11 febbraio 2010

Una minaccia globale alla libertà

Un trattato commerciale internazionale, un negoziato segreto, una minaccia globale per tutti i cittadini del mondo che porterà a modifiche delle leggi a livello nazionale. Con unici beneficiari alcune (poche) aziende quasi tutte non europee, a scapito ovviamente della gran parte di cittadini e consumatori.

Per scongiurare questa nuova sciagura è stata inviata una lettera aperta al Parlamento Europeo, sottoscritta da decine di associazioni, cui ci uniamo volentieri. Eccola.

L’Accordo Commerciale Anti-Contraffazione (ACTA) è un ampio accordo intergovernativo in fase di negoziazione. Verte dal problema sociale chiave dell’accesso alle medicine[1] alla regolamentazione penale di Internet. Temiamo che esso possa gravemente ostacolare l’innovazione europea nel mercato unico digitale e danneggiare i diritti fondamentali e la democrazia in generale.

Lo stesso processo di negoziazione solleva importanti questioni di trasparenza e di dovuto processo democratico, dato che il contenuto della proposta di accordo è stato tenuto segreto per più di 18 mesi, sebbene alcuni dettagli siano recentemente trapelati al pubblico. Ancora più preoccupante è il fatto che, mentre al Parlamento Europeo è stato negato l’accesso ai documenti, all’industria americana tale accesso è stato consentito, in seguito alla sottoscrizione di un accordo di riservatezza.

Una recente analisi della Commissione Europea sul capitolo Internet[2] prova che gli argomenti in discussione vanno ben oltre l’attuale corpus legislativo dell’Unione Europea. Ancora più preoccupante è il fatto che l’analisi della Commissione conferma che l’attuale formulazione di ACTA limiterebbe profondamente i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini Europei, in particolare la libertà di espressione e il diritto alla privacy nelle comunicazioni. Questi sono ad estremo rischio, giacché l’attuale proposta preme per l’implementazione di schemi three-strikes e politiche di filtraggio dei contenuti tramite l’imposizione agli intermediari tecnici, come gli Internet Service Provider, di responsabilità civile e penale. Il testo, inoltre, intaccherebbe l’esercizio dell’interoperabilità che è essenziale sia per i diritti dei consumatori sia per la concorrenza.

Di conseguenza, ci appelliamo al Parlamento affinché richieda ai negoziatori Europei di stabilire la trasparenza nel processo dei negoziati, di pubblicare la proposta di accordo e di non accettare qualsiasi proposta che possa compromettere i diritti e le libertà dei cittadini. Inoltre, chiediamo al Parlamento di fare una dichiarazione inequivocabile alla Commissione e al Consiglio in merito al fatto che qualsiasi accordo che non rispetta questi principi basilari costringerebbe il Parlamento a rigettare l’intero testo.


(da Frontiere Digitali)

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