12 luglio 2006

Chi ci lascia: Syd Barrett

Fosse deceduto sul finire degli anni '60, insieme a Jim Morrison o Jimi Hendrix, probabilmente Syd Barrett, il mito di Syd Barrett sarebbe stato sinanche superiore a quello delle su citate icone della musica rock anni '60. Ed invece, pur essendo morto artisticamente nel 1970, Syd Barrett è deceduto soltanto un paio di giorni fa, a 60 anni, dopo quasi 40 passati nell'entrare ed uscire da cliniche psichiatriche. Chi era Syd Barrett? Semplicemente l'inventore, fondatore, autore, cantante e chitarra solista dei Pink Floyd.

Nato a Cambridge, UK, nel 1946 derivò il nome del gruppo destinato a divenire tra i più celebri della storia del rock da due vecchi bluesmen americani: Pink Anderson e Floyd Council. Ne fu il leader intrastato dalla fondazione nel 1965 al 1967, quando uscì il primo album del gruppo: The Piper at the Gates of Dawn, da molti ritenuti l'insuperato capolavoro dei Pink Floyd, titolo ricavato dal libro per ragazzi preferito di Syd, "The Wind in the Willows". L'uscita dell'album segnò praticamente la nascita del progressive rock che avrebbe dominato la scena per almneo il decennio successivo.

A partire dal 1967, Barrett iniziò ad avere disturbi mentali dovuti probabilmente ad uso eccessivo di droghe, LSD in primo luogo, iniziando un calvario che sarebbe durato per tutta la vita. L'indisponibilità del loro leader rischiò di assestare un colpo letale al gruppo, tant'è che il loro management li abbandonò scegliendo di seguire la carriera solistica di Barrett: scelta che si rivelò fallimentare considerando gli avvenimenti successivi.

Negli anni seguenti Barrett avrebbe firmato solo in un pezzo nel secondo album del gruppo, A Saucerful of Secrets del 1968, e due album nel 1970, grazie tra l'altro all'interessamento dei suoi ex compagni, e di Gilmour in particolare. I titoli: The Madcap Laughs ("Il pazzo ride") e Barrett.

A soli 24 la sua carriera era praticamente terminata, avendone raggiunto l'apice a 21, con soli un paio d'anni di attività. Ma nonostante questo, è riuscito ad influenzare decine e decine di artisti. E gli stessi Floyd l'hanno sempre voluto ricordare affettuosamente, dedicandogli sia il titolo di uno dei loro album più fortunati (Wish You Were Here, "Vorremmo che fossi qui") che il brano principale Shine On You Crazy Diamond ("Splendi folle diamante"). Un commosso omaggio al loro leader che non fu in grado di esserlo che per pochi mesi.

Syd Barrett Compilation

Pink Floyd: INTERSTELLAR OVERDRIVE
Pink Floyd: ASTRONOMY DOMINE
Pink Floyd: LUCIFER SAM
Pink Floyd: THE SCARECROW
Pink Floyd: BIKE
Pink Floyd: MATHILDA NOTHER
Pink Floyd: FLAMING
Pink Floyd: THE GNOME
Pink Floyd: CHAPTER 24
Pink Floyd: POW R. TOC H.
Pink Floyd: JUGBAND BLUES
Syd Barrett: TERRAPIN
Syd Barrett: DARK GLOBE
Syd Barrett: OCTOPUS
Syd Barrett: GOLDEN HAIR
Syd Barrett: LONG GONE
Syd Barrett: LATE NIGHT
Syd Barrett: BABY LEMONADE
Syd Barrett: IT IS OBVIOUS
Syd Barrett: RATS
Syd Barrett: GIGOLO AUNT
Syd Barrett: EFFERVESCING ELEPHANT

Articolo precedente della serie: Pietro Garinei

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà se i disturbi mentali di Syd Barrett erano davvero legati all'uso di droghe.
In realtà l'origine delle schizofrenie è ancora oggi inspiegabile, secondo me Barret era solo una persona con una sensibilità molto particolare, chiuso nel suo mondo, timido.
La sua sensibilità ed il suo modo di essere sono probabilmente parte imprescindibile del suo estro.

Anonimo ha detto...

Stic@zzi

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