04 agosto 2006

I topoi israeliani

Tutto ciò che riguarda Israele si configura come un topos. Cioè una situazione ricorrente, un luogo comune. Come il vecchietto arzillo dei film western, o il malvagio della serie di 007. Alla lunga, diventano insopportabili. Perchè diventano artifizi retorici. E non aiutano ad interpretare ciò che sta succedendo. Eccone un florilegio.

A. In nome delle passate sofferenze del popolo ebraico, si giustifica qualsiasi nefandezza perpetrata dal popolo ebraico.
I visitatori più acuti di questo blog l'hanno messo in evidenza chiaramente. La shoah di 60 anni fa rischia di divenire la foglia di fico con cui coprire i crimini contro l'umanità commessi dallo stato israeliano attuale.

B. Chi critica Israele è antisemita.
Variante del topos precedente ma ancora più subdolo, che consente di bloccare qualsiasi velata critica a specifiche azioni fatte da un governo di uno stato. Le questioni razziali o religiose qui non c'entrano una beata mazza. Ma i propagandisti israeliani sono infaticabili nel denunciare di razzismo qualunque dissenso sull'operato del governo israeliano.

C. Israele ha diritto a difendersi.
Paravento con cui si giustifica qualunque attacco ai paesi circostanti. E qui il termine "difendersi" è chiaramente utilizzato nel senso del 1984 di Orwell, in cui il ministero della Pace era perennemente all'opera per muovere guerra al resto del mondo.

D. I palestinesi vogliono la distruzione dello stato di Israele.
Luogo comune che serve a mascherare il fatto che Israele lo stato della Palestina l'ha distrutto da tempo, occupando militarmente i suoi territori e sottoponendo il popolo palestinese ad angherie più volte condanate dall'ONU (vedi oltre),

E. I palestinesi non vogliono riconoscere lo stato di Israele.
Beh, non sappiamo se è vero. Ciò che è certo è che Israele, non solo non riconosce lo stato palestinese, ma ne ha impedito sinanche la sua formazione. Tralasciando il fatto che Israele controlla tutte le risorse dei palestinesi, sinanche quelle tributarie, tant'è che da quando Hamas ha vinto le elezioni, le ha sequestrate e non le distribuisce ai legittimi propretari.

F. Israele è l'unico stato democratico della regione.
A parte qualche dubbio che si potrebbe avere su uno stato retto da decenni da governi militari, si tralascia di ricordare che recentemente i palestinesi si sono liberamente scelti il loro governo, decretando la vittoria di Hamas. Naturalmente, il sedicente stato più democratico dell'area, non ha riconosciuto la vittoria di Hamas dichiarandolo "terrorista".

G. Israele sta conducendo una guerra contro i suoi nemici.
Se ciò fosse vero, varrebbero le regole della Convenzione di Ginevra, sistematicamente violate da Israele. Ed i governanti israeliani sarebbero dovuti essere processati per crimini di guerra. In realtà non è possibile alcuna guerra con gli stati confinanti, vista la sproporzione di forze a favore di Israele. E tutte le operazioni di "guerra" assomigliano spaventosamente ad operazioni di sterminio.

H. I nemici di Israele sono terroristi.
Topos complementare al precedente. Mentre le azioni militari di Israele sono difensive, per definizione, quelle dei suoi nemici, altrettanto per definizione, sono terroriste. Luogo comune che serve a mascherare gli innumerevoli pronunciamenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che ha emesso contro Israele ben 67 (67!) risoluzioni di condanna, sfrontatamente disattese da Israele, e senza che la comunità internazionale muovesse un dito per farle rispettare. L'elenco completo lo trovate su questa pagina. Qui ci limitiamo a citarne solo qualcuna, scegliendole casualmente.

Risoluzione n. 93 (18 maggio 1951)
Il CS decide che ai civili arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo di Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro case e che la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la loro reintegrazione nelle modalità
decise dalla Commissione stessa.

Risoluzione n. 111 (19 gennaio 1956)
Il CS ricorda al governo israeliano che il Consiglio ha già condannato le azioni militari che hanno rotto i Trattati dell'Armistizio Generale e ha chiamato Israele a prendere misure effettive per prevenire simili azioni; condanna l'attacco dell'11 dicembre 1955 sul territorio siriano come una
fragrante violazione dei provvedimenti di cessate-il-fuoco della risoluzione 54 (1948) e degli obblighi di Israele rispetto alla Carta delle Nazioni Unite; esprime grave preoccupazione per il venire meno ai propri obblighi da parte del governo israeliano.

Risoluzione n. 228 (25 novembre 1966)
Il CS censura Israele per il suo attacco a Samu, in Cisgiordania, sotto il controllo giordano.

Risoluzione n. 237 (14 giugno 1967)
Il CS chiede urgentemente a Israele di consentire il ritorno dei nuovi profughi palestinesi del 1967.

Risoluzione n. 259 (27 settembre 1968)
Il CS deplora il rifiuto israeliano di accettare una missione dellONU che verifichi lo stato di occupazione.

Risoluzione n. 446 (22 marzo 1979)
Il CS determina che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo alla pace e chiama Israele al rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra.

Risoluzione n. 469 (20 maggio 1980)
Il CS deplora con forza la non osservanza da parte di Israele dell'ordine di non deportare Palestinesi.

Risoluzione n. 471 (5 giugno 1980)
Il CS esprime grave preoccupazione per il non rispetto da parte di Israele della Quarta Convenzione di Ginevra.

Risoluzione n. 515 (19 giugno 1982)
Il CS domanda che Israele tolga l'assedio a Beirut e consenta lentrata di rifornimenti alimentari.

Risoluzione n. 592 (8 dicembre 1986)
Il CS deplora con forza l'uccisione di studenti palestinesi dellUniversità di Birzeit ad opera delle truppe israeliane.

Risoluzione n. 605 (22 dicembre 1987)
Il CS deplora con forza le politiche e le pratiche israeliane che negano il diritti umani dei Palestinesi.

Risoluzione n. 607 (5 gennaio 1988)
Il CS ingiunge a Israele di non deportare i Palestinesi e gli chiede con forza di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra.

Risoluzione n. 608 (14 gennaio 1988)
Il CS si rammarica profondamente che Israele abbia sfidato lONU e deportato civili palestinesi.

Risoluzione n. 636 (14 giugno 1989)
Il CS si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi da parte di Israele.

Risoluzione n. 641 (30 agosto 1989)
Il CS deplora che Israele continui nelle deportazioni di Palestinesi.

Risoluzione n. 681 (20 dicembre 1990)
Il CS deplora che Israele abbia ripreso le deportazioni di Palestinesi.

Risoluzione n. 694 (24 maggio 1991)
Il CS deplora la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele e ingiunge ad Israele di assicurare loro un sicuro e immediato ritorno.

Risoluzione n. 726 (6 gennaio 1992)
Il CS condanna con forza la deportazione di Palestinesi ad opera di Israele.

Risoluzione n. 799 (18 dicembre 1992)
Il CS condanna con forza la deportazione di 413 Palestinesi da parte di Israele e chiede il loro immediato ritorno.

Risoluzione n. 904(18 marzo 1994)
Il CS: sconcertato dallo spaventoso massacro commesso contro fedeli palestinesi nella Moschea Ibrahim di Hebron il 25 febbraio 1994, durante il Ramadan; gravemente preoccupato dai conseguenti incidenti nei territori palestinesi occupati come risultato del massacro, che sottolinea la necessità di assicurare protezione e sicurezza al popolo palestinese; prendendo atto della condanna di questo massacro da parte della comunità internazionale; riaffermando le importanti risoluzioni sulla applicabilità della Quarta Convenzione di Ginevra ai territori occupati da Israele nel giugno 1967, compresa Gerusalemme, e le conseguenti responsabilità israeliane; Condanna con forza il massacro di Hebron e le sue conseguenze, che hanno causato la morte di oltre 50 civili palestinesi e il ferimento di altre centinaia e ingiunge ad Israele, la potenza occupante, di applicare misure che prevengano atti illegali di violenza da parte di coloni israeliani, come tra gli altri la confisca delle armi.

Articolo precedente della serie: Ho paura di Israele

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi domando se sia nato prima l'uovo o la gallina.
Mi chiedo quale motivo abbia un paese che mira alla prosperità e protetto dalla maggiore superpotenza del pianeta, di straziare sistematicamente i suoi confinanti, se non quello di proteggere la sua identità continuamente messa in discussione.

Quale destino per il popolo di Israele? Lo sterminio o il nomadismo vita natural durante?
Perchè se i siciliani scelgono Cuffaro come governatore vuol dire che sono putridi idioti e mafiosi; mentre se il segretario provinciale del democrato partito di Hamas esplode in un mercato merita il Nobel?
Ma davvero ai cortei ci si equipaggia di casco e spranga per difendersi da quei cattivoni di poliziotti, che frustrati da un misero stipendio, non hanno di meglio da fare che pestare i poveri manifestanti?
Se anche l'ultimo degli ebrei fosse cancellato per sempre dalla delicata mano di un martire palestinese, la parola gihad morirebbe con lui?
Dormirò? mah...

ich

chartitalia ha detto...

beh ich, scavando scavando magari si riescono a trovare altre motivazioni allo straziare sistematicamente i suoi confinanti; non è difficile, è una parola che inizia con P e finisce con O...

Anonimo ha detto...

Prosciutto ?
:-P

Anonimo ha detto...

Quando si parla di "questione mediorientale" molti sono abituati a incominciare dalla nascita di Israele e dall'odio da ciò scatenato nelle popolazioni arabe in particolare ed islamiche in generale. Israele è nato nel 1947, ma la "questione" nasce nel 1880. E' da allora che i sionisti (=gli appartenenti al partito nazionalista di una parte degli ebrei)incominciarono ad emigrare in Palestina che dal 600 d.c. era araba ed islamica con minoranze ebraiche e cristiane irrisorie. A dar retta ai fatti ed ai numeri i sionisti hanno invaso e colonizzato quella terra, che non era la loro, e, essendo occidentali provenienti quasi totalmente dall'Europa dove erano stati anche piuttosto integrati oltrechè perseguitati, hanno sempre avuto gli appoggi politici e militari del mondo, tranne dei diretti interessati: gli arabi e gli islamici per i quali quella terra è santa come per i cristiani e per gli ebrei, ma loro la abitavano. Ne possiamo discutere fino alla fine del mondo, ma gli arabi erano lì e sono stati "cacciati" da quelli che erano stati cacciati a loro volta dai romani, ma nel 70 d.c. L'errore è stato della politica ondivaga della Gran Bretagna prima, della Società delle Nazioni poi e dell'ONU infine che non hanno tenuto conto delle legittime aspirazioni degli indigeni (arabi)della Palestina pur essendoci tra gli obiettivi dell'ONU stesso quello di permettere l'autodeterminazione dei popoli.

ciro

Anonimo ha detto...

Beh, se la parolina magica è PETROLIO, il Libano non mi sembra il posto migliore dove andare a scavare...avrei capito una guerra all'Iran...

ich

chartitalia ha detto...

caro ich, sapessi come ci hai colto: infatti si accusa l'Iran di armare e controllare Hezbollah ed il vero confronto è tra Israle e Iran/Siria, mentre si massacra e si distrugge il Libano che c'entra poco o niente; e questa è una tra le tante nefandezze ed incongruenze del governo israeliano; ovviamente da certi punti di vista, mentre da altri è perfettamente coerente: si preferisce scaricare migliaia di bombe su un paese inerme piuttosto che attivare un conflitto devastante con Iran e/o Siria

Anonimo ha detto...

Un paese inerme non si lascia finanziare da Siria o Iran e tantomeno ospita milizie guerrafondaie, che incendiano micce quali il sequestro dei due militari israeliani. Il ruolo dell'agnellino ferito al Libano proprio non si addice.

Certamente come ho già scritto, si è trattato di una reazione spropositata e la disuguaglianza delle forze in campo è palese.

Colpire il Libano evitando di attaccare Siria e Iran è meschino tanto quanto armare il Libano allo scopo di innescare la reazione israeliana e americana.
La vera gihad di Hezbollah, Hamas o chi ti pare è quella contro l'Occidente. Israele è solo la giustificazione del fatto che questa gente è nata per combattere e sa fare solo quello.
La Terra Santa è tale per tutti. La differenza sta nel fatto che gli arabi moderati hanno anche loro conosciuto il benessere, mentre gli integralisti vivono tra le macerie e si vendono ai signori della guerra.

ichwerdenicht

Anonimo ha detto...

mi fa morire dal ridere quello di voi che ha paragonato quello di hamas a un governo democratico di stampo occidentale(anche se è stato eletto dal popolo non significa che si possa appoggiare l'estremismo di quelli che erano e restano terroristi)e se la prende con isarele perchè non l'ha riconosciuto (riconoscerebbe, il "genio" del commento, i vicini di casa che gli imbottiscono di tritolo l'autobus con cui sua sorella va a scuola e il padre a lavorare?)

Anonimo ha detto...

" L'ultimo capitolo del conflitto fra Israele e Palestina è iniziato quando le forze israeliane hanno rapito due civili, un dottore e suo fratello, a Gaza. Un incidente per lo più ignorato dai media, a eccezione della stampa turca.

Il giorno seguente, i palestinesi hanno fatto prigioniero un soldato israeliano e proposto un negoziato per scambiare i prigionieri - ci sono circa 10.000 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.

Che questo “rapimento” sia stato considerato oltraggioso, mentre l'occupazione militare illegale della Cisgiordania da parte di Israele e l'esproprio sistematico di tutte le risorse - in particolare l'acqua - venga considerato spiacevole ma inevitabile è un tipico esempio del doppio standard continuamente impiegato dall'Occidente rispetto a ciò che viene fatto contro i palestinesi, sulla terra promessa loro dai vari accordi internazionali da settant'anni a questa parte. Oggi a oltraggio segue oltraggio: missili artigianali incrociano missili più sofisticati. (…)

Le provocazioni e le controprovocazioni vengono ogni volta contestate o acclamate. Ma tutti gli argomenti a posteriori, accuse e promesse, finiscono col fungere da diversivo per allontanare l'attenzione del mondo da una lunga pratica militare, economica e politica il cui fine non è nient'altro che la liquidazione della nazione palestinese. Questa pratica, benchè spesso dissimulata o nascosta, ultimamente sta andando avanti sempre più rapida. E, secondo noi, va incessantemente ed eternamente riconosciuta e contrastata per quello che è. "

(Noam Chomsky, John Berger, Harold Pinter e Josè Saramago - luglio 2006)

mai salam sadiki

Guerrilla radio

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