Se commettete falso in bilancio mandando sul lastrico milioni di famiglie o se malmenate qualcuno procurandogli lesioni gravi, è necessaria una querela di parte affinchè le forze dell'ordine possano intervenire. Se invece scambiate una canzonetta le forze dell'ordine intervengono d'ufficio: intercettano il vostro indirizzo IP, si presentano alle 6 di mattina a casa vostra e vi sequestrano PC e qualsiasi materiale informatico trovano a portata di mano. La Cas(erm)a della Libertà ha colpito ancora: la presidenza del Consiglio dei ministri (indovinate chi c'è dietro) ha bloccato il tentativo di rendere meno ferocemente repressive tali infami norme contenute nella legge sul diritto d'autore, introdotte da quelli che si autoproclamano paladini della libertà.
Questi i fatti, denunciati dalla meritoria associazione ALCEI, che si batte per la "libertà nella comunicazione elettronica interattiva".
Una apposita commissione presso il Ministero dei Beni Culturali (fortunatamente non più retto dal mitico Urbani) stava preparando un testo di legge che avrebbe impedito che un utente di internet che condivida musica o film sia perseguito d'ufficio. La modifica proposta avrebbe reso obbligatoria una querela di parte prima dell'intervento delle forze dell'ordine, con conseguente sequestro di PC e qualsiasi tipo di materiale informatico a causa del "pirata". In altri termini, ciò avrebbe costretto le major discografiche e cinematografiche a denunciare le singole violazioni, sobbarcandosi i rischi e gli ingenti costi di un processo.
Questa eventualità è stata bloccata direttamente dal PresDelCons, per interposta opera di quel Mauro Masi, ex-commissario di quella benemerita istituzione denominata SIAE che ha praticamente esautorato la Commissione. La magistratura continuerà quindi ad attivarsi obbligatoriamente ed automaticamente per crimini tremendi quali lo scambio di una canzonetta di Pupo.
Fatto sta che l'innomabile Presidente del Consiglio è direttamente beneficiato dalla legge attuale voluta dal fido Urbani: tra le sue tante attività vi è anche quella di editore e l'attuale legge sul diritto d'autore è totalmente asservita agli interessi degli editori. Ma forse i benefici indotti per il PresDelCons dalla legge attuale sono ancora più incisivi: l'intasamento dei tribunali di processi per fatti praticamente innocui come lo scambio di canzonette, sottraendo risorse giudiziarie preziose al perseguimento di altri reati. Se poi passa la legge salva-previti che dimezza i tempi di prescrizione, l'impunità per i reati più gravi è pressochè certa. Tanto, il PresDelCons non sarà mai beccato a scaricare musica di Apicella.
13 ottobre 2005
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