Dunque il 29 dicembre 2001 (notate la finezza, tra natale e capodanno, quando tutti si era distratti da panettone e capitone; non cercate di ricordare chi era al governo, tanto è ovvio) viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 448/2001 il cui articolo 74 recita:
"Fino all’attuazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze radiofoniche in tecnica analogica, i soggetti titolari di concessione radiofonica comunitaria in ambito nazionale sono autorizzati ad attivare nuovi impianti, su base non interferenziale con altri legittimi utilizzatori dello spettro radioelettrico e nel rispetto delle normative vigenti in materia di emissioni elettromagnetiche, sino al raggiungimento della copertura di cui all’articolo 3, comma 5, della legge 31 luglio 1997, n. 249. Decorsi novanta giorni dalla comunicazione di attivazione degli impianti al Ministero delle comunicazioni ed in mancanza di segnalazioni di interferenze, la frequenza utilizzata si intende autorizzata."
Comprendiamo che messo così l'articolo non vuole dire niente (ah Caldero', cos'è che dovevi fare riguardo alla semplificazione ed alla chiarezza delle leggi? questa qui non credo che ti convenga tanto che sia molto chiara). Ve la traduciamo.
Asserisce che le radio comunitarie possono appropriarsi di frequenze radiofoniche libere sino al raggiungimento di una copertura del 60%. Cioè, sono autorizzate ad impossessarsi di frequenze pubbliche senza pagare un centesimo, e tra l'altro con il meccanismo del silenzio-assenso (mentre la procedura normale per vedersi assegnate delle frequenze è, come potete sospettare, irta di tutte le trappole e le lungaggini di qualsiasi procedura italiota).
Ah, se pensate che le radio comunitarie abbiano a che fare con l'Europa, Bruxelless, il mercato comune o cose del genere siete completamente fuori strada. Orbene, sapete quante e quali sono le radio comunitarie in Italia? Due: Radio Maria e Radio Padania. Cosa dite? La cosa puzza assai di legge "ad personam", anzi "ad aziendam"? Beh, avete indovinato. Ma sentite il resto.
Dei regali ai preti abbiamo fatto il callo e non ne contiamo più. Ma almeno questa pia radio ha una diffusione nazionale ed il 60% ci potrebbe pure stare. Ma Radio Padania, radio interamente appartenente alla Lega Nord cui programmaticamente frega solo delle regioni settentrionali che cazzo se ne fa del 60% di copertura nazionale? Infatti, non gli frega niente, ma continuate a leggere che la cosa è "divertente".
Cosa fanno infatti i nostri eroi legaioli? Visto che la magnanima legge (che si sono fatta e votata) consente loro di appropriarsi di nuove frequenze -con la possibilità di essere rivendute- è esattamente quello che stanno facendo DI CONTINUO: accendono le frequenze a tutto spiano, attendono i 3 mesi e le rivendono a prezzo di mercato.
Radio Maria, l'altra interessata dalla Legge ad-aziendam invece non pare così attiva (probabilmente perchè la sua copertura è capillare e maggiore del 60% previsto dalla legge). La legge riguarda, di fatto, la sola Radio Padania.
Questo vero e proprio furto di risorse pubbliche da parte della Lega si sta protraendo da anni con centinaia di frequenze comprate e vendute, nel più completo silenzio di tutti i parlamentari (con l'opposizione che, manco a dirlo, dorme, incluso il ciarlatano Di Pietro) e dei media, mentre le casse leghiste si rimpinguano.
E credete che sia finita qui? No, ovviamente. Con il comma 218 (radiofonia) alla Finanziaria per il 2005, approvata nel dicembre 2004 (i regali si fanno a natale, nevvero?), si introduce lo stanziamento di 1 MILIONE DI EURO annui per il potenziamento delle emittenti comunitarie nazionali (ormai sapete che si leggono: Radio Maria e Radio Padania, sempre loro, sempre loro).
E questi cialtroni hanno il coraggio di sbraitare contro roma ladrona, mentre svaligiano la cassaforte nazionale. Ma mica per i loro elettori. Banalmente per rimpinguare le casse del partito, rapinando risorse pubbliche quali le frequenze radio.
Chiunque può accertarsi di quanto avvenuto nell'etere degli ultimi anni: basta consultare l'ottimo sito FM News dove vengono monitorati tutti gli spostamenti dell'emittenza radiofonica italiana. Giusto qualche esempio di questa estate:
- in provincia di Vercelli i 92.3 MHz da Alpe di Mera - Scopello sono stati attivati nel Febbraio 2009 ed a Luglio 2010 venduti ad RTL 102,5;
- in Val di Susa (TO) nell'ottobre 2009 sono stati ceduti ben 11 impianti a R101;
- nel Mugello (FI) i 92 MHz attivati nell'ottobre 2006 sono stati venduti a Radio Cuore 2 nel febbraio 2008;
- ad Avellino i 104,7 MHz dal Monte Vergine attivati nel dicembre 2009, sono stati venduti a Radio Margherita nel maggio 2010;
- a Benevento gli 88.7 MHz da Contrada Francavilla, attivati nell'aprile 2010 sono stati immediatamente venduti a Radio Margherita nel maggio 2010;
- in provincia di Oristano i 95.2 MHz da Seneghe, attivati nell'agosto 2009, sono stati venduti nel luglio 2010 a Rete 5.
3 commenti:
Ottimo articolo.
Chi va con lo zoppo...diventa paralitico.
A furia di frequentare quei ladroni dei romani ci sono cascati pure loro.
E per parafrasarne un altro potremmo commentare che la carne e` debole anche quando e` "dura".
In realta` si sa` che in Italia quando si tratta di rubare e truffare non c`e` latitudine che tenga.
Spero il tuo articolo venga ripreso e riceva la diffusione che merita.
Buon lavoro.
Brutta e vecchia storia chissà mai quando la risolveremo, forse quando non ci sarà più nulla da risolvere...
Ehy Chart, ti sei messo d'accordo col fatto per l'articolo? :)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/04/internet-istiga-allodio-ma-maroni-ascolta-mai-radio-padania/67518/
@Massimo:
ah... non avevo ancora visto; però anche loro, protrebbero far notare che tutto quell'amore padano viene profuso rapinando e dilapidando risorse pubbliche?
Posta un commento
Tu sei libero di dire quello che vuoi. Io sono libero di cancellare quello che voglio. In particolare, i commenti ingiuriosi e/o stupidi si autocancelleranno.
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.