Qualche post fa, si rifletteva sulle sciagure causate dal Fattore B che ci infelicita la nostra esistenza. Avevo colpevolmente dimenticato un altro "eroe" a tale lista: Fausto Bertinotti. Costui viene ritenuto da tutti, alleati ed avversari, un abile uomo politico. Orbene, questo "abile uomo politico" ha compiuto questo capolavoro. Quando era al governo Prodi le tematiche che stava negoziando per i suoi rappresentati erano quelle delle 35 ore (ricordate? "lavorare meno, lavorare tutti").
Dopodichè l'"abile uomo politco" decise di ritirare il suo appoggio al governo Prodi che così cadde, rimpiazzato da un altro "abile uomo politico": D'Alema Massimo. E non contento, alle elezioni politiche del 2001 decise di "correre da solo", riuscendo a compiere il capolavoro di regalare alla Casa delle Libertà una maggioranza schiacciante, pur essenso questa minoranza nel Paese (meno del 50% di voti raccolti).
Per i 5 anni successivi, l'"abile uomo politico" si trovò a dover negoziare per i suoi rappresentati un altro numero al posto del 35: il 18, quello dell'Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che, lo ricordo per i più distratti, è quello che impedisce il licenziamento arbitrario (senza giusta causa) di un lavoratore. Certamente una bella lungimiranza politica, non c'è che dire. Ed un ottimo servizio reso ai suoi rappresentati.
Già, ma lui è un "abile uomo politico". Se ci siamo dovuti sorbire la barbarie del governo di Arcore lo dobbiamo anche a lui. Certo, per queste elezioni lui dice di aver appreso la lezione e che ora ha sottoscritto un programma comune con tutta l'Unione e si è impegnato a rispettarlo. E non ho motivo di non crederlo. Però una buona fetta di responsabilità politica per aver consegnato l'Italia nelle mani di colui che non si può nominare ce l'ha. Mi auguro quindi che le prossime elezioni non lo premino per l'"abilità politica" dimostrata.
Articolo precedente della serie: Ricordiamocelo il 9 aprile: Bossi e la Lega