30 marzo 2006

Ricordiamocelo il 9 aprile: Marcello Dell'Utri

Sicuramente non sarà oggetto di una fiction televisiva sulle reti Mediaset nè RAI. Ma la requisitoria fatta al processo di Palermo contro Marcello Dell'Utri, braccio destro di Colui Che Non Si Può Nominare, oltre a convincere i giudici a condannarlo a 9 anni, è un documento straordinario che svela un pezzo essenziale della storia del Paese negli ultimi decenni. Vicende, personaggi, retroscena che toccano il cuore della politica italiana eppure, incredibilmente, nè televisioni nè giornali hanno fatto conoscere adeguatamente.

Non staremo qui a ripetere quanto analiticamente illustrato in questo ottimo articolo di Gianni Barbacetto ma ne riassumiamo, con la rozzezza che ci contraddistingue, i punti essenziali, provati da dati oggettivi, documenti societari, rapporti di polizia, intercettazioni telefoniche e ambientali, racconti e contributi di testimoni, perfino ammissioni di imputati.
  • Berlusconi e Dell'Utri si conoscono sin dai tempi dell'Università.
  • Dell'Utri ha rapporti consolidati con esponenti dell'organizzazione mafiosa.
  • Dell'Utri fu chiamato da Berlusconi affinchè lo proteggesse dalle prevaricazioni della mafia.
  • La mafia utilizzò Dell'Utri per fare affari con Berlusconi e, successivamente, per avere Craxi come referente politico in sostituizione dei tradizionali referenti democristiani.
  • Con la scomparsa dei referenti politici tradizionali avutasi con tangentopoli, la mafia appoggiò Dell'Utri nel suo progetto di costituire una nuova forza politica che avrebbe curato gli interessi dell'organizzazione mafiosa: Forza Italia.
  • Dell'Utri fu il principale artefice della creazione di Forza Italia.
  • Dell'Utri continuò a rappresentare gli interessi della mafia all'interno di Forza Italia.
  • Il successo della strategia di Dell'Utri è indubitabile: 2 elezioni vinte su 3. Nelle ultime elezioni, la Casa delle Libertà ha ottenuti in Sicilia 61 deputati contro 0 (zero) della Sinistra.
Finiamo con una citazione dall'eccellente articolo di Barbacetto:
"Vicende, personaggi, retroscena che, in questo caso, segnano la storia del Paese, toccano il cuore della politica italiana, eppure – incredibilmente – non hanno mai avuto uno spazio adeguato sui giornali o nelle tv".

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