L'allampanato Piero Fassino, all'epoca segretario di DS, è stato messo in croce per l'eternità, in primo luogo dai suoi stessi elettori, per quella ingenua e quasi pudica battuta: "Abbiano una banca?!", con cui accoglieva la notizia della scalata di Unipol alla BNL. E quella battuta è tra le cause della situazione da paranoia in cui ci troviamo attualmente, con il paese in mano ai peggiori politici e criminali dell'intera storia italiana. A causa di quella battuta il centro-sinistra quasi perse le elezioni politiche del 2006: riuscì ad ottenere una maggioranza risicata che le impedì di governare decentamente, spiandano la strada ai lestofanti attuali. Cosicchè di questi tempi la Lega può tranquillamente sbraitare che vuole non una banca, ma tutte le banche del Nord, ad iniziare dalla più grande, Unicredit.
Le vicende delle scorse settimane hanno dell'incredibile: uno dei più capaci banchieri italiani, Alessandro Profumo, che aveva dato a Unicredit un respiro internazionale come nessun altro istituto bancario italiota, è stato costretto alle dimensioni dalla politica, e dalla Lega in particolare perennemente a caccia di poltrone.
Per far ciò, al solito, ha sbandierato la bandiera del territorio e del localismo, accusando Profumo di penalizzare le imprese locali a favori di investimenti esteri. Risultato? Ora Unicredit è praticamente in mano ai tedeschi.
Che i legaioli siano completamente negati per la finanza non ci voleva molto a capirlo, visto il fallimento di Credieuronord, la banca leghista che ha avuto bisogno di un'operazione di salvataggio da parte del faccendiere Gianpiero Fiorani (uno dei furbetti del quartierino).
E mentre continuano ad avere l'areola di partito di lotta verso i gonzi dei propri elettori, ex assessori e capi gruppo dei consigli comunali legaioli stanno facendo incetta di poltrone nei consigli di amministrazione degli istituti bancari. Alla faccia dei loro elettori che non se la sono mai vista così male come da quando la Lega è al governo.
10 ottobre 2010
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