Complici una serie di circostanze, tra cui una DVD-teca molto fornita, ultimamente mi capita di riuscire a vedere molti più film di quanto non capitasse qualche tempo fa. Ed essendo questo un log, mi sembra cosa buona e giusta lasciarne qui una qualche traccia. L'intenzione è quella di una rubrica fissa, a frequenza periodica. Ma considerando l'aleatorietà del tempo disponibile, non so se la frequenza sarà settimanale, quindicinale o mensile. Qui si mischierà di tutto: classici senza tempo e cose più o meno recenti, cimeli da cineforum e filmacci da box office. Raramente vi saranno prime visioni, piuttosto il repertorio è quello che, qualche decennio fa, si poteva vedere in televisione o in cinema di seconda e terza visione.
La cosa magari può essere di aiuto a qualcuno e magari, di riflesso, a chi scrive, almeno per un paio di motivi. Intanto, scriverne qui mi aiuta in qualche modo a meglio ricordare di aver visto un determinato film (non vi capita mai di rimuovere del tutto un film che avete visto?). Inoltre se qualcuno trovasse che i gusti coincidono con quelli dello scrivente, invitiamo a segnalarci i film che piacciono e quelli che dispiacciono, così ci aiuta ad orientarci tra le decine di migliaia di film che vale la pena di vedere, e quelli che proprio no.
Va be', intanto una carrellata sui film che sono riuscito a vedere nelle ultime settimane. Ah, visto che da queste parti si amano molto i numeri, ci sembra doveroso esprimere il classico voto al film, adottando il punteggio scolastico da 1 a 10.
Rebecca - La prima moglie di Alfred Hitchcock (1940)
Iniziamo con la rivisitazione di un classico del buon Hitchcock, e precisamente con il suo esordio hollywoodiano, ricoperto di nomination (8) ed oscar (2). Gli anni trascorsi (69) pesano tutti e direi che si è conservato meno bene di altri classici del "maestro del brivido" (sopratutto quelli a colori degli anni '50). In particolare, non ho trovato particolarmente seducente la coppia di protagonisti Laurence Olivier - Joan Fontaine. VOTO: 7
Notturno bus di Davide Marengo (2007)
Un salto di quasi settant'anni per una piacevole sorpresa tutta italiana di un paio di anni fa da parte di un regista esordiente. Una sorta di thriller con cadenze da commedia italiana, con una splendida Giovanna Mezzogiorno ed un insolitamente sopportabile Valerio Mastrandea. Godibilissimo. VOTO: 8
Yes Man di Peyton Reed (2008)
Jim Carrey è invece il protagonista di una tiepida commediola americana,
Yes Man, che non allude a quello sport più o meno internazionale di non contraddire mai i propri superiori per ingraziarseli ma, più banalmente, la storiella di un uomo che si abitua a dire sempre di sì, a qualunque richiesta. Il che sembra che gli cambi meravigliosamente la vita. Una ideuzza un po' gracile che non riesce a reggere da sola un intero film. Al resto dovrebbe pensarci l'armamentario di smorfie e smorfiette dell'insopportabile Carrey. Bah... VOTO: 5
Lasciami entrare di Tomas Alfredson (2008)
Prima o poi devo decidere che non ne posso più di storie di vampiri a cinema: è incredibile come questo tema continua ad affascinare cineasti di ogni epoca. Tra le ultime varianti c'è questo svedese (la penultima era stata Twilight): una storia d'amore impossibile tra due adolescenti di cui lei è una vampiressa in salsa contemporanea. VOTO: 5
Una notte al museo di Shawn Levy (2006)
Io gli americani non li capisco. Oltre a Jim Carrey, non capisco come possano sbavare per un comico insipido quale Ben Stiller che continua a sbancare il botteghino. Tra le idiozie più recenti c'è questa carnevalata delle statue del museo che si animano di notte, noioso ad avere un età mentale di 4 o 5 anni. VOTO: 2
L'amore secondo Dan di Peter Hedges (2007)
Carino. Uno è vedovo, ha la ventura di agganciare una ammaliante Juliette Binoche in libreria, condivide il suo colpo di fulmine con la sua famiglia e poi scopre che in realtà si tratta della fidanzata del suo amato fratello. Voi che fareste? A parte aspettare la fine del film per vedere come si mette la cosa... VOTO: 7
Il codice Da Vinci di Ron Howard (2006)
Per chi ha letto lo stellare best-seller di Dan Brown, l'unico "divertimento" che può trovare nel film è verificarne l'aderenza al romanzo. Cosa, tra l'altro, che il regista Ron Howard ormai specializzato in block-buster hollywoodiani ha eseguito con estrema diligenza. Senza infamia e senza lode. VOTO: 6
The Hurt Locker di Kathryn Bigelow (2008)
Non so, forse non era la serata giusta per un film "impegnativo" come questo che tratta di temi "alti" come l'attuale guerra in Iraq. O forse sarà stato il tema posto (l'abitudine dei soldati a giocarsi in pochi secondi la pelle fa sì che molti soldati si trsformino in ossessi del rischio, che non mi sembra quello centrale della tragedia iraqena). Fatto sta che non ho resistito più di una mezzoretta e ho lasciato l'intrepido eroe tra le sue bombe da disinnescare. VOTO: 5
Clockwatchers - Impiegate a tempo determinato di Jill Sprecher (1997)
Forse il miglior film tra quelli di questa tornata. Niente epopee, niente Grandi Tematiche, niente Grandi Drammi. Ma solo, banalmente, la vita di ufficio. Di un gruppo di sgallettate che aspettano fissando il quadrante dell'orologio l'ora di andarsene, così come da titolo inglese. Il sottotitolo italiano punta invece sull'aspetto della precarietà: Impiegate a tempo determinato. E' una delle poche volte che a cinema viene messa a fuoco un'azienda: con le sue regole mutevoli ma sempre idiote, le persecuzioni disciplinari spesso gratuite, i licenziamenti vendicativi, l'ordine del tutto improduttivo. Anche questo diretto da una regista, esordiente. Femminili anche tutte le interpreti principali e sinanche la produttrice. VOTO: 8
Gomorra di Matteo Garrone (2008)
Per versi diversi, possiamo ripetere quanto detto a proposito de "Il codice Da Vinci". Però mi sono chiesto cosa giunge della complessità e ricchezza del libro di Saviano agli spettatori che non hanno letto il libro. Certo qui il film è cosa diversa dal romanzo e non ne è una più o meno banale illustrazione, certo Garrone è uno che il cinema lo sa fare, certo arriva una qualche suggestione. Però un qualche sospetto di scarsa intellegibilità, e forse di "inutilità" del tutto me l'ha lasciato. VOTO: 7
American Dreamz di Paul Weitz (2006)
E' da un po' che l'industria culturale americana si sta occupando della Casa Bianca e del suo penultimo inquilino: George W. Bush, jr. Si sprecano i pezzi musicali che rasentano, e superano, gli insulti: da Dear Mr. President di P!ink a Mosh di Eminem, dall'American Idiot dei Green Day al Fuck You di Lily Allen. Adesso sembra sia giunto il turno del cinema: a far seguito al W. di Oliver Stone, c'è questo curioso "American Dreamz", con la zeta finale che fa tanto trash. Qui Bush non viene citato esplicitamente ma la sua figura è chiaramente richiamata nel rimbambito presidente manipolato e soggiogato dal suo staff. Ma il vero protagonista è un cinico e spregevole Hugh Grant, odioso manipolatore di uno show televisivo alla Amici. L'unico dubbio è se il trash di cui è intriso lo show messo alla berlina fa parte solo di questo o, in qualche maniera, è tracimato nel film stesso... VOTO: 6
Paranoid Park di Gus Van Sant (2007)
Per qualche verso mi ha ricordato "Elephant", sempre dello stesso regista. Lì c'era la strage volontaria e senza senso da parte di una coppia di teen-ager nel liceo di Columbine. Qui c'è la morte involontatia di un ferroviere causata da un sedicenne. Ma le coordinate ambientali mi sono sembrate piuttosto simili: il diario intimo di teen-ager tra adolescenza e morte. Con il sospetto che la retorica sul vuoto degli adolescenti sia divenuta un genere cinematografico, oltre che letterario. VOTO: 6
Il cacciatore di aquiloni di Marc Forster (2007)
Ancora un "filmone" tratto da un best-seller. Ed anche questa volta il film riflette pedissequamente il romanzo: entrambi piuttosto insopportabili, con tutti i luoghi comuni sull'Afghanistan post 1978, con i russi cattivi sostituiti dai talebani ancora più cattivi, mentre il protagonista (una vera carogna) che si riscatta in un finale che neanche nei drammoni anni '50... VOTO: 3
Juno di Jason Reitman (2007)
Probabilmente il film andava visto prima che la penosa classe politica e mediatica se ne impossessasse e ne facesse una bandiera antiabortista. Perchè il film avrebbe tutte le caratteritiche per essere un ottimo film: scritto causticamente da una blogger (Diablo Cody), girato abilmente con i giusti tempi comici, senza alcuna traccia di fondamentalismo religioso o ideologico. Ma purtroppo sulla sua strada in Italia ha incocciato un ciccione stomachevole che l'ha brandito per la sua turpe campagna politica e l'ha indelebilmente deturpato. VOTO: 7
Milk di Gus Van Sant (2008)
Ancora un Van Sant in questa tornata. E ci sono ancora omicidi da condannare: questa volta sono quelli di un politico gay dichiarato (il primo della storia) e del suo sindaco di San Francisco nel 1978. Non c'è niente di sbagliato nel film: la ricostruzione d'epoca, la passione civile di Sean Penn, la giusta causa dei diritti civili degli omosessuali. Però, l'alone di santino dell'anticultura un po' aleggia e mi lascia qualche perplessità. VOTO: 6
Ok, ne avrei ancora qualcun altro da annotare, ma li lascio per la prossima tornata...
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