21 novembre 2006

Mia Martini. Sempre, comunque e nonostante.

Cominciamo col dire che scrivere una recensione su un CD di Mia Martini non è cosa facile. Primo, perché è un personaggio che amo molto. Secondo, perché se si dovesse parlarne male si rischierebbe di passare davvero “per cattivi”. Io sono – da sempre – contrario alle operazioni di repechage, del rovistare negli archivi discografici alla disperata ricerca di provini, scarti e quant’altro, di artisti ormai scomparsi e che per ovvie ragioni non possono dire la loro. Se fino a quel momento erano rimasti nelle scaffalature di un archivio una ragione doveva pur esserci: non soddisfacevano a pieno il cantante. Rare volte è accaduto che in realtà il ripescaggio di tale materiale è servito a colmare una lacuna nella discografia ufficiale dell’artista. Sì, può capitare che durante la lavorazione di un album ci siano troppi pezzi e si cerchi di utilizzare solo quelli che appaiono più “forti”, lasciando fuori alcuni creduti (forse troppo frettolosamente) di minore impatto. Ma sono casi rari.

Prendiamo i due singoli inediti dei Beatles usciti ormai circa 10 anni fa, FREE AS A BIRD e REAL LOVE. Trasudavano John Lennon da tutti i pori. Che poi se ne siano aggiunti gli altri tre per creare l’evento discografico del decennio, posso capirlo. Ma per quanto (ed è tanto, vi assicuro!) mi possano piacere i Beatles, quella fu un’operazione di sciacallaggio che non mi divertì per niente. Sono anche pronto a dare ai tre Beatles superstiti (ormai due) l’attenuante della buona fede. Resta il fatto che un mito come quello dei Beatles deve essere lasciato intonso a futura memoria. Quel che è stato detto ormai è detto. Aggiungere delle cose minori, non serve a niente.

Tornando a Mia Martini, c’era già stato un cd con inediti. Sarà forse che qualsiasi cosa canti la nostra fa un po’ la fine di quello che succede con Mina cioè che, anche le cose più banali risplendono di una luce magica. Ma le canzoni incluse in quel disco erano davvero molto belle. Non si sa perché siano state cassate all’epoca. Basti ricordare AIUTAMI (incisa anche dalla sorella), la prima versione di MINUETTO (dal titolo SALVAMI), la bella versione di ANCORA (poi incisa da Wess & Dori Ghezzi) o A POCO A POCO (ripresa da Caterina Caselli come CHE STRANO AMORE). In quel caso fu un’operazione giusta e doverosa. Questa volta, ancora non lo so. Mi accingo a scoprirlo adesso, mentre scrivo.

Il primo cd è tutto di inediti. Vediamoli.

1) GRANDE PIU’ DI LEI di Massimo Guantini e Maurizio Piccoli.
Inizia con la voce di Mia che lavora sui toni bassi, forse per creare l’atmosfera di sofferenza di cui è intriso il brano, o anche per sussurrare all’orecchio dell’ascoltatore la pena che prova in quel momento, più da mormorare che da gridare. Una confidenza che fa male. Il testo è uno di quelli in cui la cantante riesce a dare il meglio: un amore disperato, una donna usata, tradita. Un leit motiv della sua discografia. Si dice che questa canzone fosse destinata a Mina ma ci sento molto più l’universo della Martini che quello di Mina. Entrambe grandissime ma lontanissime chilometri l’una dall’altra. La musica è meno forte del testo. Lei riesce a farla diventare un capolavoro.

2) COSI’ SIA di Piero Pintucci, Maria Lorena Bernini, Mia Martini
Qua siamo nel 1971. C’è tutto il mondo e i toni tipici dell’album OLTRE LA COLLINA. L’organo è lo strumento principe. Un’atmosfera gospel, ripresa da MADRE nel 1972 (retro di PICCOLO UOMO ma probabilmente incisa in precedenza), sostenuta da una robusta interpretazione che ricalca l’intensità delle grandi voci nere. Almeno nelle intenzioni. C’è da dire che verso il finale, quella stessa voce va leggermente “in calando”, e rischia di poco la stonatura. Niente di eccezionale. Probabilmente Mia Martini non sarebbe contenta di questa scelta.

3) E L’AMORE VA di Mia Martini.
L’intro è quello di WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIEND. Vado avanti nell’ascolto e… ma questa canzone la conosco ! Altro che scritta da Mia Martini ! Naturalmente lei non c’entra niente con questa polemica. La colpa è di quei cialtroni che scrivono le note sui cd. Ma dove li prendono, nel mucchio? Il tizio che ha curato il booklet in questione si chiama MENICO CAROLI. Posso anche concedergli le attenuanti del caso. Magari non conosceva la versione successiva ma cosa ci voleva a controllare con più coscienza e scupolosità? Perché sempre questa sciatteria , questa noncuranza, dando per scontato che tanto il pubblico è scemo?
La canzone in realtà è L’AMORE VIENE L’AMORE VA, cantata da Ada Mori alla Mostra Internazionale Di Musica Leggera di Venezia 1972, scritta da Bruno Zambrini, Gianni Meccia e Romanelli. Quindi, cari signori della BMG, affrettatevi a cambiare i credit sul disco altrimenti a questi autori non andranno neanche i diritti che gli spettano! Tornando alla canzone, è davvero molto bella. Meccia e Zambrini non sono mica degli stupidi. Già era bella nella versione della cantante toscana, da Mia Martini ne sorte una versione coi fiocchi. Robusto l’arrangiamento che sostiene in maniera più che dignitosa il tappeto musicale, bellissima la prova della chitarra elettrica solista. Una canzone da nove in pagella. L’unico neo è che è un po’troppo corta.

4) SUITE PER UN’ ANIMA dei fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda e Mia Martini.
Se quella era troppo corta, questa esagera in lunghezza: 9.23 minuti. Ma è una suite, di quelle che andavano di moda nel 1972, periodo progressive. E quindi non fa una grinza. Primo periodo della Ricordi, intesa come label. Anche se dal genere, sembrerebbe a cavallo tra le due case discografiche (RCA e RICORDI). Indubbio però che Mia abbia cominciato a lavorare coi fratelli La Bionda una volta approdata all’etichetta milanese e non prima. Giusta proposta per un Festival Dell’Avanguardia e Nuove Tendenze, dove pare abbia partecipato in quello stesso anno. Anche se a me non risulta come non risulta in nessuna storiografia ufficiale e non. Un’altra idiozia del/dei curatore/i?

5) MEGLIO SI’ MEGLIO SE di Massimo Guantini e Maurizio Piccoli.
Brano del 1976. Certo, sono sempre contento di poter sentire delle “nuove” canzoni di Mia Martini ma se il gioco non vale la candela, meglio lasciar perdere. Questa canzone è costruita sulla falsa riga di MEGLIO LIBERA della sorella. Provate: cantate il ritornello di MEGLIO LIBERA mentre va in sottofondo quello di questo brano. In più, il titolo del brano “meglio sì, meglio se” è una frase che cantata non si accorda bene con la musica, non facilita lo scorrimento dell’altra frase, quella musicale, penalizzando la qualità della canzone già di per se non eccezionale. Tra l’altro, il sovrapporsi delle voci della Martini (il botta e risposta della doppia voce) non rende chiaro il testo.
Anche questa canzone, se avesse potuto farlo, probabilmente non l’avrebbe scelta.

6) YOU MAKE ME FEEL SO GOOD
7) YOU ARE MY LOVE
Sono i provini di ALBA (1974) e TU SEI COSI’ (1973). Questo è un classico esempio di sciacallaggio commerciale. Hanno messo in circolazione due “veri” provini, cantati in inglese non perché sarebbero dovuti uscire per il mercato estero, ma perché così si usava. Cioè, prima di avere un testo definitivo, chi incideva il provino (a volte lo stesso autore della musica) cantava in un inglese buttato lì, senza tante pretese (delle volte anche inventato!) per dare all’autore che poi avrebbe scritto le parole italiane, una prima idea di scansione ritmica del testo. Forse chi ha scritto le note sul libretto interno, queste cose non le sa, perché non dell’ambiente. Resta il fatto che questi due pezzi constino di un solo pianoforte come accompagnamento alla voce della Martini, che grazie al cielo è chiara, forte e priva di qualsiasi stonatura (ed essendo un provino, poteva anche capitare). Un dubbio: ma questa gente sa cosa sia un PROVINO???? O crede che i provini siano in qualche modo degli inediti? Che strana logica.

8) MA COME STO di Maurizio Piccoli.
Anno 1982. Senza infamia e senza lode. Assomiglia a qualcosa di vicino allo stile di Mimmo Cavallo, o dell’Andrea Mingardi di fine anni settanta. Veramente, alle prime battute mi è sembrata subito una canzone tipica di Anna Melato, quando fa la spiritosa. Avete presente VOGLIO FARE L’OSPITE? Oppure qualcosa presa dall’ ellepì RITRATTO (del 1977)? Quello è il genere. Carino il piano che suona in stile honky tonky.

9) IO TI… di Maurizio Fabrizio e Luigi Albertelli .
L’anno è il 1977. Sono strasicuro che questa lacca non avesse neanche un titolo, ma colui che l’ha riesumata, non sapendo che titolo darle, ha utilizzato il primo capoverso del testo, che viene ripetuto parecchie volte. Lo scheletro musicale è costituito da un bolero che incalza per tutto il brano. Il testo è banale ma probabilmente non era neanche quello definitivo. Per essere una cosa lasciata lì nel dimenticatoio non c’è male. Davvero.

10) IO, DOMANI IO di Cristiano Minellono e Renato Brioschi.
Anno di grazia 1975. Solito pianoforte e nel ritornello una batteria. Provino anche questo? Potrebbe essere. Anche se un provino ben fatto. Adesso potrebbe passare benissimo per un unplugged o una versione acustica. Una volta erano solo provini. L’unplugged è uno dei tanti escamotage dell’industria discografica degli ultimi 15 anni per riproporre le solite canzoni dell’artista magari in una veste differente, quando non c’è materiale nuovo e il contratto prevede che entro tot anni si debbano incidere tot dischi. Io la chiamerei ipocrisia unplugged. Tornando a questa canzone, è bello il testo ed è bella l’interpretazione anche se dalla voce si direbbe che lei non sembri molto convinta. Forse a causa del tema troppo uguale ad altre (forse troppe) sue canzoni.

Il secondo cd rivela ancor più chiaramente il carattere dell’operazione, che al di là del fumo negli occhi, costituito da qualche pezzo veramente valido, si rivela squisitamente commerciale. Con la scusa della “versione differente”, eccoci un’altra rosa di dieci canzoni già edite più e più volte.
Ed è così che si riascoltano sia VALSINHA che MINUETTO in versioni per così dire “alternative”. Che lo siano non c’è ombra di dubbio tanto è vero che personalmente, per rispetto alla cantante, avrei evitato di includere proprio MINUETTO. Va bene, sarà anche una prima prova del pezzo ma se non è fatta bene, perché renderla pubblica? Non è un buon servizio che si fa a Mia Martini. Intendiamoci, lei canta bene ma ci sono parecchie cose qui e là che non vanno. Se fosse uscita senza i giusti accorgimenti (cioè in questa versione) probabilmente non avrebbe avuto il successo che tutti conosciamo. In RITRATTO DELLA MIA INCOSCIENZA non si sentono grandi differenze rispetto all’originale. Forse la cosa che risalta di più è la chitarra solista in primo piano di Maurizio Fabrizio. Poi troviamo - sempre per la serie versioni alternative - L’AMORE E’ IL MIO ORIZZONTE

Passiamo alle versioni in lingua francese ed inglese. La prima è TOUT PETIT HOMME (PICCOLO UOMO). Cosa posso dire di PICCOLO UOMO che già non sia stato scritto e che io stesso non abbia scritto in un articolo recente dove mi sono occupato del primo LP del periodo RICORDI? Che preferisco la versione italiana. Poi c’è I’M A WOMAN, I’M A PERSON (IO DONNA IO PERSONA) uscita sul mercato internazionale per sfruttare il momento propizio visto che Mia era andata all’Eurofestival di quell’anno (1977) con LIBERA e quindi aveva avuto parecchia visibilità fuori dai confini patrii.

La versione integrale di AGAPIMU (5 minuti e 36 secondi), quelle dal vivo del 1983 de LA COSTRUZIONE DI UN AMORE e STELLE e una cosa che mi fa davvero arrabbiare: una completamente di STAI CON ME del 1981. Probabilmente non sentiva bene la musica in sala di registrazione, forse aveva il volume della base troppo basso in cuffia e il pezzo in quel caso viene di nuovo inciso fino ad ottenere la versione definitiva. Come si fa ad inserire in una raccolta come questa uno scarto di sala, una versione riuscita male, senza con questo dimostrare lo scarso rispetto per l’artista? Spesso non è così scontato che chi si dichiara un cultore, un appassionato di un determinato personaggio si dimostri poi un buon custode della dignità e del rispetto di quest’ultimo. Quando si ama un’artista siamo tutti felici di poter ascoltare dei gioielli rimasti nascosti per decenni. Ma per assaporare questa gioia, ci troviamo costretti ad assecondare operazioni subdole come questa. Non credo proprio che Mia Martini possa essere felice di sapere che pezzi o esecuzioni che lei stessa aveva scartato siano oggetto di razzie senza scrupoli e senza selettività. Se io voglio bene veramente ad un artista, soprattutto se quest’ultimo non è più in grado di poter dire la sua in merito, cerco di proporre solo cose di un certo livello, degne del personaggio in questione, che diano risalto e lustro e che contribuiscano a non alterarne il ricordo. Non mi attacco alla prima bobina, nastro o dat che trovo! E non credo neanche non ce ne fossero delle altre, di maggior rilievo.

Detto ciò sono in qualche modo grato a coloro che hanno messo in piedi questa operazione. Perché così facendo mi hanno dato l’opportunità di sentire brani di cui non conoscevo l’esistenza. Ma nello stesso momento sono arrabbiatissimo per lo scarso rispetto mostrato in alcuni casi. Potevano benissimo far uscire non un doppio cd ma uno singolo. Avrebbero così tenuto in vita la memoria di Mia Martini (che comunque è già abbastanza viva di per sé) e le avrebbero reso un buon servigio. Le cose fatte con amore vengono fuori in una certa maniera, fatte per soldi, un po’ meno.

Bella comunque la copertina, curata dal sempre bravo Luciano Tallarini. Compratelo. Ne vale comunque la pena. Se non altro per il primo cd. E comunque per ribadirle il vostro affetto. Nonostante gli altri “loro”.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Christian, questa recensione mi dà la possibilità di sottolineare alcune cose, che non riguardano espressamente Mia Martini, ma il livello veramente avvilente degli operatori discografici italiani. Che l’industria discografica mondiale sia in crisi questo è cosa nota; ma qui da noi è così tremenda la gestione del nostro patrimonio discografico e non si sa purtroppo con chi prendersela, questi geni della produzione si nascondono dietro un paravento che li rende irraggiungibili, altrimenti sarebbero da linciare. Prendiamo le ristampe. In Italia le ristampe di vecchi album sono più appannaggio di etichette indipendenti che delle major, eppure sappiamo che i costi per una ristampa sono così contenuti che si potrebbe veramente ristampare di tutto, alcuni album italiani li ritroviamo in stampe estere (anche giapponesi!!!) ma non in Italia; BMG, WARNER, sfornano compilation non sempre ma talvolta così squallide, forse perché “compilate” da qualche ragazzetto o ragazzetta incompetente che ha sbagliato mestiere e che non conosce la storia della musica; la BMG in particolare ha ristampato in tutte le edizioni gli stessi pezzi degli stessi artisti da anni con una diversa veste grafica, di rado e forse per sbaglio inserendo quel pezzo mai ripubblicato, o mai inserendo quel pezzo non ripubblicato, ristampato di tutto e di più (cosiddetti cani e p…) e trascurato alcuni artisti assolutamente meritevoli; faccio alcuni nomi: Tony Del Monaco, Don Backy, Carmen Villani, Roberta D’Angelo, Anna Melato, Farida, Aida, nel catalogo BMG. Di altri artisti, probabilmente più presenti nella scena culturale “illuminata”, sono stati rispolverati e rimandati nei carrelli dei negozi. All’estero, poiché è innegabile che da 20 anni fa andando indietro abbiamo la più incredibile ricchezza di creatività musicale di fronte alla quale il momento presente mostra la più triste povertà, hanno una maggiore cura e rispetto di questo passato, e ripubblicano in modo sistematico di tutto e di più, dandoci la possibilità di arricchirci, di recuperare tante cose splendide che nel passato ci sono sfuggite.
Anch’io ho comprato appena uscito questo doppio cd. Mia Martini così splendida artista da non meritare, dopo la persecuzione vergognosa di cui è stata oggetto, una razzia senza scrupoli nel patrimonio delle produzioni rimaste negli archivi. Spero sempre che siano pubblicate altre cose ma che si senta il rispetto per l’artista e non questa avidità così scoperta. Ci sono tantissime altre cose che aspettano di essere ripubblicate. Lasciamo riposare in pace Mia Martini.

Anonimo ha detto...

Sono parzialmente d'accordo con il contenuto del commento di Christian.

E' vero che certe operazioni sanno tanto di sciacallaggio; è altrettanto vero però che l'estimatore di un'artista cerca di ottenere quanto più materiale possibile, anche i provini, anche i progetti abortiti che danno comunque un quadro completo della sua attività discografica.

Secondo me la soluzione ideale sarebbe, manco a dirlo, fare come negli USA, UK, Francia & Co.: ovvero ristampa di un determinato album (poniamo ad esempio, "Nel mondo una cosa" di Mia Martini) con masterizzazione e un secondo cd allegato contenente provini, versioni scartate, brani inediti, incisi in lingua straniera...in questo modo si avrebbe un quadro completo dell'attività che ha compiuto l'artista per incidere quel disco e potremmo dare ai provini il loro effettivo valore, con tutte le pecche del caso senza dover millantare questi per brani inediti.

Chiedo troppo?

Anonimo ha detto...

Ho letto con molto interesse questo articolo; malgrado l'argomento (io ero purtroppo molto vicino a Loredana Bertè, ma ho sempre stimato anche Mia Martini) mi piace pensare che siano sempre di più le voci competenti e sincere che ci parlino della vera musica italiana. Il giornalismo è plagiato di convenzionalità e ognuno tende principalmente a ritagliarsi un proprio ruolo, a scapito della qualità, e dell'onestà verso l'oggetto dell'argomento, e soprattutto verso chi legge. Perché mi devi raccontare cavolate su argomenti che conosco e che so che non sono tutte vere? Un giornalista dovrebbe sempre essere il primo a segnalare le storture, a denunciare le violazioni, a evidenziare l'indice di gradimento delle inziative. Si stanno creando sempre di più delle figure che vivono del potere di parlare su tutto e su tutti senza una vera competenza, con la compiacenza del porta acqua. A qualche corrente politica o solo a se stessi. Per esempio nel campo musicale e collezionistico c'è una rivista, "Raro", che sicura del fatto di essere l'unica rivista di collezionismo, da anni pubblica discografie degli stessi artisti (Mina, Patty Pravo, Beatles...) intervallandola per decenza con qualcosa di diverso; € 6 (sei/00); i suoi giornalisti scrivono le note di copertina di molte pubblicazioni in cd, spesso facendo stampare su queste copertine degli sfondoni (sulla copertina di Lauzi L'Aquila è uscita subito dopo Mary oh mary nel 71), titoli di canzoni sbagliate, contenuti così scontati e ridondanti, ecc. Certo ci dobbiamo accontentare perché sono gli unici a parlare di certe cose?
Christian siamo contenti.

Anonimo ha detto...

Anch'io non nascondo le mie perplessità sul risultato finale de "I colori del mio universo" e stavolta concordo totalmente con le opinioni di Christian (oltre che con quelle di Maria Luisa...ma vi arriverò tra poco).Da appassionato di Mia quale sono e fui,amo confrontarmi anche con forum di fans di Mimì in cui il trascendentale (in senso filosofico) è la regola:frotte di "teen-agers" che andavano ancora a scuola materna quando la Nostra lasciò questo mondo e che la adorano davvero come una dea olimpica. Non mi scandalizzo:tra la giusta incoscienza della loro età ed il desolante panorama della CANZONE italiana(e sottolineo "canzone",perchè parlare di "musica italiana" vuol dire occuparsi di persone che da sempre valgono il doppio di Baglioni,di Mimì e di tutti i cantautori messi assieme:certi signori chiamati Antonio Vivaldi, Niccolò Paganini,Gioacchino Rossini,Giuseppe Verdi,Giacomo Puccini & C.) dei nostri giorni non possono che appoggiarsi a figure indubbiamente più salde. Tuttavia è il loro essere tutto sommato sprovveduti a fare gola ai discografici,i quali si rendono protagonisti di iniziative al limite dello sciacallaggio e del rimbambimento pseudo storico-culturale. Senza nulla togliere al prestigio di un'artista immortale nell'economia della nostra canzone quale Mia Martini,un fastello di contraddizioni vizia il risultato finale dell'antologia. Ho subito capito che i fantomatici inediti in inglese erano solo tracce di natura metrica da fornire al paroliere di turno,e non solo per la veste dimessa (voce,coretto e piano),ma anche per il testo assolutamente senza capo nè coda.Ora,io non conosco l'inglese perfettamente come Christian ed il suo illustre padre,ma,essendo stata la buonanima di mia madre insegnante di quella lingua nelle scuole,riesco ad afferrarlo abbastanza bene e posso giurare che si tratta di forme più o meno "maccheroniche".Inoltre,non figurando nei credits il nome del paroliere aggiunto,il trucco si capiva lontano un miglio;eppure... . A proposito di sciacallaggio,ignoravo che "E l'amore va" fosse un pezzo co-firmato da un autore della vecchia guardia che adoro,Gianni Meccia e che fosse stato eseguito da quella Ada Mori che ebbe una certa fortuna più per essere la finta cognata di Celentano(ignorando che il vero cognome della consorte molleggiata fosse e sia Moroni) che per i suoi pochi 45 giri incisi per la AMICO-RCA (ne ricordo solo uno: "Mare,mare,mare,mare). Ora,che il "barone" Menico Caroli la voglia attribuire totalmente alla Martini,dimostra quanto l'emerito docente universitario-che può dire tutte le cazzate che vuole solo perchè ha la benedizione dei signori A.G. da Cuneo e F.F. da Roma,da me interpellati entrambi in un paio di occasioni per altri motivi e rivelatisi ambedue piuttosto scortesi nei miei riguardi:non vado oltre perchè non voglio essere querelato per diffamazione- abbia catturato i cigolanti meccanismi del "business" discografico odierno,all'insegna del "dolus bonus" pubblicitario a scapito del reale significato cronistico-storico-culturale,e quindi fregando gli ascoltatori poco competenti in materia.
Due parole in più su altrettanti inediti presenti nel più pregevole primo CD: "E COSì SIA" sembra riallacciarsi ad una canzone di quei tempi sullo stesso tema,"Joseph" di Moustaki,tradotta da Lauzi:una vera,ideale incazzatura in musica di Betsabea tradita da San Giuseppe. Per quanto concerne "Ma come sto?",personalmente ritengo che tale pezzo avrebbe potuto funzionare ugualmente anche se l'avesse proposto la stessa Loredana:sembra adattarsi molto allo stile della sorellina.
Quanto al punto di vista di Maria Luisa,non solo lo condivido,ma lo sottoscrivo fino in fondo.Immagino che l'amica si riferisca soprattutto all'orrenda "Flashback",monografie "povere" con tutti i pezzi messi su,come si dice nella lingua della mia lontana terra d'origine,"a coppola ri minchia" (con licenza scrivendo),cioè senza alcun criterio. E poi mal sopporto la suddivisione in categorie di certi artisti,specialmente per quanto riguarda gli appetitosi cofanetti economici tripli:una serie A con i cantanti che hanno mercato e magari ne approfittano per piazzarvi l'inedito che in tempo sarebbe uscito a 45 giri,ed una serie B con personaggi che,nonostante tutto,non riescono a togliersi di dosso l'etichetta "revival" o,se scomparsi,appartengono solo al ricordo dei papà e dei nonni (ed intendo parlare proprio della "Flashback").Il mio sogno,forse proibito perchè i quaranta si avvicinano,sarebbe quello di lavorare in SONY-BMG e di dare una lezione a tutti,proponendo box come si deve di personaggi come Renato Rascel,Bruno Lauzi (che Dio li abbia in gloria),di quel gentiluomo che pubblicamente saluto di Nico Fidenco,e via citando,con le caratteristiche attente,precise e ragionate che sono seguite nel compilare le raccolte dei vari Dalla,Baglioni,Zero e compagnia cantante,con libretto,testi,fotografie. In questo modo-e solo in questo modo-si potrà salvare seriamente la memoria della grande canzone italiana...E SCUSATE SE E' POCO...
Cesare

Anonimo ha detto...

Mia Martini al Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze (Viareggio, primavera 1971): Franco Fabbri degli Stormy Six, che presero parte alla mainifestazione, nella sua autobiografia "Album Bianco" cita espressamente l'artista tra i partecipanti.

Verdier il Vampiro ha detto...

Per Jeff: sì, appunto, 1971. Lo sapevamo tutti. Ma il 1972 cosa c'entra? Tra l'altro era già alla Ricordi e il repertorio non era tale da affrontare una contro-manifestazione come quella..non scordiamoci che l'anno successivo, Patty Pravo, per essersi permessa di cantare PAZZA IDEA fu quasi linciata (presa a pomodorate e sacchi di sabbia)

Anonimo ha detto...

ma chi è questo Christian che fà tanto il saputello ??? di sicuro non un estimatore di Mimì, quindi la sua recensione poteva anche risparmiarsela perchè di sicuro non gliene frega niente a nessuno delle sue opinioni.
e poi come fà ad affermare con tanta sicurezza che si tratta solo di un'operazione commerciale?
Ma possibile che ci sia gente che non è mai contenta di niente?
quando uscivano cd con un solo od al massimo due inediti tutti a lamentarsi perchè erano troppo pochi, adesso che esce un disco con praticamente 20 inediti tutti a lamentarsi che sono troppi.....
ma siamo pazzi?
Io, che sono stato realmente amico di Mimì per 20 anni, la penso esattamente al contrario. Le canzoni sono tutte stupende, alcune emozionanti da morire....
in particolare "io domani io" che secondo lui sarebbe cantata con poca convinzione..... va beh... lasciamo perdere.
in realtà l'unica nota stonata è proprio l'immagine di copertina... con tante bellissime foto di Mimì che ci sono.... ma non importa, l'unica cosa che conta è la sua voce.....
Ho voluto scrivere questo solo per dimostrare che non tutti, per fortuna, la pensiamo allo stesso modo... per incoraggiare le poche persone che ancora fanno qualcosa di utile a continuare e non lasciarsi influenzare da certi commenti....
per fortuna, sua e nostra, Mimì i blog non li legge.

Anonimo ha detto...

Giorgio, delle tue stupide considerazioni non ce ne frega niente. Forse non hai neanche letto bene quello che è stato scritto. Potevi risparmiarti il tuo commento.

Anonimo ha detto...

Mi pare onestamente che le critiche negative al CD I colori del mio universo siano solo un pretesto per attaccare il curatore della collezione. Dai toni usati è evidente una profonda antipatia per il signor Caroli, che non si capisce bene quale protezione debba avere se non quella di Mimì dal paradiso.Conoscevo Mimì e ritengo anch'io che alcune canzoni a ragione non le ha inserite nel suo repertorio, né lo avrebbe fatto.Ma come non essere grati a Caroli di aver recuperato Ruba, Suite per un'anima (e chi se ne frega di quando è stata eseguita!!!!), Aiutami, In una notte così, e le inedite dal vivo da I miei compagni di viaggio: io c'ero quella sera, al teatro Ciak per il suo addio, ero in camerino con Mimì. Non mi interessa l'operazione commerciale, ammesso che ci sia. Ma riascoltare una voce amica che mi accompagna da 35 anni, anche in provini, bé vale più di tutte le discussioni inutili. Inoltre, signor Christian le assicuro che Mimì era divertita ed entusiasta di sapere che tutte le sue rarità erano un tesoro da scovare (varrò più da morta che da viva, diceva ironizzando, anno 1992). Dunque basta! ascoltiamo una voce unica e irripetibile, se davvero la amiamo, e anche se cantasse Papaveri e Papere applaudiamola e lodiamo chi si sbatte per tenere la sua memoria viva! giuseppe

Anonimo ha detto...

A proposito di Mimì,mi rivolgo a Christian ed agli altri esperti in merito ad una curiosità capitatami ieri tra le mani in un "vintage" di Torino e subito finita nelle mie mani. Ho trovato una vecchia audiocassetta RCA del 1973 dal titolo "Musica per l'estate":in essa,accanto a brani come "Sempre" di Gabriella Ferri, "Mas que nada" di Nicola Di Bari, perfino "Er meno" e " Le pere" delle buonanime di Enzo Cerusico e Marcello Casco,figura "Cosa c'è di strano ?" di Mia Martini,una delle "canzoni segrete" (vedi omonima compilation caroliana del 2003). Ho la vaga sensazione che questa compilation fosse stata all'epoca pubblicata solo su cassetta e cartuccia stereo 8 ed ho il sospetto che la RCA volesse fare uscire "Cosa c'è di strano ?" su singolo per contrastare le vendite di "Minuetto",così come l'autunno prima provò con "Credo" a frenare "Donna sola":poi qualcosa bloccò il tentativo di concorrenza sleale e non se ne fece più nulla. Certo è che da allora "Cosa c'è di strano ?" non si vide più in giro per trent'anni precisi e che quella cassetta ebbe una tiratura talmente limitata da indurre Caroli nell'errore di classificare anche questo come un brano inedito. Chi ne sa di più ? Attendo aggiornamenti in merito. Ciao da Cesare

Anonimo ha detto...

penso ke le case discografiche sottovalutino la grande musica e soprattutto la storia della musica ormai è tutto uno skifo si pensa solo al guadagno e non all'arte.....alcuni siti riportano ke a sanremo è stata presentata una canzone scritta da mimi' clown , ma a quanto pare non è stata presa in considerazione dai vari blog ci sono gia alcuni titoli e clown non fa parte di questi.......il testo è bellissimo....vi invito ad ascoltarla lo si puo fare sul sito della rai.....www.sanremo.rai.it nuova generazione jacovino jennifer.....sperando per il meglio.......pinokkio

Unknown ha detto...

io non credo che, anche se non e' piu' in vita, ascoltare vecchie registrazioni di mia martini posso dare fastidio. quando ascolto la cassetta(stereo 7) di mia martini, non esistente da nessuna parte, di un concerto in piazza dal vivo mi vengono i brividi come se lei fosse ancora tra di noi. quando parla con il pubblico tra un pezzo e l'altro sembra oggi di vivere la stessa emozione di allora. per me mia martini restera' nel cuore e nella mente tanto che non mi stanco mai di ascoltarla in quella registrazione unica. cia luigi

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