28 febbraio 2010

Formigoni dalla A alla Z/ C come Comunione e Liberazione

Chi comanda in Lombardia, CL o la Regione? Una vicenda che ha dell’incredibile. Un dipendente della Giunta regionale scrive un libro sullo strapotere di Comunione e liberazione in Regione Lombardia, citando articoli di giornale, radio e servizi televisivi, e la Regione cosa fa? Lo sospende per un mese dal lavoro, dimezzandogli per di più lo stipendio.

È successo a Enrico De Alessandri, colpevole, secondo la Regione, di aver scritto un libro sul potere dilagante di Comunione e Liberazione nelle strutture amministrative di vertice e non, di Regione Lombardia. Un provvedimento, quello della Regione, che ha leso il diritto di libertà di pensiero e di espressione garantito a tutti i cittadini e che dopo una leggera attenzione mediatica speriamo non passerà sotto silenzio fino a che non sarà stata fatta giustizia.

De Alessandri, ex direttore del Centro regionale emoderivati e attualmente dipendente dell’assessorato lombardo alla sanità, è stato accusato di aver violato, scrivendo il libro Comunione e Liberazione: assalto al potere in Lombardia, «l’obbligo generale di diligenza», di aver riportato nel testo “notizie denigratorie del suo datore di lavoro, con oggettivo discredito
dell’amministrazione regionale, del suo presidente e dei suoi singoli amministratori” e infine di «aver utilizzato a fini privati le informazioni di ufficio». È incredibile: chi è il datore di lavoro di De Alessandri, Regione Lombardia o Comunione e Liberazione?

Nel lavoro di De Alessandri, ora pubblicato e disponibile in libreria, non vi è calunnia ma una fotografia della realtà scattata attingendo da fonti note e pubblicate ad esempio su giornali e tv: una critica motivata che non deborda mai nell’uso di parole offensive o sconvenienti. Anche in relazione alla vicenda della chiusura del Centro regionale emoderivati l’autore, che ne è stato direttore, non ha rivelato nessuna notizia riservata ma si è limitato a riportare l’aspra polemica scatenatasi, anche e soprattutto all’interno del centrodestra, in occasione della discussione in Consiglio regionale del provvedimento di soppressione fortemente voluto da Formigoni.

Pure la tesi di fondo è sostenuta da dati verificabili e attendibili e incrociata con le teorie di nomi noti del pensiero filosofico e scientifico. Una tesi che semplicemente rileva che in Europa e nel mondo non esista un solo movimento ecclesiale che controlli un’istituzione pubblica con un bilancio da 20 miliardi di euro. Solo in Lombardia un movimento fondamentalista, sostiene De Alessandri, ha finito con il coincidere con un intero sistema di governo.

Assalto al potere in Lombardia. Lo strapotere di CL in Lombardia non è un’invenzione della sinistra malvagia contro Formigoni. Scrive De Alessandri nel suo libro: «Sono alcuni stessi esponenti – ed ex esponenti – di Forza Italia) a sostenere che “il ruolo e il potere che hanno assunto Formigoni e il sistema connesso di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere determinano la quasi totalità delle scelte politiche e amministrative, di fronte a un peso elettorale che non raggiunge un decimo dei voti di Forza Italia” (Guido Podestà, oggi coordinatore regionale del PDL, Domenico Pisani, Francesco Fiori, Francesco Triscari, Ombretta Colli, Corriere della Sera, 7 giugno 2005)».

De Alessandri ricorda anche il famoso titolo de La Padania del 10 ottobre 2005 La rete di CL sulla sanità, come dire che anche il principale e ingombrante alleato prima di essere “normalizzato”, in cambio di posti e potere, non andava tanto per il sottile con lo strapotere ciellino: «Un elenco impressionante di ciellini che ricoprono cariche di primari, dirigenti Asl e presidenti di ospedali nelle diverse realtà lombarde (dall’elenco è emerso anche un singolare intreccio di parentele con alti esponenti del medesimo movimento di Don Giussani). […] Gira un detto negli ospedali regionali: se non si è ciellini non si diventa primari».

Potere e business. Su Repubblica del 22 novembre 2009, Alberto Statera scrive:
La “galassia di Comunione e Liberazione e del braccio operativo della Compagnia delle Opere, [...] in tre lustri col formigonismo sono diventate un blocco di potere economico da 70 miliardi di euro di fatturato, di cui quasi la metà realizzata in Lombardia, attraverso migliaia di società, cooperative, fondazioni lautamente finanziate in un sistema di autoalimentazione che svuota lo Stato dall´interno. In principio fu soprattutto la sanità, dove le scorrerie non si contano dai tempi dello scandalo delle ricette d´oro, che costò alla regione 60 miliardi di lire. «Per me – disse allora ai magistrati il ras della sanità Giuseppe Poggi Longostrevi, poi morto suicida – pagare Abelli era come stipulare un´assicurazione». Oggi definire i confini della galassia è una missione quasi impossibile: dalla sanità all'edilizia, dalle opere pubbliche all'housing sociale, dalla formazione alle bonifiche, dalle associazioni professionali alle cave. E il Pdl, vuoi ramo Forza Italia vuoi ramo Alleanza nazionale, si trasfonde ormai nel devoto business della galassia ciellina.

L'esempio. Sempre De Alessandri, nel suo lavoro, riporta un pezzo pubblicato da l’Espresso, 1 dicembre 2005: «Il ciellino Guido Della Frera, ex braccio destro del governatore lombardo, abbandona nel 2003 l’incarico di assessore regionale per fare l’imprenditore nel redditizio settore della sanità privata. Non passano cinque mesi dalle sue dimissioni dalla giunta di Formigoni e una società di cui era azionista (il Polo geriatrico riabilitativo di Cinisello Balsamo) ha ottenuto dalla regione l’accreditamento presso il Servizio sanitario nazionale di 141 posti letto a uso riabilitativo. La struttura è privata ma il ricovero lo paga lo Stato. Da allora per Della Frera è stata una marcia trionfale. Nel 2004 Formigoni ha accreditato il polo geriatrico con altri 246 posti per la sede di Milano città dando contestualmente il via libera a un’altra società del suo ex braccio destro, la Polo riabilitativo srl per la costruzione di una nuova struttura con 216 posti letto fra degenza, day hospital, emodialisi, radiologia e altro ancora».

La squadra ciellina. Nicola Maria Sanese, scrive ancora De Alessandri, è il vicegovernatore, così viene spesso chiamato il Segretario generale di Regione Lombardia, ciellino doc e nome storico che figura tra gli organizzatori del Meeting che ogni anno Comunione e Liberazione tiene a Rimini. C’è poi il pavese Giancarlo Abelli, legato a filo doppio con il re delle bonifiche, il ciellino Giuseppe Grossi, arrestato per truffa e riciclaggio di fondi neri per la bonifica di Santa Giulia. Abelli è vicecoordinatore nazionale del Pdl. C’è poi il varesino Raffaele Cattaneo, oggi potente assessore alla mobilità e alle infrastrutture che fino a pochi anni fa occupava la seconda carica amministrativa regionale, quella di vice segretario generale di Regione Lombardia. Cattaneo per qualche tempo ha fatto il pieno di incarichi sedendo nel consiglio di vigilanza di Infrastrutture
Lombarde, la stazione unica appaltante creata da Formigoni per gestire autostrade e appalti vari, Lombardia Informatica e membro del cda di Sea, la società che gestisce gli aeroporti lombardi. C’è anche il cognato del governatore, Giulio Boscagli, oggi assessore alla Famiglia ma soprattutto
Romano Colozzi, assessore alle Risorse e alle finanze, «colui al quale non a caso spetta la responsabilità della cassaforte» (La Padania, 24 agosto 2005).

Una riserva per chi non è di CL. Ricorda Carlo Monguzzi: «Nel dicembre del 2008, durante l’approvazione di una legge che affida di fatto tutto il potere anche nelle ‘nomine’ a Formigoni, avevo presentato un ordine del giorno, ironico ma chiaro, che aveva il significato politico di arginare lo strapotere di CL in Regione. Apriti cielo: i ciellini sono entrati in crisi isterica. Una persona civile e gradevole come Paolo Valentini (capogruppo di Fi, ciellino) ha parlato di squadrismo, il tranquillo assessore Romano Colozzi (ciellino) ha evocato scenari da fine del mondo. L’Odg raccoglie comunque 20 voti a favore, di cui la metà dal centrodestra e 37 contrari. Io non ho nulla contro i ciellini, che in grandissima maggioranza sono persone preparate e sicuramente tutti perbene ma mi piacerebbe quel filino in più di pluralismo. Niente di più».

Monguzzi è stato anche promotore di un progetto di legge «per riservare qualche poltrona a chi non è di CL». Ecco cosa recita il Pdl sulle «Norme per le nomine e designazioni di competenza della Regione» nell’introduzione: «La proposta di legge fa seguito ad un’analoga iniziativa legislativa promossa nel corso della VI legislatura. La situazione esistente nel campo delle nomine e designazione di competenza della regione non appare variata rispetto ad allora e appare necessario riproporre il PDL. L’obiettivo è semplice: ottenere una riserva di nomine, almeno il 25%, per i soggetti non aderenti a Comunione e Liberazione. Non viene in nessun modo messo in discussione il sistema di valutazione delle candidature dal punto di vista qualitativo ma viene solamente garantita e favorita la pluralità culturale della classe dirigente della nostra
regione».

Le spese allegre dei ciellini. Da l’Espresso, 19 luglio 2007, a proposito dello straordinario sostegno della Regione Lombardia al Meeting di Rimini (che, dobbiamo dedurre, è più in Lombardia di molte cittadine lombarde): Quel vagoncino di soldi a CL. “Ci muoviamo in gruppo”... Chissà cosa voleva dire lo spot studiato dalle Ferrovie Nord Milano per la tv in streaming del Meeting di Cl. Di treni lombardi, a Rimini neanche l’ombra. È arrivata invece una vagonata di soldi: un contributo di 180 mila euro per «promuovere l’immagine della Regione». Tanto ha stanziato la giunta di Formigoni per uno stand nel cuore della kermesse di CL. La delibera è del 2 agosto. La manifestazione richiama ogni anno oltre 700 mila visitatori, vi si legge, «offre un contesto adeguato per informare sui progetti nell’ambito dell’istruzione, della formazione professionale, del mercato del lavoro» e, ancora, «delle eccellenze del sistema sanitario lombardo». Ma è solo l’ultimo rivolo di un flusso di denaro che negli ultimi sette anni di governo formigoniano ha riversato un milione di euro nel forziere ciellino di Rimini. Marcello Saponaro e Carlo Monguzzi, consiglieri regionali dei Verdi, hanno presentato un’interrogazione. Da sempre vicino a Cl, Roberto Formigoni ha partecipato di persona anche a questa edizione del Meeting, per la quale ha voluto uno stand tirato a lucido. Spese per le pulizie: 15 mila euro».
E il Meeting si tiene ogni anno…

(da "Il libro grigio della giunta Formigoni" di Giuseppe Civati & Carlo Monguzzi)

Puntate precedenti:
B come Bonifiche (e Bonifici)
A come Arese
Cielo grigio su, cielo grigio giù

2 commenti:

Anonimo ha detto...

15mila euro? Andate a chiedere ai volontari (sì, volontari) del meeting addetti alle pulizie quanto prendono...

chartitalia ha detto...

@anonimo:
cioè, ci stai dicendo che hai evidenza che, per l'edizione del meeting in questione, non ci sono stati sodi che sono andati dalla Lombardia al meeting di CL?
guarda che quello sta dicendo l'articolo è che la Regione Lombardia dà soldi a CL; se poi questa utilizza volontari e non li paga è un altro aspetto anche questo interessante da esaminare...

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