Nella notte tra il 30 ed il 31 marzo, mentre i nuovi cafoni padroni d'Italia festeggiavano il loro cattivo gusto e la loro vittoria alle recenti elezioni regionali, è scomparso uno degli artisti più eleganti e di buon gusto della storia della nostra musica, Nicola Arigliano, pugliese di orgine ma milanese di adozione. Relativamente poco noto al grande pubblico, che lo ricorda più che altro per la serie di sketch pubblicitari su una marca di digestivo, è stato il più anziano partecipante al festival di Sanremo, nel 2005 all'età di 81 anni, togliendosi la soddisfazione di vincere anche il premio della critica con il brano Colpevole.
Per un coccodrillo con i fiocchi, rimandiamo a quello (insolitamente) molto ben fatto di Gino Castaldo. Qui vogliamo ricordare solo alcuni brani che hanno caratterizzato i tempi d'oro della sua carriera di cantante leggero, da perfetto "crooner" della canzone nazionale. Il suo più grande successo di vendita è stato I sing ammore del 1959, tipico del suo swing lieve ed elegante. Mentre il suo brano forse più noto deriva ancora da una partecipazione sanremese, quella anomala 20 Km al giorno, del 1964, ispirata alla work-song "Sixteen Tons" della tradizione afroamericana.
Altri successi sono Amorevole (il suo primo, sempre nel 1959) e Sentimentale (del 1960, inciso anche da Mina con cui condivise gli esordi televisivi), una sua versione molto "cool" dello standard di Umberto Bindi, Arrivederci e la swingante E' solo questione di tempo.
Ma più ancora che per i suoi successi leggeri, Nicola costituisce un cult, sopratutto per gli addetti ai lavori, per i suoi contributi al jazz italiano, che ha sempre continuato a praticare lontano dai palcoscenici mass-mediatici, sino a pochi mesi prima della sua scomparsa (aveva addirittura aperto una sua pagina su MySpace).
A noi piace ricordarlo in un suo disco del 1985 intitolato Mario Schiano presenta Nicola Arigliano al night club "Il Sorpasso", dove si erano organizzate delle serate per festeggiare il "sorpasso" del PCI sulla DC alle elezioni europee dell'anno prima, per l'unica volta nella storia della repubblica, certamente sull'onda emotiva della scomparsa del leader comunista Enrico Berlinguer.
Dopodichè sapete tutti com'è andata: la DC spaventata si alleò con Craxi, che generò il craxismo che creò Berlusconi che ha generato quella cultura greve e cialtrona in cui siamo tuttora immersi. Dove non c'è posto per la levità e la finezza di un Arigliano. Riposa in pace.
02 aprile 2010
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