28 ottobre 2005

Liberté, egalité e pé2pé

Beh, non è certo un caso che i lumi che rischiararano i tempi bui dell'oscurantismo venirono dalla Francia e sfociarono nel motto "liberté, egalité, fraternité". Arriva ancora dalla Francia un altro importantissimo segnale di libertà in questi tempi che non hanno niente da invidiare ai secoli più bui dell'umanità. La Commission Nationale de l'Informatique et de la Liberté ha deciso che la libertà degli utenti di Internet vale di più degli interessi privati di associazioni quali la SIAE, la FIMI o la SCF francesi.

La Commissione ha negato ai detentori dei diritti d'autore la possibilità di rivolgersi agli internet provider per sapere quali utenti stanno condividendo quali file. E già, perchè per ottenere tali informazioni i provider dovrebbero monitorare e tracciare qualsiasi comportamento dei propri clienti su internet: quali siti visitano, quali email scambiano, quali file inviano e ricevono. Insomma, un regime di polizia vero e proprio.

Il ragionamento della Commissione francese è semplice: non essendo tali strumenti di monitoraggio limitati esclusivamente alla lotta alla pirateria ma essendo strumenti generali che consentono la raccolta massiva di dati sui comportamenti delle singole persone, il diritto alla privacy ed alla libertà della generalità degli utenti è superiore a (discutibili) diritti di pochi detentori. Ha negato quindi l'autorizzazione. Elementare, Watson.

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