22 maggio 2007

Di ritorno dall fiera del disco di Milano. Considerazioni pessimistiche.

La Fiera del Disco di Novegro è forse l'appuntamento quadrimestrale più importante per i collezionisti di vinile. O forse dovrei dire "era". Difatti da un paio d'anni, il livello è molto sceso. Nata nel 1986, la fiera di Novegro (un paio di chilometri da Linate) è in una fase di decadenza forse inarrestabile. I motivi sono tanti: i prezzi probitivi dei dischi, la mancanza di circolazione di materia prima, ossia i dischi (se ne trovano sempre meno), la carestia di collezionisti, gli stand che con i dischi non c'entrano niente.

Andiamo con ordine: i prezzi. Alcuni sono davvero incredibili. Nel senso che non si può spendere 1000 euro per un I SOLITI IGNOTI o 800 per LA MAJA DESNUDA !
Due colonne sonore. Chi spende tali cifre non è da considerare "collezionista" ma pazzo. Il collezionismo è bello perchè divertente. Quando sfocia in mania, in angoscia e ansia, diventa patologico. E quando arriva a questi parossismi, dov'è il divertente? Aggiunge ansia ad una vita di per sè già abbastanza ansiosa.

Il disco cos'è? Un oggetto sferico in vinile che la maggior parte dei collezionisti neanche mai ascolterà per paura di rovinare. E allora che collezione è? Come avere dei Van Gogh e metterli in cassetta di sicurezza. Oppure, per scendere ad un livello più basso, collezionare - che so - TEX e non leggerli per paura dello scollamento delle pagine. I prezzi di alcuni dischi (o sarebbe meglio dire "stili") sono inavvicinabili: il beat, il progressive o per l'appunto le colonne sonore. Alcune, non tutte. Il beat che si colleziona è maggiormente quello di gruppi oscuri, un beat che qualsiasi persona con un pò di gusto musicale, all'epoca ed oggi, scarterebbe a priori. Complessi che incidevano per piccole case discografiche, la produzione dei quali neanche entrava nei negozi ma stazionava nelle bancarelle dei paesi.

Non ha assolutamente senso pagare per un 45 giri de I Monelli o per I 4 Califfi (prima formazione dei Califfi) 500 euro! Sono dischi osceni. Come non considero normale pagare 500 euro per una colonna sonora su RCA. O 1200 euro per il primo disco di stampa italiana di Elvis Presley. I prezzi li fanno i venditori ma soprattutto le mode. Una volta li facevano addirittura i giapponesi: arrivavano a Linate e sbarcavano alla fiera. Compravano tutto a prezzi sbalorditivi, che facevano aumentare il valore anche di cose che di valore ne avevano in realtà pochino.

Finita la pacchia giapponese, si sono inventati le mode. Quest'anno va Carmen Villani su etichetta Bluebell, il prossimo vanno le stampe straniere di Mina, l'altro ancora le lacche (ossia i provini) di Patty Pravo. Ma il collezionismo vero dovrebbe infischiarsene delle mode. Chi è un collezionista serio, non si mette a seguire una moda solo perchè è stata imposta da una lobby di venditori-standisti che in 4 o 5 condizionano il mercato a seconda di quello che hanno in magazzino!

I dischi: non se ne trovano più. Da un paio di anni sono sempre gli stessi. Trovi sempre le stesse cose. Non c'è ricambio. Ci sono dei fortunati che fanno dei blocchi da giornalisti o da ex funzionari di case discografiche. Questo significa che troveranno dischi nuovi di zecca, quasi mai sentiti e pezzi rari. Ma questa eventualità è sempre più scarsa, al giorno d'oggi. Chi aveva, ha già venduto.
Si aspetta quindi la morte di qualche giornalista o collezionista per fare incetta. Come tante prefiche adornate a lutto, i rivenditori si mettono in fila indiana davanti alla porta del defunto. Praticamente, il disco che poi il collezionista (od il semplice curioso) andrà a comprare era parte di uno stock dai contorni macabri.
Non è che sia il massimo dell'allegria.

Gli stand: capisco che gli organizzatori di queste fiere debbano rientrarci, però: cosa c'entra uno stand che vende solo vini con etichette del tipo: Il Vino Del Balilla, Duce d'Italia, Che Guevara, Nikita Krushov etc.? Sarebbe divertente (anche se un pò kitsch) in una mostra alimentare o in un mercatino generico. Ma in una mostra del disco che una volta si vantava di essere la prima in Italia e tra le prime in Europa? Oppure uno stand di sole magliette "metallare"?

Perche devo pagare 8 euro per vedere questa paccottaglia o decine di stand che vendono SOLO compact disc se si chiama Fiera del Vinile? E poi, possibile che nel 2007 quei capannoni ancora non abbiano l'aria condizionata? Sono anni che gli espositori la richiedono. Ogni anno si dice: "nella prossima ci sarà l'aria condizionata" (o il riscaldamento,dipende dal periodo). Invece niente.

L'ultima cosa, forse la più importante: i collezionisti. Sono sempre meno e sempre più anziani. Ad esempio, ormai gli anni cinquanta non li colleziona più nessuno. Decine e decine di EP o 25 centimetri tra il 1954 e il 1959 che neanche portano più per mancanza di spazio. Chi colleziona Mina o Celentano o i Beatles ha ormai tutto. Cerca solo dischi da poter sostituire nella collezione, quei dischi che magari aveva comprato 5-6 anni fa e che aveva trovato in condizioni non buone. Perchè ormai non è che un ventenne decide di collezionare dischi a 45 o a 33 giri. Oddio, tutto può essere, ma è un caso raro. Quindi, tra mancanza di materiale nuovo e mancanza di ricambio generazionale, il mondo del collezionismo così come lo conosciamo adesso è destinato a scomparire. Tutto si risolverà tra le mura di una casa, con la tastiera ed uno schermo davanti. Avete presente eBay? Ecco, quello. Cosa che TUTTI i venditori già fanno, tanto per pararsi il sederino in caso di prossima (ed inevitabile) catastrofe.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Le tue opinioni in merito,caro Verdier,sono sacrosante. Uno non può mettere in vendita a 250 Euro un disco che al massimo ne vale un quinto:"La Coppa del Jazz",florilegio di gruppi emergenti del jazz italiano sfornati nel 1960 tramite un concorso RAI e raccolti a 33 giri dalla RCA Italiana,con tanto di presentazione,addirittura bilingue(segno che c'era una vera politica di diffusione all'estero dei nostri prodotti) di Adriano Mazzoletti. Non ci sono solo collezionisti sani,come uno di Milano che è anche un mio amico e vende il proprio materiale a prezzi ragionevoli,non rinunciando a farti lo sconto. Ci sono purtroppo anche gli speculatori che giocano molto su quei piccoli dettagli che rendono il 33 o il 45 giri talmente appetibile da chiuderlo,come giustamente diceva Verdier nella sua analisi,in cassaforte. E ci sono anche quelli che ormai sono stufi della piega che sembra aver preso Vinilmania,come un signore della provincia di Novara,famoso per vendere ad 1 Euro 45 giri di ogni tempo senza particolari distinzioni,la cui assenza si notava non poco. Si salvano almeno gli stranieri,gli economicissimi francesi (EP di stampa transalpina degli anni Sessanta a 2 Euro)e i disponibili tedeschi in primis. Ora ci sarà dapprima l'appuntamento romano e quindi,dopo la parentesi dovuta alla Festa Nazionale,quello torinese,che può dare un po' l'impressione di una versione raffinata del Gran Balòn (il tradizionale mercatino dell'usato del capoluogo piemontese nelle cui vicinanze ho la fortuna di risiedere),ma almeno è la riscossa dei "minori",che hanno dovuto rinunciare ad esporre a Novegro perchè c'era da sborsare sin troppo per garantirsi il posto a Vinilmania,che cerca di mantenere il proprio prestigio ma rischia,come teme Verdier,di naufragare.Mi dispiace,soprattutto per il buon Giazzi,persona simpatica e disponibile,ma "a l'è parej".

Anonimo ha detto...

Il mondo dei collezionisti è uno strano mondo, in cui la carenza affettiva fa da leone. Chi spenderebbe cifre esorbitanti per un oggetto con un ridotto valore intrinseco se non qualcuno dominato perennemente dalla sensazione che gli manchi sempre qualcosa? Il collezionista è attaccato all'oggetto, che sarà tra l'altro e inievitabilmente una cosa da cui si dovrà prima o poi separare. Ne consegue che una fiera di collezionismo è una fiera di bisognosi da un lato, e di vampiri squali dall'altro (spesso anche loro bisognosi in prima persona). L'atmosfera che si respira ultimamente, mentre negli scorsi anni c'era ancora il boom della curiosità-avidità di trovare le cose, ecc., adesso c'è invece una sorta di parabola discendente, data la molto scarsa circolazione di nuove cose, e spesso quella morbosità di chi ha già trovato tutto ma cerca in giro con lo sguardo per cercare di crearsi nuovi interessi. Condivido pienamente che è brutto ambiente e si respira una brutta atmosfera. Io e mio marito, che abbiamo ancora un grande amore per il vinile, frequentiamo spesso mercati dell'antiquariato in cui si trovano ancora dischi da 1 a 10 €, magari tenuti peggio, però c'è molto più gusto.

Anonimo ha detto...

ciao
scusatemi per l'intrusione..
ho 106 lp 33 giri da vendere
erano di mio fratello io ci capisco poco o niente
sono di milano...sapete a chi mi posso rivolgere per una valutazione?
magari possono interessare a voi?
ciao e scusate ancora..
luca lucius76@libero.it

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo!

benzaburo ha detto...

ciao a tutti io sono un collezionista e mi reputo equilibrato e sono quindi d'accordo con lo stigmatizare soprusi e speculazioni.Non sono d'accordo sul valutare un pezzo in base al merito artistico che noi attribuiamo all'artista che lo ha creato perchè sarebbe un metro troppo soggettivo.Altra considerazione è se sia sano spendere soldi per cose che spesso si possono scaricare gratis in rete (io mi do spesso del pirla...ma tant'è...).Molto più interessante è l'attivita dei negozi dell'usato dove spesso si trovanoo chicche a prezzi ragionevoli (specie quando il negoziante considera il vostro genere preferito con sufficenza, tanto magari da non accorgersi del valore che magari gli stessi titoli hanno su amazon).Morale della faccenda la vinilmania anche secondo me ha un pò i giorni contati...ciao a tutti

Anonimo ha detto...

Non credo che la vinilmania abbia i giorni contati, non sono mai stato alla fiera di milano ma secondo me il vinile sta rimontando anche se è vero che ormai si può trovare tutto in mp3 o altri formati anche di più alta qualità. Io ho 37 anni e colleziono dischi da quando ero quindicenne. Non sono un frequentatore di fiere del disco perchè in genere quelle situazioni mi angosciano un po'; preferisco i vecchi negozietti che magari si trovano per caso o i mercati nelle piazze e le bancarelle. ciao a tutti e buoni ascolti!

Anonimo ha detto...

ciao a tutti sono un dj o almeno lo sono stato fino al 2001, ho dischi dal 70 fino al 2001 vorrei venderli in blocco come posso fare? posso portarli al mercato del disco di milano? se qualcuno mi fa sapere ne sarei grato
scrivetemi su
deejay1966@libero.it

Anonimo ha detto...

Sono un collezionista...Ho comperato Contrasto dei Pooh a 2000 euro,e non me ne pento...
Ciao

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, io ho una bella collezione di vinili degli U2, sia 45 che 33 giri, da vendere,qualcuno di voi è interessato?

Anonimo ha detto...

Salve sono alla ricerca di vinili e cd dei Dire Straits e Mark knopfler non facenti parte della discografia ufficiale,qualcuno di voi mi può aiutare?
Email: biofarm.ac@libero.it
Cordialmente

Angelo

Anonimo ha detto...

Sono.d'accordo sulla parabola delle fiere in generale non sono d accordo sulla.mancanza di vinile alle fiere ma una grande intrusione di cd... be secondo me non c'e' niente di male.. anzi, io che adoravo il vinile, stanco di sborsare dei gran soldi, mi sono convertito e visto che l' obbiettivo per me e' la musica e non il supporto mantego la mia passione. Volevo solo far notare a chi ha parlato di cercare nei negozi o nelle fiere di paese che per trovare un CRESSIDA o i BEN dovresti come minimo essere un miracolato. Marco di La Spezia.

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