07 aprile 2006

Con-vincere

Lo so, sto scrivendo troppi post di politica. E su tu sai chi. Ma il fatto è che in questi giorni non è possibile parlare d'altro. In ufficio, al bar, a casa, in tv. E sui blog, naturalmente. Torneremo a parlare d'altro tra qualche giorno. Ed anche a dividerci tra destra e sinistra, tra ricchi e poveri, tra alti e bassi, tra interisti e milanisti. Ma ora dobbiamo "vincere insieme", cioè con-vincere a liberarci di colui che non si può nominare ma che ha invaso qualunque insterstizio della nostra vita.

Già, perchè la differenza tra le due coalizioni polotiche in lotta per conquistare il consenso degli elettori la si può riassumere nella differenza tra "persuadere" e "convincere": sembrano dei sinonimi ma la loro etimologia ne svela la profonda differenza.

Persuadere deriva dalla particella per che indica "compimento dell'azione" e suadere che indica "indurre a fare", cioè indurre qualcuno a fare qualcosa. Una sorta di lavaggio del cervello, insomma.

Convincere deriva invece dalla particella con e dal verbo vincere, "vincere insieme", appunto.

E la tecnica del lavaggio del cervello, del bombardamento mediatico, della persuasione occulta, delle bieche tecniche pubblicitarie è la strategia adottata in questi lunghi, sciagurati anni dal ciarlatano di arcore, teso ad accapparrarsi solo vantaggi per sè.

La strategia del professore bolognese è invece stata più ardua e faticosa: tentare di mettere a punto e di illustrare un programma che medi tra i vari interessi e che, alla fine, dia vantaggi per tutti, e quindi, che consenta di vincere insieme contro le difficoltà comuni.

Qualche anno fa, la più grande e cinica sanguisuga del capitalismo italiano, Gianni Agnelli, ebbe a dichiarare, nella sua grande miopia: "Se perde lui, perde solo lui. Se vince lui, vinciamo tutti." Dopo cinque anni, si è visto che hanno perso anche gli industriali.

E finalmente, anche loro hanno capito che: "Se lui vince, vince solo lui. Se lui perde, vinciamo tutti."