Beh, a scorrerlo ci sono delle cose abbastanza sconvolgenti che, a decreto approvato, proietterebbero la RAI all'avanguardia mondiale nella diffusione dei contenuti: davvero troppo illuminato per non credere che i soliti noti (qualcuno che ha interessi nelle televisioni) tenteranno di affossarlo con tutti i loro tanti mezzi.
Ma cosa prescrive di così rivoluzionario il suddetto decreto? Tante cose, sopratutto quelle contenute nell'Art. 6, di cui riportiamo il paragrafo più sconvolgente (comma 3e): offrire all’utenza, nell’ambito della licenza nota come Creative Commons, la possibilità di scaricare via Internet tutti i contenuti radio-televisivi prodotti dalla RAI mediante i proventi dei canoni di abbonamento.
In altri termini questo comma stabilisce asserisce una cosa che dovrebbe essere ovvia ma che nessuno ha mai osato sostenere: che i contenuti prodotti con i soldi dei contribuenti sono dei contribuenti! E quindi la RAI deve sia dare la possibilità di accedere a tali contenuti via internet quando più aggrada all'utente ma, sopratutto, che l'utente potrà scaricarseli liberamente e, purchè senza usarli a fini di lucro, farne quello che vuole, anche sacambiarseli tramite reti P2P, come è implicito nelle licenze Creative Commons.
Beh, devo dirlo: mai avrei immaginato che il termine Creative Commons comparisse nel testo di un decreto ministeriale. E chi glielo spiega al collega di partito di Gentiloni, cretinetti Fioroni, cosa vuol dire Creative Commons? Impresa ardua, considerando il livello di cultura informatica dell'attuale Ministro della Pubblica Istruzione.
E che il governo stia facendo seriamente lo si capisce anche dal comma 4: "La RAI è tenuta a trasmettere al Ministero e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per ciascun semestre, entro i successivi tre mesi, una dettagliata informativa circa il numero dei contenuti pubblicati e del traffico giornaliero generato dall’utenza per ciascun sito del portale RAI, con riferimento particolare agli utenti unici, ai tempi medi di fruizione, alle tecnologie impiegate per accedere e alla provenienza degli utenti."
In altri termini, il comma dice: guardate che dovete rendere noto se state pubblicando qualcosa, se c'è qualcuno che vi accede e fruisce dei contenuti.
Davvero troppo bello per essere vero. Infatti, il decreto deve passare il vaglio della Commissione di Vigilanza sulla RAI presieduta da Mauro Landolfi (AN) che ha già annunciato di voler aprire una serie di audizioni estese per valutare l'effettiva potenzialità di estensione dei servizi Internet della RAI. In altre parole: stanno iniziando a mettere i bastoni tra le ruote adducendo presunte difficoltà economiche.
Ma quali difficoltà economiche: basterebbe risparmiare evitando la produzione di qualche Isola di famosi o di qualche fiction clericale per reperire i fondi necessari. E poi, non è appena stato aumentato il canone TV? E se davvero il decreto fosse approvato, vi sarebbero le condizioni anche per richiedere il pagamento del canone anche per il possesso di computer ed altri dispositivi connessi in rete, cosa che daltronde richiedono già adesso del tutto arbitrariamente.
Ah, vi sarebbe anche un'latra possibilità per la libera diffusione dei contenuti prodotti dalla RAI, e a costo zero: consentire la diffusione tramite P2P. Ci penserebbero gli stessi utenti a digitalizzarli e ad immetterli nelle reti peer-to-peer.
"Rai Nostra che sei nell'etere" compilation
Renato Zero: VIVA LA RAI
Barry Manilow: YOU CAN HAVE THE TV
Adriano Celentano: MALEDETTA TELEVISIONE
Bruce Springsteen: 57 CHANNELS (AND NOTHIN' ON)
Jovanotti: TELEVISIONE TELEVISIONE
Michael Schutz: CREATIVE THINKING
Edoardo Bennato: LA TELEVISIONE CHE FELICITA'
Ezy Minus: ETERE
Subsonica: LIBERI TUTTI
Linda DiFranco: TV SCENE
A-Ha: THE SUN ALWAYS SHINE ON TV
Blur: COFFEE AND TV
Renato Zero: VIVA LA RAI
Barry Manilow: YOU CAN HAVE THE TV
Adriano Celentano: MALEDETTA TELEVISIONE
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Ezy Minus: ETERE
Subsonica: LIBERI TUTTI
Linda DiFranco: TV SCENE
A-Ha: THE SUN ALWAYS SHINE ON TV
Blur: COFFEE AND TV
1 commento:
mediante proventi dei canoni di abbonamento.
Peccato che non esista ufficialmente l'abbonamento alla RAI, altrimenti potremmo allegramente farne a meno. Il "balzello" è una tassa di possesso sugli apparecchi radiotelevisivi, checchè se ne dica.
Diciamo che ogni tanto si divertono a fare gli aumenti.... come quest'anno, guarda caso. Un colpo al cerchio e l'altro alla botte.
Sono (ovviamente!) d'accordo con le CC, non credo lo saranno le altri parti in causa che, trovando le opere in giro "aggratise" (es. un cantante che va a Sanremo), strilleranno come aquile.
Mi puzza tanto del gioco in fase di preparazione da parte di certi potenti del mondo multimediale: richiedono di togliere la gabella sui supporti di memorizzazione vergini per "infilare" il DRM dappertutto. In questo caso l'accesso alle CC potrebbe essere un'ottima scusa per scuccirci un'altro po di "grano" dalle tasche perchè ci sarà da dare il becchime ai soliti noti che quest'anno hanno avuto dallo Stato un obolo inferiore al previsto e, anzi, cerca di mettere le mani nella borsa dei dobloni.
Non tutto quel che luccica è oro.
Salutoni e auguri di buone feste.
HJack
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