A proposito del cinema italiano e del suo coma profondo, Luc Besson individua il colpevole : il cinema americano ! E mi pareva strano, cantavano Franco e Ciccio ! Come al solito, la colpa è loro e non delle orrende produzioni nostrane!
Non mi stupisco perchè Luc Besson è francese e sappiamo bene che i francesi ce l'hanno a morte con gli americani. La loro presunta grandeur è stata colpita ed affondata dall'ondata anglofona che di fatto ha distrutto il loro predominio linguistico ancora sugli scudi nei primi anni quaranta, dove la lingua d'esportazione e diplomatica era il francese.
Dopo la guerra tutto è cambiato. Whisky coca cola e gomme americane a tutto spiano.
La Francia è affondata. Come un vecchio U-Boot.
Un colpo di grazia non indifferente gliel'ha inferto vent'anni dopo l'Inghilterra e la sua Swingin' London .
Beatles, Rolling Stones, Who, Kinks.. al che loro opponevano surrogati di Elvis come Johnny Hallyday e Eddy Mitchell (nomi naturalmente americanizzati) e i suoi Chassetteus Noirs o sul fronte femminile, Sylvie Vartan e Sheila al posto di Sandie Shaw e Dusty Springfield.
Besson dunque, deve aver metabolizzato questo fastidio ancestrale per gli americani che come cantava Alberto Fortis arriva da lontano: "so che voi francesi non direte mai che un'americano è bianco rosso e blu. Stessa la bandiera, stessa libertà ma vi brucia troppo e voi direte no".
Luc dice che il cinema italiano è molto cambiato dagli anni sessanta (ma va? che intuito!) e che il governo deve proteggerlo. Forse Luc Besson non sa che da noi le sceneggiature dei film si scrivono direttamente nelle sedi di partito. E che i registi per il 99% sono amici dei segretari dei partiti. Anche negli anni cinquanta-sessanta era (parzialmente così), però i registi di allora avevano idee, spunti e soprattutto un parco attori fe-no-me-na-le !
Gassman, Sordi, Tognazzi, Mastroianni, il grandissimo Enrico Maria Salerno, Gastone Moschin, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Sophia Loren, Virna Lisi ed i "teatrali" spessissimo prestati al cinema come Gino Cervi, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Romolo Valli ed un esercito di comprimari di lusso che se fossero vivi adesso sarebbero osannati come padri del cinema (ora invece incoroniamo Lino Banfi come "padre della commedia italiana" perchè non abbiamo più nessuno!).
E poi sarebbero venuti la Melato, Giannini, Stefano Satta Flores, Pozzetto, Villaggio, Michele Placido e tanti altri ancora.
Oggi abbiamo un Gabriele Muccino che non sa dire due parole di fila in italiano e vince il premio come migliore attore e lo fanno diventare uomo simbolo del festival del cinema di Roma. Abbiamo uno come Claudio Amendola che si commenta da solo, vivendo.
Abbiamo un'esercito di shampiste con l'accento romano (o meglio, di borgata) che pretendono di essere le nuove Sarah Bertrand (se solo sapessero chi fosse) un plotone di veline, letterine, schedine, mignottine, che scopando a destra e a manca fanno qualche particina in film squallidissimi (tipo quello ultimo di Jerry Calà) al cui confronto il peggior film di serie B degli anni settanta è un capolavoro di realismo cinematografico. I registi non sono da meno, sempre con la lingua di fuori a leccare il culo ai politici. Idee, naturalmente, zero. Ma dove vogliaomo andare? A chi ci vogliamo equiparare. Il cinema ha fatto la fine della canzone.
Caro Luc Besson, io stesso che ho sempre amato il cinema italiano preferendolo a quello estero, mi sono dovuto ricredere con sommo dispiacere. Una volta si diceva che i film francesi fossero noiosi . Ho visto ultimamente dei film francesi bellissimi (OTTO DONNE E UN MISTERO, L'OTTAVO GIORNO, SE FOSSI RICCO, IL MIO MIGLIOR AMICO, NIENTE DA NASCONDERE) con attori meravigliosi. I nostri, al loro confronto, scompaiono, si polverizzano.
Due giorni fa (proprio perchè sono come San Tommaso) ho voluto punirmi vedendomi un film italiano e in parte mi è andata bene: TUTTO IN QUELLA NOTTE. Ci lavorava quello che il pomeriggio fa i pacchi su raiuno, Flavio Insinna. La sceneggiatura reggeva, la storia era avvincente, la recitazione... pessima! Gli altri attori? Io non li conosco. Ditemi voi se li conoscete :
Luciano Scarpa, Eleonora Russo, Rolando Ravello. Molto probabilmente avranno preso parte a qualche fiction (Dio, come odio questa parola!) o a qualche altra stupidata televisiva.
Poi mi sono rifatto vedendo LE CENERI DI ANGELA , stupendo film inglese ambientato in Irlanda con due attori fantastici: Robert Carlyle (di cui credo di aver visto tutto) ed Emily Watson. Un film che fa piangere, ridere e pensare. Un film che consiglio caldamente a tutti.
Ho cercato di fare un paragone con un film italiano che mi avesse procurato la stessa gamma di intense emozioni ma non l'ho trovato. Son dovuto risalire a qualche film di tantissimi anni fa, qualcosa di Dino Risi e Pietro Germi. Altro che fare gli autarchici e vietare i film stranieri: imparate a lavorare ! O meglio, andate a rivedervi il 90% del cinema italiano dal dopoguerra a 20 anni fa e poi ne riparliamo.
AL CINEMA - LUCIO BATTISTI
COME DENTRO UN FILM - LUCA BARBAROSSA
I FILM DEL LUNEDI' - LORETTA GOGGI
L'ATTORE - ADRIANO CELENTANO
L'ATTORE - ANNARITA SPINACI
LIKE AN OLD TIME MOVIE - SCOTT MC KENZIE
MOVIE - LOREDANA BERTE'
MOVIE STAR - PASSENGERS
UN FILM A COLORI - PAOLO FERRARA
PREFERISCO NON ANDARE AL CINEMA - JONICA
04 febbraio 2007
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4 commenti:
Il cinema italiano è mafioso di marca DS. Frequento per le mie attività culturali molti attori e registi di sinistra; molti di questi anche se sono persone simpatiche, sono registi di livello tremendamente basso, hanno fatto pochi (ma sempre troppi) film orrendi e con i soldi dei finanziamenti. Che sono soldi pubblici. Che sono soldi nostri. Il livello culturale del nostro cinema è desolante. I contenuti non ne parliamo. Gli attori sono individui calati nel loro ruolo spesso inconsapevoli dei loro limiti, per la maggior parte quando aprono la bocca fanno cadere le braccia (e qualcos'altro) e né loro stesso né gli addetti ai lavori li fermano. Questa è la vera decadenza. L'arte non nasce nelle congreghe politiche, ma nasce dalla genialità e dall'estro dei veri artisti, quelli che stanno ovunque e non vivono solo di inciuci con intrallazzatori e personaggi di medio e alto livello. Questo sistema è talmente radicato che sarà difficile che cambi, ma i terremoti sono sempre possibili, ho fiducia, le cose cattive prima marciscono e poi esplodono. Ben venga questa crisi, deve essere ancora peggio.
>Abbiamo un'esercito di shampiste con l'accento romano (o meglio, di borgata) che pretendono di essere le nuove Sarah Bertrand (se solo sapessero chi fosse)
"Sarah Bertrand"? E chi è? Volevi dire Sarah Bernhardt, atrtice di teatro francese soprannominata la Divina, suppongo. Mi viene da dire: ma lo sai chi fosse?
beh, caro il mio saccentello che continua a sputare sentenze sul resto dell'umanità, prima di tacciare gli altri di ignoranza dovresti prima non sparare cazzate tu stesso, vero?
sarah bertrand esiste, ma non mi chiedere che film ha fatto perché non ti saprei rispondere
Confermo come Diego l'esistenza dell'attrice e regista francese Sarah Bertrand, attiva da circa 15 anni, anche non penso nessuno dei suoi film sia mai stato distribuito in Italia. Sicuramente è meglio come attrice delle nostre shampiste ma suppongo, come Arcidiavolo, che Christian alludesse alla ben più nota Sarah Bernhardt...
Riguardo allo stato comatoso del nostro cinema, beh, c'è poco da aggiungere.
Per carità, qualcosa di decente riesce ancora ad uscire, e nelle ultime stagioni ho apprezzato qualche tentativo di diversificazione dell'offerta discreto come "Romanzo Criminale", i "soliti" film di Avati (che se non altro son onesti prodotti medi, ben recitati se non altro - "La Rivincita Di Natale" è davvero riuscito) o qualche titolo un pò imperfetto ma comunque interessante (Crialese, Ozpetek), ma se si considera che siamo il paese in cui il miglior attore a detta della stampa (non specializzata) è Christian De Sica...
Se vediamo cosa arriva da Francia, Inghilterra e Spagna, tanto per fare tre nomi, e poi facciamo i confronti, ci sarebbe da tagliarsi le vene...
Riguardo a Luc Besson, a parte "Subway" non mi è piaciuto nessuno dei suoi film, che trovo versioni idiote di certi già idioti blockbuster da teen agers americani (sia ben inteso amo il cinema USA e i suoi generi, evito le idiozie, però).
Tuttavia il fatto che in Francia ci si permetta di produrre anche simili dispendiose cavolate è indice di un buono stato della cinematografia locale. Infatti la varietà è il termometro della salute di una cinematografia. Anche se a volte trovo certi film francesi un pò troppo "verbosamente onanisti" - traduco: parole su parole per autentiche pippe mentali - son di solito recitati in modo splendido e alla lista di Christian aggiungerei sicuramente film diversissimi come i noir di Chabrol, "Una Rondine Non Fa Primavera", "Il Gusto Degli Altri" e pure "Una Lunga Domenica di Passioni, che affronta un tema molto delicato oltralpe - la Prima Guerra Mondiale - in modo molto originale.
P.S.
I miei commenti sul cinema italiano non tengono conto dello schieramento politico degli autori, parlo da spettatore innamorato del buon cinema.
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