Se avete voglia di toccare con mano come i nostri soldi vengono sprecati da questo governo-iattura, puntate il vostro browser a questo indirizzo: www.internetculturale.it: è una esperienza mistica. Mai imbattuto in un sito più inutile e vuoto di questo. Praticamente la totalità delle scarsissime funzionalità presenti sono o di una banalità sconcertante (semplici news, tra l'altro scarsamente significative nè particolarmente aggiornate) o semplicemente non funzionanti.
Per farmi un'idea di quali meraviglie offre un sito costatoci circa 74 miliardi di vecchie lire, ho visualizzato la mappa del sito: poco più di una decina di voci sullo stile dei webmaster della domenica (Home, Chi siamo, Contatti, Crediti, e simili genialità). Ma questo è niente.
Considerando che il sito si propone di diffondere in rete il nostro patrimonio culturale, mi sono fiondato sulla voce Collezioni Digitali. Risultato:
Lavori in Corso.
Spiacenti, il servizio è temporaneamente sospeso
© 2005 Copyright ICCU
(!!!!).Ma come, 74 miliardi per un servizio sospeso? Ma quando è stato sospeso e quando verrà riattivato? Non è dato sapere. Però ci informano che la pagina (che consiste solo dell'avviso di sospensione) è comunque protetta da copyright! Che abbiano brevettato l'espressione "lavori in corso"?
Proviamo con un'altra voce. Magari siamo più fortunati. All'interno della sezione Percorsi Culturali noto la voce Percorsi 3D. Vediamo di cosa si tratta. Due soli titoli: uno sulla storia dell'Opera in musica e l'altro dedicato a Galileo. Vado sul primo e vengo informato che si aprirà una finestra che mi chiederà di installare un software che mi consentirà di effettuare la visita virtuale. Ah, che palle. Più o meno meccanicamente faccio clic sul link e compare un avviso: "Tra qualche istante sarà caricato il visualizzatore Exhibits Player, necessario per effettuare la visita". Da quando l'ho cliccato sto ancora aspettando che succeda qualcosa: nel frattempo ho scritto quasi tutto l'articolo. Ah, dimenticavo di dirvi che io usualmente utilizzo Firefox e non Internet Explorer: molto probabilmente il software che avrebbe dovuto installarsi era un qualche accrocchio di ActiveX che ovviamente si attiva solo con il browser proprietario di Microsoft. Ma perchè, gli utenti di Linux, di Mac, o anche solo di Firefox non pagano le tasse e non hanno contribuito a finanziare quest'opera senza capo nè coda? 74 miliardi!
Proviamo con la sezione "Contenuti digitali". Dopo una attesa più o meno snervante (eh già, il sito non è un fulmine di guerra, nonostante non abbia praticamente nulla da visualizzare), compare una maschera di ricerca che mi invita ad inserire le parole chiave separate da spazio. Uhmm... è da anni che sto cercando numeri arretrati de "Il giornale dello Spettacolo", così provo ad inserire: giornale spettacolo. Risultato della ricerca: Nessun record trovato.
Va beh, sarebbe stato troppo bello. Rieffettuo la ricerca con il solo termine "spettacolo". Questa volta qualcosa viene fuori: ben dieci oggetti trovati! Sono incuriosito dal volume "Cinema & comicità in Italia" di tale Josè Pantieri, del 1994. Clicco tutto quello che c'è da cliccare per visualizzare l'opera. Dopo un'attesa più o meno infinita, nella finestra che nel frattempo si è aperta viene fuori la solita porcheria Flash che dovrebbe consentirmi di vedere il "contenuto digitale". Non so se sono io ormai completamente imbufalito che vedo rosso, ma è tutto quello che appare nell'aposito riquadro: un rettangolone completamente rosso. Da qualche parte esiste una lista a tendina che visualizza la scritta Copertina. Bah, può essere che sia solo la copertina ad essere rossa. Provo a scorrere la tendina. Sorpresa: è l'unica pagina consultabile. Provo a cliccare sull'apposito bottone: Pagina successiva. Niente.
Basta. Mando a cagare il Flash, i contenuti digitali, l'Internet Culturale, l'ex ministro dei Beni Culturali, e visto che ci sono, anche l'attuale (che non ricordo neanche chi sia). Punto il browser sul sito www.liberliber.it. Non faccio in tempo a premere Invio che compare una pagina dove c'è bella chiara la scritta Biblioteca. Ci clicco sopra e compare una serie di lettere per navigare tra i contenuti ospitati sul sito. Ho mandato a cagare un paio di ministri e sento il bisogno di espiare. Vorrei fare un fioretto. Clicco sulla lettera F. Scorro velocemente l'elenco e lo vedo: "fioretti di San Francesco". Ci clicco sopra e mi viene offerta la possibilità di scaricarlo come testo puro o come RTF. Un altro clic ed eccomi a leggere il "contenuto digitale":
"CAPITOLO PRIMO. Al nome del nostro Signore Gesù Cristo crocifisso e della sua Madre Vergine Maria. In questo libro si contengono certi fioretti miracoli ed esempi divoti del glorioso poverello di Cristo messer santo Francesco e d'alquanti suoi santi compagni. A laude di Gesù Cristo. Amen."
Di una efficacia e di una semplicità mostruosa. Vi direte: seeeh, chissà cosa è costato il sito di LiberLiber per mettere a disposizione opere completamente gratuite con tale efficacia. Altro che i 74 miliardi dell'Internet Culturale. Già, chissà cosa è costato al contribuente LiberLiber. Zero. Esattamente zero lire. Essendo un'iniziativa completamente autofinanziata con i contributi di volontari, sotto forma di versamenti o di tempo dedicato alla digitazione di opere con diritti d'autore scaduti. Una splendida iniziativa che, grazie ad un uso intelligente di pochissime risorse, contribuisce a diffondere in modo mostruosamente efficace il patrimonio culturale dell'intera ed all'intera umanità.
Bene. Ad iniziative eccellenti di questo genere non viene riservato neanche una lira. Mentre ad obbrobri quali Internet Culturale vengono pompati 74 miliardi di lire. 74 miliardi di lire per una copertina rossa. E' un delitto che grida vendetta al cielo. San Francesco, fa' qualcosa.
Nel frattempo che il santo faccia qualcosa, se proprio non sapete cosa regalare per Natale, mi permetto un consiglio: regalate 1000 libri. E' sufficiente un piccolissimo contributo agli amici di LiberLiber e vi verrà spedito una coppia di cd-rom che contiene 11 anni di lavoro di 2000 volontari.
Il massimo sarebbe riuscire a dirottare verso LiberLiber almeno una parte di quei 74 miliardi ingoiati d quella schifezza invereconda di Internet Culturale. Ma per questo ci vorrebbe un politico con le palle. Ne vedete in giro?
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