Ecco un altro blocco di film visti approfittando dell'alta disponibilità di tempo libero concesso dalle vacanze: 1 solo film italiano (un classico da storia del cinema), due o tre patacche, un paio di film d'annata ed un paio di film pregevolissimi. Ma andiamo per ordine.
The School of Rock di Richard Linklater (2003)
Vi è mai capitato di iniziare a vedere un film e dopo 5 minuti iniziare a pensare: che cagata, ora smetto? E dargli altri 5 minuti. E poi altri 5. Ed alla fine vederselo tutto? Beh, è quello che mi è successo con questo filmettino per famigliole che però è pervaso da sincero amore per la musica rock e per l'heavy metal in particolare. E comunque, la lezione di storia del rock alla lavagna impartita ai ragazzuoli delle elementari vale la visione. VOTO: 6
Revolutionary Road di Sam Mendes (2008)
Che fine avrebbero fatto Jack e Rose del Titanic se il primo non fosse finito annegato nelle acque dell'Atlantico? Probabilmente quello descritto da questo splendido film di Sam Mendes (quello di American Beauty, ricordate?). Già, perchè il film inizia dove buona parte degli altri film finisce: e vissero insieme felici e contenti. Beh, qui del "felici e contenti" vi sono scarse tracce ed il film consegna un ritratto impietoso della tranquilla vita della meddle class americana degli anni '50. Leonardo Di Caprio e Kate Winslet sono bravi e, sopratutto, sanno scegliere i film da interpretare. VOTO: 9
Il Divo di Paolo Sorrentino (2008)
Questo blocco ci va di lusso: altro film pregevole. Sorrentino è uno che il cinema lo sa fare e, nonostante tutti più o meno sappiamo gli episodi che hanno contraddistinto la vita di Giulio Andreotti, riesce a tenerci appiccicati alla sedia per due ore. Perchè ha delle invenzioni filmiche di grande efficacia: ad esempio, il farci vedere il vezzo del divo Giulio di farsi le passeggiate solitarie nelle viuzze del centro di Roma, salvo scoprire con un movimento della camera, lo stuolo di poliziotti di scorta che vegliano sulla sua passeggiata. Insomma, il film ha la capacità di far uscire Andreotti dalla cronaca e farlo entrare nel mito. Un po' l'operazione che fece Coppola con la serie sul Padrino. VOTO: 9
Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen (2008)
Woody Allen è probabilmente il regista più prolifico degli ultimi decenni. Ogni anno si susseguono film che si confondono l'uno con l'altro e si fa fatica a ricordare quali si è visti e quali no. A ricordarne la trama poi... tutt'al più si ricorda qualche battuta, giusto perchè spesso oggetto di citazioni più o meno a proposito. Beh, almeno questo film non corre il rischio di essere confuso con gli altri, se non altro per l'ambientazione iberica e per lo straordinario tris di interpreti femminili: Scarlett Johansson, Rebecca Hall e Penelope Cruz che si affianca all'altro sex-symbol locale, Javier Bardem. La trama è una sorta di commedia sexy di una notte di mezza estate in cui coppie e triangoli si fanno e disfanno, gioiosamente. VOTO: 7
In amore niente regole di George Clooney (2008)
Non essendo una signora non riesco a comprendere il fascino di George Clooney e del suo successo nelle cronache rosa. Certamente è uno che si gestisce alla grande, scegliendo con oculatezza le pellicole da interpretare, quasi sempre di ottimo esito al botteghino. Ed avrebbe anche delle pretese dal punta di vista della regia, visto che questa è la terza volta in cui si cimenta in tale ruolo. Solo che ogni film è peggio del precedente: ottimo l'esordio (Confessioni di una mente pericolosa), calligrafico ma accettabile nel secondo (Good Night and Good Luck) e quasi indigesto in questo in cui tenta una rivitalizzazione delle commedie al vetriolo anni '30. Ma la cosa non gli riesce granchè e la noia tende a prevalere. VOTO: 6
Giù al Nord di Daby Boon (2007)
Possiamo dirlo: una francesata. Nel senso buono del termine. Con tanta provincia francese (l'area di Lille nel Nord della Francia, come da titolo) e buon esempio del genere in cui i francesi eccellono: la commedia. E da quelle parti pare che riescano a fare quello che da noi riesce raramente: narrare la quotidianetà con leggerezza e divertimento senza impelagarsi in discorsi didascalici e pretenziosi. VOTO: 7
Notte brava a Las Vegas di Tom Vaughan (200x)
Quelli che invece non riescono più a fare commedie sono gli americani, nonostante ci provino a getto continuo. Qui provano a resuscitare per l'ennesima volta la commedia anni '30 con la solita guerra tra sessi ma con risultati deprimenti: in 99 minuti non c'è una battuta una che riesca a strappare un mezzo sorriso. In compenso riesce ad accatastare una serie di luoghi comuni che neanche un telefilm di serie Z... VOTO: 3
Quo Vadis, Baby di Gabriele Salvatores (2005)
Film insolito per Salvatores che si cimenta in un genere insolito per lui: il noir. E direi con risultati niente affatto disprezzabili. Riuscendo a confezionare un film assolutamente di genere (agenzie investigative, poliziotti, un mistero da svelare pezzo per pezzo) ma con un inconfondibile tocco di autore. Infilando anche un elemento narrativo anticonvenzionale: lo spettatore finisce per sapere più cose di quante ne sappia la protagonista. Che è una vera e propria sorpresa: la cantante Angela Baraldi che si esibisce in una eccellente versione di Impressioni di Settembre, perla tra altre perle di una colonna sonora che ci innostalgisce con Ultravox, Talking Heads e Ramones. VOTO: 8
In Bruges di Martin McDonagh (2008)
Uno di quei film che basano tutto sulla suggestione dell'atmosfera che riescono a creare. Siamo a Bruges, dove si trovano due killer senza saperlo bene neanche loro. Stanno girando un film con un nano tra gli interpreti. C'è qualcuno che deve uccidere qualcun altro per conto di un altro ancora. Sì, certo, vi sono anche le sparatorie ma quello che conto è il clima disperato che il film riesce a creare. VOTO: 7
Pride and glory - Il prezzo dell'onore di Gavin O'Connor (2008)
Anche in questo, come il precedente, c'è Colin Farrell tra i protagonisti. Ma mentre il primo era un noir europeo, con tutte le sue sottigliezze, questo è un noir (o meglio, poliziesco) americano. La piattezza ed il manicheismo sono quindi d'obbligo. Nel precedente Farrell era sì cattivo ma travagliato e sull'orlo del suicidio. In questo è un poliziotto carogna, dalla prima all'ultima scena, mentre la parte del buono, per contratto, era riservata a Edward Norton. Pesante ed inutile. VOTO: 5
Alla prossima.
Post precedente della serie: Seconda Visione/ # 3
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