20 settembre 2010

Lady Gaga: Don't Ask, Don't Tell

Ogni spesso, diversi liberi pensatori che visitano questo blog si lamentano della commistione tra musica e politica che caratterizza queste pagine. Ci siamo espressi più di una volta su questo tema e potrei (ri)liquidarlo con un "cosi è se vi pare". Questa volta ricorro invece al "così fan tutte", dando evidenza a questa iniziativa di Lady Gaga pesantemente politica, invitando addirittura i suoi fan a telefonare al proprio senatore di riferimento chiedendo esplicitamente di votare in un certo modo sulla questione "Don't Ask, Don't Tell".

Con tale termine ci si riferisce alla politica americana in merito alla questione dell'orientamento sessuale dei membri del servizio militare. Una precisa legge federale da un lato limita i tentativi dell'esercito di individuare membri o candidati omosessuali o bisessuali non dichiarati, ma dall'altro esclude dall'esercito le persone dichiaratamente gay, lesbiche o bisessuali. In altri termini, il tartufismo fatto legge: puoi stare nell'esercito, purchè non si sappia dei tuoi orientamenti sessuali.

Ora la reginetta del pop, cioè l'effimero fatta persona, la personalità più da canzonette partorita dalla show business americano, prende posizione su una questione prettamente politica e si schiera contro il tartufismo della legge. Tra pochi giorni c'è una importante votazione al riguardo al Senato e lei lancia una "Call For Action", un vero e proprio appello a mobilitarsi, chiedendo ai suoi fan di fare pressioni sui propri parlamentari di riferimento, illustrando per filo e per segno cosa dire al senatore durante la telefonata.

Sul suo canale YouTube ufficiale Lady Gaga ha anche postato il suo appello al Senato degli Stati Uniti, eccolo:



Beh, ve l'immaginate in Italia Alessandra Amoroso o Renato Zero che lanciano appelli al Senato prima di una importante votazione? Non che non ne siano capaci, ma ve l'immaginate la reazione dei soliti tromboni di politici ed opinionisti? Già, per non parlare dei commentatori dei blog, scandalizzati che si mischia canzonette e politica.

Mentre la cosa più efficace e semplice la dice la nostra eroina: "I'm here to be a voice from my generation", semplicemente.

2 commenti:

Stefano ha detto...

Ci sarà da fidarsi o sarà una trovata pubblicitaria di questa (non malaccia...) cantante che teme giustamente di finire presto dimenticata?
Mah...
Non è certo il primo personaggio dello spettacolo americano a prendere posizioni politiche o para-politiche.
Ci ricordiamo la bella Jane Fonda a pugno chiuso anti-Vietnam due anni dopo aver interpretato quel filmettino imbarazzante "Barbarella"?
Non credo che quel film alle spalle di Jane fosse migliore delle canzonette (non tanto male...) di Lady Gaga.
Boh, che dire?

Gregorio ha detto...

Ah già, dimenticavo. Niente insulti, solo censura. Ma che bell'aria democratica si respira nel tuo salotto, caro Chart...

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