16 gennaio 2007

Diabolik Politically Correct

Ci mancava anche questa! Ora “Il Re Del Terrore” è diventato un buonista!
Un uomo, con gli occhi più famosi (le sorelle Giussani, illustratrici, si erano ispirate allo sguardo di Robert Taylor), dell’intero panorama editoriale a fumetti italiano si sdilinquisce amorosamente per cause sociali più grandi di lui. E quando dico “più grandi” intendo più importanti del messaggio stesso che Diabolik dovrebbe contenere, cioè quaranta minuti (a seconda della velocità con la quale lo si legge) di divertimento e di spensieratezza.

Nel numero di gennaio intitolato IL SEGRETO DELLA ROCCA (che io ho acquistato regolarmente come faccio per almeno 15 collane mensili o settimanali) si parla in maniera banale, piatta e con un linguaggio che fa più male che bene alla causa, del tema dell’omosessualità. I “frocio” e le “checche” si sprecano. E pensare che fino adesso, le parole più forti erano state “sgualdrina” e “bastardo”. La storia è pressappoco questa: c’è un suicidio in casa di un famoso scrittore. A morire è l’amante di questo scrittore, un ragazzo, che per non danneggiare lo scrittore stesso decide di farla finita buttandosi dalla rocca. Questo perché c’è una congrega detta dei “probi”, che finanzia film, libri etc. ma che è contro la fecondazione assistita, l’omosessualità e i Pacs, che è venuta a sapere come lo scrittore sia un omosessuale; costoro quindi decidono di non voler finanziare un film tratto da un suo libro (come se uomini d’affari invece di pensare ai soldi vadano dietro a queste cazzate!)

E’ già da qualche tempo che Diabolik sta cambiando le sue sceneggiature, sempre meno avventurose e fantasiose e sempre più a sfondo sociale. Non passa estate che non si occupi della campagna contro il randagismo. Io che ho un cane (più che un cane, una figlia!) dovrei trovarmi d’accordo con gli autori ma per carattere odio essere indotto a pensare e soprattutto detesto il “pensiero unico” ; quindi finisce che mi estraneo completamente da ogni tipo di messaggio quando è martellante anche quando dovrei condividerlo.

Il nuovo corso di Diabolik è cominciato quando anche l’ultima delle due sorelle Giussani è passata a miglior vita. I nuovi proprietari hanno deciso l’inserimento di tematiche sociali nelle storie inedite mensili, che con un giornaletto non dovrebbero averci niente a che fare, a meno che non si tratti di una specie di lavaggio del cervello. Ormai i lettori di fumetti non sono più quelli di una volta che abitualmente compravano valanghe di album e se li scambiavano, cioè ragazzini di 10-12 anni, ma persone adulte che il fumetto come oggetto di culto lo collezionano, mi pare un esercizio totalmente inutile visto che suddetti acquirenti un’ idea della vita se la sono già fatta. Sensibilizzare il prossimo col ricattuccio morale (cioè con Eva Kant, la quale dice che chi non la pensa come lei è un bastardo!) mi pare cretino ed offensivo per le opinioni altrui. Sennò facciamo come durante la guerra, quando si creavano fumetti ad hoc con Gim Toro o Dick Fulmine che sbraitavano contro gli inglesi e che avevano le fattezze un po’ “ducesche” o un po’ alla Primo Carnera. O i racconti a fumetti dell’epoca staliniana, quando i pionieri della rivoluzione (bambini con il fazzoletto rosso legato al collo) andavano su Marte e sulla Luna e ci piantavano la bandiera con la falce e il martello e poi non contenti, scendevano nelle campagne russe e mungevano le mucche per tutto il villaggio.

Insomma, capisco un ammodernamento del personaggio ma non esageriamo. Altrimenti finisce come per Mister No, la cui deriva ambientalista ha portato la casa editrice a chiudere la serie per mancanza di vendite (dopo 31 anni di successi). Diabolik è in edicola dal 1962. Dopo 45 anni e circa 750 numeri , mi piacerebbe che arrivasse almeno a festeggiare 50 anni di presenza continua in edicola.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sono una fumettara ma mi piacerebbe che chi subentra nella gestione di una qualsiasi istituzione che sia culturale, musicale, libraria, abbia il rispetto della storia di quell'istituzione, delle persone che l'hanno amata e seguita, del messaggio che ha trasmesso da sempre. Non sono dell'idea che le cose debbano sempre rimanere uguali a se stesse, ma penso che c'è modo e modo per rinnovare le cose senza stravolgerne il senso, strumentalizzarne i contenuti facendoli diventare qualcos'altro, in nome di non si sa quale fine e quale messaggio da trasmettere; soprattutto trovo spregevoli i cambiamenti in senso pedagogico di cose che hanno avuto da sempre il loro fascino così come sono, per la semplicità del linguaggio, la freschezza e la tensione nei contenuti. Bisogna avere più rispetto per la storia delle cose, e non entrarci dentro facendole diventare qualcos'altro Qualcosa di brutto, peraltro. Brutto come gli individui che fanno queste operazioni.

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