agli Autori di chiarire da che parte stanno? Sono dalla parte dei loro Editori o dalla parte del loro Pubblico? In altri termini, sono d'accordo nel mandare in galera i loro fan pur di non rinunciare a nessun centesimo di euro dei loro diritti (ammesso, per pura ipotesi, che sia vero che il download faccia diminuire i loro guadagni)?
Certo, non mi aspetto che autori quali i Vanzina o Celentano scendano in campo contro le vessazioni previste per il loro pubblico. Si sa che tengono troppo alle loro finanze per mischiarsi in simili beghe. Ma mi piacerebbe conoscere le opinioni sulla tutela attuale del diritto d'autore dei tanti "Artisti" che hanno costruito la loro immagine e le loro fortune sull'impegno sociale e/o politico. Insomma, cosa ne pensano del decreto Urbani i vari maitre-a-penser quali: Ligabue, Jovanotti, Vasco Rossi, Guccini, Vecchioni, e via elencando.
E cosa ne pensano del loro beneffatore Urbani i vari benificiati del nostro cinema "d'autore"? Moretti, ci faresti conoscere la tua opinione al riguardo? Così come ci piacerebbe conoscere l'opinione di Muccino o di Giordana e di tutti gli altri paladini delle libertà teoretiche.
Trovo molto sospetto il vostro silenzio tanto da farlo assomigliare ad un tetro consenso con le misure inquisitorie del decreto Urbani. O quantomeno ad una connivenza con le arroganti e totalitarie lobbies che vi rappresentano.
Ed è singolare che le uniche voci che si siano sentite in giro sono quelle di Gigi D'Alessio che ha frignato in TV che il p2p lo sta affamando (tranne ammettere fuori onda che il vero danno viene causato dalle copie illegali vendute di contrabbando) e di quel simpaticone di Verdone che afferma che il download uccide il cinema (domanda: più delle sue regie?).
In questo momento faccio molta fatica a distinguere tra le posizioni della SIAE, della FIMI, dell'AGIS e quelle dei singoli artisti. E se non vi sono prese di posizioni chiare, rischiate di essere accomunati in un unico destino.
Mi piacerebbe che qualcuno di voi avesse le palle di una Courtney Love che qualche tempo fa ha dichiarato senza ambiguità che i veri pirati nell'industria discografica sono i discografici. Per chi volesse i dettagli, provi a dare uno sguardo alla trascrizione del suo intervento. Sono descritte cose che probabilmente tutti voi conoscete benissimo ma che pochi hanno l'onestà intellettuale di rendere evidenti. E sopratutto, di denunciare l'industria discografica che è la vera affamatrice degli artisti. E non il loro pubblico. Che per dare 50 centesimi ad un'artista ne deve dare circa 40 volte di più ad una schiera di parassiti che con l'arte c'entrano poco.
E se avete un po' di tempo, date uno sguardo a cosa ne pensa del diritto di autore nell'era delle reti telematiche uno dei guru dell'informatica attuale, Richard Stallman, una persona che ha impiegato gli anni migliori della sua esistenza a scrivere software FREE, nella interessante doppia valenza di GRATIS, ma anche di LIBERO. Ed è una lettura obbligatoria per tutti coloro che vogliono capire meglio come gira il mondo, ma sopratutto per chi vive di "diritto d'autore". Questo è il link.
HitParadeItalia ha sempre e solo trattato di musica, affermandosi nell'asfittico web italiano come la più completa ed affidabile base dati online, fornendo un servizio non banale, e comunque unico, alla comunità degli appassionati (e degli operatori) di musica italiana, e non solo. Insomma quella comunità cui dovete tutto: la fama, i soldi, il prestigio, il potere, vostro. Perchè HitParadeItalia ha messo a disposizione questo patrimonio informativo senza guadagnare una sola lira in quanto il sito era senza scopo di lucro alcuno (e neanche "per trarne profitto", urbananamente parlando) ma solo per il gusto un po' contadino ed un po' coglione delle cose fatte per bene. E per passione.
Una linea però è stata varcata: prescindendo dagli effetti dell'infame decreto Urbani che rendono praticamente impossibile la sopravvivenza di questo sito, così come di altre migliaia di siti amatoriali, HitParadeItalia è perplessa sul continuare a fornire i servizi sinora offerti. Perchè sta venendo meno quella stima nei confronti dell'oggetto della nostra base dati: il mondo della musica italiana ed i suoi protagonisti. Indifferenti al fatto di mandare in galera i loro sostenitori, macchiandosi di una ignavia vergognosa.
Qualcosa di definitivo si sta rompendo. Personalmente non credo comprerò mai più un disco, un dvd, un vhs o entrerò in un cinema sinchè saranno in vigore delle leggi capestro come quella di Urbani. Date tempo al tempo e vedrete che nel giro di qualche anno questa nausea nei confronti del mondo dello spettacolo monterà in modo inarrestabile, spazzando via gli attuali carrozzoni. E voi "artisti" con loro.
O almeno, quelli che si riveleranno incapaci di adottare un nuovo modello di business. Ad esempio, in Brasile, l'attuale ministro della cultura, lo splendido musicista Gilberto Gil, sta lavorando su una legge che consente di scaricare tutti gli mp3 che si vuole. La remunerazione per gli artisti viene ottenuta con una tassazione della connettività: più un brano viene scaricato e più gli artisti che l'hanno creato vengono retribuiti. Semplice no? Basterebbero pochi centesimi di tassazione per remunerare gli artisti molto di più rispetto a quanto attualmente vengono distributi dai vari editori che, come afferma il geniale articolo di Courtney Love su citato, sono i veri pirati.
In Italia vi sono già 3 o 4 tasse sui prodotti dello spettacolo, anche quando vengono prelevati via internet, e ciononostante continuano ad essere dichiarati "illegali" e si va in galera per ascoltarli. Ciò considerato, chi è che sta ammazzando l'"Arte" in Italia?
Una semplice domanda per qualsiasi artista che legge questa pagina: è possibile conoscere la tua opinione su queste tematiche, e specificatamente sulla legge Urbani?
Un appello per qualsiasi visitatore che sta leggendo: riuscite a segnalare questa pagina ai vostri artisti preferiti? Potete mandare loro una email sollecitando una loro presa di posizione su queste tematiche?
Per entrambi, l'indirizzo è:
A tutti, un grazie in anticipo.
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