Capossela fa uscire questo album dopo ben 5 anni da quello che viene considerato il suo capolavoro, "Canzoni a manovella", ricco di splendide ballate che forse è la cifra stilistica che preferisco dell'originalissimo cantautore emiliano nato in Germania (Hannover). Inopinatamente il disco è balzato subito in testa alle classifiche degli album più venduti: segnale piuttosto ambiguo sullo stato della discografia italiana. Da un lato sembrerebbe una defintiva consacrazione di Capossela tra i grandi cantautori popolari, dall'altro porterebbe a sospettare che le vendite dei dischi in Italia siano in uno stato piuttosto comatoso, tant'è che un artista piuttosto di nicchia come Vinicio, riesce a conquistare la vetta della classifica grazie al sostegno del suo fedele pubblico. Boh...
Il disco è diviso idealmente in due parti: la prima sicuramente più spiazzante, innovativa, sperimentale, con suoni aspri, eterogenei; la seconda più intima, più vicina al suo stile ballatistico. Non c'è dubbio che le mie preferenze vadano a questa seconda parte. Tant'è che il mio prezzo di gran lunga preferito è proprio l'ultimo, la title-track Ovunque proteggi.
Comunque sono diversi i pezzi destinati a divenire dei classici della canzone italiana, magari tra dieci anni. Da quelli che vengono considerati da molti i migliori pezzi della raccolta (S.S. dei naufragati e Dove siamo rimasti a terra Nutless), a quelli che sono considerati i più originali ed innovativi: Non trattare, Brucia Troia (che Vinicio avrebbe voluto come primo single estratto: "Avrebbe spopolato nelle radio locali a causa delle dediche che sarebbero fioccate"), Dalla parte di Spessotto primo single estratto) o Lanterne rosse.
L'album è stato definito una sorta di viaggio di cui i vari pezzi costitusicono le tappe: geografiche - Ispingoli (Nuoro), Scicli (Sicilia), i navigli milanesi, la Roma arcaica del Colosseo, la Cina, la ex-Jugoslavia, la Russia, i paesi arabi - e metaforiche (la fede, il mito, la disperazione, il ricordo, la ribellione).
Tantissimi anche gli stili musicali collegati direttamente o indirettamente ai vari brani: Tom Waits, Ennio Morricone, il pianismo rarefatto di Michael Nyman, il corpo bandistico A. Busacca di Scicli, il coro della cappella di San Maurizio Milanese, i canti tenores sardi, Roy Paci, l'orchestra d'archi di Mario Brunello, Goran Bregovich, Esquivel, Los Lobos. Insomma, un grande disco.
Questa è la tracklist con, al solito, le tracce elencate in ordine di mio personale gradimento (tra parentesi l'ordine nella tracklist):
- Ovunque proteggi (13)
- Dove siamo rimasti a terra Nutless (9)
- Pena de l'alma (10)
- S.S. dei Naufragati (12)
- Non trattare (1)
- Lanterne rosse (11)
- Nel blu (8)
- Medusa Cha Cha Cha (7)
- Brucia Troia (2)
- Dalla parte di Spessotto (3)
- L'uomo vivo (Inno alla gioia) (6)
- Moskavalza (4)
- Al Colosseo - Il Rosario de la carne (5)
Voto: 9/10
Articolo precedente della serie: Quanto mi costa di Enzo Gragnaniello
1 commento:
La poesia in musica di Capossela è uno degli esiti più preziosi del cantautorato italiano. Ovunque proteggi resta uno dei suoi album più felici e lirici ma Ballate per uomini e Bestie è il suo lavoro più maturo e denso. Una lezione di musica e poesia.
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