12 dicembre 2010

La Dance che viene dal freddo

Ospitiamo quest'intervento di Francesco, appassionato cultore di musica da discoteca che arriva dai paesi dell'Est europeo: Romania, Russia e dintorni. Non conosciamo tale produzione e quindi non ne abbiamo una idea precisa. Ci limitiamo a dare la parola a Francesco che magari ci farà scoprire qualche chicca nascosta.

In Russia, come in molti paesi d'Europa sta spadroneggiando nelle top 10 un'insolita e piacevole ondata di musica da discoteca. Non è house, non è la pop-dance piatta di rihanna, black eyed peas, david guetta e gaghe varie. Insomma, sono veri e propri progetti SERI che ricordano tanto i successi dance degli anni 90.

Purtroppo però è inspiegabile il perchè l'Italia si ostini a boicottare alla grande cantanti, artisti e progetti dance come la rumena Inna, la danese Medina e tante altre canzoni che avrebbero meritato benissimo la top 10 da noi (e che infatti in Gran Bretagna, Germania e non solo l'hanno centrata e consolidata per settimane).

Insomma, in che direzione intendono muoversi le case discografiche e le radio italiane e con quali criteri decidono di promuovere quell'artista uscito magari dall’ultima edizione dei nostrani reality e tracce fatte con virtual dj dai nostrani “diggei”? Ma soprattutto perchè su certe scelte musicali l'Italia si ostina a rimanere volutamente indietro rispetto agli altri stati? Razzismo di fondo? Meglio le rassicuranti marcette commerciali da discoteca (ma anche no) di Rihanna e Black Eyed Peas?

Quello che è vero è che i gusti son gusti e che comunque internet permette di ascoltare quel che si vuole. Per fortuna.

In queste ultime settimane ci è voluto uno come Armand Van Helden a fare in modo che in Italia non si balli proprio pattumiera con la sua Barbra Streisand. Noto invece con piacere che la Bromance di Tim Berg è in classifica anche da noi. Seppur in basse posizioni. Se non sbaglio anche ad Hot di Inna toccò di stare nei bassifondi della nostra classifica italiana.

E siccome questo è un sito serio dove si può discutere intendo dare il mio piccolo contributo proponendovi alcuni artisti banditi finora dall’airplay radiofonico e dalle classifiche italiane (al solito, quando disponibile, linkiamo il video così possiate farvi un'idea).

MEDINA – You and I : Top 10 in Germania, top 30 in UK, Top 10 in Belgio, Danimarca, Russia.

INNA – Hot : Hit paneuropeo in tutta Europa. UK compresa. Sarebbe bastata una promozione decente a far svettare anche da noi questa gradevole canzone dance. Altro che Waka Waka. In Estate Inna ha tenuto un concerto a Napoli. Lì è amatissima.

TIM BERG – BROMANCE : In airplay anche da noi in queste settimane. Ma farà la fine di Hot di Inna. Promozione insufficiente per una traccia che merita.

GOOSE – WORDS : Un dance anthem. Ricorda le sonorità degli Editors. E si rifà molto alle sonorità dure dei primissimi anni 80. La canzone è più di un semplice hit da discoteca. Ma da noi è più che ignorata. Già prima in classifica in Belgio.

RADIO KILLERS – VOILA : Progetto rumeno che ha fatto sfracelli nell’europa dell’Est. Ricorda molto la dance di Sash! Ascoltare per credere.

NYUSHA – CHUDO : Da qualche anno è una celebrità in Russia. La canzone non sarà di Maria Callas, ma merita sicuramente molto più dei versetti alla Rihanna. Aspettiamo che esca la versione in Inglese!

ARMIN VAN BUUREN VS. SOPHIE ELLIS BEXTOR – NOT GIVIN UP ON LOVE : Per chi se la ricorda è stata la voce di Groovejet di Spiller e la cantante di Murder on the dancefloor. Si , non è il suo singolo migliore, ma in Europa è lanciatissimo. E l’Italia? L’Italia preferisce ballare sulle note di "The time", un rifacimento dei Black Eyed Peas scialbo di una canzone già mielosa di suo.

DAN BALAN – JUSTIFY SEX : E pensare che nel 2004 anche l’Italia restò folgorata da "Dragostea din tei". Ebbene sì, lui faceva parte del duo di produttori O-Zone.

Alla prossima.

by Francesco

PS: E per i più curiosi, qui sotto il player con tutti i brani precedenti uno dietro l'altro.

3 commenti:

ForestOne ha detto...

Trovo molto interessante l'intervento di Francesco e lo condivido appieno. Andando a spulciare molto spesso nelle chart degli altri paesi europei, soprattutto quelle scandinave e dell'est mi sono reso conto da tempo del buonissimo livello a cui è arrivata la produzione musicale di quei luoghi.
La musica "nostrana", a parte casi di produzioni più o meno indipendenti davvero meritevoli (che spesso inserisco nelle mie proposte per la HPCheNonC'E'), offre un panorama desolante monopolizzato da ectoplasmi da reality show.
In questo scenario una bella fetta di responsabilità ce l'hanno le nostre emittenti radiofoniche, alle quali è oramai delegata la promozione dei brani. I network, che rastrellano la stragrande maggioranza degli ascolti, non sono distinguibili l'uno dall'altro per offerta musicale: viene passata 24 ore la solita "melma internazionale" fatta di Gaghe, Rihanne, Peas, senza neanche uno straccio di iniziativa per brani indie o hits di paesi "alternativi"; segno evidente che le playlist sono dettate solo da accordi con le major discografiche.
Per questo il mio biasimo va soprattutto alla scarsità di iniziativa e alla codardia delle nostre emittenti che di fronte a brani come quelli segnalati sopra (molti li conoscevo già e girano da tempo nel mio mp3...) o ad hits ad alto potenziale di paesi diversi dagli USA ed UK (tra le prime che mi vengono in mente:la spagnola Salmah "Ya es la hora"; il bielorusso German "Gorod ne spit"; i danesi Svenstrup & Vendelboe; i rumeni Avicii e Roller Sis; l'intera produzione dei norvegesi Donkeyboy; i finlandesi Kent; i tedeschi Cascada e Laserkraft 3D), si prostrano ai piedi delle major passando solo i brani che le case discografiche vogliono promuovere.
E' vero che gli anni del pionierismo dell'etere e dell'improvvisazione hanno lasciato il passo al professionismo, ma una volta i dj e i direttori artistici passavano i brani in cui credevano e che potevano piacere al target della radio, cercando sempre di cogliere la novità e la tendenza prima degli altri... Oggi le radio mi ricordano il personaggio di Alexia del Pippo Chennedy Show: "Io vivo nell'oblio, non ho un pensiero mio!".
Purtroppo siamo (e ahimè, temo resteremo) un paese provincialissimo (nel senso negativo del termine)... Forse la partecipazione all'Eurovision Song Contest del prossimo anno (di cui non parla nessuno ma oramai pare certa, probabilmente con Nathalie...) potrà dare una spallata a questo nostro torpore: quando tutti gli italiani vedranno che paesi considerati meno sviluppati del nostro come l'Albania, l'Azerbajgian e la Moldavia producono musica trendy da paura, forse i giorni per i Marchi Carta e le Emme Marroni cominceranno ad accorciarsi...

djpaulfromlondon ha detto...

Ciao, dò il mio contributo alla discussione
è indubbio che il movimento dance dell'est europa sia cresciuto molto negli ultimi anni. Lo testimonia il fatto che ci sono dj dell'est nella top 100 di DjMag (Bobina, Moonbeam, dj Feel, Arty dalla Russia, Myon & Shane 54 dall'Ungheria, Claudia Cazacu dalla Romania e unica donna), ci sono programmi radiofonici che hanno un buon riscontro in streaming (Bobina e Cazacu per esempio), ci sono molti siti dell'est che diffondono musica dance (provate a cercare Bacau su Google).

Ci sono un paio di aspetti che vorrei far notare rispetto a quanto scritto da Francesco:
- le produzioni olandesi o nordiche (i vari AVB, Medina, Tim Berg, Goose citati) non hanno certo bisogno di essere scoperte
- la 'scialba' dance d'importazione americana (ma produzione europea) ha avuto il merito di portare nel circuito mainstream USA un prodotto che non lo è mai stato. Certo non è il massimo, ma si deve adattare al pubblico d'oltreoceano.

Il punto credo sia però un'altro
Si chiede Francesco: "Ma soprattutto perchè su certe scelte musicali l'Italia si ostina a rimanere volutamente indietro rispetto agli altri stati?"
Da una parte non c'è da stupirsi che in Italia non attecchisca certa musica, dato che il mercato ha le sue logiche, che vanno oltre le capacità artistiche messe in campo.
Vedo che anche la classifica che non c'è nel 90% continua a non concretizzarsi, cioè la maggior parte dei brani segnalati non entrano proprio nelle classifiche ufficiali, nonostante lo sforzo di trovare ciò che di meglio viene prodotto in Italia e all'estero.

Dall'altra mi sento di difendere tanti produttori italiani che non sono per niente indietro. Anzi direi che il movimento dance italiano è sempre stato sul pezzo e apprezzato all'estero. Più che altro non è stato riconosciuto in Italia. O lo è stato in ritardo. Per esempio chi conosce gli ospiti italiani di BBC Radio 1 di qualche giorno fa: Riva Starr, Crookers, Blatta & Inesha? é solo un esempio, ce ne sono molti altri.

La musica è un prodotto da vendere e in Italia è più facile vendere Amici e X-Factor che Congorock o Fare Soldi.

Nota x ForestOne: Avicii non è rumeno, ma svedese. Alias Tim Berg, citato anche nel post di Francesco.

ForestOne ha detto...

Magari fosse vero quel che dice in questa intervista a NewsLine Mario Volanti, editore di Radio Italia S.M.I.
http://www.newslinet.it/notizie/diritti-connessi-rottura-radio-nazionali-scf-volanti-radio-italia-basta-collaborare-con-loro

Posta un commento

Tu sei libero di dire quello che vuoi. Io sono libero di cancellare quello che voglio. In particolare, i commenti ingiuriosi e/o stupidi si autocancelleranno.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.