28 luglio 2010

A proposito di Love Parade

Magari non vi piace, ma sapete che su queste pagine ci piace osservare il resto del mondo, e dell'Italia in particolare, attraverso lo specchio delle canzonette, e della scena musicale in generale. E non potevamo dedicare qualche riga rispetto a quanto successo in Germania a Duisburg durante la ultima Love Parade.

Non so se avete letto il pezzo di Assante su Repubblica.it di domenica scorsa a proposito dell'incidente. Beh, è un saggio meraviglioso di come è conciata l'Italia di questo periodo. Un pezzo reazionario, parruccone, da "benevenuti nel girone infernale del divertimento, dove andremo a finire signora mia".

Se uno lo vede uscire dalla penna di un Veneziani, di un Pigi Battista o di un tuttologo da discount quale un Galli Della Loggia, legge le prime righe e tira avanti considerando il pubblico di perbenisti e conformisti cui è rivolto. Ma che un pezzo simile esca dalla penna di Assante sulle pagine di quello che dovrebbe rappresentare il quotidiano progressista per antonomasia, lascia senza speranza più di una vittoria elettorale del satrapo brianzolo. O meglio, la nullità culturale di simili pezzi spiega lo strapotere elettorale di di chi ha fatto della nullità il suo emblema.

Sentite: "La Love Parade è un sabba infernale, è la liberazione dei sensi, è la celebrazione del ritmo e la festa del corpo, è il party definitivo, senza limiti, senza regole, senza confini. Dimenticate Woodstock e i suoi cinquecentomila freak seduti a fumare erba e a sognare di cambiare il mondo sull’onda del rock. Benvenuti nel nuovo millennio e nel girone infernale del divertimento."

Ancora: "È il sambodromo della nuova era, con i suoi carri colorati e i sound system che emettono suoni, con milioni di ragazzi che, all’unisono, si muovono, saltano, urlano, in una selvaggia celebrazione della libertà, della gioventù, dell’eccesso."

Insomma, una saga di sociologia un tanto al chilo di un tizio che dovrebbe essere attento alla scena musicale, il critico musicale ufficiale di uno dei più grandi quotidiani nazionali, quello che dovrebbe rappresentare l'avanguardia del paese. Che continua ad invocare il mito tritapalle di Woodstock come pietra di paragone, come misura di tutte le cose.

E che ci parla della Love Parade solo in occasione di uno sciagurato incidente mortale, dovuto alla criminale insipienza organizzativa di una banda di dilettanti allo sbaraglio, e che nulla ha a che vedere con la natura musicale dell'evento. Mentre dalla sua ricostruzione, la conclusione mortale non può che essere la naturale conseguenza del clima infernale e sabbatico derivante dalla ricerca estrema dell'eccesso e del divertimento a tutti i costi. E' ovvio: "mondo parallelo senza genitori dove sesso, sballo, musica, tutto è lecito, tutto è permesso" la conclusione non poteva che essere quella.

E quel "benvenuti nel nuovo millennio" a commento di un evento che ha avuto il suo apice 15 anni fa (la Love Parade ha raggiunto il milione e mezzo di partecipanti già a metà degli anni '90) è tutto dire dei paradigmi su cui si reggono questi imbonitori, di sinistra come di destra. E spiega perchè ci ritroviamo un presidente della repubblica di 85 anni ed un presidente del consiglio di 74 anni.

Vabbe', noi stiamo sempre aspettando che qualcuno ci spieghi perchè alla Love Parade partecipavano ogni anno oltre 1 milione di persone, nel disinteresse pressochè totale dei media che continuano a magnificare la straordinaria partecipazione popolare di Woodstock, che raccolse (e per 1 sola volta) meno della metà dei partecipanti ad una qualsiasi Love Parade. Sarà per caso (ma solo per caso, neh) dovuto al provincialismo ed al vassallaggio culturale americano? (la Love è un fenomeno eminentemente nord-europeo).

E siamo sempre in attesa di capire perchè tutti stanno incessantemente a celebrare il de profundis della musica, a lamentare che ha perso la centralità che aveva nei mitici anni '60 e '70 (e '80), e via piagnucolando. Poi si viene distrattamente a sapere che la Love Parade è capace di richiamare sistematicamente oltre 1 milione di appassionati ad ogni ricorrenza. Senza contare le innumerevoli versioni locali sparse per il mondo o gli innumerevoli spin-off (Street Parade, Fuckparade, e via elencando).

E se poi si pensa al tipo di musica che viene proposto durante le varie parade (techno, house, acid, hardcore, electro, minimal, trance, drum'n'bass, ...) e la si confronta con la musica che si sente sui media mainstream... non ci resta che piangere.

Ok, della Love Parade è stata annunciata la morte. Viva la Love Parade. Può iniziare il processo di beatificazione e mitizzazione. Si accettano scommesse sul numero di libri, film e compilation che ne ricorderanno i fasti. Tra quarant'anni potrà essere celebrata come oggi si celebrano Woodstock o Jim Morrison.

Nel frattempo la musica e le cose più interessanti si saranno spostati altrove. Ma gli Assante di turno continueranno a celebrare i Who e i Jimi Hendrix. Ed al governo avremo ancora un lestofante brianzolo.

Rettifica (incorporata): considerando l'imminente approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni che prevede l'obbligo di rettifica entro 48 ore da parte dei blogger (ennesimo provvedimento liberticida di questo governo della libertà), ci portiamo avanti con il lavoro: Assante è un critico musicale super-meraviglioso, Galli Della Loggia è un editorialista superbissimo, ed il satrapo brianzolo non è un satrapo, così come l'attuale e futuro capo del governo è una persona onestissima che mai e poi mai potrebbe ciulare il popolo che l'ha votato. Ah, smentiamo anche che il disegno di legge sulle intercettazioni sia un provvedimento liberticida.

5 commenti:

Capitan Lurk ha detto...

D'accordo su tutto, da discotecaro ovviamente conoscevo la Love Parade da sempre, e leggere tanti commenti di ragazzi della mia età o più giovani ormai preda del bigottismo più bieco mi ha fatto andare fuori di testa.

L'unica cosa su cui non sono d'accordo è lo sbigottimento per gli articoli di "Repubblica", quotidiano tanto attento agli approfondimenti pop quanto "Il giornale", basta rileggersi le opinioni di Michele Serra sul wrestling, degne del miglior Marcello Veneziani, ma azzerderei anche un paragone con Renato Farina.

Comunque complimenti, dal titolo pensavo che avrei trovato le dichiarazioni di un noto salvatore della patria, che ovviamente non ha mancato di far sapere la sua opinione anche su questo argomento.

Credo di esser stato abbastanza bravo nel girare intorno alle parole, ma se c'è qualcosa che potrebbe mettere in difficoltà il blog cancella pure :)

chartitalia ha detto...

@Capitan Lurk:
ohi lurk, ma sei uno di quelli a caccia di qualsiasi sbavatura presente in un post per sparare sul tastierista? :-)

beh, dopo anni dovresti aver appurato che da queste parti:
a) ci piace dare la nostra opinione su (quasi) tutto
b) che questa opinione la diamo sopratutto se non è "mainstream"

Capitan Lurk ha detto...

Io sono un polemista nato, se mi fai una qualsiasi domanda io ti rispondo automaticamente con "no", anche se poi ribadirò la stessa cosa che hai detto tu :)
Lo faccio un po' per indole, un po' per vocazione e un po' per divertimento.

Beh, oddio. Ormai l'opinione da web è mainstream pure quella, basta vedere lo sdoganamento della Serracchiani che parla come in un blog, anzi, come in un commento di un video su youtube. Magari di qualche video coi gattini...

Non ho sentito una sola persona parlar bene della Love Parade in tutto il web (ovviamente nessuno ne conosceva l'esistenza fino a tre giorni fa), non pensavo che a voi importasse difenderla. Meglio così, un punto a vostro favore :)

chartitalia ha detto...

@Capitan Lurk scrive:
> se mi fai una qualsiasi domanda io ti rispondo automaticamente con "no", anche se poi ribadirò la stessa cosa che hai detto tu

ho capito, allora sei inguaribilmente di sinistra :-)

Capitan Lurk ha detto...

Né destra né sinistra, credo solo nell'individuo e quindi la politica mi è superflua, la seguo più o meno come si segue una soap o il calcio...

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