Premetto che compilare una toplist dei brani degli anni 70 è, di fatto, un nonsenso, per diversi motivi. Intanto, perché i seventies sono il decennio del vinile a 33 giri, fattore e prodotto dell’esplosione del mercato della hi-fi di massa. Grazie al formato, che libera i musicisti dai confini asfissianti dei 3 o 4 minuti del 45 giri, l’album assume i caratteri dell’opera compiuta perdendo l’originaria funzione svolta fino alla metà degli anni 60, allorché cominciarono ad essere pubblicati i primi “concept album” di raccolta di singoli. Particolarmente significativa, ad esempio, è la produzione dei Pink Floyd, che abbandonarono definitivamente il formato a 45 giri al termine degli anni sessanta e si concentrarono esclusivamente sul 33 giri; tanto che il primo ed unico singolo che il gruppo britannico spedì in classifica (chiaramente al n. 1) nel corso dell’intero decennio fu Another Brick In The Wall (Part 2).
Poi, perché il decennio si apre ed è interamente percorso dalla frammentazione del rock in sottogeneri, per ciascuno dei quali sarebbe immaginabile una autonoma toplist. Basti pensare che nel grande corso del progressive rock (il genere, forse, più apprezzato e meglio rappresentato della prima metà dei settanta) possiamo distinguere la matrice folk [Aqualung (1971) dei Jethro Tull], epico-sinfonica [la produzione di Emerson, Lake and Palmer e degli Yes], quella psichedelica [Atom Heart Mother (1970) dei Pink Floyd], quella teatrale [The Lamb Lies Down On Bordway (1974) dei Genesis]. Caposaldo del progressive è poi la cosiddetta “Scuola di Canterbury”, che da sola ha generato correnti distinte del progressive: dal jazz-rock melodico dei Caravan [In The Land Of Grey And Pink (1971)] e dei Camel [The Snow Goose (1975)], al jazz-rock sperimentale e dissonante dei Soft Machine [Third (1970)] e di Robert Wyatt [End Of An Ear (1971)].
In terzo luogo, perché a partire dalla fine del 1976 nel Regno Unito esplode il fenomeno punk, con un generale rinnovamento del panorama musicale e con l’emersione di nuovi generi: il punk-rock [Nemermind The Bollocks Here’s The Sex Pistols (1977) dei Sex Pistols; London Calling (1979) dei Clash], il dark [Boys Don’t Cry (1979) dei Cure] e la new-wave [Talking Heads: 77 (1977) dei Talking Heads]. Il punk nasce in contrapposizione polemica (e, talvolta, violenta) al progressive più stucchevole e barocco e finisce per costituire uno spartiacque tra il prima ed il dopo. Come era accaduto per il 1967, il 1977 è l’anno della svolta in cui si torna a suonare musica rock con canzoni costruite su una manciata di accordi e con arrangiamenti scarni suonati da tipiche guitar bands (batteria, basso, chitarra ritmica e chitarra solista, una o più voci). Giova dire che come nei sixties anche nel decennio successivo, prima dell’anno della grande svolta si erano già registrati dei decisi cambi di rotta. È il caso del grande successo di Bruce Springsteen e del suo Born To Run (1975). Il decennio, perciò, va virtualmente diviso in due. Dal 1970 al 1975 è il trionfo del progressive e della psichedelia, dal 1975 in poi si cerca un nuovo inizio ritornando idealmente alle origini.
Inoltre debbono essere segnalate le prime presenze femminili importanti nella musica rock (donne, cioè, che si impongono come autrici, interpreti e produttrici e non solo come… belle statuine). Joni Mitchell si mette in luce con alcuni album straordinari [Blue (1971), Hejira (1976), Mingus (1979)], Patti Smith assurge a poetessa della new wave [Horses (1975), Easter (1978) (quest’ultimo, tra l’altro, contiene la stupenda Because The Night, composta a quattro mani con Bruce Springsteen)], Joan Armatrading (che esploderà commercialmente nel 1980) inizia la sua attività con un album tanto poco conosciuto quanto bello [Whatever’s for us (1972)]. Alla fine del decennio, poi, avremo la prima donna (a mia memoria) membro effettivo di una band, a non interpretare il ruolo di cantante “bellona” (tipo negli stessi anni Debbie Harry dei Blondie, per intenderci), ma quello di bassista: Tina Weimouth (Talking Heads).
Gli anni settanta sono anche il decennio in cui iniziano a farsi largo le commistioni jazz-rock e la musica da discoteca. Talvolta sopravvalutata la prima, è stata troppo spesso bistrattata ingenerosamente la seconda che, in realtà, soddisfa un’esigenza reale (quella di accompagnare l’attività ludica del ballo) e, almeno inizialmente, sfrutta proprio le ritmiche funky portate in auge dal “più nobile” jazzrock [è sufficiente ascoltare Pharao’s Dance, lungo brano d’apertura di Bitches Brew (1970) di Miles Davis, per rendersene conto].
Un’ultima annotazione deve essere dedicata agli strumenti del rock anni settanta. Fermo restando il ruolo della chitarra elettrica, ad essa si affianca uno strumento nuovo: il sintetizzatore. È sufficiente ascoltare l’omonimo primo album di Emerson, Lake & Palmer (1970), per accorgersi delle potenzialità del synth. Saranno poi tastieristi come Keith Emerson (ELP), Rick Wright (Pink Floyd), Tony Banks (Genesis) e Rick Wakeman (Yes) a entrare nell’immaginario collettivo come virtuosi del moog, rivoluzionando l’uso delle tastiere elettroniche (…e del resto con gli arnesi dei sixties Hammond, Farfisa e Mellotron più di tanto non era proprio possibile fare).
Il secondo strumento che si impone con prepotenza è uno strumento che …non suona: il registratore multitraccia! Poter registrare ogni singolo strumento su una pista magnetica distinta, anche in tempi diversi, consente abusando, talvolta, della tecnica della sovraincisione di realizzare opere “solitarie” come Tubular Bells (1973), in cui Mike Oldfield suona da solo un mare di strumenti.
Viste le tendenze, i percorsi, i suoni e gli innumerevoli personaggi della musica rock anni settanta, ho deciso di compilare una top 25 “allargata”. La lista ha, sicuramente, mille limiti ed è mille volte criticabile. Ma, pur con le inevitabili omissioni (dettate dal gusto, da scelte consapevoli e, più spesso, dall’ignoranza di chi scrive), si è tentato di rappresentare in modo (il più possibile) completo il decennio.
TopList Rock Anni '70
- Echoes Pink Floyd (1971) / Smoke on the water Deep Purple (1972) / Miles Run The Voodoo Down Miles Davis (1970) / Brown Sugar Rolling Stones (1971)
- London Calling The Clash (1979) / Exodus Bob Marley and the Wailers (1977) / Inner City Blues Marvin Gaye (1971) / Behind Blue Eyes The Who (1971)
- The Low Spark Of High-Heeled Boy Traffic (1971) / Hotel California Eagles (1976)
- Freefall Camel (1974) / Mississippi Queen Mountain (1970)
- Lady Stardust David Bowie (1972) / Love, Reign O’er Me The Who (1973)
- Comfortably Numb Pink Floyd (1979)
- Starway To Heaven Led Zeppelin (1971) / Walkin’ on the moon Police (1979)
- Oye Como Va Santana (1970)
- Refuge of the Roads Joni Mitchell (1976)
- My Guitar Wants To Kill Your Mama Frank Zappa (1970) / Anarchy In The U.K. Sex Pistols (1976) / Runnin’ With The Devil-Eruption Van Halen (1978)
- Knockin’ On Heaven’s Door Bob Dylan (1973) / Immagine John Lennon (1971)
- In The Cage Genesis (1974) / Wind Up Jethro Tull (1971) / It's Only Rock 'n Roll (But I Like It) Rolling Stones (1974)
- Layla Derek And The Dominoes (1970) / Hey Hey, My My Neil Young (1979)
- Shine on you crazy diamond (1) Pink Floyd (1975) / Nine Feet Underground Caravan (1971)
- Peace Train Cat Stevens (1971) / Teach Your Children CSN&Y (1970)
- Europa (Earth's Cry, Heaven's Smile) Santana (1976)
- Get up, Stand up Bob Marley and the Wailers (1973) / Cocaine Eric Clapton (1977)
- God Save The Queen Sex Pistols (1977) / Psycho Killer Talking Heads (1977)
- Spend A Little Time Joan Armatrading (1972)
- Bohemian Rapsody Queen (1975) / Tubular Bells Mike Oldfield (1973)
- Racing In The Street Bruce Springsteen (1978) / Because The Night Patti Smith (1975)
- Sweet Home Alabama Lynyrd Skynyrd (1974) / Alabama Neil Young (1972)
- Le Freak Chic (1978) / Stayin' Alive Bee Gees (1977) / Kid Charlemagne Steely Dan (1976) / Love is the Drug Roxy Music (1975) /
- Heroes David Bowie (1977) / Let It Be The Beatles (1970) / Sultans Of Swing Dire Straits (1978)
- Silly love songs Wings (1976) / Child Of Vision Supertramp (1979) / Goodbye Yellow Brick Road Elton John (1973) / I Can’t Tell You Why Eagles (1979)
Articolo precedente della serie: Toplist Rock Anni '60 di Gianluca
1 commento:
Una lista che scalda il cuore...
Non faranno mai più musica così.
Grazie di tenere in vita ciò che di più bello e meritevole è stato creato.
Matteo
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