17 novembre 2006

Il mistero del numero di dischi venduti

Si sa, l'Italia è un Paese piuttosto strano. Tra le tante stranezze c'è il mistero del numero di copie che un determinato disco ha venduto. Già, questo dato sembra essere un segreto custodito alla stregua della strage di Piazza Fontana o del disastro di Ustica. E per noi che ci occupiamo di classifiche la cosa è alquanto seccante.

Sappiamo esattamente quanti biglietti vengono staccati nelle sale cinematografiche, quanti affollano lo stadio, quanto pieni (o vuoti) sono i teatri, quante copie si vendono di libri, giornali o riviste. Non solo. Per restare nel campo dei dischi, sappiamo quante copie un disco ha venduto negli States, in UK, in Francia e forse anche in Papuasia. Ma in Italia no.

In Italia sappiamo conosciamo solo l'ordine dei dischi più venduti settimana per settimana. Ma quante copie un disco ha venduto per risultare primo, o tredicesimo, non ci è dato sapere. Se sono state necessarie decine di migliaia di copie o solo qualche centinaio, non ci è dato sapere. Eppure tali dati sono ovviamente noti alle case discografiche: immaginate una industria che produce un qualsiasi prodotto che non sia in grado di sapere le quantità vendute? Non potrebbe sopravvivere.

Eppure gli italiani non hanno diritto di sapere quanto sta vendendo l'ultimo disco di Gigi D'Alessio o di Ligabue. E francamente non si capisce il perchè. O meglio. Tale mancanza di trasparenza fa presagire le peggiori nefandezze. Ad esempio, che le classifiche siano del tutto farlocche, del tutto inventate. Utilizzate più come mezzo priviliegiato per promuovere un disco piuttosto che per rilevare, a posteriori, i gusti del pubblico.

Non è un mistero per gli addetti ai lavori che qualsiasi promozione di un disco che si rispetti debba includere tra le spese di marketing l'auto-acquisto di un numero significativo di copie presso determinati negozi (ovviamente inclusi nelle rilevazioni Nielsen o di Musica e Dischi).

Insomma, la solita Italia cialtrona, in balia della solita classe dirigente mafiosa e arraffona. Che viene fuori anche analizzando un aspetto abbastanza insignificante come la hit parade dei dischi più venduti.

"Il mistero del numero di dischi venduti" Compilation

Enrico Ruggeri - MISTERO
Gino Latilla - UN DISCO DALL'ITALIA
Lucio Battisti - IO TI VENDEREI
Rossana Casale - LA VIA DEI MISTERI
Betty Curtis - DIMMELO CON UN DISCO
Edoardo Bennato - VENDERO'
Ritchie Family - THE BEST DISCO IN TOWN
Fusco-Valente - 'NU MISTERo SI' TU
Renato Zero - MI VENDO
Subsonica - DISCO LABIRINTO
Isaac Hayes - DISCO CONNECTION
The Beatles - MAGICAL MISTERY TOUR
Trammps - DISCO INFERNO

9 commenti:

Anonimo ha detto...

è risaputo da anni che le classifiche dei dischi in Italia sono truccate, però questo fatto "si sa ma non si dice".

Anonimo ha detto...

Minchia chartitali e ti occupi di charts.Sembravi quasi intelligente ma così affermi il contrario.
Ma lo chiedi a NOI????

chartitalia ha detto...

Caro,
guarda che a te non chiedo assolutamente niente; giusto perchè ci occupiamo di charts, ti stiamo avvisando che le attuali charts non riflettono le vendite ma, se mai, quello che le case discografiche vogliono che si vendesse: chiaro?

Anonimo ha detto...

In fondo in fondo certe cose meglio non saperle. Se mi dicessero per certo che (ad esempio) Gigi D'Alessio vende un milione di copie, potrei solo concludere che i nostrani acquirenti, di musica non capiscono una mazza e l'industria discografica se la passa peggio di quanto credessi. Io esta noche quiero solo una emicion....sembrava un angelo na na na na na na .....

gloucester ha detto...

hiiiiiiiiiiiiit parade!!!!'D'accordo su tutto! Al grido di dolore di M. Serra sull'Italia che non cambia mai, di ieri, su "la Repubblica" si potrebbe aggiungere "il mistero del numero di dischi venduti". Il confronto, più che con altri prodotti (anche le classifiche dei libri non si basano su cifre assolute di vendita) lo farei con gli altri Paesi, che invidia! Billboard che riporta all'unità i dati di vendita di tutti gli album in classifica, e i dati inglesi? Mi occupo di classifiche di vendita dal 1977, periodo in cui era anche stata sospesa la hit parade radiofonica, indovinate perché? per anni, non continuativamente e molto empiricamente, ho registrato i dati sui brani più programmati dalle radio e posso assicurare che il grado di manipolazione delle classifiche di vendita italiane sia sempre stato di gran lunga superiore a quanto fanno le radio.
In questo ennesimo "mistero italiano" molti , per esempio, possono dire di aver venduto un milione di copie di uno o più dei loro dischi. Zingara? un milione. Rose rosse? un milione.Etc. Ma si vendevano coì tanti dischi in Italia negli anni sessanta? Se ne vendevano e di più che nei '70, ma non "così" tanti. Nel 1969, l'anno di maggiore vendite di 45 giri di sempre si sono venduti 34 milioni di pezzi (dati SIAE). Ora si può fare un piccolo confronto: nel 1978 e nel 1984, anni di vendite eccezionali in UK (100 milioni di singoli!)si sono avuti rispettivamente 4 e 6 singoli milionari. Capite! E che dire dei milioni di copie de La bambola? Si passa dagli 8 ai 10 ai 30 (sì sì: fonte wikipedia)milioni. E'stata pubblicata in un sacco di mercati, è vero, è conosciuta, è famosa, ma trenta milioni? E' anche possibile che in Cile Venezuela Argentina Messico etc. sia stato il disco più venduto di tutto il decennio sessanta, ma, come dire, non si tratta proprio, di mercati di dimensioni significative.
Anche sui quotidiani e settimanali più importanti si pubblicano spesso cifre talmente fantasiose che mi sono trovato a dirmi: " ma perché non l'hanno chiesto a me?"

Anonimo ha detto...

Quando gli artisti/case discografiche/i media parlano di cifre riguardanti le copie vendute in realtà si riferiscono sempre alle copie distribuite e non quelle effettivamente vendute.
Ma si sa, tirare fuori cifre esorbitanti attira l'attenzione ed è tutta pubblicità gratuita: ormai una velina dell'ANSA non la si nega a nessuno ed i troppi giornalisti improvvisati in Italia non fanno altro che riportare quelle senza scomodarsi dalle loro belle scrivanie ed uscire dai loro uffici in giro per il mondo a riportare notizie sulla vita vera, ma quella solo filtrata e predigerita..

Anonimo ha detto...

quante copie bisogna vemndere per ricevere il disco d'oro ? 100 mila se non sbaglio, 500 mila per il platino piu o meno...

Sinceramente a parte Vasco e forse Ramazzotti..io di gente che ha vinto 6/7/8 dischi di platino non ho mai sentito, ne tanto meno meno una decina di dischi d'oro..

Anonimo ha detto...

Si, sono perfettamente d' accordo con chart, e mi domando inoltre:
- perchè le radio passino sempre gli stessi 15-20 pezzi anche 10 volta al giorno(provate a segnarvele con carta e penna),e se questo possa configurarsi cone un "cartello" attuato da pochi produttori dato che nn esiste "garante della musica" in italia.
- Qual'è il criterio con cui i luoghi pubblici più frequentati (alimentari, catene di negozi e di esercenti, alcune discoteche)scelgono la "scaletta" che mettono ogni giorno, e su proposta di chi.
- Perchè MTV viene chiamato il canale dei video-musicali dato che i suoi passaggi quotidiani rappresentano lo 0,000001 dei video che vengono prodotti ogni anno in italia.
-perchè in uk, germania e in usa ogni anno esplode un genere o uno stile nuovo ( es. new wave; Emo, Emocore) mentre in italia esplode la noia di califano?

www.myspace.com/maiarazorwoman (<----è SPAM)

Anonimo ha detto...

una volta ho letto che i 45 giri o singoli che hanno venduto più di 1 milione di copie sono al massimo una ventina nella storia. E' possibile? Di due (LA riva bianca la riva nera e Fiume amaro della Zanicchi) si sa ma gli altri chi sono?

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