L'idea è simile a quella del BookCrossing, cioè l'atto di lasciare (liberare, come dicono gli artefici dell'iniziativa) libri in luoghi pubblici, una panchina, sul tram, a cinema, affinchè siano ritrovati e letti da altre persone. Insomma, è una sorta di mega-progetto che tende a promuovere lo scambio di libri, con l'obiettivo di rendere il mondo un'unica enorme libreria.
Ma, a differenza del BookCrossing che si caratterizza per una partecipazione anonima e solitaria al progetto, l'iniziativa La Repubblica dei Lettori è tesa alla costruzione di una comunità di lettori, contribuendo alla creazione di biblioteche atipiche in luoghi non canonici: un bar, una tripperia, un ristorante, un circolo, o anche casa propria. Certo, la lettura è un atto evidentemente individuale, ma l'iniziativa è tesa a "collettivizzare"” la ricchezza di conoscenze che, più o meno, chiunque legga si porta dentro.
Ma chi può diventare cittadino di questa particolare Repubblica? Ecco alcune categorie:
- Chi abbia letto almeno un libro (escludendo opere scolastiche obbligatorie, libretto di istruzioni per il cellulare, testo per la compilazione della denuncia dei redditi, elenco telefonico et similia)
- Chi dedichi alla lettura almeno qualche minuto al giorno o lo farebbe se non fosse impedita/o da: mancanza di tempo, o partner troppo esigente, o indigenza economica, o suocera noiosa, o vicini troppo rumorosi, o, o, o
- Chi sia disposto a condividere con altri lettori le proprie conoscenze librarie e, magari, le idee, le emozioni, i sentimenti che tali letture hanno prodotto, investendo anche un po’ di tempo per metterle in rete
- Chi voglia dire cose sul nostro presente e pensi che le parole per dire queste cose siano i libri che ha letto o leggerà.
Un augurio di cuore ai padri fondatori della Repubblica dei Lettori, entrambi di Firenze: la radio Controradio e la libreria Leggere per.
1 commento:
il link di controradio non è digitato bene: al posto del punto dopo il www c'è la virgola.
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